giovedì, giugno 30, 2011

EHHH, BELIN....


Be', non posso astenermi. Devo assolutamente farvi partecipi di questo spaccato di mentalità genovese, che come al solito mi è stata illustrata da un tassista, categoria di cui molti esponenti andrebbero portati sulle scene di peso, salvo che forse perderebbero tutta la loro vis comica. Perchè loro, ovviamente, non la immaginano tale: decaduto il ruolo dei marinai e dei commentatori di strada, è rimasto il tassista a provare un intimo godimento nell'arte locale del rinomato Mugugno, e ognuno la esercita a modo suo. 
C'è chi racconta vicende familiari e poco importa che siano la moglie o il fratello la causa del mugugno - che, per quanto si appunti su vicende anche drammatiche, bada bene a non alzarsi mai di tono e a non scostarsi dalla tradizionale cantilena - e c'è chi invece preferisce la vita sociale e politica, e sono i più. In una dimensione quasi sempre rigorosamente locale, ovviamente, che noi dei foresti ce ne battiamo il belino, neveero?
E così, conversando, di gradino scivoloso in gradino scivoloso si arriva a concordare che in questa città non succede mai niente: solo i voli da Mosca portano qualche cliente - una corsa al mese, forse fino a Ventimiglia, chi è fortunato la prende. ma poi, inutile si fa a giro, ciù de tantu neanche dai voli da Mosca ne sciorte, o belin. 
E non succede mai niente neanche di fatti delittuosi, aggiunge imprudentissimamente lo gnomo della vita mia, lo sanno bene al giornale dove non hanno di che riempire la pagina di cronaca nera. Poi, per evitare di essere frainteso, commenta con sollievo e favore questo fatto. 
Il tassista si schiarisce la voce, meditabondo. Che, eehhh, per carità, certo che è bello che in città non ci siano più delitti, ma... Ma? 
Ecco, prendiamo gli scippi, ad esempio: manco più uno scippo, c'è. E perchè? Ma perchè lo sanno, no, che ci aveva una catenina ormai l'ha portata all'Aurum, no? E' la crisi, ecco quello che è. Che, ce lo dico io, c'è un segnale per capire la crisi: le donne di strada. 
Dice così, educatamente, in evidente omaggio alla mia presenza, ma poi non demorde:" Donne di strada non ce n'è più, in città. E quando sono sparite le donne di strada, ce lo dico io, mi sono detto: è la crisi, è il momento di andarsene. Eh, sì, proprio così."
Scuotendo la testa, rimpiange il momento perduto. Ma io non ci credo, che se ne sarebbe andato: in quale altro posto del mondo si può capovolgere così la realtà per trarne motivo di godurioso dispiacere?
E, mi raccomando, che qualcuno avvisi la sindaco: altro che campagne moralizzatrici, noi "le donne di strada" le vogliamo in giro, le vogliamo dappertutto. Per sentirci ricchi e, casomai, brontolare che non si può andare così, con 'ste puttane a ogni angolo, neveeero?

2 commenti:

Aglaja ha detto...

:-D
Spaccato perfetto (o belin!)
A.

Enzo Costa ha detto...

Non ci sono più le escort di una volta! Anche perché una volta non c'erano!