giovedì, giugno 03, 2010


Non ho mai postato racconti miei - soprattutto perchè in genere li perdo, lo facevo quando erano cartacei e continuo a farlo or che sono informatici: infatti questo qui l'ho ritrovato frugando nel mac, che ogni tanto anche lì bisogna fare le pulizie di primavera.

Ella è leggiadra, ma ancor sì leggera da cedere al trasporto. Meco potrò condurla fin su le vette, o negli abissi se me ne verrà garbo, ch'ella non si adonterà, nè patirà offesa e neppure si opporrà, cedevole e morbida al mio tocco, segreta nelle sue capacità e ricca, oh, mio dio, quanto ricca assai di bell'aspetto e di grazie, e del fascino che seduce ogni persona, sia esso uomo o donna, o ancorché creatura degli inferi e dell'empireo perfino.

Accetterà in silenzio le mie carezze e sarà pronta al mio volere, accoglierà in sè le mie mani voraci e frenetiche, le mie oscure necessità e le voglie più riposte, quelle che si consumano tacitando la propria coscienza.

Custodirà i segni delle mie passioni, le ferite che ad altri nascondo, le chiavi degli oscuri recessi e delle luminose gioie, i garbati messaggi amorosi e i più inverecondi insulti, senza mai venir meno alla sua beltà. Potrò svuotarla d'ogni cosa, affinchè ella si mostri a me nuda nella sua purezza che nessun bisogno ha di vani orpelli, potrò, sì, una gioia selvaggia mi coglie al pensiero, potrò possederla, farla infine mia per sempre. Potrò rinchiuderla, e vivaddio legarla e negarla, se mi così mi piacerà. Potrò far scorrere le mie unghie rapaci sulla sua pelle, afferrarla come s'ella fosse pura cosa e da infame, quando mi parrà che il mondo che mi volga le spalle, con un sol gesto la butterò sulla mia alcova e lei mi aspetterà, prona ai miei capricci.

Se mi coglierà il furore della gelosia, o se dovessi temere l'invidia che il suo aspetto e la sua casata accendono, se mi accecherà il timore per la fragilità ch'ella dimostra, obliando in me la coscienza della sua forza, la nasconderò agli occhi del mondo, ch'ella non ne patirà, grata del mio amore che non scomparirà pur nell'oblio di subitanee vaghezze.

E se me ne coglierà il desìo potrò essere crudele con lei: abbandonarla per altre più fresche e minute, dimenticarla nel furore di nuove passioni. A lei tornerò infine, l'animo mio ne è certo, ch'ella acquisterà beltà negli anni, rivelando così la sua nobile nascita. Ma se conosco il mio più oscuro essere, sarò più facilmente preda di quel tarlo che mi spinge a far mostra di ciò che posso usare a mio piacimento: lei sarà al mio fianco, perfetta, come una schiava felice di esserlo, nè la offenderà la mia apparente noncuranza, chè piuttosto se ne sentirà onorata, intuendo in essa lo stratagemma per mettere in risalto il suo fulgore. Il nome stesso è una promessa, nell'allungarsi delle labbra come per baciare: Plume, ti voglio.


(Ebbene sì, me ne avevano chiesti due - questo è quello che non hanno scelto - per una famosa e inarrivabile marca di borse : si campa anche così ed è sempre meglio che fare l'annusatore di ascelle.)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Largamente meglio dell'annusatore professionale!!!

lastreganocciola ha detto...

grazie, anonimo più anonimo.