giovedì, maggio 12, 2011

ORIZZONTI DI BORIA

E mentre sul privato si prende atto delle nubi che improvvisamente si raddensano e richiedono la nostra attenzione, sul pubblico le nubi sono vieppiù tossiche e, sembra, inarrestabili. 
 Mentre noi ci battiamo e sbattiamo - chi più chi meno, ma una volta tanto l'impegno non si può negare - per pubblicizzare i referendum di cui le Tv non parlano e anche i giornali non si occupano poi granchè, il governo di mostri genera appunto mostruosità, di cui le invettive bieche e incredibilmente basse del nano malato non sono che l'aspetto folcloristico. 

Meno folklore c'è, invece, nel far trascinare per terra un signore anziano che ha l'unico torto di chiedere conto al nano delle sue promesse non mantenute, nel portare in questura un altro anziano signore che grida la sua opposizione e il suo sdegno, nel proporre la sospensione per gli insegnanti che "fanno propaganda politica e ideologica" ( e sarà il preside della scuola a dover giudicare cosa è propaganda), nella calunnia che l'agghiacciante candidata milanese  lancia contro l'avversario quando non c'è più possibilità di replica. 
C'è una lucida strategia dietro tutto ciò, e non si tratta solo di vincere le elezioni: mettere il bavaglio, in ogni modo possibile, a qualunque voce di dissenso - dissenso, non solo opposizione - è l'obiettivo perseguito con tenacia e somma arroganza dalla destra nostrana. 

Poi certo, anche noi (ma chi siamo più "noi"? dobbiamo comprendere Sua Beceritudine, il beppegrillo che tanto assomiglia alla parte avversa? Fra "noi" ci sono anche i sostenitori della logica liberista di cui il governo di mostri è la più coerente espressione? ) non siamo privi di pecche: dalla sua postazione sul divano, l'uomobarbuto fa notare come Il Manifesto dedichi mezza pagina sul Salone del Libro agli scrittori del Caucaso,  e un colonnino fra le lettere alla presa di posizione degli editori in favore della scuola pubblica. Vecchi vizi, pellacce che non cambiano, eppure sono pur sempre fra i migliori - in mancanza di meglio.

Forse, come si chiede da più parti senza poi essere capaci di trarne fattive conseguenze, l'unico modo per ottenere qualcosa sarebbe davvero riuscire, per una volta miracolosa, a fare quel giochino che alle sinistre non riesce mai, cioè restare uniti. E accettare fra noi non solo i grillini fra cui c'è tanta brava gente, non solo amministratori e managerini che hanno contratto il virus dell'economia bacata (quella secondo cui ogni cosa deve rispondere al soldo, e solo al soldo),  non solo, ovviamente, gli esperti sfiniti dalla masturbazione iperintellettuale, ma perfino i quasi destri, che ce n'è che rispettano ancora la Costituzione i suoi valori liberali. E, personalmente, sarei tentata di considerare dei nostri anche chi dimostri un po' di buon gusto, che leggere le notizie e rimanere stomacati anche solo dallo stile oggi è un tutt'uno.
Eppure, tutto questo rischia ancora di non bastare: e siamo i primi a credere all'astutissima balla di un popolo acquiescente e passivo. Basta cercare su Youtube le contestazioni al criminalnano per accorgersi che non è così: la storia ultima è costellata di proteste di ogni tipo che sempre più spesso finiscono a manganellate e intimidazioni
Ma, a riprova di teorie oggi considerate obsolete, il popolo senza l'avanguardia non sa dove andare. Non perchè sia bolso e tanardo, ma perchè una forza quanto meno organizzativa, una forza che dica "andiamo avanti" anche quando la prima rabbia sta scemando, una forza che riesca a opporsi sia alla repressione che alle provocazioni ci vuole. Che sia un partito o una rete di bloggers, ci vuole.  E fa male pensare a quel cretino di Bersani che non trova di meglio, all'ennesimo sfregio e dispregio, che sfornare espressioni bizzarre.


Ma così è. E l'unica, non troppo forte, possibilità che si intravede perchè le cose possano forse cambiare un poco, più probabilmente per ottenere almeno uno stop nella folle corsa dei delinquenti al potere è proprio quella dei referendum.

Lì saremo uniti, come accade quando gli obiettivi sono giusti. E pochi non siamo di sicuro, quando gli obiettivi sono giusti.  
Il problema, si sa, è raggiungere il quorum: mettiamocela tutta
Anche chi non è d'accordo con uno degli obiettivi del referendum vada a votare, e porti a votare altri: che si dica chiaramente ai tanti che sono scontenti che i referendum di giugno dovranno essere anche un modo per dire (non solo alla cricca di governo, ma anche alla smidollata opposizione) che non ne possiamo più.

3 commenti:

Unknown ha detto...

Condivido il malessere che traspare dalla lettura, ed il segnale di speranza che viene nonostante tutto lanciato. Perfettamente in linea per quanto riguarda il concetto che hai di Grillo, in disaccordo totale sul giudizio su Bersani: definirlo cretino, oltre che non rispondere a realtà, significa ignorare (o fare finta) il lavoro che -purtroppo nascosto- il PD sta portando avanti.
Posso aggiungere il blog ai link sul mio?

lastreganocciola ha detto...

certo che puoi, marinaio dalle belle foto, grazie. Lo so che Bersani non è un cretino e mi vien da dire "purtroppo", perchè a mio parere dovrebbe e potrebbe fare ben di più e di meglio. Sono d'accordo anche che spesso il lavoro del PD è sottovalutato, ma qual è il "lavoro nascosto"? e perchè è nascosto? Sono ancora più d'accordo con il fondo di pintor che apre uno dei blog che segui, e cioè che la "sinistra" ha assunto modi di pensare e di agire delle destra: questo, a mio parere, è il grande torto del PD.

lanessie ha detto...

Orizzonti di Boria è un titolo geniale.