martedì, ottobre 06, 2009

MA TU CON CHI TIENI?

Ce l'ho avuta, la tentazione di chiedergli se urlavano "Viva il Puffissimo!" o "Abbasso il puffissimo!", a quei due che si sono incrociati in Piazza del Popolo e si sono stati simpatici e se la ridevano insieme, finchè uno dei due ha chiesto:"Ma sei con Franceschini o con Bersani?" e l'altro ha risposto "Con Marino". "Ah." Il gelo e l'imbarazzo sono calati su di loro: cosa si fa se uno forse non è più un compagno ma è lo stesso un tuo compagno, eppure sta dall'altra parte senza che si sappia bene dove sono le parti, edi che cosa? Manco "alla prossima", si sono detti, tristi e perplessi.

Non era una manifestazione allegra, no, nè gioiosa, nè incazzata tosta: c'era lì "la società civile", con quello che di bello e di brutto si intende con questa espressione. "Civile" perchè contrapposta al becerismo dilagante, alla menzogna elevata a sistema, alla facciadipalta come metodo di governo, alla tracotanza e all'indecenza: ma "società civile" anche nel suo senso più borghese, più a modino.
Come ha detto il KGgB "Mai visto uno in giacca e cravatta dare i volantini in una manifestazione": sottinteso, in una manifestazione "nostra".
Ma il punto esatto è che nostra quella manifestazione non era: per fortuna, chè se fossimo solo "noi" a preoccuparci per la libertà di stampa sarebbe davvero un guaio, ma anche per grande tristezza, che nel "noi" non possiamo più comprendere molti su cui fino a ieri non avremmo avuto dubbi.

Viva il Puffissimo o Abbasso il Puffissimo: purtroppo la questione non è così semplice, non ora almeno. La creazione del consenso passa anche dai miti accettati e che paiono alternativi quando in realtà sono a malapena "altri", passa dalla stessa logica di divisione e di personalizzazione, passa dal ritenere coraggio ciò che in tutto il mondo è normalità, passa da un
pullman dove la gente ha fretta di arrivare all'autogrill e canta (ma solo a panza ormai piena) "Una rotonda sul mare" invece di Bandiera Rossa.

Niente di grave, solo piccole tristezze, un po' di sconcerto e un bel po' di rimpianto.
Niente che, forse, non si possa ancora rimediare, compresi gli occhi fuori dalla testa della tizia avvolta nella bandiera Pd che gridava "Ehi, ma ce sta Santoro!!!! Santoro!!!" Padre Pio, er Papa, er Puffissimo!!!
Ma ci si consola come si può, anche della visione poco gratificante di quel paio di macchinone con scorta che avremmo voluto non vedere, e in un gruppo ristretto si è poi preferito sentire l'ignota (per noi) e brava banda di percussioni che ci è di molto piaciuta insieme al cartello danzante "Dammi tre parole/Silvio quando muore?"

I tempi sono questi e c'è da prenderne atto, così come non si deve trascurare chi invece - come noi, e si sbaglia sempre a pensare di essere unici e perciò soli - a Roma c'era senza miti, senza piaggerie, senza stupidità indotta. Ma anche senza facili entusiasmi, senza troppe illusioni: lo scontro politico che si gioca nei tribunali a suon di miliardi è un'aberrazione disgustosa, un'assoluta perversione di quella democrazia (già finta, già carente, già vuota) di cui si riempiono la bocca tutti, ma qui stiamo. Sentirsi pedine di un gioco che in gran parte ci sfugge non piace a nessuno e forse, almeno un po', giustifica perfino la stupidità o, almeno, il bisogno di credere ancora in qualcosa, foss'anche un personaggio della tivvù. O Marino.

Capire, o quanto meno
tentare di farlo, non ci fa sentire meglio. Anzi.
Ma è importante sforzarsi di farlo, è importante non lasciarsi travolgere dal disgusto e dallo sconcerto, dal rimpianto e dall'incazzo. Così come è stato importante essere a Roma, che i princìpi sono comunque più importanti di Santoro e di tutti i Puffissimi e ci tocca difenderli anche se la compagnia non ci fa impazzire: ma, ecco, anche i partigiani non è che fossero tutti quanti pappa e ciccia fra loro, no?
La tentazione di chiudersi sull'Aventino è forte, già: ma si sa com'è andata a finire, e forse sarebbe meglio, invece, studiarsi qualcosa di nuovo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me la lotta a colpi di miliardi nei tribunali è politica come il buco del culo della formica regina, e credere qualcosa di diverso è il sintomo di qualcosa che sono riusciti a cambiarci dentro.

Berlusconi deve andare in galera perchè criminale, non perchè mio avversario politico. Mai passare neanche per un secondo dalla parte del compromesso su fini e mezzi, chiunque abbia commesso reati deve essere punito, pagare, risarcire, pentirsi, cambiare vita ed essere riammesso nella società per il reintegro, destri, sinistri o nani che siano...

Per il resto, daccordissimo.
O pastonimo

lastreganocciola ha detto...

ma anche su questo siamo daccordissimo, o' pastonimo. sia sul primo che sul secondo punto. e grazie assai del commento, come sai meglio di altri le voci nel deserto sono tristanzuole assai :-)