mercoledì, novembre 23, 2011

NON C'E' MIGLIOR SORDO

E va bene, mi arrendo di fronte all'obnubilamento di questo periodo, ma ho ugualmente voglia di scrivere e perciò rubo una storia non mia. Anche se, pensaùnpo, risale "solamente" al 1960, che è l'anno di stampa del libro - il "Nuovo segretario degli amanti", un manuale di corrispondenza amorosa, come si usavano ancora per aiutare chi non sapeva mettere insieme due righe senza sentirsi profondamente ignorante e, soprattutto, di ciò si vergognava.

Protagonisti della storia sono Tipo e Tipa, in questa attuale versione. 
Tipa scrive infatti a Tipo che lui le garba e che si è consultata con i genitori, i quali non hanno ricevuto che buoni reports: dunque, che aspetta, a fare la sua proposta, "dal momento che ho notato la vostra assiduità nel seguirmi" ?
Risposta di Tipo: "Signorina, sono innamorato cotto di voi e bisogna che ve lo dica: sono abituato a dir tutto francamente e ad andare dritto al mio scopo. Volete accettare e dividere l'amor mio? Un sì mi farà volare in capo al mondo."
" Cavolo! Dici davvero, Tipo?"  Ecco, Tipa non dice proprio così, ma un crescendo di bigliettini ci fa arrivare a quello in cui Tipo arriva al punto:  Ci siamo visti troppo poco perchè io mi decida a farle la proposta di matrimonio, Signorina, dal momento che non ci siamo mai parlati" .  
Anni 1960, vorrei ricordare, casa editrice Bietti di Milano.
Tipa, piccata, risponde che lei non ha nulla in contrario ad incontrare più seriamente Tipo, e con questo ogni lettore dell'epoca capisce che Tipa desidera il classico incontro davanti ai genitori (di lei, ovviamente), ma Tipo risponde picche.  Lui proprio non gli piace parlare se c'è qualcuno che ascolta, neh? Invoca il diritto di privacy con toni decisi e Tipa capisce che non è il caso di traccheggiare: "non dovrei, ma siccome sono curiosa assai di conoscervi (dovete essere un bell'originale) "  lo avverte - ma, attenzione, specificando che non è un appuntamento -  che la sera dopo sarà ai giardini dalle otto alle dieci "con una mia parente, molto sorda".
Tipo, in risposta:"Dio vi benedica, e benedica la vostra sorda parente che non udrà le nostre parole. Grazie infinite, tesoro mio; verrò ad offrirvi in persona il mio amore e tutto me stesso."
Considerazioni morali, politiche, etniche, culturali e sentimentali si possono sprecare su questa piccola storia di mezzo secolo fa: ma anche senza volerne fare un emblema che sarebbe fuor di misura, qualche pensierino  ce lo possiamo fare su, ogni tanto. Ma possiamo anche solo sorridere al pensiero di quella povera parente sorda utilizzata spesso, evidentemente, come invidiato chaperon.

2 commenti:

Aglaja ha detto...

mumble mumble.. chi è l'autore? mica un tal Cesare Causa? Se sì, trattasi di ristampa di operina di un certo successo degli anni '20/'30.
A.

Aglaja ha detto...

Errata corrige: ho fatto una ricerchina e ho scoperto che le prime edizioni del Segretario sono ancora più antiche: Cesare Causa, Il segretario galante ossia modo di scrivere lettere amorose sopra ogni sorta di argomento aggiuntovi l’epistolario degli amanti celebri ed altri scritti galanti, Firenze, Adriano Salani, 1887. Quella che avevo in mente io era già una ristampa anastatica, pensa te!