mercoledì, luglio 13, 2011

DALL' ESTERO 2

Hanno evidentemente litigato, basta guardarli per saperlo. Uno di quei litigi dove lui non capisce bene cosa ha fatto, ma lei lo sa benissimo. E infatti sta seduta tutta rigida, tutta in pizzo, incurante della gente che la guarda. Lui, un po' marpione un po' strisciante, le si avvicina e le gratta piano la schiena. Lei si scosta con ostentazione. Lui aspetta un po', quindi si spinge sul sedile fino a raggiungerla di nuovo e ci riprova, con quel gesto di affetto sulla schiena. Lei si sposta, ancor prima che lui abbia completato la manovra. Lui si guarda intorno, sconsolato, accenna a un terzo tentativo e lei si sposta ancora più lontano. Allora lui rinuncia: con acume psicologico non facile da trovare nel genere maschile, si limita ad osservarla di sotto su, l'espressione avvilita e mortificata, le braccia abbandonate lungo il corpo. Rimane in attesa, e fa davvero pena quella sua grande tristezza, quel suo evidente non capire la propria colpa.
Lei continua a ignorarlo, e lui niente, non accenna più neppure un gesto, solo il viso si allunga sempre più. Ma ecco che lei cambia posizione, si gira di tre quarti verso di lui, pur continuando a non guardarlo. E lui immobile, riesce a non approfittare di quell'evidente apertura, e fa bene: dopo un'adeguata pausa, ecco che lei gli si avvicina, gli appoggia la testa sulla spalla.
Sinceramente sollevato,lui cambia del tutto espressione e i più amorevoli sentimenti gli appaiono sul viso mentre, finalmente, può cominciare a spulciarle la schiena sicuro della buona accoglienza di lei.
I due oranghi hanno fatto pace: lei si lascia coccolare un poco e poi va via. Lui forse avrebbe voluto di più, ma la prende con filosofia e, come tutti i ragazzi del mondo, liberato dai problemi immediati di cuore può finalmente divertirsi un po'. Si gira verso i visitatori, li scruta, li prende un po' in giro con un sorriso a mille denti attaccato al vetro, e infine se ne va anche lui, seguendo la sua bella.

Nota:
Non sono favorevole all' istituzione zoo, tuttavia credo sia un po' ipocrita o troppo ingenuo far finta che tutti gli animali potrebbero ancora vivere liberi, dato che il ritmo con cui si estinguono le specie. In ogni caso, gli oranghi di cui racconto sono due giovani nati entrambi nello zoo, come i loro molti compagni- tra cui un piccolo giocherellone ed incantevole- da tre individui originari nati a loro volta nei centro di conservazione e salvaguardia di Jersey e di Stuttgart.

1 commento:

Aglaja ha detto...

Fantastico racconto: tastiera preziosa, la tua! (una volta avrei scritto "penna": sic transit..)
A.