venerdì, ottobre 08, 2010

UN PASSERO DAVVERO SOLITARIO



Sul balcone è appena saltellato un passero. Non so per quale motivo questa specie, fino a pochissimo tempo fa così onnipresente da noi da essere chiamata "uccellini" per antonomasia, è sparita: non dappertutto, ma non solo qui. Ho letto un post al riguardo scritto in Toscana, e altri da altre zone. Immagino che abbia a che fare con i cambiamenti climatici, con gli habitat invasi da nuove specie forse (qui è pieno di pappagalli verdi, grandi e piccoli), ma non so di preciso.  
Da due giorni sembrano tornati: pochi e sparsi, ma per ora ci sono.

A rischio di sembrare svenevole, a me un mondo senza i passerotti mi pare ben triste: non solo perchè sono proprio quel che si dice "carino" - il loro saltellare, il volo rapido ma aggraziato, la curiosità con cui si guardano intorno quando si posano, le piume morbide a fare un ciuffetto quando c'è il vento, i colori discreti ma caldi - ma soprattutto per il loro canto. Per chi da una vita coltiva senza volerlo l'insonnia, il cinguettare dei passerotti è - era - il segnale della fine delle angosce, quelle che si nutrono di buio e di silenzio: anticipando la luce, sia pur di poco, quel canto, quel parlarsi melodico da un albero all'altro, quel sovrapporsi di cinguettii è sempre stato un richiamo alla vita, il segnale che la giornata è davanti a noi, e ci aspetta. Con quel suono nelle orecchie spesso mi addormentavo, pacificata, ancor prima di vedere al luce filtrare dalla tapparella: la giornata dei passeri comincia ben prima della nostra.


Ma il passero di oggi è il primo che vedo nell'anno, e i cinguettii che si sentono al mattino sono ben pochi in confronto al fragore gioioso che si scatenava fino a un paio di anni fa.

E nel Danubio ci sono i fanghi che uccidono ucciso, e le alluvioni... be', ogni città colpita sembra comportarsi come se il fenomeno fosse locale, e non lo è: tifoni, trombe d'aria, piogge monsoniche, frane sono ormai una realtà europea, che ha già messo in ginocchio città ben più ricche e organizzate dalla nostra. E se siamo fortunati non ci sarà solvente nell'Atlantico, ma il petrolio della Bp non si sa per quanto continuerà a fare danno.

Potrei continuare, con una lista di disastri ambientali che di giorno in giorno diventa non solo più lunga, ma soprattutto più diffusa e più fatalisticamente annunciata, nella consueta schizofrenia tra il catastrofismo delle notizie (che sennò, si sa, notizie non sono) e l'indifferenza visibile nella loro collocazione, nelle reazioni che (non) suscitano.

Questa notizia, per esempio, era in fondo al colonnino  delle


"notizie minori" di Republikit. Certo, che ci frega a noi del colibrì? Peccato che sia lui a mantenere verde il polmone verde del pianeta, già, e che sia a rischio di estinzione. Pessima idea quella di affidarsi all'Italia, ma tant'è, non è l' unico ospite prezioso di cui mettiamo a rischio la vita e la dignità.


Però. Però una fonte sicura come il KGgB ha riportato l'altro ieri una conversazione con una sua insegnante, elettrice di Berlusconi e conservatrice di sentimenti, ma nonostante ciò persona... be', diciamo "persona che ragiona". Ebbene, dopo la delusione e lo schifo che questa insegnante esprimeva per l'operato del governo, è poi emerso il fattore che lei giudicava più importante per dare il suo voto a qualcuno: i cambiamenti climatici, di cui nessuno parla e che nessuno mette in primo piano nella sua azione politica. "Non vado più a votare, ma se ci vado voglio qualcuno che faccia qualcosa per il clima."



Speriamo sia Vendola e non il berciante beppegrillo a raccogliere un voto del genere, ma a prescindere dal voto la frase mi è sembrata uno spiraglio di speranza: la forza delle idee e dei cambiamenti è una piramide rovesciata, e quando la base comincia ad allargarsi è buon segno.



(Scusate l'impaginazione demenziale degli ultimi post: anche il web non sfigge alla regola secondo cui se c'è qualcosa che va bene, viene cambiata e peggiorata: Blogger fa quello che vuole, e non è quello che vorrei io. Toccherà migrare.)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusiamo, scusiamo. Finchè scrivi post così belli - pieni di colibrì e passerotti - accettiamo anche la tua impaginazione sbilenca.

Tommi ha detto...

Io non so bene come mantenere i colibrì, ma se vuoi posso raccontarti come costruire dei piccoli spazi per il cibo ottimi per i passerotti durante l'inverno... bastano un barattolo di vetro, del fil di ferro, un po' di strutto, grano di miglio uva passa a volontà e due piccoli tondi di legno o cartoncino...

^_^

lastreganocciola ha detto...

mmm, capito tutto fino ai due tondi. perchè due? uno sull'imboccatura del barattolo sospeso in orizzontale, ma l'altro? o sbaglio? e poi ho sempre paura che lo strutto attiri i topi (non è da ridere, li ho avuti al 4° piano, mannaggia a loro).
insomma, ci stavo pensando anch'io, ma non so come fare.

Tommi ha detto...

Oh, nessun problema per i topi... a meno che dalle tue parti non abbiano imparato a volra: è da appendere! Stasera sono al lavoro, dovrei avere un po' di tempo per scrivere due righe sull'argomento... ^_^

kiri ha detto...

A casa mia, anni fa, c'era un pettirosso che entrava fin dentro la cucina. Se stavamo seduti zitti zitti e fermi fermi, dopo un po' lo vedevamo entrare, saltellante, circospetto eppure lieto, sembrava. gli lasciavamo le briciole ed era una delle piccole gioie della giornata. Adesso non c'è più, ma penso che sia morto - chissà quanto vive un pettirosso. I passeri non si avvicinano, invece, ma a volte li sento. Non sono tanti, però, qui lo spazio è monopolizzato da tortore grandi quanto polli. Fanno pure un po' paura. Nemmeno io vado a votare da tempo, non riesco a dare il mio voto a casaccio, che ci posso fare? Ma quanto mi piacerebbe poter votare di nuovo, e per qualcuno che si preoccupi dei problemi veri, dal clima in giù

Dettofatto ha detto...

http://nomadisullespine.blogspot.com/2010/10/per-un-passero-il-prossimo-inverno.html


^_^