sabato, luglio 16, 2011

DALL'ESTERO, INFINE

.. che in verità siamo già tornati, ma c'è ancora un sturielèt che mi va di contare.
E' la storia di una torre, anzi due. 
 Due torri mica tanto belle, niente a che vedere con dame e cavalieri: la prima sarà lì da un trenta-quarant'anni, nel quartiere industriale, ed era un silo per lo stoccaggio di qualcosa che non so più. 
Il quartiere industriale non è più tale, come ovunque nel mondo occidentale, e lo stanno trasformando a tutta velocità in un' ampia zona di servizi culturali, sociali e di divertimento: passando sotto un viadotto ferroviario trasformato in percorso sportivo che collega velocemente al centro, si arriva nell'ex-quartiere operaio, dove c'è un enorme parco con fontane-piscina per i bambini, e dove le strade hanno nomi di uomo, come altrove di fiori: Giuseppe, Heinrich, Gustav... Ora è abitato da immigrati, come del resto già ai tempi delle fabbriche, ma questa è un'altra storia. 
La storia della torre, invece, vede l'installazione sul vecchio silo ( che di vecchio non ha nulla e scintilla nel sole) di un lunghissimo pannello solare, in modo da sfruttare al meglio l'altezza dell'edificio. Per motivi che non ho ben capito, a chi sta realizzando le strutture per rinnovare il quartiere viene in mente che un'altra torre, uguale o più alta della prima, non ci starebbe male, sempre con i suoi pannellini solari. E quando dico "torri" non sto parlando di Empire eccetera, ma dell'equivalente di un grattacielo di venti piani, o giù di lì. 
Ma.
Un edificio crea ombra. Un edificio più alto crea più ombra. E in un Paese in cui i mesi invernali sono lunghi e grigi, l'ombra non è la benvenuta. Quindi, la gente che abita lì intorno si oppone alla costruzione della seconda torre: e se poi mi toglie il sole dal mio balconcino? e se poi al mattino non ho più neanche quel po' di luce?
Chi governa la città si guarda bene dal prendere per il culo queste persone, dal tacciarle di egoismo e dal lanciarsi in vaghe rassicurazioni: chiede invece al progettista della torre di calcolare l'impatto dell'ombra. E lui, precisino, si mette lì e calcola, ora per ora e stagione per stagione, quanta ombra farà la torre alle case circostanti. Terminato lo studio, gli oppositori lo ricevono, lo valutano e infine si esprimono sulla costruzione della torre, insieme a tutti gli altri, attraverso un referendum locale . Che, valutati per bene i pro e i contro, questa volta viene giudicata fattibile.
A questo punto forse è facile capire che l'Estero è la Svizzera - la città, Zurigo, che non è proprio una cittadina morta la cui amministrazione non ha nulla da fare. 
La Svizzera da noi non gode buona fama: in parte per come ha trattato gli immigrati quando gli immigrati eravamo noi ( e voglia il destino che gli immigrati di oggi non siano altrettanto rancorosi degli italiani, chè di sicuro ci stiamo comportando ben ben peggio degli svizzeri di allora), forse per altri fondati motivi. Ma, sicuramente, perchè gli svizzeri hanno fama presso i popoli latini di essere piatti, privi di fantasia, maniacali e ordinatini, così che non si può fare a meno, no?  di sbeffeggiarli o, nel migliore dei casi, compatirli. 
Vuoi mettere, infatti, come ci divertiamo un sacco di più noi, a prender botte da dieci anni dalla polizia contro la Tav, a galleggiare nella rumenta, a prenderci per il culo reciprocamente con i nostri governanti? Uhhh, ragazzi, non c'è paragone, suvvia.

2 commenti:

Aglaja ha detto...

Non resisto:

http://www.youtube.com/watch?v=LDplfsZxrbg&NR=1

;-D

A.

lastreganocciola ha detto...

Sì, è una grande citazione :-) , eppur falsa. Non a caso è la battuta del bastardodentro....