mercoledì, ottobre 07, 2009

PARAMECI DI SINISTRA

La mia mamma aveva tre sorelle. E se io fossi stato un sociologo, uno psicologo, un antropologo, un pedagogo, un manager, sempre loro quattro avrei preso per studiarmi ben bene le infinite possibilità delle dinamiche di gruppo, del conflitto in perenne conflitto con la propria ricomposizione (vi sembra contorto? lo è) .
Ma, insomma, fra le tre sorelle ce n'era una con cui mia madre andava più d'accordo: e cosa fa quest'una sorella, se non diventare leghista e berlusconiana in tarda età? Stiamo parlando degli albori o quasi di quella che adesso è la destra marcescente che ci governa, ma la mia mamma non sopportava nè l'una nè l'altra cosa neanche agli albori. E così, le rare occasioni in cui le sorelle si vedevano e passavano un po' di tempo insieme - mia zia viveva, manco a dirlo, in Lombardia - erano avvelenate dal contrasto politico: che, a pensarci, era stimabile eppur ben buffo, in due arzille settantepassaenni.
Non ho mai pensato che facessero bene. Capivo mia madre, con cui avevo in comune l'orientamento politico e ancor più il fastidio quasi fisico per "quelberlusconilà", ma mi chiedevo che senso potesse avere un simile contrasto: farsi portavoce e bandiera di un'idea a dispetto degli affetti...mah, forse può succedere, forse in alcuni momenti è giusto e necessario se può cambiare qualcosa, ma in generale mi pare soprattutto una conseguenza del nostro fallace senso di immortalità. Come se ci fosse sempre tempo per rimediare, tempo per ritrovarsi, tempo perchè l'altro si ricreda dandoci ragione: posizioni che possono avere un senso quando ad essere in discussione è la vita insieme, una scelta importante, una quotidianità condivisa. Ma quando si tratta di "io la penso così e tu cosà", quando si tratta di posizioni astratte ancorchè ideali, quando il tempo - oggettivo o soggettivo - è poco, a che pro scornarsi senza spostarsi di un centimetro dalle proprie posizioni?
La sinistra attuale sembra affetta dalla Sindrome della Scopa di Topolino, che si duplica senza
interruzione continuando a svolgere esattamente lo stesso compito, ormai diventato nocivo e pernicioso: in piazza, a Roma, abbiamo ricevuto volantini di almeno cinque o sei... gruppi? partiti? schieramenti? chissà... ed erano, apparentemente, tutti di sinistra. Senza contare il campionato nel PD e l'ambigua collocazione di alcuni partiti e schieramenti (Nuova Giustizia e Libertà - giuro! - dove si metterà, per esempio? ) . Essì che glielo stiamo dicendo tutti, alla sinistra: basta divisioni, bisogna essere uniti, bisogna lottare insieme. Le Brave Genti della sinistra - e ce n'è ancora per così - sono esasperate, stanche, stufe. Stufe perfino del beppegrillo incazzoso contro tutti (così dice, almeno), che finalmente, nota a margine, ha vinto il premio per il "miglior blog andato a puttane". Stufe di liti, di contrasti, di immobilismo.
Epperò, ecco, quando poi si tratta di valutare e decidere sulla singola cosa, ogni singola Brava Persona di Sinistra ha qualche motivo di profondo scontento, di amarezza, di critica: e non usa questi profondi motivi per intavolare proficue discussioni che portino a un compromesso fruttuoso, ma le innalza a barricata. "Con quelli lì, mai! Con quegli altri, mai più! Con questi, neanche" e così via. Le motivazioni, in genere, sono di per sè quasi sempre giuste se non sacrosante: le cose da fare sarebbero talmente tante che è facilissimo trovare errori ed omissioni anche e soprattutto in chi sta dalla nostra parte. E non glieli perdoniamo, no, pr
oprio perchè sono dalla nostra parte. Pian piano, così, va a finire che ci allontaniamo: se n'è accorto perfino Jacopo Fo, guardate un po' qui. Ma, quello che è peggio, va a finire che ci rinchiudiamo.
Nel dibattito carino, anche nei modi, seguito al post sconfortato della Nessie, la valeaparigi usa una bella definizione per una sinistra ideale, dice che la vorrebbe "accogliente". Io capisco assai il post della Nessie e ne apprezzo i distinguo del post successivo: e penso che sarebbe bello se i sentimenti che li hanno motivati riuscissero a coniugarsi con la definizione di valeaparigi.
Ma di ciò alla prossima puntata.

1 commento:

lanessie ha detto...

:-)