Quando le figlie erano piccole, ogni anno facevo per loro il qualibro - di cui ho già parlato qui - in cui ficcavo storie, notizie, raccontini e giochi. L'argomento e i tempi previsti per la realizzazione del qualibro (che era, come si direbbe adesso, un media interattivo, da leggere ma anche scrivere, disegnare, giocare, compilare liste, dare voti ecc.) erano un po' limitativi, poichè il qualibro serviva per le vacanze: l'argomento era quindi il posto scelto e il tempo era giusto quello del viaggio, chè tornati a casa non c'era più lo stesso fascino, si sa.
Il blog dovrebbe - potrebbe - essere un qualibro che ognuno scrive soprattutto per sè: se non ci pensa il governo a metterli (a proposito, avete già firmato qui, contro il ddl liberticida? ), non ci dovrebbero essere limiti a ciò che ci si scrive sopra.
Ma, siccome i blog nella loro maggioranza funzionano "per cerchia", cioè per gruppo di lettori consolidato, con occasionali picchi e aggiunte esterne, va a finire che ogni blogger tende a replicare nel suo blog una stessa formula. I più facilitati sono gli egocentrici: essendo loro stessi il filtro del mondo, i loro blog sono di solito interessanti e pieni di notizie narrate in chiave molto personale.
Per la stessa ragione, quando gli egocentrici si deprimono, i loro blog finiscono per assomigliare ai diari di una adolescente in crisi puberale e, anche se le loro motivazioni sono ben più serie, il lettore non può che prendere atto delle varie fasi della tristezza.
Anche chi egocentrico non è, però, finisce per essere vittima di un meccanismo tipico della vita sociale, che nel blog forse si presenta rafforzato (e sarebbe interessante approfondire il perchè): la tendenza a non scostarsi troppo da un ruolo. Così, senza andare a imbarcarmi in discorsi psicosociologici, ci sono i blog che parlano quasi solo di politica, quelli che parlano solo di gatti, quelli ermetici, quelli satirici, quegli enigmatici, quelli intimisti... Tutti, prima o poi, attraversano fasi e momenti di afasia: in particolare, come ho già scritto un'altra volta, credo che la attraversiamo noi blogger di sinistra che, sempre più sgomenti e avviliti di fronte a quello che sta succedendo, spesso non riusciamo a scrivere neppure un post che abbia un po' di respiro, qualunque sia la chiave che abbiamo scelto.
Eppure, ognuno di noi (compresi alcuni fra gli storditi comune-tary che hanno smesso di scrivere i loro blog, ufficialmente o meno) è una miniera di scoperte: c'è chi trova una poesia e chi una ricetta, ma so per certo che c'è chi potrebbe segnalare notizie di storia e di scienza, fare copincolla di link artistici, fare controinformazione o divulgazia in non più di cinque righe, postare un esperimento gastronomico o pedagogico. A volte lo si fa sul facciabuco, certo: ma non è la stessa cosa, chè la rapidità del postare è direttamente proporzionale alla superficialità del postato e, soprattutto, alla sua estrema caducità. E, all'estremo opposto, non è la stessa cosa neppure scrivere su un blog - proprio o collettivo - specializzato: che quelli sono spesso molto belli ma hanno una funzione diversa.
Perchè la condivisione di qualcosa di bello, di buono, di utile è troppo spesso ciò che rimane fuori dalle nostre vite, dai nostri scambi sociali: a volte le si viene a scoprire guardando l'amica che prepara il minestrone (ah, tu fai così?) o sbirciando nelle librerie altrui (com'è questo?) , ma nella maggioranza dei casi ognuno tiene le proprie scoperte per sè, per mancanza di modi e tempi in cui comunicarle. Io credo, invce, che sarebbero preziose: chè nessuno nasce imparato e se il brother mi spiega anche come tenere affilati i coltelli oltre a illsutrarmi il libero mercato, io son contenta.
E così, ecco , tutto ciò è per dire che io darò libero sfogo, d'ora in poi, alle Notizie Socialmente Irrivelanti, alle Informazioni Totalmente Inutili, alle Indicazioni Sommamente Improbabili, alla Riflessioni Ecchisenfrega (come questo metapost, pies) e via di seguito. A me piacerebbe molto che altri mi seguissero, in una sorta di Festival Bloggistico delle Conoscenze Supeflue, senza che sui post pesi un problema di evitare la gratuità, chè anzi dovrebbe essere esattamente quello il bello dei blog: di fissità ce n'è già troppa nelle nostre vite, non vi pare?
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5 commenti:
piace molto.
posterò una canzone dello zecchino d'oro a settimana (con accordi)
:-)*
Il mio bambino, che fra parentesi va per i 16 anni, quindi tanto bambino non è, ogni giorno mi riempie la testa con "sapevi che?". Esempio: mamma e figlio seduti in auto, nel traffico, conversazione annoiata. A un tratto lui fa: "ma', sapevi che se lo stomaco non fosse rivestito di muco si autodigerirebbe?" (madre: espressione sbigottita). E poi: "ma', sapevi che le tigri hanno la pelle a strisce, non solo la pelliccia?" (madre: ...). E via così. Lo adoro.
nessie: be', sarebbe mica sciocco :-)
kiri: se il tuo è un velato accenno alla mia età mentale, lo prendo come un complimento :-) . e dì al tuo pargolo che non lo sapevo che le tigri hanno la pelle a strisce: ma veramente???
Per la verità non c'era nessun doppio senso, ma il complimento prenditelo lo stesso :-) specie perché vivendo col 16enne ho imparato ad apprezzare non poco le cose irrilevanti. Quanto alla tigre lui dice che sì, è vero, ha fonti attendibili... ma non so quali siano (da giornalista rispetto le fonti ;-). Devono essere le stesse, immagino, che gli hanno comunicato che gli ippopotami sudano rosso...
uh, degli ippopotami che sudano rosso lo sapevo anch'io (e non per questo la notizia diventa attendibile...): posso incitare tuo figlio ad aprire un blog? potremmo scambiarci notizie e commenti fantastici :-)
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