giovedì, aprile 23, 2009
DI SOGNI E PRINCIPESSE
Su questa cosa dell'accontentarsi e del non farlo. Urgh. Io non lo so cosa è giusto, da tanto ci penso e ancora non lo so.
Forse, anzi, dovrei dire che non lo so più: perchè, in verità, ho sempre teorizzato e messo in pratica il Non Accontentarsi.
Che non vuol dire non essere mai contenti: ma perchè tenersi una baby-sitter maffa, una casa buia, una maestra scema, i prof incapaci e via di seguito? Si cambia, si cambia finchè non si trova un insieme che va bene, che ci corrisponde. Via, via, chè l'accontentarsi è pigrizia, è carenza di fantasia e coraggio, è rassegnazione. Questo lo penso ancora: Lo penso ancora sulle baby-sitter, sui prof, sulla casa.
Non lo penso, e forse non l'ho mai pensato, sugli amori. Le storie d'amore, nessuna esclusa, sono della stessa materia dei sogni: nei sogni si conosce con esattezza il significato di parole che non esistono, si raggiungono città nascoste sotto falsi nomi, si gira nudi senza suscitare neppure stupore, gli ascensori fanno un sacco di paura e i bastoni chiodati, magari, meno.
La logica si sovverte e cambia continuamente, anche nel corso dello stesso sogno, la coerenza è un optional e la trama riserva sorprese continue.
Detto così, sembra che se uno si innamora diventa, ipso facto, psichiatrico. E forse è un po' così, in effetti. Non li hanno mica ancora studiati bene, i meccanismi attraverso cui la specie umana si perpetua, contro ogni buon senso.
La logica di coppia, in ogni caso, non è la stessa logica della vita. Quando fra le due c'è molto iato - la classica vignetta del manager superman tiranneggiato dalla moglie - si diventa oggetto di facezie, ma si può ugualmente stare benissimo. E nella logica di coppia ci stanno un sacco di cose che, viste da fuori, appaiono strambe, buffe, sbagliate, perfino quasi aberranti e perverse. Altrimenti, che ne sarebbe del gossip? Ma, gossip a parte, chi è dentro la coppia solitamente non vede le cose nello stesso modo: dentro al sogno il nostro cappello in cui nidificano tre piccoli dinosauri è bellissimo e tutti ce lo invidiano.
Poi ci si sveglia e, ammesso che ci si ricordi nitidamente il sogno, si ride: maddài, pensa che nel sogno mi pareva bello!
Così, quando si esce da un rapporto di coppia è inevitabile chiedersi: ma dov'ero? dov'ero io, in tutto questo periodo? A differenza del sogno sognato, non c'è una separazione fra sonno e veglia a fare da distinzione: ci sembra di essere "normali" sia prima che dopo, sia in coppia che single. E lo siamo, salvo che ragioniamo in modi diversi, seguendo logiche coerenti al loro interno ma fra loro differenti: se la logica di coppia fosse uguale a quella della singletudine, i figli non si farebbero. E qui chi vuole ci metta tutte le sue riflessioni su quanto, appunto, la ricerca di una "felicità" individuale immediata e spesso superficiale produce coppie di genitori assolutamente inadeguati, proprio perchè non riconoscono la logica di coppia, di specie.
Ma, come distinguere il giusto adattarsi a una logica di coppia dall'accontentarsi? E' un bel mistero, già. Perchè in tanti anni mi sono detta, guardando coppie sfasciarsi o rimanere insieme, che non c'è proprio nulla di prevedibile, ma neppure di "giusto": la coppia ci cambia, che ci piaccia o no, che ce ne accorgiamo o no. Succede più alle donne che agli uomini, e non sarò io a smentire la necessità di mantenere l'autostima e il rispetto di sè anche nel rapporto di coppia. Di mantenere, ancor più, la leggerezza e la coerenza con se stessi - che non significa non cedere di un millimetro su niente.
Ma, ecco, il non accontentarsi cosa ha a che fare con le principesse, con le canzoni, con i mazzi di fiori? Ognuno di noi vuole sentirsi prezioso, certo, e in mille modi: ma il sentirsi preziosi deve venire da dentro, dalle cose antifasciste come dal proprio lavoro, dagli amici come dalle letture, dal quanto si riesce a dare agli altri e quanto si riesce a stare bene con se stessi. Ecco, allora forse non ci si può, non ci deve accontentare quando una storia sembra minare stabilmente queste cose, quando lo stress del mantenerla, oscura il resto della vita e lo rende meno bello. Ma non sono sicura neppure di questo: perchè a volte quello che può sembrare un accontentarsi può anche rivelarsi, superato quello specifico scoglio, un amore lungo e duraturo.
E allora, ecco, forse ciò di cui non bisogna accontentarsi, in assoluto, è poi solo il non-amore: e non è detto che sa sempre quello altrui, chè chi vivacchia con una persona che non ama più è triste assai. E se a volte i confronti possono essere rivelatori, più spesso sono falsati e inutili, come il dolore che dicono si provi all' arto amputato: ci vuole poco a far sentire preziosa una persona quando tutto è nuovo, è bello, è senza fatica, quando non si chiedono e non si offrono impegni.
Quello che conta è poi invece la somma delle cose, in un anno così come in una vita, è l'equilibrio che si crea anche se assomiglia alle montagne russe, è la capacità e la possibilità di ritrovarsi quando ci si perde. E' la lealtà a sè stessi e all'altro, anche nei momenti peggiori ( che non va confusa con la tremenda sincerità a tutti i costi), è il mantenere la propria dignità.
Le Piccole Donne, una per l'altra, si sanno forse accontentare: ma nessuna viene meno alla propria dignità, e ciò crea già di per sè un distinguo, uno steccato, un cancellino che si apre al professor Baher e non ad altri. Si parla forse delle "attenzioni" del professore Baher verso Jo? Può darsi, ma non me ne ricordo: quello che conta davvero, nella loro storia, è la solidità delle loro coerenza con se stessi.
Poi, certo, un uomo che sceglie il vino e ti porta i fiori e ammira come ti vesti e come parli e come lavori e come scopi...be', schifo non ci fa a nessuno. Ma a cercarlo per la vita intera si rischia di cercarlo per l'intera vita. Suvvia, diciamolo: anche per noi, quanto dura il periodo in cui ci viene facile, spontaneo e bello far sentire prezioso l'uomo con cui stiamo? ecco, appunto.
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5 commenti:
ma che bel post ma che bel post! :))))
ma che bel post, accant a t
gdb, ma ttb
le attenzioni del prof baher...mmmm... durante il corteggiamento....
mmmm
ecco, appunto
:-D
ho letto il tuo post ....sono sul tuo tracciato e mi rivedo e mi ripenso e non mi scappa da sorridere ma urlerei e sei tu che in qualche modo mi aiuti non voglio rassegnarmi e voglio stare bene con me stessa e forse no riesco a far sentire prezioso chi mi vive accanto
@anonimo: non capisco bene cosa vuoi dire, ma non vuoi scrivermi sulla mail? l'indirizzo è sul blog...
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