sabato, settembre 11, 2010

STALINGRADO ?


Sì, lo so che avevo detto basta politica. Ma c'è questo post tristissimo della Nessie, e come si fa a non dire nulla? Parla della solitudine degli eroi, di coraggio che viene a mancare se non è condiviso, collettivo.

Il sindaco ucciso, l'indifferenza e la superficialità con cui è stata accolta e trattata la notizia - come ha detto non so più chi, indipendentemente dalla sua onestà, il fatto che venga ucciso un sindaco dovrebbe essere di per sè gravissimo - prima ancora che dai media, dai rappresentanti politici, ha ispirato considerazioni amarissime in molte persone, io credo. Non c'è bisogno di dire perchè, lo dice già bene la Nessie e poco ci sarebbe da aggiungere: ma, per antica abitudine, quando le cose vanno malissimo mi viene da alzare lo sguardo, e cercare più lontano.

Intendiamoci: se potessi emigrare senza troppi danni, lo farei domani.
Dire che questo Paese è allo sfascio da tutti i punti di vista - politico, culturale, umano, ambientale - e che non si vede una via d'uscita è peccare per difetto: in qualsiasi classifica fra Stati siamo fra gli ultimi, dietro di noi ce n'è solo uno, o due. Quando sono cinque è perchè si sta parlando di cibo. E quindi.

Però non è che gli altri siano messi così meglio, a parte poche eccezioni. Il che non giustifica i
il nostro Paese, anzi ne peggiora la posizione, come arrivare ultimi alla gara fra zoppi. Ma, tanto per dirne una, se il programma di rilancio dell'economia di Obama è quello che hanno scritto sui nostri giornali, anche lì il coraggio non abbonda, neh? Nonostante le belle premesse, nonostante che Obama stesso sia motivo di invidia: ma la situazione è quello che è, quella che vede il mondo stesso allo sfascio, anche se non con la beceritudine che contraddistingue le vicende italiane.

E il momento peggiore non è ancora arrivato, secondo me. La crisi delle risorse e del clima si sta annunciando pesantemente, ma non c'è ancora. Difficile immaginare quale potrà essere lo scenario, ma io credo si possa pensare che comunque sia, a un certo punto si capovolgerà. Quale potrà essere il punto è la grande scommessa, il bicchiere che si può vedere mezzo pieno o mezzo vuoto, l'orizzonte su cui focalizzare il pessimismo o l'ottimismo.

Ma, escludendo per principio la fine del mondo, io penso che stiamo assistendo e partecipando alla fine del "nostro" mondo. La fine del "secolo breve" è adesso e durerà ancora un po',
il 2000 non è ancora cominciato davvero ma già ora sta spiazzando tutti con i suoi effetti speciali.
Come agli inizi del '900 fu la fiducia nella scienza e nel progresso a scuotere le fondamenta della solida società paternalistica e imperialista (che reagì con violenza ancora per mezzo secolo) , così oggi siamo disposti a credere che l'informatica e la genetica andranno a rappresentare non tanto la soluzione dei nostri meschini problemi, ma l'Avvenire tout court.

A me non pare che ci sia da stupirsi se la gente ha paura. Occhio e crocchio, più di metà della popolazione occidentale vede il Futuro rappresentato da cose che non conosce pe
r nulla, in cui non c'è posto per nessun tipo di valori dal momento che vengono spacciate come "neutre" e "obiettive". Anche sugli OGM, avete notato? non viene più data nessuna motivazione etica e anzi nessuna motivazione in assoluto: sono un puro fatto, una pura prova di forza. Ovunque nel mondo cresce la volontà di rapina, l'indifferenza per la sorte dei viventi se intralcia l'arricchimento di pochi.

Ma, come in tutti i periodi di questo tipo, ferve il lavoro sotterraneo. Quello del coraggio che non si vede e che spesso corre il rischio di essere confuso con il coltivare il proprio orticello (che è esattamente una delle forme di "protesta" attuali, del resto), quello di chi tiene la posizione, quello, se volete, del deserto dei tartari. Che, a modo suo, perfino quello è coraggio.
L'umanità non è mai stata fatta soprattutto di eroi ed è facile, come da annose discussioni, farne un sol fascio e chiamarla "zona grigia" perchè uno ha paura di essere ammazzato, all'altro basta temere di perdere il posto, l'altro ancora è sempre stato timido.

Però
Neville diventa eroe sopportando, rimanendo lì a prendersi insulti, e così fanno in tanti quando sopportare è già molto. Quando non cedere, non piegarsi a diventare beceri, razzisti, arrivisti, o anche solo furbi e conformisti, è già resistere.
E in più ci mettono gli orti sinergici, i circoli dell'anima, gli asili volontari, i prezzi politici, le transition towns, i pannelli solari, il cibo bio, i vestiti solidali, la caccia alle baleniere, gli appelli per la giustizia, le idee per il futuro.

La lotta si fa dura, certo, e peggiorerà. I nazisti ci sono arrivati, a Stalingrado: ma lì sono stati fermati. Non tutti possono e devono stare in trincea, non tutti hanno da starci nello stesso momento, non tutti riescono a starci nello stesso modo.
Ma le orme ci sono, anche se di notte non si vedono.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eccco, questo post era lì da un po', senza commenti. Magari faceva paura la lunghezza, magari "Stalingrado", magari la stufìda di parlare sempre di politica. Allora ho trovato questo, e te lo copio:
"Il tuo Cristo è ebreo
la tua macchina è giapponese
la tua pizza è italiana
la tua democrazia è greca
il tuo caffè brasiliano
la tua vacanza turca
i tuoi numeri arabi
il tuo alfabeto latino.
Solo il tuo vicino è uno straniero".
E' il testo di un m,anifesto tedesco degli Anni Novanta, mi piaceva

gnomus