martedì, settembre 22, 2009
PICCOLO E' BELLO. E UTILE
Spiace parlare sempre di robe serie e pese.
Nel nostro piccolo, ci si diverte anche - per esempio guardando "I colori della magia" di Terry Pratchett che non è bello come il libro ma è comunque carino, oppure respirando il primo vento d'autunno sul mare, o ancora fotografando questa gente di pelo appena uscita dalla lavatrice: senza esaltazioni, insomma, ma con quel gusto delle piccole cose che val la pena di coltivare.
Poi si apre il giornale, la pagina web o, per chi soffre di questa depravazione, la tivù, ed ecco che il mondo pare scatenarsi nel consueto diluvio di pessime notizie.
Tanto che vien voglia di dargli torto: e guardando il resoconto del tipo che scandisce "Pa-ce- su-bi-to!" al microfono della chiesa durante i funerali dei parà, oltre ad ammirarne il gesto vien da pensare al libretto di cui ho già parlato, quel "Contro il niente" di Miguel Benasayag.
Che dedica parecchie delle sue non molte righe a sostenere l'idea dell'Azione Ristretta. Che, attenzione, non è il gesto di chi pensa di risolvere le cose da solo o, peggio, si chiude nel proprio mondo sentendosi magari anche superiore agli altri: no, l'Azione Ristretta è quella che, pur ponendosi in un contesto limitato - e riconoscendo che in questo preciso momento un contesto più ampio non c'è, non per tutte le azioni e i significati che vorremmo vi fossero compresi - è capace di essere di esempio, da memento e di stimolo ad altre azioni.
L'Azione Ristretta, dice MB, non cerca di arrivare per forza ad un "universale astratto", nè si rinchiude nell'individualismo: va invece verso il generale, verso tante molteplicità pur diverse che in quell'azione si riconoscono. E che, aggiungo forse semplificando, da quell'azione possono trovare forza e spunti per compierne altre senza rinunciare al molteplice, alla differenza: azioni non uguali e magari neppure tendenti allo stesso fine, ma con la stessa forza quietamente sovversiva.
Allora, io non so chi sia quel signore che sale sull'altare a scandire uno slogan da manifestazione. Non so neppure se, dopo averlo allontanato, lo hanno in qualche modo punito per ciò che ha fatto, così come non so se la sua azione in quel momento è servita o è sembrata controproducente. Senza dubbio, però, lui e chi, tra la folla, ha lanciato proteste contro la guerra che non serve affatto ad esportare la democrazia (leggete sul Manifesto quanto si prepara a diventare "democratica" Kabul) ha avuto il coraggio di compiere una piccola azione. Eclatante, in questo caso, ma comunque ristretta e pacifica, sovversiva proprio perchè piccola e quieta, condivisibile perchè semplice e diretta. "Azione ristretta non significa effetti ristretti", chiosa Benasayag nel concludere un paio di pagine interessanti su questo tema che, ovviamente, mi piacerebbe avere tempo e modo per riportare meglio di quanto si possa fare su un blog, ma.
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