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C'è un fin troppo famoso wiz raccontato da Moni Ovadia, secondo il quale due psicanalisti, entrambi con studio nello stesso grattacielo di New York, salgono tutti i giorni sullo stesso ascensore, alla stessa ora, e salgono insieme 30 piani.
Arrivati al 31°, il primo psicanalista scende, ma prima si gira verso l'altro e gli sputa in faccia, tutti i giorni. Il lift, allibito, assiste a questa scena più e più volte: e qui Moni Ovadia la tira in lungo un sacco con lo stupore e l'incredulità del ragazzino, che vede ripetersi questa scena e non si dà pace della completa impeturbabilità dello psicanalista che riceve lo sputo in faccia.
Finchè, comunque, il lift non ne può più e chiede, supplica, una spiegazione. E lo psicanalista, asciugandosi lo sputo con tutta calma, gli dice: "Oh, ragazzo mio, è lui che sputa. Questo non mio problema, questo suo problema!"
Come il ragazzo dell'ascensore, guardo sempre più incredula l'indifferenza che sta circondando gli incendi russi: l'indifferenza della gente e, almeno per quello che ne sappiamo noi, ancor più dei governi europei.
L'amichetto dello psiconano, ser biss, assicura che tutto è a posto, che ce la faranno da soli: e intanto sono andati a fuoco milioni (milioni!) di ettari di foresta e di campi di grano.
Le centrali nucleari sono a rischio: un incendio potrebbe avere conseguenze inimmaginabili sull'intera Europa.
Ma anche senza questa ipotesi tragica, gli alberi bruciati - bruciati anche per poter concentrare le non formidabili difese russe intorno alle centrali nucleari - non erano solo russi, erano alberi di tutti.
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Ma per la UE, per i governi, per i media e giù giù fino alla percezione del cosiddetto "uomo della strada" , a quanto pare "questo non mio problema". Applauso.
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