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Un vantaggio dell'età è che si tende a essere più tolleranti. Uno svantaggio dell'età è che si tende a essere più tolleranti.
Così, intervengo solo ora nel dibattito virtuale scoppiato sul blog dell'amicae. che ha per oggetto la commercializzazione anche in Italia della RU486, e confesso subito che non ne capisco i toni.
Riassumendo per chi non ne sa, all'intervento di una lettrice estemporanea, tal Pierellina, è seguita un'alzata di scudi - in cui sono state dette molte cose buone e giuste - di buona parte della Comune-ty, in difesa della libertà di scelta della donna e della "non-colpevolizzazione" dell'aborto.
Ora, a me le sacrosante indignazioni piacciono un sacco: ne ho spesso anch'io, nonostante ciò che ho appena detto, e spesso le ho su argomenti e fatti che a tante altre persone sembrano del tutto normali.
Ancora più spesso, però, le mie reazioni sono, come dire? "possibiliste". Cerco di essere comprensiva, di vedere le ragioni altrui, di rimanere obiettiva. Non sembri presunzione, anche perchè il provarci non significa riuscirci.
Però, prima di tutto, non mi va di essere sempre in guerra col mondo in generale: credo di
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Fatta questa lunga premessa, a me pare che pierellina abbia un po' di idee confuse, ma neppure tutti i torti: il suo primo commento, infatti, mi pare metta l'accento (non troppo comprensibilmente, va detto) sulla deresponsabilizzazione dei medici. Oddio, non è tanto giusto, ma neppure così sbagliato, mi pare: un IVG chirurgico richiede un atto preciso,
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D'altro canto, io appunto non credo che la commercializzazione della pillola in Italia rappresenti un grande passo avanti: è giusto dire che così chi abortisce ha possibilità di scegliere in che modo farlo, ma a me pare che la decisione rappresenti una vittoria della società civile e laica più che delle donne. Che in ogni caso dovranno affidarsi a un medico che non sempre rispetterà la loro possibilità di scegliere basandosi piuttosto sulla disponibilità della sala operatoria o sulle proprie convinzioni. (Parentesi: non sto sostendendo che del medico si dovrebbe fare a meno, guai. Ma tutta la partita della medicalizzazione della vita femminile, che ha contribuito a togliere alle donne il "potere" su se stesse è ormai discorso dimenticato, mentre dovrebbe essere importantissimo).
Pierellina dice poi che l'aborto è una merda, che in ospedale ci sono tanti compromessi, che la Chiesa fa il suo dovere verso i fedeli e altro
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Tendo a credere, avendo provato quelle post- parto, che possano essere più o più più forti: e dubito, come sopra, che alle donne sarà data una vera "possibilità di scelta" informata ed obiettiva. Quindi spiacente, pierellina, ma al contrario di te credo che più provi dolore più tendi a rimuovere: forse non i fatti ma quasi di sicuro i ragionamenti al riguardo.
D'altro canto, mi par di capire che siamo tutti d'accordo sulla necessità di ben informare su tutti gli aspetti, compresa la pillola del giorno dopo, piuttosto che di ricorrere a "responsabilizzazioni" tardive: chè, se anche fosse vero che il problema sono le ragazzine viziate, allora bisognerebbe prendersela con i genitori, no?
In realtà, a ricorrere all'aborto sono, oggi come ieri ed è sempre stato, donne che non possono tenere un figlio per i motivi più diversi, su cui nessuno ha il diritto di sindacare: e mentre si fa passare la pillola abortiva, si rende più difficile e pericoloso, se non impossibile, l'accesso alla sanità pubblica degli immigrati. Come se non bastasse la difficoltà, per chiunque, di ottenere un IGV: in Italia, il tasso di obiettori di coscienza tra i medici e non, è infatti altissimo. Il 60% dei ginecologi, 46% degli anestesisti, 39% del personale non medico: e sempre più succede che, dati questi numeri, chi non sarebbe obiettore di coscienza lo diventa per non essere confinato in una luminosa carriera fatta solo degli IVG che gli altri si rifiutano di praticare.
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E poi si scopre, oh, to', che donne e ragazze di quel tipo che è onestamente difficile definire "viziate" (donne e ragazze che non hanno le "conoscenze" così preziose in Italia, ad esempio, che non hanno mai sentito parlare dei consultori pubblici, che sono spaventate e inermi) sia straniere che italiane abortiscono usando un farmaco antiulcera, molto rischioso per la salute, e non poche volte ne muoiono. Tanto che un gruppo femminista cileno cerca di evitare guai peggiori offrendo "Informacion segura" su internet - dove si può comprare il farmaco - a chi comunque decide (e non "sceglie", neh? chè la scelta è ben altro) di abortire così.
Succede spesso, nella vita, forse addirittura succede a tutti, di pensare che quelli a cui le cose non vanno bene siano non solo sfigati, ma anche un po' colpevoli. Succede spessissimo alla Comune-ty, succede a pierellina quando pensa alle "ragazzina viziate" dall'alto della sua famiglia che si dice regolare e si presume felice. Non mi sembra che ciò basti a considerarla un "nemico di classe", in effetti. A me sembra una persona emotiva, che dà per scontate un sacco di cose e in più non si spiega granchè bene: ma credo che in una discussione più pacata da entrambe le parti sarebbero emersi più punti di contatto di quanto non sia successo.
Come su ormai troppi altri temi,
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Io non credo in questa forma di contrapposizione: credo che dovremmo accogliere con favore e gentilezza chiunque abbia voglia di confrontarsi davvero, credo che se non abbiamo voglia di discutere personalmente possa sempre esserci qualche sito a cui indirizzarli, credo che sia sbagliato presumere prima di tutto la cattiva fede ed esercitare prima di tutto l'aggressività.
Credo che anche questi modi di fare, che facilmente escludono le persone meno intellettualmente privilegiate di quanto siamo noi, sia fra i motivi della debàcle della sinistra: forse non fra i motivi più importanti, ma neppure così minimo come tendiamo forse a pensare. Che, da sempre, l'attività principale di chi si pone l'obiettivo di cambiare la società è stata quella di discutere, elaborare, ragionare, spiegare: a chi forse non ha del tutto coscienza delle ingiustizie del mondo, ma non è comunque dall'altra parte per scelta. E penso anche che noi stessi siamo i primi che dovrebbero ragionare di più, e meglio, sulle cose; che dovrebbero informarsi, confrontarsi, fors'anche annoiarsi un pochino nel tentativo di comprendere la realtà e gli spazi di cambiamento che può offrire, o che le possiamo strappare. E anche di capire le persone, quelle che in fondo potrebbero aiutarci a cambiare qualcosa.
Evitando così di cadere, noi per primi, nelle trappole di giudizi dati per scontati, basati su valori considerati sempre e comunque indiscutibili, vissuti con la pancia invece che rigirati nella testa fino a tirarne fuori qualcosa di buono.
Perchè, per esempio, si poteva cominciare a discutere le affermazioni di pierellina proprio da quel suo "l'aborto è una merda", affermazione su cui invece tutti i commenti sono stati implicitamente o esplicitamente d'accordo. Ai prolife che inavvertitamente fossero arrivati qui e fin qui dico subito che questa mia è una mera provocazione, ma la pongo lo stesso ad uso e consumo dei "liberi pensatori": perchè anche noi diamo per scontato che sia così vero?
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1 commento:
urk...
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