domenica, agosto 17, 2008
SUBLIMINALE
Agosto è il momento della chick-lit, una tradizione nata da lunghi viaggi in treno e dalla necessità - troppo spesso comunque ignorata - di abbandonare al loro destino i libri già letti per alleggerire il bagaglio di ritorno.
Negli anni, i "libri scemi" - come vengono chiamati qui con quel tot di affetto che si riserva alle proprie debolezze - ci hanno, in verità, riservato alcune gradevoli sorprese: chè pur non trattandosi per definizione di alta letteratura, a volte sono stati davvero piacevoli da leggere o ci hanno fornito lo spaccato di mondi ignoti. Più spesso, hanno fornito a me e alla nessie gli spunti per conversazioni vacanziere fra la ghigna e l'indignazione ("maddài, naturalmente lei vince la vacanza e l'istruttore è il suo ex-pentito!" " e il suo completino sexy con il pizzo verde mela?") che è uno degli scopi per cui vengono letti.
La scelta in libreria non è mai facile: si cerca di indovinare quali titoli rimangano al di qua del rigetto immediato e ogni anno qualcuno si canna. Il "clamorosamente cannato del 2008" è stato la "Guida per uomini ai bagni delle donne"che nonostante l'edizione accattivante e il titolo sufficientemente demenziale, è di una noia così fotonica da meritarsi l'abbandono a pag. 30.
Invece, e qui il vero argomento del post, si sono rivelati leggibili (facilmente leggibili, come da imperativo del genere, ma in questo caso anche "che si fanno leggere") due titoli della collana I Peperini di Baldini Castoldi Dalai, in cui ogni volume costa solo 5,40 iuri. e, oltre a ciò, è piccolo e leggero, assommando così i requisiti ideali per una lettura abbandonabile da viaggio. I titolo non ve li dico, avendoli io abbandonati con il loro supporto, ma non credo che cambi molto: li facciamo assurgere ad esempi.
Chè le storie non sono malaccio, e fin ben costruite: la prima è una ragazza iraniana a cui i genitori regalano un viaggio, che si spera senza ritorno, negli States. Il punto di vista è quello della ragazza e spesso abbastanza interessante, si intuisce non solo orecchiato: le limitazioni a cui sono sottoposte soprattutto le donne in Iran sono narrate con gran pena ma senza eccessiva beceritudine.
Per il resto il romanzo è un'ovvia esaltazione della "libertà" americana nonchè, più imprevedibilmente, della capacità di ribellarsi degli americani stessi: a riprova, viene citata la prima nera che osò stare nella parte del bus riservata ai bianchi, e ciò serve per chiedersi perchè gli iraniani non fanno lo stesso, suvvia.
Ma, date le premesse, anche questi aspetti di pensiero convenzionale rientrano nelle aspettative del genere: la stoccata finale è sottile, invece.
Chè, si conta, i genitori della ragazza - buoni, saggi, amorevoli e generosi - avevano loro stessi apprezzato la libertà Usa in gioventù e poi, con decisione sbagliata, avevano deciso di tornare al loro Paese con le figlie. E di chi fu la decisione? Della madre, una donna volitiva ora costretta al velo e all'inazione: fu lei ad insistere con il marito, chè sentiva che il loro dovere era essere al loro posto dopo l'abbattimento dello Scià, per concorrere alla costruzione di un Paese nuovo. "Una sola scelta sbagliata, e ne ha avuto rovinata la vita". Vero: che stupidità voler fare qualcosa per gli altri, per il proprio paese, invece di profittare della pappapronta americana, neh?
L'altro librino della stessa edizione è più banale ma anche più carino: i protagonisti sono i vari personaggi che ruotano intorno a un caffè di periferia e ne seguiamo a turno le vicende. Con l'avanzare dei capitoli, si appianano amori, ambizioni, questioni di eredità, scelte di vita. Si sistemano matrimoni e nuove storie, si ritrovano genti perdute, si scoprono nascite illegittime: l'alto tasso di improbabilità muoverebbe di sicuro l'astronave di Douglas Adams, ma questo è ciò che ci aspettiamo.
Ma qual è l'unico personaggio per cui le cose vanno in una direzione imprevedibile? La ragazza divergente, l'artista: che è tanto stordita da far bruciare tutti i quadri che ha preparato per la sua prima "personale" ( e cosa vi aspettate da un'artista?) e che quindi si ritira in un posto sperduto in piena depressione. Non saprà mai, perciò, che negli Usa i suoi quadri farebbero furore se solo lei ne dipingesse altri, che il suo divo preferito la sta cercando, che i curatori della mostra gliene organizzerebbero un'altra appena possibile. Lei non lo sa, ma finalmente ha trovato un bravo ragazzo e un lavoro quieto e stabile in un angolo sperduto di mondo.
E buon per lei, naturalmente, perchè "un po' di calma se la merita."
Non è più di moda, la lettura politica dei testi. E va bene così, che quando leggevamo i Puffi in chiave marxista eravamo, lo ammetto, forse un po' ridicoli. Tuttavia, l'esercizio fa bene alla mente, come la Settimana Enigmistica, e magari un po' aiuta a capire come tanti concetti - più lontani dall'argomento e dal genere di quanto ci si potrebbe aspettare, ma sempre del tutto acritici verso l'opinione comune - vengano fatti passare attraverso un romanticismo di maniera o una fideistica attesa dell'happy end, apparentemente innocui.
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5 commenti:
Io non li avevo mai letti, prima di conoscerti...Adesso ne sto leggendo uno di una fondamentalista cattolica americana che cerca il principe azzurro. Imbarazzante :-)
urgh... quando si pesca il livello infimissimo è un guaio... ti tengo i bagni delle donne? :-)
Se è quello del bar di periferia hai già raccontato la fine...Passo.
Ma ti terrò informata sulle sorti della fondamentalista cattolica. A pagina 83 non è ancora successo niente...Ronf.
A sproposito di Adams, dacché lo conobbi a mezzo comunety, ma voi lo sapevate che la sola trilogia in quattro libri in realtà ne conta cinque, ché c'è pure "praticamente innocuo" che contiene la fine delle avventure?
tristessaaaaa
@e.talpa: sissì che lo so:, ma i libri di DNA hanno il dono di sparire dalla libreria e confondersi tra loro nelle varie edizioni, pur comprate più volte. Così adesso mi accorgo che quello mi manca, acc.
Ma tu invece Il salmone del dubbio (ed. pessima Mondadori) l'hai scoperto? Non c'entra con l'autostoppista galattico,è una raccolta di robe che hanno messo insieme dopo la sua morte, ma ci sono dentro perle notevoli.
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