Cena al barrio alto di sinistra, iersera. Non di sinistrissima, ma anche.
Persone colte, informate, fino a ieri attive in politica e nella vita sociale, alcune di loro da sempre.
Su sette, due astensionisti: nel gruppo, persone che è impossibile sospettare di qualunquismo ma sostengono che tanto "i partiti sono tutti uguali" e persone molto ben informate su un sacco di cose ma che confondono le due liste a sinistra del Pd, ed attribuiscono ad entrambe la caduta degli ultimi governi di centrosinistra. La parte femminile della serata sostiene il dovere di votare, ma non c'è verso di smuovere gli astensionisti dalle loro posizioni.
Anche fuori di lì, le elezioni europee sono ancora viste come un surplus, una bagarre piuttosto inutile: è dall'Europa, invece, che ormai passano le leggi e buona parte delle comunque scarse risorse economiche a cui i cittadini possono accedere. E' in Europa che si decidono questioni fondamentali come tutte quelle sull'ambiente e sui diritti umani, è nel Parlamento Europeo lo spazio per occuparsi di questioni un pochino più "alte" - come la pena di morte, il commercio delle armi, i diritti delle donne e dei bambini, la tutela delle minoranze - che non sempre sono seguite da provvedimenti intelligenti e coraggiosi, ma quanto meno vengono affrontate e a volte si riverberano sull'opinione pubblica.
Dall'Europa, infine, si spera che possa arrivare anche una minima tutela contro le ormai fin troppo evidenti azioni ed intenzioni antidemocratiche di questo governo: non è detto nè che arrivi nè che, nel caso, sia utile. Ma rinunciare a priori sembra un po' demenziale, no?
Io, poi, non sono brava a fare campagna elettorale: non credo che questa democrazia sia "la Democrazia" e capisco il disgusto e lo scoramento, anche se non ne condivido la conclusione.
Ma mi sembra folle non vedere che il disegno della compagine governativa e le sue scelte ormai senza più pudore nè freno richiedono di utilizzare ogni arma che abbiamo a disposizione, per spuntata che sia.
Il pezzo di Paolo Hutter che riporto qui sotto, dal Manifesto on-line, dice di "litigare aspramente" con chi non vota, perchè l'Italia non ha mai corso tanto quanto adesso il rischio di un regime assolutista. Paolo Hutter era in Cile all'epoca del golpe e finì nello stadio di Santiago: come dire, un parere di chi qualcosa ne sa.
Io, dico la verità, di litigare aspramente non me la sento: però spero che i miei amici capiscano che se qualcuno ti schiaccia la mano fino a farti urlare il rimedio non può essere quello di tagliarsi la testa onde interrompere le connessioni nervose.
Paolo Hutter
Elezioni europee: astenersi ha senso?
Bisogna sempre cercare di capire e spiegare ma ci sono atteggiamenti da contrastare apertamente, ponendo una questione morale, o moralista se preferite. E’ quello che associazioni e singoli cercano di fare da anni contro la complicità, l’omertà o l’indifferenza rispetto alla mafia. Oggi, e soprattutto nei prossimi giorni, il tema è il disimpegno il qualunquismo l’astensionismo in campo politico-elettorale da parte delle persone colte o comunque abbastanza scolarizzate da capire i problemi. Se non riusciremo a portare rappresentanti nel Parlamento Europeo lo dovremo non al minoritarismo delle nostre illuminate posizioni, ma alla mancata partecipazione alla campagna elettorale, fin addirittura all’astensionismo, di chi pure queste posizioni condivide. Non discuto in astratto dell’astensionismo, che in certi casi – referendum 21 giugno – può essere addirittura opportuno.
Nel concreto delle elezioni europee ed amministrative di questo giugno 2009 in Italia l’astensionismo di sinistra è però una grave scelta di crumiraggio, soggettivamente autolesionista e oggettivamente complice delle peggiori politiche populistiche e neo reazionarie, mentre il nostro paese vive per la prima volta nel dopoguerra il rischio di un regime.
Nel rapporto diretto con amici e conoscenti non ci dovrebbe essere tolleranza verso questa scelta. Per almeno tre motivi: Innanzitutto si farebbero mancare nel Parlamento Europeo le voci e le iniziative di chi davvero è riuscito a difendere ambiente e diritti sociali e civili in questi anni. Se certi atti, o non atti, del governo e delle regioni italiane sono stati costretti a fare i conti con direttive e norme europee, dalla gestione dei migranti a quelle delle grandi opere o dei rifiuti, lo si deve all’attività dei vari Frassoni Fava Musacchio e pochi altri. Se non ci credete informatevi, prima di dire che “tanto non serve a niente”.
In secondo luogo, la cosa più evidente. Se col contributo dell’astensionismo di sinistra Berlusconi e Lega risultano premiati alle elezioni europee si consolida il nuovo regime italiano. E’ una scelta di cui dovreste rispondere in futuro, per decine di anni. (cfr la lettera del 19 enne Giacomo Ulivi condannato a morte della resistenza.).
In terzo luogo si snobba una vera libertà di scelta per poi trovarsi in futuro di fronte a scelte ridotte e obbligate. Le elezioni europee per un verso, quelle amministrative per un altro offrono all’elettore una vasta libertà di scelta. Si può scegliere la lista (tra molte) e si posson scegliere i candidati (alle europee) o il candidato (alle amministrative). Come è possibile che non troviate nessuno che vi rappresenti? Se viceversa intendete protestare perché c’è troppa scelta e le due sinistre non si sono unite in una sola lista (come anche io avrei voluto) scegliete strade efficaci. Il vostro astensionismo sarebbe indistinguibile da quello qualunquista o settario. E’ chiaro che oggi in Italia abbiamo un problema con un grande elettorato popolare che non è risolvibile con appelli etici.
Ma con alcune centinaia di migliaia di persone informate colte e di sinistra che non stanno facendo campagna elettorale o che addirittura si accingono a non votare – ivi compresi quelli che non intendono fare il piccolo sforzo di tornare a casa per votare – occorre litigare, e aspramente.
Bisogna sempre cercare di capire e spiegare ma ci sono atteggiamenti da contrastare apertamente, ponendo una questione morale, o moralista se preferite. E’ quello che associazioni e singoli cercano di fare da anni contro la complicità, l’omertà o l’indifferenza rispetto alla mafia. Oggi, e soprattutto nei prossimi giorni, il tema è il disimpegno il qualunquismo l’astensionismo in campo politico-elettorale da parte delle persone colte o comunque abbastanza scolarizzate da capire i problemi. Se non riusciremo a portare rappresentanti nel Parlamento Europeo lo dovremo non al minoritarismo delle nostre illuminate posizioni, ma alla mancata partecipazione alla campagna elettorale, fin addirittura all’astensionismo, di chi pure queste posizioni condivide. Non discuto in astratto dell’astensionismo, che in certi casi – referendum 21 giugno – può essere addirittura opportuno.
Nel concreto delle elezioni europee ed amministrative di questo giugno 2009 in Italia l’astensionismo di sinistra è però una grave scelta di crumiraggio, soggettivamente autolesionista e oggettivamente complice delle peggiori politiche populistiche e neo reazionarie, mentre il nostro paese vive per la prima volta nel dopoguerra il rischio di un regime.
Nel rapporto diretto con amici e conoscenti non ci dovrebbe essere tolleranza verso questa scelta. Per almeno tre motivi: Innanzitutto si farebbero mancare nel Parlamento Europeo le voci e le iniziative di chi davvero è riuscito a difendere ambiente e diritti sociali e civili in questi anni. Se certi atti, o non atti, del governo e delle regioni italiane sono stati costretti a fare i conti con direttive e norme europee, dalla gestione dei migranti a quelle delle grandi opere o dei rifiuti, lo si deve all’attività dei vari Frassoni Fava Musacchio e pochi altri. Se non ci credete informatevi, prima di dire che “tanto non serve a niente”.
In secondo luogo, la cosa più evidente. Se col contributo dell’astensionismo di sinistra Berlusconi e Lega risultano premiati alle elezioni europee si consolida il nuovo regime italiano. E’ una scelta di cui dovreste rispondere in futuro, per decine di anni. (cfr la lettera del 19 enne Giacomo Ulivi condannato a morte della resistenza.).
In terzo luogo si snobba una vera libertà di scelta per poi trovarsi in futuro di fronte a scelte ridotte e obbligate. Le elezioni europee per un verso, quelle amministrative per un altro offrono all’elettore una vasta libertà di scelta. Si può scegliere la lista (tra molte) e si posson scegliere i candidati (alle europee) o il candidato (alle amministrative). Come è possibile che non troviate nessuno che vi rappresenti? Se viceversa intendete protestare perché c’è troppa scelta e le due sinistre non si sono unite in una sola lista (come anche io avrei voluto) scegliete strade efficaci. Il vostro astensionismo sarebbe indistinguibile da quello qualunquista o settario. E’ chiaro che oggi in Italia abbiamo un problema con un grande elettorato popolare che non è risolvibile con appelli etici.
Ma con alcune centinaia di migliaia di persone informate colte e di sinistra che non stanno facendo campagna elettorale o che addirittura si accingono a non votare – ivi compresi quelli che non intendono fare il piccolo sforzo di tornare a casa per votare – occorre litigare, e aspramente.
2 commenti:
come si dice su Facebook, alla nessie piace questo post
In risposta, sulle elezioni europee ho scritto a quattro mani questo...
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