giovedì, febbraio 11, 2010
VERGOGNA, TREMENDA VERGOGNA
Cena da amici cosmopoliti, un viz:
" Noi abbiamo una cognata finlandese. Vive con il marito a Bruxelles, ma ci conosciamo bene e ci vediamo spesso. I finlandesi sono un popolo di cultura contadina, sono schietti e semplici, senza troppe diplomazie, e lei non fa eccezione. Un po' di tempo fa, a tavola, ci ha detto candidamente: "Io non lo dico mai che mio marito è italiano." L'abbiamo guardata, perplessi. "Sì, mi vergogno - ha continuato lei senza scomporsi - Se proprio devo, allora lo dico, ma aggiungo subito che sono molti anni che lui vive all'estero, che non è più come gli altri italiani." Io ero di fronte a lei, la guardavo con tanto d'occhi. Poi ho pensato che, tra una cosa e l'altra, sono 15 anni che berlusconi è al governo, con tutto il suo seguito di figuracce internazionali e puttane e processi non fatti. Come darle torto?"
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4 commenti:
Si può darle torto se si dice "Sono italiano, ma mi vergogno di Berlusconi" direi io.
Per quanto la maggioranza degli italiani sia a favore suo, non vuol dire che tutti siano come lui...
Occhei per il fatto che il governo fa schifo e le puttane blablabla, sono d'accordo sulla cosa politica.
Non mi piace, invece, l'atteggiamento di lei. Perchè io la capisco, non sai quante volte ho la tentazione di dire che l'Hombre è, tipo, cileno, cubano, argentino, qualcosa. Ma equadoriano, a Genova, sta proprio male. E quando non ho il coraggio di mentire comincio ad accampare scuse, tipo "ma ha studiato in america". Adesso, io penso che avere un governo di merda o passare le nottate a sbronzarti e piasciare negli angoli alla commenda non sia il massimo dei biglietti da visita.
Ma penso anche che ogni persona è portatrice di una cultura propria, nello strano modo in cui voi siete lombarde e io sono emiliana, pur essendo stati quasi sempre a genova. Ma che genovesi strani che siamo!
E il problema non sono gli italiani (vabbè, per noi sì, ma in altro senso), nè gli ecuadoriani. Il problema è la mia testa e quella della signora Danese, perchè non riusciamo a liberarci dei nostri stereotipi e viviamo questa dicotomia assurda.
Io ci sto lavorando un sacco sopra. Magari diteglielo anche a lei di non perdersi questa occasione :-)))
E' evidente che si va per stereotipi, e chi ha raccontato l'episodio ha messo l'accento sulla fondamentale "semplicità" della ragazza finlandese: l'assunto del fatto non è la verità o la complessità. ma l'impressione, il primo acchito. E non ricordo più chi mi raccontava ultimamente che in un paese europeo che non so più, come lui diceva "italiano", scoppiavano a ridere. "Ma come fate?" è la domanda che si e ci pongono.
Che, secondo me, è diverso dal pregiudizio verso gli ecuadoriani per come alcuni di loro si comportano qui. Sempre di pregiudizi, forse, si tratta, chè per noi antiberlusconi non è facile accettare di essere assimilati a chi sta disastrando il Paese: tuttavia esiste una cosa che si chiama "credibilità internazionale" in cui già non eravamo i primi in classifica e ormai siamo al livello delle torte in faccia. Volenti o nolenti, chè ai nolenti viene rimproverata - e pare ovvio, visto da altrove - l'ignavia, l'incapacità di opporsi ai volenti.
C'è anche chi parte per l'estero e attacca cartelli sulla macchina per prendere distanza dai concittadini struzzi...
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