giovedì, aprile 14, 2011

GLI AGNELLI DI DIO


Io il Secolo XIX, il giornale che purtroppo segna questa città da sempre, non lo leggo mai. 
Non che gli altri giornali sì, ma il Secolo meno ancora, e meno di niente è proprio poco. 
Ma l'uomobarbuto mi aveva parlato, un paio di giorni fa, di una vergognosa montatura dello scontento e della paura verso gli immigrati, del tipo "ma lei è proprio sicuro di non avere paura, neanche un pochino di fastidio? ah, ecco, vede che a pensarci bene... " e ne escono due pagine di megaservizio sul Secolo. Io non le ho viste, quelle due pagine (le ho cercate, ma non le ho trovate) così magari mi sbaglio, ma non credo. 
Perchè non mi voglio illudere che lo scontento, e magari anche un po' di paura, non ci siano per niente: la propaganda nazionale fa di tutto per alimentarle, e comunque è ovvio che ci siano, in una certa percentuale. Se avessimo tutti, a priori, quella formazione mentale che consente di accogliere lo straniero come ospite, sia che arrivi con le valige di Louis Vuitton sia che arrivi con le ciabatte di gomma, il mondo sarebbe un posto molto migliore e il nanomalefico, tanto per dirne una, sarebbe già in galera. Così non è, lo so benissimo. E arrivo anche a capire che nello scontento ci siano anche ragioni obiettive e ragionamenti... sensati no, ma a volte comprensibili. 

Proprio per questo, credo che chi soffia sul fuoco, chi lo scontento lo giustifica in toto e lo amplifica, chi fa finta di non capire cosa sta facendo mentre c'è gente che muore in mare inseguendo la speranza di una vita migliore, dovrebbe vergognarsi. Ma vergognarsi a morte, sprofondare sotto la scrivania, avere incubi in cui sono i suoi figli a morire annegati, sentirsi dentro un rovello che dice "perchè io sì  e loro no?" tutte le volte che beve un bicchier d'acqua, che si compra un paio di jeans, che fa una vacanza. Nel Mediterraneo, magari . 
Forse è il caso che qualcuno gli spieghi - lentamente, neh? - che  i popoli che abbiamo l'impressione che arrivino a frotte a minacciare i nostri preziosi averi non solo sono gli stessi popoli a cui gli europei hanno portato via - con il semplice espediente di uccidere, tiranneggiare e rubare - ogni possibilità di concreta di diventare "ricchi" per conto loro, ma sono gli stessi che, in virtù di quella stessa povertà creata ad arte, oggi europei ed americani continuano a sfruttare. 
E perchè gli individui dovrebbero stare dalla parte di chi è sfruttato, se possono provare ad arrivare dalla parte di chi sfrutta? 

Purtroppo lo sfruttamento li attende anche qui. Ma, per chi riesce, un po' meno di quello che sarebbe a casa loro. "Io non ci posso tornare, a casa - mi ha detto Giuliana che arriva da un paese ex URSS - anche se mi piacerebbe, ho tanta nostalghia. Ma mia amica lavora in  supermercato: dodici ore al giorno, cento euro al mese. Compra da mangiare, sì, ma se vuole un paio di stivali... io volevo comprare, io andata a cercare: stivali là costano centoventi, centocinquanta euri, e sono brutti,  subito rotti."
Giuliana ha meno di trent'anni, è così strano che abbia voglia di potersi comprare un paio di stivali? E Maria? Maria dal Sudamerica, che ha avuto dodici figli e poi ha piantato il marito, ed è venuta in Italia con un altro uomo che le vuol bene, e lavora per mandare i soldi a casa. E quando ha visto casa mia, quella di prima, in cui stavamo in tre, ha detto sorridendo " Oh, che bella casa! Che bella casa per tanti bambini!"  Già.
Sono questi i pericolosi profughi, i clandestini criminali? O è Abdoul al semaforo, che quando ha saputo che stavo male ha pregato il suo dio per me? O la piccola nata da meno di una settimana, che ha un nome che senbra italiano ma è trilingue, come la sua famiglia: ucraino e albanese, però è in italiano che si parlano e che parleranno con lei.

Che vergogna, che vergogna. "Tutti sapevano, e non hanno fatto niente": questa la vergogna del popolo tedesco dopo il nazismo, dopo che il mondo seppe dei lager e dei forni crematori. E adesso? Non è uguale, no: la mostruosità del nazismo fa fatica a essere ugugliata, nonostante tutto. Fra poco è Pasqua, e questo cattolicissimo Paese ha scelto i suoi agnelli sacrificali, quelli che arrivando qui senza toccare nè cibo nè acqua per giorni fanno dimenticare i veri criminali, amnistiati da una legge truffa.
Ma come si può opporsi a questo schifo che sale, a questa disumanità che cresce, a questa mancanza di elementare pietà? Io non lo so. La Nessie, che un modo l'aveva trovato, è stata boicottata dal destino e di loro due a Lampedusa ne è arrivato uno solo, che è comunque meglio di nessuno. 
Ma questo non può il essere il modo di tutti, non può essere l'unico modo. 

Possibile che non ci sia la maniera di far sentire che c'è un'altra Italia, oltre a quella di questi stronzi che parlano di sparare sulla gente? La Sindaco di questa città ha fatto un intervento indignato e abbastanza coraggioso: verrà criticata anche per questo? E, soprattutto, verrà lasciata sola?
Sono domande che faccio a tutti, e soprattutto a chi vive qui: come possiamo farci sentire? Boicottiamo il Secolo? Lo tempestiamo nella sua pagina di FB? Ci facciamo sentire anche dagli /sugli altri giornali cittadini? Appoggiamo pubblicamente l'intervento della Marta e gli insediamenti previsti per i profughi? Tormentiamo - in senso lecito e verbale, ovviamente - privatamente i giornalisti del Secolo che conosciamo e che non conosciamo - perchè si oppongano a questo demente modo di vendere copie? O cos'altro?

 Siamo stanchi, lo so, e non si vede la fine del tunnel. Ma chi arriva sulle carrette del mare è più stanco di noi.


2 commenti:

Enzo Costa ha detto...

Forse non la fine, ma l'inizio della fine del tunnel è anche in un post come il tuo.
Enzo

lastreganocciola ha detto...

grazie, enzo. a guardare molti piccoli segnali vien voglia di dire "a moeia" anche a una pernientegenovese come me, ma sarà poi vero? è bello, comunque, confortarsi a vicenda. e sperare, e resistere.