sabato, ottobre 02, 2010

RAGIONE E RAGIONAMENTO


Da Oviesse, gli altoparlanti sparavano musica araba. e la commessa ha riposto con disinvoltura, in italiano, a una domanda formulata in spagnolo. i ragazzini autistici non fanno più le giravolte sullo skate, ma gli equilibrismi sulla bici da cross. i pomodori quest'anno, nelle terre più vicine alla città non sono maturati, mi si dice; ma a Tortona la vendemmia si è sempre svolta in mezzo alla nebbia, e invece da una decina d'anni sembra una vacanza, dal sole che c'è. del resto, ieri era una giornata da inizio settembre e oggi da quasi novembre. le sculture non sono più di marmo e bronzo, ma neanche i libri sono più di carta. per non parlar dei vestiti, che ormai sono tutti di plastica (e chissà se riuscirò mai a capire come, con il petrolio che costa e scarseggia, risultano pur sempre più redditizi  i filati sintetici del cotone, della lana, del cuoio: cosa ne fanno, pies, della pelle dei bovini che, dicono, si mangiano ormai ovunque in quantità inimmaginabili? ma questo è un altro post). E comunque, la verdura adesso costa più di un pollo o di una fettina da supermercato. E l'odiato pantrito della mia infanzia è diventato una specialità da gourmet. 

Così,  non credo che ci sia proprio da stupirsi se c'è ormai tante genti che non ragiona con coerenza, come ci dice lanessie con divertenti e tristissimi esempi.  Credo che la coerenza sia proprio sparita dal mondo, in questi momento: in modo particolare qui da noi, ma non solo. 
 
Me mi fa impazzire una cosa, tanto per fare un esempio: ci hanno cassato le lampadine che facevano una luce decente, ci fanno sentire criminali se capita di lasciare aperto il frigo mentre si prende la padella, ci obbligano a fare i lavori domestici durante la notte (vi siete accorti che altrimenti pagate di più, sì, eh?), ci chiedono di trasportare periodicamente sacchi di vetro, di lattine, di carta, di plastica.
Tutte cose giuste. Stragiuste.
E poi c'è una fonte di energia totalmente gratis per il singolo e la collettività, che è il sole, e una sana abitudine  generalmente facile da praticare,  radicata negli usi nazionali e spesso immortalata in opere d'arte e depliant turistici: che è stendere il bucato all'aperto. E poi, ancora, c'è la crisi economica con le famiglie indebitate, e le bollette non sono certi la voce più lieve. 
Infatti,  cosa cercano di lanciare, con pubblicità insinuanti e promesse di benessere? L'asciugabiancheria. 
Ecco, lo so che non è peggio di tante altre cose, ma appunto: l'incoerenza è ormai stile e modello e norma. E incubo, già. 

Che di fronte a un mondo o a una persona che non riesce a trarre una logica conclusione neppure da ciò che lui stesso dice, di fronte a una superficialità così esaperata da diventare una sorta di handicap, davanti alla sicumera di chi vuole credere a menzogne per sentirsi nel giusto contrapponendole ad altre menzogne, non si sa più cosa fare. 
Che metodi, che armi, che incentivi usare? Ogni azione può avere risultati imprevisti, quando il filo non è più quello logico.

C'è sempre più gente, ci dice questa settimana il Venerdì di Repubblica, attratta dal modo di vivere degli Amish, la davvero affascinante setta che in America vive come nell'Ottocento. 
Certo che viene voglia di tornare indietro, quando tutto era (o così sembra a noi) più faticoso ma più semplice.   
Sottovalutare questo desiderio di semplicità a me pare il grande errore della sinistra, che cerca di ritagliarsi uno spazio e un ruolo adattandosi e confondendosi con un mondo che ormai è quasi tutto incoerente, contradditorio e impossibile, quindi, da gestire senza sottili distinguo e compromessi discutibili.

Ma d''altro canto: è bene che Oviesse diffonda musica araba? Certo che sì, è anche da questi cambiamenti della quotidianità che passa l'integrazione fra popoli diversi. Ma è bene anche se così cercano solo di conquistarsi altri consumatori? Eeeeeeh, be', ecco, il marketing, il consumismo, la povera gente che si svena per comprare tre tutine al bimbo invece di due, tre cellulari al posto di nessuno... 
E' bello, no, che i ragazzi rivalutino le bici? Ma se poi serve per consumare preziose risorse per fabbricare bici che verranno abbandonate nei box fra un anno? Eeeeeh, be', sempre meglio che un altro motorino, meglio che rimanere svaccati davanti alla tv, ma insomma, ecco, lo spreco, la moda...
Se non ragionare è facile, bisogna ammettere che ragionare sta diventando sempre più difficile.

Così, forse è per questo che trionfano gli integralismi, ma anche gli Amish e magari perfino Greenpeace: obiettivi chiari, semplici, definiti. 
Che le nostre vite, così brevi comunque, non sono fatte per farci stare dentro tutto quel sacco di cose che ci stiamo infilando:  per ottenere quel risultato non si può non sacrificare l'approfondimento, la riflessione, il ragionamento appena più complesso. 
E questa è una cosa che al Potere - per usare una definizione molto sessantottina ma ancora buona - piace un sacco.

A un certo punto ci sarà, io penso, una specie di ricetta per uscire da questa impasse: un po' come succede anche nelle storie d'amore (o di disamore), quando improvvisamente tutto ciò che sembrava irrisolvibile senza aggiungere casino al casino diventa chiaro, col suo prezzo e il suo vantaggio, e si fa. E' successo così altre volte, nella Storia, e chissà se qualcuno prima o poi scoprirà anche perchè l'umanità ha bisogno - individualmente e collettivamente  - di arrivare vicino (o dentro) alle catastrofi prima di cominciare a ragionare.

Nel frattempo, noi Farfalle della Rivoluzione possiamo intensificare il nostro lavoro di cogliere fior da fiore, prendendo una cosa buona qui e una buona là, per resistere a quelle cattive che imperano. 
Non rinunciando alla Cultura, prima di tutto, che va difesa con curiosità, senza chiudersi nel già noto (quanto di noi leggono libri di autori non occidentali? quanti ascoltano musica di altri popoli? quanti conoscono le arti figurative orientali? o l'arte contemporanea, o le filosofie che si vanno affermando?), e il ragionamento in secondo luogo, che ben si fa a mettere qualche pulce nella testa dei grilli, e anche di altri. E anche di noi stessi. 
E poi, chissà, magari provare a smettere di ragionare a blocchi di pensiero avrebbe un suo senso: il beppegrillo lui mi dà il voltastomaco, ma posso ben firmare una petizione dei grillini, se la condivido. E magari si può anche smettere di pensare che il nostro voto premi tutta l'intera  politica di un partito, o che un partito che in quel momento può essere utile (e non bello, giusto, bravo e puro) si possa votare per poi opporsi a ciò che non ci piace, anche se gli abbiamo dato il nostro voto. Con alcune barriere che mi sembrano essenziali: e su questo sono dell'idea che le discussioni dovrebbero essere ben di più e ben più toste, data sì la fascinazione delle destra su un parte della sinistra.
Si rientra così nella complessità? Io non credo: credo anzi che tornare a cercare un rapporto diretto fra le proprie azioni e un risultato sia un inizio di coerenza. 
Tutto sta, per ora, a capire qual è il risultato a cui teniamo. Non che sia poco, ma.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

In quello stesso numero del Venerdì degli Amish c'è un pezzo di Curzio Maltese perfetto su quello che la sinistra deve fare, a cominciare dal fottersene di quel che diranno di noi Casini e Bertone.
Mica convinto, su Grillo e grillini: Dario Fo - mica musse, il nostro Dario Fo - che va al raduno di Grillo per annusare l'aria dà - o no? - più forza a Grillo, che poi presenta un candidato in Piemonte e fa vincere il leghista Cota? Gli utili idioti, mi spiace, vanno isolati e bon. Ma apprezzo l'apertura del dibattito.Ultimo comma: ma perchè gli Amish sì e Mea Shearim no, allora?
Infine è morto Raffaele De Grada, 94 anni, e i giornali ricordano che era stato deèputato del Pci. E il Movimento studentesco? E i gruppi? Niente, un altro bel ventennio rimosso.
gnomus

lanessie ha detto...

Io Dario Fo dai grillini mi ha fatto un po' scazzo. ecco.

Il commento profondo della nessie

lastreganocciola ha detto...

@entrambi: altrio che scazzo. ma non credo che rafforzi più di tnato, credo che la stessa cosa del disperdere i voti l'hanno sempre detta anche a noi. Certo,noi non avevamo un provocatore rimbambito come leader, però il punto non è questo, sennò ha torto chiunque si ponga come alternativa a chi - in teoria - può "non perdere". Ma in realtà ha già perso, per rimanere all'esempio, con la politica sui notav.
Inutile, lo scazzo c'è e mica poco, ma forse bisogna ormai essere più duttili, no?

Quél de Varés ha detto...

Mi ri-scuso per l'assenza. Ma ora che c'ho internette in casa - forse - mi risulterà più agevole.

Commemtare un post così, per me che sto facendo della Complessità uno scudo e una spada contro la becera ignoranza dei Rasoi di Occam che imperversano qui al nord, è un vero piacere.

La risposta facile, quella che permette di "fare subito" è uno dei mali peggiori di questa stagione politica.

Ci sono in atto migliaia di "programmi attuativi", ma nessuno "progetto futuribile".

Insomma, la nostra povera Italia è presa in quel gorgo del "ghe pensi mi" tutto brianzolo, varesino e comasco che conosco fin troppo bene e che fatico - da dentro - a combattere (ché io stesso ne sono stato salvato).

Fortunatamente c'è ancora, in queste terre, chi fa del discorso articolato e complesso una risposta multipla a questa strategia dell'idea"semplice e vincente".

Speriamo che "la sinistra" non cada in questa destrosa tentazione e si faccia paladina di progetto ampi, articolati e sistemici.

lastreganocciola ha detto...

ehilà, Quel de varès :-) Mica capito se mi dai ragione o torto o nessuno dei due, ma comunque mi vien da precisare: la "politica del fare" me mi fa schifissimo, che è come dire che basta mettere insieme due rametti per aver fatto una casa. e così pure la troppo facile percorribilità delle idee apparentemente semplici, come quella dei paramentari con la fedina pulita citata dalla nessie. Al contrario, la collaborazione fattiva su progetti di medio respiro - come le mile iniziative di vita sostenibile - o le alleanze tattiche ( nel senso di non strategiche ancorchè sincere) su possibili soluzioni immediate a problemi che richiedono lo sforzo di tutti, o sulla difesa di preziosi spazi ancora esistenti, mi sembra opportuna. Anche in presenza di differenze - ma non di incompatibilità - ideologiche o di pensiero. Per il resto, certo, evviva la complessità : fatti non fummo per viver come bruti :-)

Semper mì ha detto...

Sì Sì, è proprio quello che intendevo dire...

Vorrei tanto che questo modo "del fare" o questa rincorsa alla "risposta semplice" non oscuri il pensiero critico, alternativo e laterale che dovrebbe essere parte integrante del progettare un futuro che sia nostro e fattibile.

Di qui a bandire ogni soluzione ragionata che metta in atto soluzioni efficaci e rapide, me ne guardo bene! ;-)

Enzo Costa ha detto...

Io ti do ragione, e non pienamente solo per evitare di cadere in un basico integralismo. In generale, sarei per ossimorizzarci: mi piacciono le persone pesantemente lievi, e viceversa.
E.