domenica, agosto 02, 2009
ABBIAMO BISOGNO DI FERIE
Un vantaggio dell'età è che si tende a essere più tolleranti. Uno svantaggio dell'età è che si tende a essere più tolleranti.
Così, intervengo solo ora nel dibattito virtuale scoppiato sul blog dell'amicae. che ha per oggetto la commercializzazione anche in Italia della RU486, e confesso subito che non ne capisco i toni.
Riassumendo per chi non ne sa, all'intervento di una lettrice estemporanea, tal Pierellina, è seguita un'alzata di scudi - in cui sono state dette molte cose buone e giuste - di buona parte della Comune-ty, in difesa della libertà di scelta della donna e della "non-colpevolizzazione" dell'aborto.
Ora, a me le sacrosante indignazioni piacciono un sacco: ne ho spesso anch'io, nonostante ciò che ho appena detto, e spesso le ho su argomenti e fatti che a tante altre persone sembrano del tutto normali.
Ancora più spesso, però, le mie reazioni sono, come dire? "possibiliste". Cerco di essere comprensiva, di vedere le ragioni altrui, di rimanere obiettiva. Non sembri presunzione, anche perchè il provarci non significa riuscirci.
Però, prima di tutto, non mi va di essere sempre in guerra col mondo in generale: credo di essere una persona combattiva quando è il caso e magari anche quando non lo è, ma proprio per questo sprecare energie a prendermela con chi tutto sommato si può tranquillamente trattare in altro modo mi sembra sciocco. Come secondo punto o corollario, infatti, credo nella gentilezza e nella pacatezza di chi ha ragioni da vendere e quindi può limitarsi a spiegarle, senza alterarsi. Terzo punto, ritengo piuttosto doveroso - vecchia scuola comunista, neh? - cercare di convincere le persone in buona fede usando altrettanta buona fede: senza, quindi, farne bersaglio per inutili rabbie o prese in giro. Quarto, anche se del tutto personale, considero chi legge o interviene sul mio blog un ospite, a cui sono dovuti gli obblighi che l'ospitalità comporta: a un fassista verrà chiusa la porta in faccia sul blog così come non entra a casa mia, ma per tutti gli altri offrire una chance mi sembra il minimo.
Fatta questa lunga premessa, a me pare che pierellina abbia un po' di idee confuse, ma neppure tutti i torti: il suo primo commento, infatti, mi pare metta l'accento (non troppo comprensibilmente, va detto) sulla deresponsabilizzazione dei medici. Oddio, non è tanto giusto, ma neppure così sbagliato, mi pare: un IVG chirurgico richiede un atto preciso, finalizzato e consapevole del medico. La prescrizione della pillola abortiva - chè questo è, brava Fede a precisare che non è la pillola del giorno dopo - anche se deve comunque avvenire in day hospital mette senza dubbio il medico in una posizione un pochino più "neutrale". Distinzioni del cavolo, a dire il vero, ma forse per un medico cattolico possono fare la differenza, chissà. E, se così fosse davvero, potremmo ottenerne un vantaggio pratico - magari medici che sono obiettori rispetto all'intervento non lo sono sulla pillola - e uno svantaggio ideologico, chè nel momento in cui l'RU486 diventasse una scorciatoia per la coscienza del medico, la lotta delle donne per il diritto all'autodeterminazione non farebbe nessun passo avanti comunque.
D'altro canto, io appunto non credo che la commercializzazione della pillola in Italia rappresenti un grande passo avanti: è giusto dire che così chi abortisce ha possibilità di scegliere in che modo farlo, ma a me pare che la decisione rappresenti una vittoria della società civile e laica più che delle donne. Che in ogni caso dovranno affidarsi a un medico che non sempre rispetterà la loro possibilità di scegliere basandosi piuttosto sulla disponibilità della sala operatoria o sulle proprie convinzioni. (Parentesi: non sto sostendendo che del medico si dovrebbe fare a meno, guai. Ma tutta la partita della medicalizzazione della vita femminile, che ha contribuito a togliere alle donne il "potere" su se stesse è ormai discorso dimenticato, mentre dovrebbe essere importantissimo).
Pierellina dice poi che l'aborto è una merda, che in ospedale ci sono tanti compromessi, che la Chiesa fa il suo dovere verso i fedeli e altro ancora: ma dice anche che è favorevole all'RU486, al diritto all'aborto, al sesso disinibito ma rispettoso, all'educazione sessuale. Nel mentre, trova modo di far capire che pensa che se ad abortire sono "ragazzine viziate" la pillola sia un modo per essere più consapevoli di ciò che stanno facendo: qual era quel personaggio storico a cui cioccavano una sberla ad ogni nozione impartita, così che la potesse memorizzare associandola al dolore? Perchè, checchè ne pensi l'amicae., le contrazioni uterine provocate dall'RU486 non credo siano un piacere per nessuno: possono essere più o meno forti, si legge, come quelle delle mestruazioni.
Tendo a credere, avendo provato quelle post- parto, che possano essere più o più più forti: e dubito, come sopra, che alle donne sarà data una vera "possibilità di scelta" informata ed obiettiva. Quindi spiacente, pierellina, ma al contrario di te credo che più provi dolore più tendi a rimuovere: forse non i fatti ma quasi di sicuro i ragionamenti al riguardo.
D'altro canto, mi par di capire che siamo tutti d'accordo sulla necessità di ben informare su tutti gli aspetti, compresa la pillola del giorno dopo, piuttosto che di ricorrere a "responsabilizzazioni" tardive: chè, se anche fosse vero che il problema sono le ragazzine viziate, allora bisognerebbe prendersela con i genitori, no?
In realtà, a ricorrere all'aborto sono, oggi come ieri ed è sempre stato, donne che non possono tenere un figlio per i motivi più diversi, su cui nessuno ha il diritto di sindacare: e mentre si fa passare la pillola abortiva, si rende più difficile e pericoloso, se non impossibile, l'accesso alla sanità pubblica degli immigrati. Come se non bastasse la difficoltà, per chiunque, di ottenere un IGV: in Italia, il tasso di obiettori di coscienza tra i medici e non, è infatti altissimo. Il 60% dei ginecologi, 46% degli anestesisti, 39% del personale non medico: e sempre più succede che, dati questi numeri, chi non sarebbe obiettore di coscienza lo diventa per non essere confinato in una luminosa carriera fatta solo degli IVG che gli altri si rifiutano di praticare.
E poi si scopre, oh, to', che donne e ragazze di quel tipo che è onestamente difficile definire "viziate" (donne e ragazze che non hanno le "conoscenze" così preziose in Italia, ad esempio, che non hanno mai sentito parlare dei consultori pubblici, che sono spaventate e inermi) sia straniere che italiane abortiscono usando un farmaco antiulcera, molto rischioso per la salute, e non poche volte ne muoiono. Tanto che un gruppo femminista cileno cerca di evitare guai peggiori offrendo "Informacion segura" su internet - dove si può comprare il farmaco - a chi comunque decide (e non "sceglie", neh? chè la scelta è ben altro) di abortire così.
Succede spesso, nella vita, forse addirittura succede a tutti, di pensare che quelli a cui le cose non vanno bene siano non solo sfigati, ma anche un po' colpevoli. Succede spessissimo alla Comune-ty, succede a pierellina quando pensa alle "ragazzina viziate" dall'alto della sua famiglia che si dice regolare e si presume felice. Non mi sembra che ciò basti a considerarla un "nemico di classe", in effetti. A me sembra una persona emotiva, che dà per scontate un sacco di cose e in più non si spiega granchè bene: ma credo che in una discussione più pacata da entrambe le parti sarebbero emersi più punti di contatto di quanto non sia successo.
Come su ormai troppi altri temi, invece, si tende a contrapporsi per schemi di "pensiero" che del pensiero ha a volte molto poco, invece di ragionare, di cercare il significato reale di affermazioni pur discutibili, la sostanza di elucubrazioni pur magari un po' fumose.
Io non credo in questa forma di contrapposizione: credo che dovremmo accogliere con favore e gentilezza chiunque abbia voglia di confrontarsi davvero, credo che se non abbiamo voglia di discutere personalmente possa sempre esserci qualche sito a cui indirizzarli, credo che sia sbagliato presumere prima di tutto la cattiva fede ed esercitare prima di tutto l'aggressività.
Credo che anche questi modi di fare, che facilmente escludono le persone meno intellettualmente privilegiate di quanto siamo noi, sia fra i motivi della debàcle della sinistra: forse non fra i motivi più importanti, ma neppure così minimo come tendiamo forse a pensare. Che, da sempre, l'attività principale di chi si pone l'obiettivo di cambiare la società è stata quella di discutere, elaborare, ragionare, spiegare: a chi forse non ha del tutto coscienza delle ingiustizie del mondo, ma non è comunque dall'altra parte per scelta. E penso anche che noi stessi siamo i primi che dovrebbero ragionare di più, e meglio, sulle cose; che dovrebbero informarsi, confrontarsi, fors'anche annoiarsi un pochino nel tentativo di comprendere la realtà e gli spazi di cambiamento che può offrire, o che le possiamo strappare. E anche di capire le persone, quelle che in fondo potrebbero aiutarci a cambiare qualcosa.
Evitando così di cadere, noi per primi, nelle trappole di giudizi dati per scontati, basati su valori considerati sempre e comunque indiscutibili, vissuti con la pancia invece che rigirati nella testa fino a tirarne fuori qualcosa di buono.
Perchè, per esempio, si poteva cominciare a discutere le affermazioni di pierellina proprio da quel suo "l'aborto è una merda", affermazione su cui invece tutti i commenti sono stati implicitamente o esplicitamente d'accordo. Ai prolife che inavvertitamente fossero arrivati qui e fin qui dico subito che questa mia è una mera provocazione, ma la pongo lo stesso ad uso e consumo dei "liberi pensatori": perchè anche noi diamo per scontato che sia così vero? Per fare un solo esempio, le donne violentate nelle varie guerre del mondo - oggi, non mille anni fa - non credo che darebbero così per buona questa affermazione... Ecco, io credo che molte volte sia troppo più facile polemizzare con chi non la pensa esattamente come noi che cercare di pensare più esattamente alle cose. E, da vecchio gufo brontolone, posso dire che non mi sembra bello? Ma, soprattutto, mi pare ben poco utile.
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1 commento:
urk...
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