giovedì, dicembre 11, 2008

VACANZINA ROMANA


Ecco, me mi dispiace se voi conoscete la Garbatella solo per Moretti, o per la tivvù. Perchè a me Roma, in generale non mi entusiasma proprio e mai ci vivrei, ma su 'A Ggarbatella un pensierino ce lo farei pure per starci, addirittura.
Che uno dice: è un posto che sembra uscito da una fiaba, e invece no. E allora da cosa? La risposta giusta è "da un libro illustrato per ragazzi degli anni '30."
Perchè il quartiere fu costruito appunto nel 1928 su progetto di Luigi Luzzati: dovevano essere "villini popolari" di cui era già previsto il possibilie riscatto. E quei "villini" sono una cosa che, se per esempio siete fra quei profani di architettura e arte che però patiscono davanti alla famosa casa di Hundertwasser a Vienna o anche solo
davanti alle sculture di Tinguely, non potete non amare dal profondo del cuore per la loro intrinseca e decisa bizzarria.
Non ci sono due case con comignoli uguali, le decorazioni hanno tutte le forme e le
suggestioni possibili, due case perfettamente simmetriche incorniciano una teorica quinta - tanto teorica che non c'è nulla da incorniciare - un prospettiva rinascimentale di archi invece lascia intravedere, in fondo, un giardinetto. Le corti, di cui quasi ogni casa è dotata, sono piene di alberi: pini marittimi e palme cresciuti a dismisura, che aggiungono follia e benessere, ma dietro a muri e steccati spuntano improvvisi tratti di iungla - da pronunciare con la "i", mi raccomando, come si faceva negli anni '30.
Ci sono case ad angolo, casette a un piano e mezzo,
portoncini medievali e finestre gotiche, il tutto contenuto fra una strada principale e vialetti che si perdono nel sole romano.
E gli abitanti danno il loro contributo, a volte ricercato ma più spesso del tutto casuale.


Dopo
una scorpacciata di tutto ciò, chè l'uomobarbuto è contento che finalmente è riuscito a portarmici e cch'ha raggione, prendiamo un taxi per andare al Testaccio. "Ar Testaccio dove?" " Mah, faccia lei, per fare un giretto..." "Ma ar Testaccio nun ce stà gnente! Qui sì, qui a 'a Ggarbatella... oh, se volete ce sta il Bar dei Cesaroni, eh? " E' vero, ovviamente, ed è vero che la gente arriva fin lì per vedere 'sto bar con la sua scalinata. Ma speriamo che nessuno mai si accorga davvero di quanto è bello quello che c'è intorno.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io, invece, se non vivessi qui, magari Roma sì, che si vede il cielo. Mai Milano e mai Torino e mai posti dove il cielo è bianco e bianco e bianco.
Ma la finestra col tendone azzurro è bella da morire. A parte la foto bellissima.
La finestra col tendone azzurro è un posto dove potrei stare comoda.

Anonimo ha detto...

l'azzurro è un colore fondamentale. Dove vivo io è il colore del mare in certi giorni d'inverno, quando il cielo è una lastra di vetro che si specchia nell'acqua e l'aria è così immobile che sembra solida, e azzurra pure lei. L'azzurro è uno dei motivi per cui non riesco ad andar via da qui...