mercoledì, marzo 24, 2010

SE MIO NONNO AVEVA LE RUOTE ?


C'è una discussione che mi alita sul collo da un bel po': il brother si è messo a difendere il libero mercato, e stuzzica e provoca affinchè si dibatta, sapendo che prima o poi cederò. Infatti.
Io, premetto, non ho ben capito cosa sostiene il brother: perchè pare dire "supermercato è bello" e insieme "privatizzare l'acqua è un abominio", apparentemente saltando il passaggio "l'acqua si vende nei supermercati" (che non è un fatto ininfluente o casuale, ma come minimo propedeutico al commercio dell'acqua, come massimo necessario.)
La discussione appare in ogni caso interessante, anche se confesso subito che il mio testo principe di economia è stato e rimane "L'obelisco nero" di Remarque e di lì in poi mi sono un po' persa, nonostante il buon Karletto.
Mi pare comunque che il brother voglia sostenere che, in quanto principio, il libero mercato è cosa buona giusta, semmai è la sua applicazione che lascia a desiderare.
Effettivamente, ci sono economisti che mi sono fin simpatici. John Maynard Keynes, per esempio, è uno: disse alcune cose di buon senso, tra cui il fatto che il capitalismo a volte va corretto con lo statalismo, fu persona interessante e membro del Bloomsbury Group. E proprio lui, a quanto pare, oltre a essere convinto sostenitore dell'eugenetica, ideò e creò le condizioni per la macroeconomia. Cioè, banalizzando moltissimo si può dire che inventò teoria e modi attraverso cui l'economia poteva funzionare su scala mondiale, mettendo così le basi per quella che oggi è diventata globalizzazione. ... Mai fidarsi degli economisti, neppure se sono gay che sposano ballerine.
Keynes, in verità, aveva previsto meccanismi compensativi e trucchetti ingegnosi per "limitare" l'impatto dell'economia sulla società: sembra paradossale, ma fu lui a sostenere fra i primi che le onerose richieste economiche alla Germania sconfitta, dopo la Prima Guerra, avrebbero portato al disastro non solo economico. E così fu: la crisi inflazionistica che colpì la Germania e favorì l'avvento del nazismo (vedete che torna l'Obelisco Nero?) fu tra i motivi che spinsero gli Stati, dopo la Seconda Guerra, a cercare meccanismi di stabilità non solo economica (contro l'inflazione selvaggia, appunto) ma anche sociale, ad esempio sul versante dell'occupazione. Il tutto funzionò fino alla Guerra del Vietnam, che mandò in tilt l'allora principale azionista, per così dire, dell'Azienda Mondo.
Keynes, nel frattempo morto, fu allora buttato alle ortiche (non del tutto, ovviamente la parte a vantaggio del liberissimo mercato rimase) e con la crisi petrolifera, ci dice Wikipedia, si posero infine le basi di quella che è l'attuale economia.
Che, pare voler dire il brother, non ha molto a che vedere con il libero mercato. Io direi che i figli degeneri non per questo smettono di essere figli e che la globalizzazione sia figlia del libero mercato mi pare indiscutibile. O, sennò, forse bisogna intendersi sulle definizioni.
Ma, tanto per cominciare, mi chiedo: anche a prescindere dalla globalizzazione e dai suoi nefasti effetti, ci sono luoghi al mondo dove il libero mercato è stato o può essere applicato "correttamente", cioè secondo i suoi basilari principi, esenti da storture? Perchè, se invece parliamo di utopie, allora a me pare che perfino senza ricadere nel sol dell'avvenire ce ne siano in giro di ben più affascinanti... E non solo: a me pare che questo sia il momento in cui le menti brilalnti possono provare a crearne, di utopie, in cui l'aspetto economico sia compreso e fondamentale, ma magari innovativo, diverso, strano. Utopico, insomma, anche per gli uomini e le donne del 2000, non per quelli del 1700. Ma su questo tornerò, come disse Gargamella, ah se tornerò...!




5 commenti:

Mario l. ha detto...

Intervengo non conoscendo l'altra parte del dibattito.
Purtroppo la mente annebbiata dal sonno e dagli studi non recenti di economia non mi aiuta a dare sufficienti motivazioni d'appoggio a ciò che sto per dire, comunque ci proverò lo stesso.

Il libero mercato è bello in teoria. Perché in teoria le storture e le diseguaglianze economiche si aggiustano da sole (la famosa mano invisibile).
Ma questo può succedere solo nel lungo o lunghissimo periodo e solo in mercati privi di monopoli o oligopoli.
Nel breve e medio periodo e nei mercati con oligopoli e monopoli, non può esserci una riequilibratura e il mercato si sfasa.
Domanda e offerta in un sistema economico non controllato, nel breve periodo possono subire alterazioni notevoli.
Prendiamo ad esempio il mercato dei vestiti e l'arrivo della produzione cinese.
Nel breve e medio periodo i vestiti di produzione cinese a costo estremamente più basso rispetto agli equivalenti italiani (sui motivi dei costi bassi ci sarebbe parecchio da discutere) danneggiano i venditori locali, i quali, senza alcuna protezione, vanno fuori dal mercato, non potendo aspettare una riequilibratura di lungo periodo.
Così un'intera fascia di mercato non protetta è stata annullata grazie a prezzi (forzatamente) ribassati, costi di manodopera pari alla schiavitù, materie prime di basso valore.

Inoltre ci sono fenomeni di alterazione di mercato (il "cartello" tra gli altri) che danneggiano gli acquirenti anche su medio e lungo periodo, se non vengono bloccati in tempo (basta vedere il mercato della benzina).

La situazione dell'acqua è differente dalla normale situazione di mercato, perché il mercato di distribuzione di mercato è un monopolio naturale.
Ossia è una situazione in cui "il numero ottimale di imprese presenti sul mercato è uno" (grazie wikipedia). Aumentare il numero di imprese che possono distribuire l'acqua non farebbe abbassare i costi grazie alla concorrenza, ma, al contrario, si rischierebbe una situazione di cartello.
Inoltre "i principali esempi di monopoli naturali sono legati alla realizzazione di infrastrutture", questo vuol dire che la vera privatizzazione della rete idrica non potrebbe avvenire, semplicemente perché per farla ogni compagnia dovrebbe mettere le proprie tubature.
Privatizzare l'acqua senza creare nuovi tubi è impensabile, così come è impensabile consentire di fare nuove tubature per ogni compagnia che promette di portare acqua nelle case.

Dei risultati disastrosi si sono avuti con la privatizzazione di un altro monopolio naturale (le ferrovie) in Inghilterra.
Mentre da noi sono privatizzati solo alcuni rami secondari del trasporto su rotaia, lì si erano privatizzati i treni.
Con il risultato che essendo uniche le rotaie, e diverse le compagnie di controllo ci sono stati numerosissimi incidenti mortali (primi anni '90), finché non si è pensato bene di tornare al sistema precedente.
Non solo.
Essendo un bene di prima necessità è imperativo che la relativa distribuzione non cada in mano ai privati, i quali potrebbero (in teoria) tenere paesi e regioni per la gola.

Sono numerosi gli elementi a sfavore del libero mercato.
Il più palese è la crisi dei mutui sub-prime è originata in America proprio per la completa assenza di regolamentazioni sui mutui.
I risultati si vedono ancora adesso.

Spero di non essere stato così confuso come credo...
Mario

lastreganocciola ha detto...

grazie, Mario l. - che piacere rileggerti, a proposito - del tuo argomentato parere, su cui concordo. Faccio ammenda per aver dimenticato il link che rimandi all'altra parte del dibattito, cioè a questo blog
http://cumgranosalis.np-salesman.net/.
Ora ho rimediato e chi vuole vi troverà più di un post sull'argomento "economia e libero mercato", compreso uno che peraltro concorda in pieno con la tua analisi sulla privatizzazione dell'acqua.
il dibattito proseguirà, anche se per scelta e per poca preparazione io mi riservo di intervenire in modi meno tecnici. Grazie, perciò, di completare i miei post:-)

paolino ha detto...

E' stato un periodo un po' movimentato, e non ci ho avuto tanto il tempo di scrivere. Ma spero, promitto e iuro che al più presto arrivo e rispondo... Ci sono un sacco di spunti fighissimi in questo tuo post. E Mario, sono abbastanza d'accordo con te. O meglio. Per le cose su cui mi sono già fatto un'opinione, essa opinione concorda con te. Invece, ci sono alcune altre cose che non lo so, sinceramente. Ho un po' di domande, ma non sono sicuro. Ti tirerò dentro anche a te, allora, nella discussione, se mi permetti ;)

Mario l. ha detto...

Ecco, ora che ho letto il post da cui è originato il discorso mi trovo meglio e vedo perché concordiamo.

Sapere cos'è un monopolio naturale su questi argomenti fa la differenza (quasi, quasi mi pento di aver buttato il mio libro di economia fotocopiato...).

Prendi pure spunto Paolino, sul mio blog molto raramente tratto le cose in maniera seria, ma quando trovo qualche spunto interessante su quello degli altri mi butto a pesce nelle discussioni!

lastreganocciola ha detto...

che bello, un dibattito che si incrocia qui! voi metteteci la parte tecnica, seria, fondata, e io mi riservo gli interventi schizzati, dài!