Si ha un bel dire, Prendila Zen, ma intanto sono in arretrato su tutto. Sui miei bei propositi (tutta una cosa diversa dai buoni propositi, neh), sulle persone che vorrei vedere, sugli animalini comprati per la calamity e ancora lì nei loro sacchetti, sul disordine del mio studio alla faccia dei repulisti in casa altrui, sui libri da leggere, su quelli da scrivere - ah-ah.
Sono in arretrato perfino sui miei pensieri: li penso mentre preparo magari i bastardissimi biscotti marocchini che non riescono mai, e loro stanno lì, belli in ordine, che aspettano di essere messi magari sul blog. Perchè sono in arretrato anche con le promesse fatte sul blog: il mio personale Che Fare? si è arenato sulla risposta (42?), così come la ricetta dello scrub autoprodotto. Ma mentre cerco di ricordarmi se ho messo il lievito oppure no - già, chissà perchè i biscotti non riescono mai - il filo dei pensieri corre sui legami tra la risposta fondamentale e lo scrub, e sembra così meravigliosamente evidente che siano lo stesso discorso.
Ma quando si prova dire perchè, ahi, la verbosità è in agguato. E invece devo fare in fretta: non solo perchè sono in arretrato, ma perchè da mezzanotte questo blog è in sciopero.
Da dove cominciare, quindi? Da cose già dette, come ad esempio che le battaglie e i contributi individuali sono importantissimi, in questa fase? Già, ma quali contributi? La Comune-ty ha inventato Il Fiore del Partigiano, per dire delle piccole cose antifasciste di ogni giorno, ma l'antifascismo basta? Anche adesso che è così difficile, è comunque sufficiente?
Io penso di no, penso che l'antifascismo sia conditio sin qua non, come lo sarebbe il buttare a mare questo governo liberticida e vergognoso. Le azioni che puntano a questi due obiettivi sono stimabili, che siano individuali o collettive, piccole o grandi.
Ma perchè, tutto sommato, continuare a battersi (pur nel poco che oggi è possibile) per poter dire ciò che si pensa? Credo che alla rivoluzione socialista, così come descritta e sognata di prammatica, ormai è difficile crederci: si spera, si crede, si lotta per, il Cambiamento.
Ma, come hanno capito anche le Ong meno polticamente schierate, non c'è Cambiamento sociale senza Cambiamento economico, perchè non c'è speranza se la speranza non è legata alla Terra.
Ma perchè, tutto sommato, continuare a battersi (pur nel poco che oggi è possibile) per poter dire ciò che si pensa? Credo che alla rivoluzione socialista, così come descritta e sognata di prammatica, ormai è difficile crederci: si spera, si crede, si lotta per, il Cambiamento.
Ma, come hanno capito anche le Ong meno polticamente schierate, non c'è Cambiamento sociale senza Cambiamento economico, perchè non c'è speranza se la speranza non è legata alla Terra.
La notizia più terribile di questi tempi è passata quasi inosservata: le migrazioni per motivi climatici sono già iniziate. Vuol dire che c'è gente costretta a cambiare paese, condizione, vita perchè il mare invade la sua casa, perchè non c'è più acqua da bere, perchè non c'è più spazio su cui stare.
Noi non possiamo capirlo, probabilmente neanche loro. Arthur Dent, quando si rende conto che il pianeta Terra è stato totalmente distrutto dagli orribili Vogon per far passare l'autostrada spaziale, non sente niente. La sua mente si rifiuta di pensare un'idea così assurda, che non ci sia più nessun posto in cui tornare. Douglas Adams ci fa ridere ("la statua di Nelson è scomparsa e non c'è nessuno che protesti perchè non c'è più nessuno con cui protestare") ma dal vero dev'essere una sensazione tremenda.
Noi, intanto, stiamo qui e speriamo che qualcosa succeda.
Noi non possiamo capirlo, probabilmente neanche loro. Arthur Dent, quando si rende conto che il pianeta Terra è stato totalmente distrutto dagli orribili Vogon per far passare l'autostrada spaziale, non sente niente. La sua mente si rifiuta di pensare un'idea così assurda, che non ci sia più nessun posto in cui tornare. Douglas Adams ci fa ridere ("la statua di Nelson è scomparsa e non c'è nessuno che protesti perchè non c'è più nessuno con cui protestare") ma dal vero dev'essere una sensazione tremenda.
Noi, intanto, stiamo qui e speriamo che qualcosa succeda.
Facciamo bene, non sperare sarebbe folle e sciocco: l'umanità se l'è cavata un sacco di volte.
Per sperare, però, c'è bisogno anche di svecchiare il cervello: ormai la contrapposizione destra-sinistra è stata svuotata di ogni significato reale. Si continua ad usarla per comodità ed affetto, si continua - giustamente - ad identificarsi con la sinistra per i valori che dovrebbe esprimere. Ma è un fatto che sempre più spesso quegli stessi valori sono espressi da altri, che con la sinistra non hanno molto a che fare. Ed è ancor di più un fatto che sempre più spesso la "sinistra"non esprime affatto i valori di cui a lungo è stata espressione.
E allora qui ci sarebbe tutto un discorso sui valori, e le alleanze e le tolleranze: tutto un discorso, insomma, ancora tutto da fare, non solo su questo blog ma ovunque.
Ma è tardi, e io sono in arretrato. Allora, mi limito a chiedermi - e a chiedere, se qualcuno ha voglia di provare a rispondere - se non sarebbe il caso di ragionare davvero sul "salvare la Terra": non tanto perchè risparmiare un litro d'acqua o di benzina faccia possa fare la differenza - anche se il suo peso, alla fine, ce l'ha - ma perchè per poter capire ed agire la Speranza bisogna prima di tutto cambiare testa.
Per sperare, però, c'è bisogno anche di svecchiare il cervello: ormai la contrapposizione destra-sinistra è stata svuotata di ogni significato reale. Si continua ad usarla per comodità ed affetto, si continua - giustamente - ad identificarsi con la sinistra per i valori che dovrebbe esprimere. Ma è un fatto che sempre più spesso quegli stessi valori sono espressi da altri, che con la sinistra non hanno molto a che fare. Ed è ancor di più un fatto che sempre più spesso la "sinistra"non esprime affatto i valori di cui a lungo è stata espressione.
E allora qui ci sarebbe tutto un discorso sui valori, e le alleanze e le tolleranze: tutto un discorso, insomma, ancora tutto da fare, non solo su questo blog ma ovunque.
Ma è tardi, e io sono in arretrato. Allora, mi limito a chiedermi - e a chiedere, se qualcuno ha voglia di provare a rispondere - se non sarebbe il caso di ragionare davvero sul "salvare la Terra": non tanto perchè risparmiare un litro d'acqua o di benzina faccia possa fare la differenza - anche se il suo peso, alla fine, ce l'ha - ma perchè per poter capire ed agire la Speranza bisogna prima di tutto cambiare testa.
Nessun "comunista" in quanto tale penserebbe che sia un dovere morale andare in giro a piantare alberelli: eppure oggi forse è più utile che distruggerne per farne volantini.
Non si tratta si rinnegare ciò che si è stati o si è ancora, ma bisogna imparare a ragionare anche su altre lunghezze d'onda. Dobbiamo imparare ad accettare, senza moralismi e sensi di colpa inutilcattolici, che vivere come viviamo
significa accettare che altri muoiano per noi: il pensiero è fastidioso e lo si rimuove perchè provoca frustrazione ("e cosa ci posso fare?"), ma rimuovere questo pensiero significa non prepararsi a capire ciò che potrebbe arrivare. Di brutto, ma anche di buono.
Significa, fra l'altro, non capire le nuovissime generazioni: che, in mezzo a mille fatiche di tipo identitario, hanno già di fatto superato la contrapposizione destra-sinistra e si riconoscono piuttosto in stili di vita, anche se finora non hanno un significato politico. Ma possono averlo: il "vivere da compagni" aveva un tempo un significato preciso che può avere anche oggi pur partendo da presupposti diversi.
Significa, fra l'altro, non capire le nuovissime generazioni: che, in mezzo a mille fatiche di tipo identitario, hanno già di fatto superato la contrapposizione destra-sinistra e si riconoscono piuttosto in stili di vita, anche se finora non hanno un significato politico. Ma possono averlo: il "vivere da compagni" aveva un tempo un significato preciso che può avere anche oggi pur partendo da presupposti diversi.
Solo che oggi il modo di quel vivere dev'essere uguale (e ritrovare, io credo, una coerenza con i valori positivi che si è andata perdendo in molti di noi) e tuttavia diverso, chè anche diverse sono le cose da fare.
La "militanza ambientalista" - sia essa adesione individuale o organizzata - dev'essere tolta da quel ghetto di sufficienza in cui la sinistra italiana l'ha relegata, ed entrare a far parte del nostro patrimonio e delle nostre scelte.
La "militanza ambientalista" - sia essa adesione individuale o organizzata - dev'essere tolta da quel ghetto di sufficienza in cui la sinistra italiana l'ha relegata, ed entrare a far parte del nostro patrimonio e delle nostre scelte.
Chè, del resto, non abbiamo gran motivi per fare i superiori: fra tutti, quelli che sono riusciti a fare arrivare con maggiore chiarezza e incisività le proprie richieste in occasione del G8 sono stati quelli di Greenpeace arrampicati in cima ai tralicci, non certo i centri sociali, per non dir dei partiti della sinistra o dei sindacati.
Quasi mezzanotte, oggi mi fermo qui. Mi rimarrà un po' di arretrato.
3 commenti:
Risposte non ne avrei, ma posso dire "streganocciola ti amo"?
un post che sarebbe uno dei più bei Manifesti sottoscrivibili. Posso farlo girare?
.
@e.talpa: non so se esprimerei così iol concetto :-), ma sono sempre lieta se i miei lunghi post entusiasmano. E puoi farlo girare, certo, è copyleft.
@ nessie: in che senso :-)))?
Posta un commento