domenica, agosto 23, 2009
REPULISTI
E così, nonostante gli inviti di amici carini molto molto, che hanno fatto a gara per offrirci soggiorni e gite ai mari e ai monti, questa tranche di ferie è passata qui nel barrio alto, a scoprire la nostra personale "decrescita felice" . Che quelli che da sempre gli piace la vita sobria forse gli viene da ridere a sentirmelo dire perchè io e l'uomobarbuto siamo invece sempre stati per l'accumulo. Pur con la stessa macchina da ormai dieci anni e per di più bottata, con gli stessi cellulari finchè non muoiono di morte naturale, con la stessa tv affetta da un'obesità che denuncia la sua annosa esistenza: ma, vittime delle nostra curiosità un po' infantile, con la casa piena di giochini e vecchie tecnologie (la pompetta del DDT, ad esempio, o il tampone da scrivania per l'inchiostro) e fischietti e macinini e poster e quattordici coppette da macedonia e i bicchieri che dondolano. E libri e libri e libri.
Molto di ciò che abbiamo in casa ha un storia dentro che non si può abbandonare, ma molto anche no. E, in ogni caso, anche le storie invecchiano, cambiano, si dimenticano, ed è giusto così.
Perciò, mentre scoprivamo i divertimenti più sani ed economici in questa nostra estate cittadina - tra i quali ho dimenticato di citare il trashsushi della Fiumara, scoperto dal KGgB, dove mi sono divertita assai ad impilare davanti a me mille piattini ormai vuoti di minibontà giapane, afferrati al volo dal nastro che scorre vicino al tavolo - ci siamo anche dedicati allo sgombero materiale e morale della nostra esistenza. Qualcuno ha scritto che si passa metà della vita ad accumulare oggetti e l'altra metà a cercare di darli via e se noi facciamo eccezione è solo per la qualità un po' bizzarra degli oggetti stessi: per fortuna, ci è venuto in soccorso un amico che ha riaperto (dopo un'esperienza di anni fa) un Mercatino dell'Usato ben gestito, alla Foce. Così la decrescita è più facile: quello che non serve più ma che ad altri (presumibilmente trentenni) servirà, trova subito una collocazione e frutta anche qualcosa. Il trucco, naturalmente, è riuscire ad evitare di tornare a casa con più roba di quella che si è portata, ma basta un po' di impegno, in fondo.
Quello che non si può vendere neppure per poco, ma magari a qualcuno può servire si lascia, in un sacchetto trasparente, sopra i cassonetti: ebbene sì, è una pratica un po' da terzomondo, a volere essere critici. Ma al tempo stesso non mi dispiace: io l'uomobarbuto ci chiedevamo se è un'usanza tipicamente genovese o se è diffusa ovunque, fatto sta che anche qui nel barrio alto la roba ancora utile è lasciata in bella vista per chi la vuole.
E poi, ancora, si divide, si smista, si scambia, si regala: ancora troppo poco per i miei gusti, chè a mio parere si dovrebbe essere meno riluttanti e meno pigri nell'organizzare baratti di informazioni, recapiti, oggetti e magari anche lavori e lavoretti. Per esempio, io cerco da un bel po' qualcuno che sappia cucire un pochino perchè non ho più federe per i miei cuscini fuori misura e contemporaneamente (ma non necessariamente in cambio che le persone possono essere diverse) ho sempre libri che mi avanzano, tanto per citare l'eccedenza più facile e banale.
Non sarebbe bello organizzare una melalista/sito/bacheca fra tutti noi amici e amici degli amici per sapere cosa cerca e cosa offre chi, prima di chiedere ad altri o di comprare?
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4 commenti:
Io ci sto in pieno: ci ho da smazzare un elmetto vietcong, una parrucca bionda e un tappo per la vasca da bagno con una rana galleggiante :-)
repulisti....repulisti noi e la nostra generazione .
le nostre case e quelle di coloro che ci hanno preceduti
Pensieri simili, situazioni che in qualche misura ci avvicinano
Condivido la tua idea della lista di oggetti ...e sono disponibile a collaborare
Ho anche una casa da smontare (della nonna ) e qualche appunto da maestra da riclicare........
Abbracci
figurati se la cosa dei sacchetti di plastica trasparenti è solo del barrio alto...al Carmine sembra che facciano venti traslochi al dì...! la differenza è che da me non mettono neppure il sacchetto :-)
@e.: il tappo con la rana è mio, naturalmente! posso darti in cambio.... mmm, fammici pensare....
@ anonima bistrega, ti aiuterei volentieri a disfare la casa di nonna: speriamo che l'autunno sia più facile da gestire, dài.
@ lanessie: no, dicevo che lo fanno perfino qui, ma ci chiedevamo se è usanza genovese o diffusa.
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