venerdì, agosto 06, 2010

PRESENTI E ASSENTI



In "Comma 22" - che consiglio a chiunque di leggere, senza lasciarsi scoraggiare dal film - uno degli straordinari personaggi è il Maggiore Maggiori. Non ci si può ricordare cosa fa il Maggiore Maggiori, perchè la sua specialità è quella di non esserci: il Maggiore (qualifica) Maggiori (nome proprio), infatti, riceve i soldati solo quando lui non c'è.
Mi sono sentita il Maggiore Maggiori quando, aprendo il blog dopo lunga assenza e controllando, così tanto per fare, gli accessi e le presenze, ho scoperto che proprio in uno dei giorni di questo periodo il numero di visitatori del mio blog ha battuto - cheddico, doppiato e triplicato! - ogni precedente record.
Apparentemente, senza nessuna ragione: ma anche se una ragione ci fosse, ovviamente non la saprò mai.


Non mi resta perciò che tornare al mio punto di partenza, all'incipit originale: a grande e pressante richiesta dei miei lettori (due su due), questo blog riprende. Accantonando per il momento la tentazione di dichiararlo chiuso, kaputt, finito, faccio i conti con l'atroce Morbo del Blogger, quello di non sapere cosa scrivere dopo un periodo di assenza: ma già questo sarebbe un bell'argomento, chè le esitazioni che così spesso portano alla morte per inedia dei blog si potrebbero analizzare e studiare per definire l'essenza del blog
istesso in quanto precipuamente blog. Che è, almeno teoricamente, immortale e immarcescibile, eppure raccoglie l'effimero più spinto, la narrazione di momenti privati che - e questo secondo me è il dato più curioso, a meno che altri non mi smentiscano - non viene mai riletta neppure dagli autori.
Uh, ci si potrebbe filosofare per ore, ma vi risparmio. Fatto sta che da quando la Comune-ty si è fatto dissolta senza senza un lamento, gnanca un plissè ( come forse sarebbe stato logico prevedere ma come io credo tutti speravamo che potesse non accadere) noi blogger rimasti attivi ci sentiamo un po' troppo alle prese con la nostra singola individualità. Non che siano, una per l'altra, individualità da poco, anzi.
Ma, forse non solo a me, a volte viene un po' il dubbio se ciò che vorremmo dire qui sopra può interessare chi ci legge, ora che non si è più certi dello zoccolo duro di riferimento. Chi mai, pies, potrà appassionarsi al modo per ottenere un hamburger morbido, con chi posso fare polemica sulla martavincenzi (a favore, nonostante), a chi esternare i miei ponderati e ponderosi pareri politici?
Partescherzi, che ci sono alcuni lettori attuali, usuali, lo so: alcuni, anonimi e non, mi lasciano qualche commento, altri sono soprattutto o sempre silenti, e a tutti loro penso quando scrivo, contenta e grata che ci siano. Ma insomma, manca un po' di feedback per rendere più movimentate le cose, che già di loro tendono al piatto - be', lo so, è anche agosto, oltretutto.

Perciò adesso posto la foto di questo bellissimo mezzo di trasporto - e intanto smetto di far la lagna, neh? - annunciando che vorrò provarlo durante la mia vacanzina a Thun, Sguizzera (come dice Achille, il bradipo star) , insieme alla caccia al tesoro turistica e alla visita alle grotte/cascate. Le vacanze demenziali mi piacciono un sacco, a me.
E noto di seguito che leggendo il Manifesto ho potuto sentirmi per un attimo Maria Antonietta: me lo ha permesso la mia dieta, che da due mesi ha cancellato il grano dalla mia vita. Senza peraltro cancellare i chili che dicevano essere correlati. Perciò, per quanto mi riguarda, che speculino pure ( e sia detto a dimostrazione di quanto le diete possano rendere cattivo un essere umano).
Nel frattempo, non manco di usare la dieta stessa come spunto per le mie riflessioni a pera, che vi regalo: nella speranza di arrivare a Thun come taglia singola e non doppia, in quest'ultima settimana ho eliminato (su indicazione della dietista) tutti i carboidrati e gli zuccheri.
E ho così potuto constatare la fondatezza di quanto avevo letto una volta in un saggio storico: nel passato, diceva questo libro che non so più quale, la gente definiva "carestia" lo stato in cui scarseggiava il necessario per fare il pane, indipendentemente da quali altri cibi erano a disposizione.
Non si parla delle grandi carestie, ovviamente, in cui davvero non c'era nulla da mangiare: ma molte delle carestie che si sono succedute nei secoli erano appunto, "mancanza di pane" e non carenza assoluta di cibo. Questa tesi mi era sempre sembrata un po' strana ed opinabile: dopotutto, perfino un lombardo (" ... con una voglia di pasta col pane che riempia, magari, un bidet" , cantava Jannacci ) se ha a disposizione altre cose, del pane può fare a meno. Non è così: o meglio, sembra di poter sopportare la privazione finchè qualche cereale o zucchero , in un modo o nell'altro, lo si assume. Ma nutrirsi di sole proteine e verdure... ecco, ora non ho dubbi che fosse considerato "carestia". E credo che a uno qualsiasi dei nostri trisnonni sembreremmo tutti scemi noi, che ce la autoinfiliggiamo.

Ditelo, che sentivate la mancanza dei miei post dipaloinfrasca...

2 commenti:

'nonim de varès ha detto...

Così va mooolto meglio! ^_^

Cmq io, lombardo sì lombardo no lombardo un cazzo, senza pane non vivo!

;-)

Anonimo ha detto...

Lo confesso, ho sentito la mancanza dei tuoi salti dipaloinfrasca.
E, saltando dipaloinfrasca, non c'è modo di vedere le ragioni degli arrivi al blog tuo, attraverso le motivazioni?ù
Magari hai toccato un argomento sensazionale, e gnanca te ne sei accorta.
Magari hai vinto due miliardi all'enalotto come la signora Fini e ti si sono testè trasformati in lettori.
Magari ti hanno comprato la casa come Scajola e tu facevi dell'altro.
Magari qualcuno dei tuoi lettori - già che le elezioni si avvicinano a passo da lupone - pensa tuttora che tanto destra e sinistra pari son, e allora forse è meglio che inizi con i tuoi shampii leggendari.
(gnomus)