sabato, ottobre 01, 2011

MAMMUTH GIALLI E MAMMUTH E BASTA.


Vado in libreria - che, sia detto fra le lineette, è diventata scomodissima, con libri sulle scale, negli angoli, da girargli tutt'intorno. immagino che lo scopo sia quello di far fare fitness all'unica categoria rimasta sedentaria, quella dei lettori, e di distrarre quelli che ancora non lo sono finchè non si ritrovano ipnoticamente con almeno un libro alla cassa - e non trovo più nulla, grazie a un tipo di classificazione e presentazione che ancora non capisco. Tanarda io, non mi addentro. 

Ma sta di fatto che anche quando li guardo, questi libri messi in un ordine che non capisco, trovo: i noir, che aborro e aborrisco, in numero di tanti; i gialli, che mi piacciono solo sceltissimi e datati, in numero di tanti e non granchè scelti; i romanzi a sfondo storico, a volte noir o gialli a sfondo storico, in genere ripetitivi e assolutamente commerciali; i romanzi assolutamente commerciali. 
E le ristampe astute, sempre di più. "Vacanze matte", un romanzetto carino che esalta insieme lo spirito pioneristico americano e il valore non tanto della cultura quanto del saper applicare ciò che si legge, viene in questi giorni lanciato come "Novità". Peccato sia del '59 (ne hanno fatto anche un film con Elvis Presley) e che nessuno lo dica al potenziale lettore, dacchè forse anche il senso cambia un poco, no? 
Altrettanto dicasi per un divertente libro horror di Christopher Moore, uscito quasi vent'anni fa, che si chiamava "La commedia degli orrori", che avevo letto con gusto.
Dopo parecchio tempo passato senza alcuna notizia, da qualche anno escono altri libri di un autore con lo stesso nome: ne comprai un paio, sperando che mi piacessero quanto mi era piaciuto il primo, all'epoca. Invece no, peccato, e ne avevo dedotto che l'autore non fosse lo stesso. 
Errore, è sempre lui -  finchè è stato alle Hawaii, ci dice Wiki fra le righe, non ha combinato un tubazzo, poi è tornato nei produttivi USA -  e secondo me l'intervallo non gli ha fatto tanto bene, ma forse è un parere personale che risente dei miei gusti very slow. 
In ogni caso, anche "La commedia degli orrori" è ora in libreria come "Novità", con un titolo diverso: ma perchè, santi numi? Fino a poco tempo fa, presentare le prime opere passate inosservate di un autore che nel frattempo è diventato più noto era buona cosa anche per l'editore. Magari adesso, fra cocoprò e le fughe di cervelli verso gli agriturismi e i readings nessuno si ricorda più cosa si è fatto in anni antichi come il 1995, pies, e tutti si esaltano per aver trovato un tesoro rimasto sepolto, chissà...

Ma, soprattutto, in libreria trovo romanzi che parlano di malattie, lutti,  rimpianti e disordine e tragedie improvvise: non che siano tutti negativi nel loro senso complessivo, anzi, ma se uno di questi non è l'elemento centrale si può star sicuri che è almeno il controcanto. 
E' giusto così: la generazione che ora scrive e pubblica si è raccontata in molti modi, accavallandosi a quella dell'ottimismo per diventare quella della rivendicazione - rabbiosa, incazzata, spesso tragica, ma quanto viva! e imprevedibile, bizzarra, divertente... - e, se fosse andata come nelle epoche passate, a quest'ora sarebbe più o meno uscita di scena. 
Invece siamo tutti qui, con la testa piena di progetti, la voglia di lavorare - come sentirsi esclusi da quel mondo là fuori per mettersi a fare i nonni, ammesso che qualcuno faccia ancora bambini? - ma con i nostri acciacchi fisici e psichici, e quelli degli amici, e quelli del mondo se lo sguardo è appena più largo. E anche quelle sono esperienze, sono emozioni, sono pensieri che girano per la testa e per la penna, realtà che non si può fare a meno di trasformare in racconto.
Tutto ovvio, e giusto, così dev'essere: che ha da fare, d' altro, uno scrittore?

Ma io, ecco, arrivo a metà e scopro che in quel libro il malato lo avevano nascoto a pag. 132, e non ho voglia di continuare, di sapere cosa gli succede, di com-patire con lui. E se invece l'ecologista che gli muore la figlia sotto gli occhi mentre sta difendendo gli alberi (non l'hanno ancora scritto questo? me mi pare di sì, ma in ogni caso arriverà) arriva solo a pag.198, ecco, mi basta il sospetto che possa andare così.. e anzi, mi basta che dabbano difendere gli alberi. Perchè finchè si può agire ci si indigna e ci si incazza, altrimenti rimane lo sconforto di questo mondo così pronto a cambiare (mille segnali lo dicono) e così drammaticamente costretto a diventare invece sempre peggio. E potrei fare altri esempi, ma sono sicura che i miei personali grandi lettori hanno capito.

Quello che manca sono un bel paio di scrittori seriali, sì, ma umoristici: l'umorismo è ormai televisivo, e io ne sono tagliata fuori per scelta e abitudine. Non disdegnerei neppure la chick-lit  (se guardate il link, non date retta alla bestilità di Jane Austen come antenata del genere) , ma come orientarsi fra le molto irritanti, le abbastanza irritanti e le fortunate eccezioni?

Così, biblioteca comunale a parte da cui spero sempre che escano tesori finora me ignoti, ho pensato che tanto vale la mia libreria. Che è plurale, e comprende un sacco di bei titoli. E anche di roba che, finchè non provo a rileggerla, non posso neanche chiedermi "ma perchè l'ho tenuta?". E di romanzi che erano di moda trent'anni fa e ora forse sono quasi classici, o lo saranno. E di cult, con il gusto tutto privato di averli scoperti prima che lo diventassero. 
Insomma, perchè non mettere un bel "Novità" mentale su molte copertine e rileggere ciò che già ho, invece di farmelo rifilare con un altro titolo?

Quindi, se e quando le forze mi reggeranno, potrete leggere qui sopra - un trailer, cari lettori, questo post è il trailer più lungo del mondo - recensioni di libri usciti prima del 2000, ma che dico, prima del 1980, anzichè, addirittura prima del 1960. E ce n'è anche rifasciati con la carta blu, che daterei verso gli inizi del '900. 
Perchè - doppio trailer, cari lettori ! - da queste parti ai blogger di Blogger  si è unito un Mammuth Giallo che parla di film senza nessuno scrupolo, e mi fa sentire autorizzata a fare altrettanto con i libri. 
Qualche anticipazione? Elizabeth Von Armin, Georgette Heyer, magari Yehoshua... ( be', non fidatevi ciecamente. oppure ricordatemele).

4 commenti:

Aglaja ha detto...

bene bene :-)
A.

Giuliano ha detto...

con i noir e i gialli vedo che siamo in sintonia! la penso anch'io come te. (due che leggerò sempre: Simenon, Wilkie Collins)
per il resto, non mi fido più. Mi dispiace dirlo, ma anch'io so già cosa mi aspetta dopo quel tot di pagine.
Poi, questo va sempre detto, ognuno ha i suoi gusti, ma quando leggevo Bulgakov (Il Maestro e Margherita) non sapevo mai cosa succede quando volto pagina, vorrei tornare a provare queste sensazioni... (Bulgakov è solo il primo che mi è venuto in mente, ormai però lo so a memoria)

lastreganocciola ha detto...

Aglaja@: arriva, sì, l'elisabetta :-))

Giuliano@: Rex Stout e un po' di inglesi anni '30-'60 da cercare accuratamente (ce n'è uno carino dell'autore di Winnie the Pooh, pies). Certo, l'entusiasmo giovanile è (era) altra cosa anche nella lettura; in compenso quando rileggo mi rendo conto, sorridendo, di quanta ingenuità c'era spesso in quell'entusiasmo. A te non capita?

Giuli ha detto...

anch'io nella nuova libreria mi perdo e non mi ispiro. finora ci ho comprato solo una moleskine (e solo perchè è vicino alla cassa). Il resto l'ho comprato online. Che tristezza.