Ogni tanto mi vengono pensieri inutili. Forse per questo sono fra i pochi estimatori della rubrica di Piero Ottone sul Venerdì, da tutti tacciata di snobismo e frivolezza: ma a chi accusa Ottone di occuparsi di problemi da niente di fronte a tutto quello che succede, da sempre rispondo che educazione e civilità sono un paio delle componenti del problema. Ed è lì che ricevo occhiate di scetticismo e commiserazione. Questa settimana, Ottone cita tre esempi - un treno in ritardo di quattro minuti, un programma radio in ritardo di sei, un capotreno che non annuncia le stazioni - per riflettere (pacatamente e pur cosciente che gli esempi riguardano fatti minimi ) sulla nostra nazionale "sciatteria". Usa una parola tedesca, schamplig, in verità, che si può tradurre anche in modo diverso, dice, ma il significato è pur quello: una faciloneria, una disattenzione, un'ovvietà delle cose fatte così come suggerisce il caso. E uno dei pochi dati nazionali unificanti è che a sentirci rimproverare la mancanza di precisone dai tedeschi, noi italiani ci sentiamo subito superiori Ridiamo anche. Chissà poi perchè. ( Neanche da dire che c'entri la guerra, lo facciamo anche se a rimproverarci sono gli svizzeri che guerre non ne fanno). Ci sembra infatti che le lievi imprecisioni siano segno di fantasia, di elasticità mentale, e il sopportarle di comprensione umana. Non mi metto a discutere il vero e il falso di questo atteggiamento, nè le smentite che sono sotto gli occhi di tutti, ma il pensiero inutile che mi è venuto è questo: non sarà anche per questo che gli italiani hanno sempre
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