giovedì, agosto 11, 2011

GRANDE E' IL RIOT SOTTO I CIELI

Molti dei miei non molti lettori sono beatamente in ferie, quindi posso lanciarmi nelle mie Inutili Riflessioni sul Mondo protetta dal temporaneo digital divide, e le riflessioni sul mondo non possono che essere sui "disordini" di Londra.
Il Manifesto li inquadra piuttosto dottamente in una risposta "tradizionale" degli inglesi - peraltro puntualmente sconfitta - ai periodi di recessione, citandone i precedenti fin dall'800, mentre il leader della protesta , Lee Jasper, fa un'analisi non particolarmente acuta (almeno nella versione di Republikit) ma sicuramente corretta:

   "La gente non decide da un giorno all'altro di appiccare le fiamme. È un lungo processo. Sono tutti gli abusi subiti, tutto il malcontento covato per anni a scoppiare. Ecco cosa succede quando una comunità viene abbandonata a se stessa, quando la politica non se ne fa carico. Condanno le violenze, ma solo in parte. Condanno molto di più la violenza economica: la disoccupazione, la mancanza di opportunità che nega ai giovani un futuro. È una violenza che non viene riconosciuta. Ci si sofferma sul sintomo e non sulla patologia: il sintomo sono le violenze di sabato, ma la patologia è l'alienazione di un'intera comunità lasciata a se stessa".

Per quello che sembra a me, da lontano, il dato nuovo sono la violenza gratuita e i saccheggi: non che in passato non ci fossero per niente, ma man mano diventano più importanti, oscurando sempre più le pur sensate motivazioni di proteste che invece partono da una motivazione politica. Rispetto ai "disordini" del passato, i saccheggi nei negozi di elettronica e vestiti firmati non possono che alienare le simpatie di quanti sarebbero invece disposti a riconoscere giuste ragioni ai dimostranti, perfino quando le proteste sfociano in scontri con la polizia, come è abbastanza sempre successo oltre una certa soglia.
Ma che si vandalizzi e, pare, si uccida, per rubare venti paia di Adidas... per fortuna c'è ancora un sacco di gente che non è disposta a ritenerlo nè giusto nè giustificabile.

E, ovviamente, è molto più facile per chiunque "introdurre" ragazzotti vogliosi  solo di casino, tanto più se gli si indicano bene - parlando lentamente - i possibili obiettivi: lì il negozio di computer, laggiù i giubbotti, le scarpe proprio dietro l'angolo. Ne abbiamo avuto la prova a Genova: i black bloc sono così facili da imitare...
Ma ciò non toglie che i black bloc "veri" siano una realtà europea, a cui di volta in volta si possono aggiungere i puri e semplici vandali e ladri, e se Cameron ha ovviamente torto nel ricondurre tutto alla criminalità comune e alle gang, è altrettanto ovvio che entrambe le categorie cavalcano alla grande i disordini.
 Non c'è più un gran controllo politico e concreto su quella che nasce come protesta, soprattutto se prende la forma tradizionale di corteo o manifestazione: anche qui da noi, dove pure si sono avuto mille "piccoli" scontri con la polizia in mille piccole (e quasi sempre ingiustificate) occasioni, con l'eccezione della Val di Susa negli ultimi dieci anni non ci sono stati episodi di grande violenza nella strade: ma dal G8 in poi le manifestazioni si svolgono tutte "in difesa", attenti noi per primi a non fornire nè percorsi nè pretesti nè spunti per far spaccare una vetrina, per far cercare lo scontro a tutti i costi, perchè qualcuno possa tirare un sasso contro qualsiasi cosa, dando così il via a un casino che rischia di diventare immediatemente ingestibile.
 Tutti noi, infatti, sappiamo di qualcuno - con la convinzione che dà l'esasperazione quando è unita alla gioventù e quasi sempre a una scarsa cultura - avrebbe voglia di far casino anche se poi si limita a parlarne, ma soprattutto tutti noi conosciamo ragazzini che ogni mese si spendono più di mille euro (e poco importa se li guadagnano, visto che vivono in casa spesati di ogni altra cosa) in vestiti e gadget elettronici: se c'è l'occasione, e magari l'amico che ci va, perchè non arraffare quello che altrimenti dovrei pagare?

Ecco, io credo che il pericolo di infiltrati e stupidi ci sia sempre stato, nella storia della protesta, ma ora il rischio è altissimo: e se per evitarlo dobbiamo - saggiamente, finora - ripiegarci su noi stessi, ha ancora senso la protesta nei termini e nei modi tradizionali? Le cittadelle di indignados, pur anche loro ad altissimo rischio di indesiderabili dal punto di vista politico, sono lasciate sostanzialmente in mano al qualunquismo: la sinistra, ormai, è lentissima nel reagire ai fenomeni nuovi, vedi il sostanziale non-schieramento sulla protesta greca che pur è stata più "pulita" di quella inglese e più largamente motivata dal punto di vista politico.

Come ho detto, sono Riflessioni Inutili, che se ci avessi la soluzione non sarei qui ma starei andando da qualche parte su un vagone piombato: ma penso che finchè si può sia più opportuno e più proficuo lavorare in positivo, unire le forze per fare invece che per opporsi - lo sciopero generale continua a essere suggestivo, ma in un'economia che vede tra le sue forze principali la criminalità, il sommerso e il virtuale, che senso reale ha? - cercare di allargare e consolidare le migliaia di proposte di vita e mondi alternativi. Prima o poi, quando diventeranno minacciosi,  bisognerà lottare davvero per difenderli, per impedire che siano di nuovo resi innocui, ma a quel punto si saprà almeno per cosa si lotta.
E, nel frattempo, sarà l'età, sarà la formazione, ma io preferisco i londinesi con le scope e i post-it a quelli con il cappuccio e agli altri con i lacrimogeni: non per difendere l'ordine costuito, ma perchè finchè posso vorrei comunque vivere in una società più civile, e non meno.
Dopotutto, quando i mercenari  combattevano per opposte fazioni, la gente normale, comune, la "povera gente" era sempre quella che ci perdeva di più.

Eppure, detto tutto ciò, mi sovviene che la Storia procede per errori e tentativi, da qualunque parte la si voglia tirare, e che i grandi cambiamenti del passato sono stati preceduti da un sacco di masochistiche prove generali: fallite e quasi sempre controproducenti sul momento, ma che alla lunga hanno fornito quel substrato su cui la Storia ha cambiato direzione, almeno per un po'. 
E quindi ? Mah, forse bisogna comunque essere lieti che esista una gioventù autolesionista? Forse. Ma se becco un ladro di scarpe lo picchio con il mio bastone da nonnetta.

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