lunedì, settembre 07, 2009
LA RICREAZIONE E' FINITA
Lo so, lo so, che almeno a qualcuno dei miei lettori la Svizzera ci piace poco o niente. Ma io ne sono appena tornata, dopo una settimana sul lago di Thun, e il benvenuto me l'han dato le fiamme e i Canadair, che non smettono neanche ora.
Come si può immaginare anche dalle foto di alberi postate in questo blog, gli incendi del nostro già ben scarso verde mi intristiscono e mi rendono furente, come se non bastasse il delirio quotidiano di sua maestà Uomomalato I.
Che allora uno non pensa solo alla piscina calda au bord du lac, chè si sa le vacanze sono vacanze e presto finiscono: ma, checchè se ne dica, pensa anche ai prati senza eternit e cemento e roghi, alle strade senza cacche, agli autobus senza gradini troppo alti, alle case senza sbarre e senza antifurto, alle bici senza lucchetti, ai negozi senza saracinesche, ai conti senza imbrogli.
O al parco - bellissimo, curato, secolare - che non disdegna di mettere a bilancio i 5 franchi del sacchetto di pigne (senza orpelli, un sacchetto di plastica pieno di pigne e bona l'è) raccolte dal giardiniere e vendute come decorazioni o per il camino. O alla strada lungo il lago senza traffico, e quindi senza costosi e odiosi raccordi e raddoppi, anche di sabato e domenica. O ai ragazzi che si buttano nel fiume dai ponti della città, senza urla o schiamazzi, semplicemente divertendosi a tuffarsi nella corrente, per poi uscire più in giù e camminare sui marciapiedi (gelidi, che la giornata non è bella) in costume e piedi nudi. Così come a piedi nudi è un tipo strano ai grandi magazzini che va su e giù per le scale mobili: ma non dà fastidio a nessuno e nessuno gli dice niente. E nessuno si scandalizza, del resto, dei bambini che dormono su un sottile materassino steso sul selciato: la loro mamma ha allestito un piccolo stand di roba usata, nel mercatino più onesto e carino del mondo, e loro si adattano. Più vispi i bambini di fronte, che si sono inventati la pesca a sorpresa. Ancora più vivace, però, è la gentilissima signora che ci spiega tutto del Museo dell' Orologio (sissì, c'è davvero!) e racconta, con una grande cura nel tradurre correttamente il suo tedesco solo per noi, che quando lei era piccola nelle stazioni c'erano carillon che sembravano teatri di burattini e si animavano con dieci centesimi. Ma oggi, depreca, con questo vandalismo non è più possibile... Vien voglia di portarla in una qualsiasi stazione italiana e vedere se ha ancora voglia di deprecare.
Perchè, certo, i diversi equivalenti italiani di tutto ciò sarebbero stati più divertiti e divertenti, forse più creativi, sicuramente più disordinati, e imprevedibili e casinisti e furbi. Oddio, può essere una consolazione anche questa. O no?
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