Nella Comune di Parigi, che nacque ufficialmente il 17/18 marzo del 1871, le donne ebbero un ruolo fondamentale, così come l'avevano avuto fino a quel momento nel resistere all'assedio dei Prussiani.
Se la storia della Comune finora è rimasto un buco nero per voi, su Wiki c'è una sintetica ma buona ricostruzione che val la pena leggere, a cui mi piace aggiungere che il 10 aprile una giornalista, Leodile Champseix, tenta ingegnosamente di rompere l'isolamento in cui era rimasta la Comune, tagliata fuori dai contatti con i lavoratori francesi. Leodile scrive un volantino rivolto a contadini ed operai - "Se Parigi cade, il giogo della miseria vi resterà sul collo e passerà sulla testa dei vostri figli (...) La terra al contadino, l'arnese all'operaio, il lavoro a tutti " - e, oltre a farlo stampare sui giornali, lo fa volare in gran quantità sopra le campagne da una mongolfiera.
Le donne sono parte importante della Comune: provvedono al cibo, come da ruolo, e svolgono preziosi compiti assistenziali: ma riescono anche a far riaprire le scuole (e solo quelle non religiose) nella Parigi comunarda, organizzano riunioni fra le operaie e fondano i Club femminili in cui si discute di politica e di diritti.
Sono talmente importanti, anzi, che per loro viene creata una leggenda metropolitana ad hoc: diventano le petroleuses, responsabili degli incendi di edifici simbolo come l'Hotel de Ville e le Tuileries. Appiccare il fuoco è da sempre, e molto di più in epoche passate, considerato un crimine odioso e subdolo e il governo reazionario che si opponeva alla Comune nel diffondere queste voci puntava sullo scandalo che avrebbe suscitato una donna intenta a distruggere vilmente anzichè creare e nutrire.
Nonostante le resistenze maschili da parte dei comunardi, soprattutto fra i soldati che si erano ribellati all'esercito e sostenevano la Comune, le donne combattono sulle barricate fino all'ultima battaglia. Quelle che non ci muoiono, alla caduta della Comune verrano processate e deportate in Nuova Caledonia, in condizioni durissime. E, val la pena di notarlo, la Comune viene proclamata ufficialmente il 26 marzo 1871 con il risultato vincente di elezioni popolari a suffragio universale". Cioè, tutti gli uomini potevano votare. e non le donne, già.
Ma tutto ciò è solo una specie di introduzione a questo proclama del Club delle donne patriote di Montrouge e Belleville che, a quanto pare, in fatto di mezze misure era ben più carente di una femminista degli anni '70 del secolo successivo.
"Cittadine,
gli uomini sono dei vigliacchi, si dichiarano padroni del creato e non sono che un mucchio di imbecilli. Si lamentano di ciò per cui li si obbliga a battersi e non smettono mai di brontolare sulle loro disgrazie. Che partano e vadano a raggiungere la banda dei poltroni di Versailles! Difenderemo noi, da sole, la città. Possediamo asce e cuori forti, e siamo in grado di reggere la fatica altrettanto bene di loro. Difenderemo le barricate, e dimostreremo che non ci lasceremo mai più calpestare da loro. Quelli che saranno ancora disposti a combattere potranno farlo al nostro fianco. Donne di Parigi, avanti! (...)"
Le notizie che non sono di Wikipedia o della mia testa sono tratte da "Esistere come donna", ed Mazzotta 1983, un catalogo di mostra che raccomando di comprare su E-bay: immagini davvero molto belle e saggetti monografici sui vari periodi, pieni di notizie storiche. Un po' agiografico, quel tanto da far bene all'animo.
Nonostante le resistenze maschili da parte dei comunardi, soprattutto fra i soldati che si erano ribellati all'esercito e sostenevano la Comune, le donne combattono sulle barricate fino all'ultima battaglia. Quelle che non ci muoiono, alla caduta della Comune verrano processate e deportate in Nuova Caledonia, in condizioni durissime. E, val la pena di notarlo, la Comune viene proclamata ufficialmente il 26 marzo 1871 con il risultato vincente di elezioni popolari a suffragio universale". Cioè, tutti gli uomini potevano votare. e non le donne, già.
Ma tutto ciò è solo una specie di introduzione a questo proclama del Club delle donne patriote di Montrouge e Belleville che, a quanto pare, in fatto di mezze misure era ben più carente di una femminista degli anni '70 del secolo successivo.
"Cittadine,
gli uomini sono dei vigliacchi, si dichiarano padroni del creato e non sono che un mucchio di imbecilli. Si lamentano di ciò per cui li si obbliga a battersi e non smettono mai di brontolare sulle loro disgrazie. Che partano e vadano a raggiungere la banda dei poltroni di Versailles! Difenderemo noi, da sole, la città. Possediamo asce e cuori forti, e siamo in grado di reggere la fatica altrettanto bene di loro. Difenderemo le barricate, e dimostreremo che non ci lasceremo mai più calpestare da loro. Quelli che saranno ancora disposti a combattere potranno farlo al nostro fianco. Donne di Parigi, avanti! (...)"
Le notizie che non sono di Wikipedia o della mia testa sono tratte da "Esistere come donna", ed Mazzotta 1983, un catalogo di mostra che raccomando di comprare su E-bay: immagini davvero molto belle e saggetti monografici sui vari periodi, pieni di notizie storiche. Un po' agiografico, quel tanto da far bene all'animo.
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