martedì, settembre 14, 2010

DOLCI SCOPERTE




















Tra una visita dell'Amicadelcuore e una dell'Amicodelcuore, in questo finale di estate che ha visto più cose da fare di tutto l'intero agosto - e ciò non vuol dire che in agosto ci si sia 'noiati, tutt'altro - la Notte Bianca ha dato il suo contributo, facendomi scoprire l'Orto Botanico.
Sì, lo so che è lì, un po' fuori mano ma perfettamente visibile dall'alto, però non c'ero mai andata, come succede spesso con ciò che è vicino.

Non so dirvi se l'Orto di per sè sia bello, pregevole o addirittura fantastico, non ho pietre di paragone se non la scoscesa Villa Hanbury visitata molti anni fa: alla luce notturna di molte candeline, comunque, lo scenario offerto dall'Orto e dalle sue serre era suggestivo, e conto di tornarci. La sorpresa, poi, è stato il percorso per arrivarci.

Chi conosce un po' Genova sa che è disposta in una stretta porzione di terra e costruita in fasce digradanti verso il mare. Le fasce comunicano ovviamente fra loro, a volte in modo del tutto logico e prevedibile come può essere una strada che ne collega altre due, ma spesso invece con salitine, creuze, passaggi che rimangono più o meno nascosti. E non è raro che sia un palazzo, o un giardino, a fare da collegamento, con architetture che ricordano
Escher o perfino Hogwarts: nonostante ciò, che un palazzo dell'Università e l'Orto Botanico fossero in comunicazione era difficile da immaginare. Insomma, forse si poteva fare due più due guardando una cartina e riflettendo sul fatto che l'Orto Botanico Hanbury è appunto di pertinenza dell'Università (e ancora di più leggendo semplicemente qui): ma penso di non essere stata l'unica a stupirmi nello scoprire che due punti della città apparentemente molto distanti sono invece collegati da una lunga e ripida scalinata, in gran parte interna al palazzo.

Non si mai sa, come diceva una vecchietta che ci era molto simpatica. E tocca riconoscere a questa città la capacità di sorprendere continuamente.


Pur senza montarmi la testa, mi sento autorizzata a questo punto a parlare delle mie piantine di Stevia, arrivate per corriere qualche giorno fa.
Sono state ordinate
qui, e sono arrivate in una confezione ineccepibile, tutta riciclabile, che le aveva protette benissimo.
Questi dati sono importanti perchè la
Stevia Rebaudiana è praticamente introvabile, anche su Internet: i vivai che tengono questa pianta sono pochissimi e solo questo è rintracciabile, sia pur non facilmente perchè il link di riferimento indicato in altri siti ( e da loro stessi) è sbagliato.
C'è chi dice che questa piantina viene boicottata dalle multinazionali, e non è così stupido pensare che sia vero: ha infatti un grande potere dolcificante a zero calorie, migliore (e più sano) di quello dei dolcificanti di sintesi.

In alcuni paesi del mondo, come il Giappone, viene usata da molti anni senza che si siano mai registrate controindicazioni, ma nel mondo occidentale la lotta per rendere legittimo l'utilizzo alimentare di questa piantina va avanti con risultati incerti da molti anni. Non è illegale, ovviamente (altrimenti non lo scriverei qui, neh?) nè coltivarla nè venderla come pianta (e quindi se ne deduce che ognuno può utlizzare la sua come meglio crede) ma il suo uso in prodotti destinati al consumo alimentare è invece vietato.

E' interessante notare come il principio di "giusta precauzione" intervenga solo sulle sostanze naturali, quando pur sarebbero disponibili le osservazioni empiriche che derivano da anni e anni di utilizzo, no? Mentre per gli OGM, i pesticidi, i prodotti di sintesi, si invoca il "progresso" e tanto basti.

Le foglie di Stevia sono buone anche masticate così, come un chewing gum, e alcuni dicono che il sapore assomigli alla liquirizia: secondo me no, è un gusto più dolce di quello della liquirizia e tutto suo. Nella macedonia si sente la dolcezza più del sapore, nel caffè non a tutti piace il retrogusto (ma io il caffè lo prendo amaro e non vi so dire): insomma, ora speriamo che le piantine vivano bene anche sul balcone e che si possa procedere al primo raccolto fra poco.

2 commenti:

kiri ha detto...

E il vivaio è perfino siciliano - e lo conosco!! A questo punto devo necessariamente acquistare qualche piantina di stevia! Mi piacciano 'ste robe da carbonai del terzo millennio - ;-) E poi, vuoi vedere che potrebbe essere il toccasana per la mia inossidabile ciccetta (insieme al tennis che, pur essendo tremendamente snob, mi diverte molto, che dio mi perdoni)?

lastreganocciola ha detto...

be', più che dio dovrebbero perdonarti marx, lenin e compagnia: ma se ti diverti direi che puoi farne a meno, sissì. La stevia non sarà proprio un toccasana, ma un contributo immagino che possa darlo - specie nei dolcetti di Natale, per esempio :-)
E carbonai del terzo millennio è una bellissima definizione.