Stamattina mi hanno tolto litri di sangue in cambio di un filo di speranza, e volentieri glieli ho dati. E siccome la melancolia - come si chiamava più elegantemente un tempo la depressione in sordina - si porta dietro con facilità un po' di retorica, mi è venuto da pensare che è quello che succede di questi tempi a un sacco di gente, e in modi nettamente meno asettici e indolori, e mi sono un po' vergognata. Che, a ben considerare, anche chi vive poco, ma qui, ha almeno vissuto "bene", o quantomeno non è dovuto passare per una serie di orrori.
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Be', sì, riflessioni melancoliche, non c'è dubbio. Eppure oggi, nel primo giorno in cui sto meglio da un po' (senza che questo significhi che sono avviata a star bene, sennò non avrei bisogno di fili di speranza) ho pensato che se volevo continuare questo blog forse dovevo rassegnarmi a scrivere anche di quello che sto cercando di tenere fuori dalla mia vita - ed è una bella lotta, perchè lui cerca invece di sbattere fuori me dalla mia vita, il gran bastardo.
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E, detto ciò, dovrei forse congedarmi con un qualche filosofeggiare più originale di quello che ha aperto questo post, ma facciamo che per oggi basta: ora sapete cosa vi può capitare.
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