martedì, giugno 29, 2010

I DAINI SULLA CIMA DEL MONDO


Non che ci sia tanto bisogno di andare in montagna per camminare, se si abita qui.
Purtroppo, si tende a dimenticare questo dato, epperciò eccoci partire baldanzosi per la
Villa Duchessa di Galliera, (in questa città i parchi pubblici si chiamano Ville, chè quello erano) per vedere i daini. L'ultima volta che ci andammo... be', potevano essere più o meno quindici anni fa, con almeno una figlia ancora piccola.
Si arriva, come sempre nei nostri orari non proprio da allodole, all'una sotto il sole a picco e la maccaia impietosa: ma, d'altronde, non si poteva evitare di fermarsi a fare scorta di focaccia da Marinetta - dicono che Agnelli mandasse lì il suo autista, quando aveva voglia di focaccia.
E quindi superiamo i giardini all'italiana che da soli hanno la dimensione di un qualsiasi giardino pubblico, saliamo la scalinata d'onore, passiamo sotto un archetto in pietra e cominciamo ad andare su. Su. Su.
Un grande spiazzo con panchine in pietra, ci fermiamo? Mannò, continuiamo ancora un po'. Su. Su. Un viottolo laterale, sembra quasi una scorciatoia fra i tornanti, dài andiamo di qui. La direzione è giusta, va in su. Noi anche. Fa un bel fresco, ora, c'è aria. Imprevisto, ecco il mare laggiù. Siamo in alto, ora, e invece del verde incolto che abbiamo attraversato finora sul sentiero che si confonde con il sottobosco, ci troviamo in mezzo agli ulivi e a terrazze curate e coltivate. Siamo sempre dentro la Villa, per forza, ma abbiamo sbagliato strada. Siamo finiti troppo in su: ecco un pezzo di rete del grande recinto dei daini, proprio sotto di noi.
Ancora qualche giro vizioso ed eccoci: i daini saranno una cinquantina e riescono ad essere quasi mimetici in mezzo al niente dell'erba gialla, ma appena ci vedono il capobranco corre verso di noi. E' un grande maschio con un palco di corna notevole, e dietro di lui arriva qualche femmina e buon numero di piccoli. Si degnano di prendere un po' di erba attraverso la rete e poi, di colpo, come erano arrivati, si girano e se ne vanno tutti dall'altra parte del prato.
Li seguiamo e ci fermiamo a mangiare su una panchina che sta per essere inglobata dal verde, così possiamo continuare a guardarli.
Una femmina rimane seduta vicino a noi, al di là della rete, e solo quando noi ci alziamo e ce ne andiamo tutti insieme, si alza anche lei e ci precede correndo. Gli altri daini sono più avanti di noi, nel prato lungo la recinzione, ma con l'arrivo dela femmina si scostano dalla rete. Caso o vigilanza?
Niente come la Natura, perfino quando è quasi addomesticata, riesce a farti sentire ignorante, neh?

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