Sono state fatte (con Fimo e bottoni) le maniglie per l'armadio che le aspettava da febbraio, è stato appeso lo stemma di famiglia (l'insegna della polleria dei miei nonni) e si è ricreato l'Angolo dello Gnomo (con tavolino mignon irrinunciabile, come direbbe un'agenzia immobiliare).
L'urlo di Munch gonfiabile e gonfiato ha trovato la sua collocazione e io non devo più stendere contorcendomi come un derviscio, chè il balconcino è stato sgombrato.Sono stati fatti progetti di guadagni etici e divertenti (no, non dico quali sono, per ora: ma pensate all'improbabile e aggiungete un po' di assurdo), e subito dopo progetti di spesa -uh, quanto siamo più bravi, in questo.
E già che eravamo in vena di repulisti, è capitato anche di spazzare via un eccesso di
soldatinismo coraggioso che era lì a mettere in tensione tutto il resto: ma per fare ciò ci sono voluti un po' di passaggi - non del tutto piacevoli, neh? - compresa una furente camminata sotto la pioggia, sul mare grigio sotto i mattoni rossi e bagnati della Passeggiata di Nervi, fino in fondo. Bellissima, pur nel silenzio e nella rabbia che non si smaltivano neppure sulle panchine azzurre appiccicose di sale.E poi ci sono stati un po' di amici e un po' di risate, un bagno crepitante (ah, è troppo carino: li vendono in bustina, nei reparti bambini) e la voglia di fare un sacco di cose nonostante l'ennesimo tentativo di eliminarmi. Che dev'essere come per Babbo Natale, che se non ci credi non ti porta i
regali, ho pensato: lassù qualcuno mi odia, essendo io atea più atea. A dimostrazione, questa volta mi è caduta addosso una lastra di marmo: piccola, d'accordo, ma sempre di marmo era. E io, tiè, con un triplo salto carpiato l'ho evitata, mi ha colpito solo di striscio alla gamba, come Tex Willer. E finalmente ho potuto sfoggiare i cerotti neri con i teschi, ben in vista.
Ma le ferie sono finite da otto minuti, perciò devo sbrigarmi a contarvi la conclusione: che è stata l'Aperitivo delle Capre di Mare. No, non è Kamasutra, è un doppio Mojito in un posto che definire affascinante è davvero fargli torto per difetto. E' dentro il mare, in pratica: per arrivarci bisogna aspettare lo stacco fra le onde.E poi si è lì, tra una fila di cabine azzurre e una ringhiera, nella luce dorata che si spegne laggiù, a guardare il traghetto che pian piano raccoglie la luce dell'orizzonte fino a sembrare un iceberg, e le onde dalla spuma sempre più bianca nel buio che aumenta. I gestori sono giovani, e carini, la roba buena, e la colonna sonora ha fornito il tocco finale di surrealtà, con Joe Hill di Joan Baez. Non si corre il rischio di stufarsi, di un posto così: anche perchè quasi duecento gradini tagliati negli scogli, più una lunga creusa lo difendono bene dal pericolo di risultare "troppo visto": se c'è qualcosa di peggio delle creuse in salita e dei gradini in discesa per arrivarci, sono i gradini in salita e le creuse in discesa del ritorno, al buio, e con i mojitos in corpo. Ma merita, merita assai.
Dulcis in fundo, non solo abbiamo trovato sulla bancarella di corsitalia il prezioso volume "Le domande della gente a Bertand Russel e le sue risposte", ma ho avuto la sorpresa di sentirmi orgogliosa delle mie origine comasche. Chè, diciamolo, non è una cosa che in cinquant'anni mi sia capitata spesso, specie dallo spargersi velenoso della leganort in poi: ma questi comaschi che cacciano via Dell'Utri gridando "Mafioso, mafioso" e poi cantano Bella Ciao mi sono piaciuti proprio.













