venerdì, giugno 18, 2010

TERRE ALTE





Be', dispiace non raccontare gli Orti.
Intanto perchè se ne stanno lassù, vicino al cielo: ancora più in alto di loro c'è il ponte dell'autostrada, è vero, ma sembra messo lì per incorniciare la vista del mare là in fondo. Nella malridotta Liguria - che in quindici anni ha aumentato del 45% la propria superficie cementificata - la Vesima si è salvata, mi dicono,m grazie a un proprietario che non vuole vendere ed è una specie di tuffo nel tempo: la strada si arrampica su per fare passare giusto una macchina e poi muore lì, in mezzo a un disordinato profumo di mediterraneo che scende dai viottoli in mezzo al verde.
Ad aspettarci c'è la Cantadina, cappello di paglia, timpani nepalesi, chitarra e flauto: "per il primo pezzo di strada, che è in discesa, cantiamo. poi diventa salita e allora suono il flauto, va bene?" E come no, alla mia antica anima fricchettona non par vero di potersi divertire ancora un po'. Si canta Zena Bruxia, ma poi il sentiero diventa più impervio, proprio da lì, dalla barca abbandonata a venti chilometri del mare e che sembra starci benissimo.
Scivolando e facendo un po' di ironia sui sentieri che "ci dispiace, è piovuto, sono un po' disagevoli" si arriva agli Orti, che sono... be', commoventi è la parola giusta. Non perchè sembrino in qualche modo patetici, anzi, ma perchè la loro vita ordinata eppure non costretta, le macchie di colore create dalla paglia e dai fiori, "l'albero dei miracoli" e la cura non solo dell'aspetto produttivo ma anche di quello umano ed estetico riescono a dare l'impressione di essere in quei giardini che esistono solo nelle menti dei bambini.
Ci siamo stati tutti, in quei giardini lì dove un fiore era già un albero e gli aghi di pino una zuppa istantanea, e gli Orti Sinergici della Vesima riescono a riportarci proprio là.
Ecco, lo so che questo non dovrebbe essere il punto importante: chè l'aspetto più interessante dovrebbe essere il metodo, quello delle collinette di paglia che producono quanto l'aspro sudore della fronte, quel metodo che persone davvero serie e motivate si sono studiate per bene, prendendo appunti delle precise spiegazioni dei militanti di "Terra" che hanno creato e curano gli Orti Sinergici.
Ma io l'orto non ce l'ho, e anche il biobalcone dopo il trasloco si è ridotto alle aromatiche, ai fiori per le api e a una calla, perciò mi sono lasciata traviare dalla bellezza infantile del tutto, coronata dalla merenda di fragole. E' proprio vero che un orto fa bene all'animo prima ancora che al corpo.

1 commento:

Giorgia ha detto...

Sei la prima persona,tra le tante che visitano gli orti che mette in condivisione i pensieri che sono emersi durante il percorso e le visite guidate.E' bellissimo perchè i particolari sono quelli più importanti perchè caratterizzano le persone e le rendono speciali.
Bacio...