mercoledì, gennaio 13, 2010

HOME, GREEN HOME


Quando ero piccola, ma piccola assai tanto che ero ancora a Como, il mio papà mi portava a giocare in un pezzo di prato sopra casa dove c'era un salice. E che un albero fosse "piangente" deve avere giocato ben bene con la mia immaginazione bambina, tanto più quando un giorno siamo arrivati e nel prato del salice c'erano le ruspe. Era il boom edilizio, che iniziava allora e non si sarebbe più fermato.
La Casa nella Rocca è della stessa epoca, precisa: e non voglio pensare a quanti alberi devono aver tolto quando l'hanno costruita, preferisco guardare i due salici che sono rimasti, insieme a pini marittimi e ulivi e magnolie e oleandri, proprio sotto la mia finestra. E' per questo, e per la quantità di cielo, che mi è piaciuta la Casa nella Rocca: l'albero dei pappagalli verdi è proprio dietro la curva, la rosa lilla ho fatto in tempo a vederla sbocciare prima delle gelate, nel pino marittimo di rifugiano le grandi gazze (?) bianche e nere, mentre certi uccellini piccoli e velocissimi sfrecciano dentro e fuori dai cespugli e dagli arbusti più bassi. Durante le vacanze, tre o quattro bambini giocavano sul prato nell'unica giornata di sole, ieri un grosso gatto grigio perla si aggirava pigramente nel viale, nell'antico giardino confinante è comparso Heathcliff di Cime Tempestose: è invecchiato, tiene in mano un paio di lunghe cesoie e si toglie i guanti da giardiniere con gesto lento e insofferente.
Tutto questo per me è lusso, il lusso che io e l'uomobarbuto ci concediamo, quello di stare in mezzo a cose vive pur non uscendo dalla città. E le prime cose vive sono proprio gli alberi, che ora sto cercando di far entrare anche dentro casa.
Un'amica ha detto che questa casa è proiettata verso l'esterno e mi piacerebbe che fosse davvero così: nel senso che amici e genti possano venirci con voglia e agio e senza problemi (gli autobus sono comodi, il parcheggio è garantito, la tavola è grande anzi sono due), nel senso che a me venga più voglia di uscire - ed è così infatti, che l'altro giorno sotto la pioggia mi hanno chiamato fuori i rami di olivo potati da raccogliere - e anche nel senso estetico, come se il dentro continuasse nel fuori e viceversa.
Ho già avuto un paio di idee che aspetto solo di avere il tempo di realizzare, e spero che la mia amata pianta ricadente - qualcuno sa come si chiama? è lì nella foto, io non lo so più - sia pronta a figliare dalle talee, ma per prudenza ho comprato anche due ederine, e moltiplicato la dracena ... Ma, be', questi particolari tecnici interessano solo gli appassionati, lo so, e neppure io lo sono. Però foglie, rami, tronchi e sagome di alberi diventeranno pian piano il leit-motiv dell casa, se ci riesco, e l'idea mi affascina. Il giardinaggio della domenica è solo un modo di aumentare quest'effetto, ma devo dire che c'è un libro capace di fare venire mille voglie al riguardo. Si intitola "Smalto, rossetto e pollice verde"e, non ridete, l'avevo regalato allo gnomodelgiardino (o uomobarbuto che dir si voglia, sempre lui insomma) perchè è pieno di belle idee semplici da realizzare: adesso me sono impadronita io e chissà cosa ne verrà fuori...

2 commenti:

zit ha detto...

fida, che tra poco arrivano anche le foglie per i divani.. :-)

lastreganocciola ha detto...

:-)