sabato, aprile 30, 2011

GIAGGIA'

n.b. le formiche, prezioso dono dello scorso compleanno
ecco, lo so che è tardissimo per raccontare che il mio compleanno, in questa villa bellissima che è Villa Serra di Comago, è stato proprio dolce. E, come spesso accade alle cose belle e buone, difficilissimo da raccontare, e a nulla è servito prendere le distanze aspettando un po': ma, insomma, si è bevuta buona birra sotto il sole caldo, si è mangiato bene - ma non quanto avremmo voluto chè la CGIL si ostina a tenere il banchetto delle grigliate nonostante un'incorreggibile lentezza - si è giocato al pallone, chiacchierato, pratato, cantato, rilassato, riso, spento candeline sulle note di Bella Ciao. 
E il mio dono collettivo, l'IPad,  arrivato dapprima sotto forma di biglietto, è stato presto raggiunto dalla sua forma reale: così potrò infliggervi, d'ora in poi - comincio subito -gli svarioni fotografici fatti con l'ultima meraviglia della tennica, siore e siori!
Nell'intanto c'è stato il Gioco Senza Frontiera al Circolo dell'Anima, il penultimo: organizzato in pochissimo tempo - il KGgB e io credevamo fosse l'ultimo gioco dell'anno, e invece no, così abbiamo dovuto cambiare tutto all'ultimo momento - ha avuto come motivo qualificante la regressione. Fra mimi, canzoni e rumori, nonchè costruzioni con il Lego, la regressione è andata anche oltre le nostre aspettative, ma il mese prossimo si recupera con il gioco più complesso di tutto l'anno. E poi, quando il Circolo dell'Anima farà vacanza e noi anche, sarebbe bello anche riuscire a tirare fuori da questi giovedì dei giochi qualche riflessione intelligente, che se ne possono fare a iosa.

Questo, insomma, il riassunto delle puntate precedenti: aggiungete un Seder, prima del mio compleanno, davvero riuscito bene, un Amicodelcuore rilassato e carino, due brevi puntate a guardare il mare prendendo il primo sole. Lasciate sullo sfondo quello che anch'io non sto guardando, per ora: è un replay, e come tutte le cover suscita già meno emozioni dell'originale. Non ne sappiamo ancora granchè, ma l'Ipad servirà a distrarmi se dovrò, come sembra, riaffrontare quei noiosi pomeriggi attaccata a un ago. Si farà anche questo, passerà anche questa, speriamo, o forse si riuscirà a tenerla quieta come la prima volta, almeno per un po'. Chissà.







mercoledì, aprile 27, 2011

MA NON E' VERO...


 ... che è andata male. Sessantamila persone a Milano, dicono


Io, frastornata da feste e amici e Gioco Senza Frontiera - questa volta si va a costruire Bellevilleland, fra competizione e collaborazione - latito un po' dal blog, ma presto torno, neh?

lunedì, aprile 25, 2011

domenica, aprile 24, 2011

AHI, LA CRISI.

il tetris delle insalate


Lo scalorto

Il cedro "mano di Budda"

Casomai vi fosse venuto il rovello che, peccato, non potete vedere Euroflora... be'. lasciate perdere. La crisi c'è e si vede tutta: non solo di risorse finanziarie, ma sembra anche di interesse. Chi ha i soldi oggi non è certo un cultore del verde, nè un raffinato intenditore di giardini - a parte la Regina Elisabetta, of course - e quindi anche l'esposizione riflette questa penuria: spazi riempiti di tristi fiori recisi messi tutti in fila e probabilmente prodotti con altrettanto grande sfruttamento, distese di fiori  modaioli come le orchidee, spianate di sabbia cosparse di piante grasse e via così. Più carino lo spazio espositivo all'esterno, dedicato agli orti e, per estensione, alle energie rinnovabili e al riutilizzo degli oggetti: qui la crisi agisce in positivo e ci sono progetti di orti divertenti, perfino interattivi - tanto, chi mai se le frega due insalate?  - che fanno venir voglia di fare: ma, insomma, non che ci sia bisogno di tutto questo fragore per far venire voglia di avere un orto, neh?
tutto un orto fatto di cartoni del latte
una delle non molte idee d'effetto.
 



sabato, aprile 23, 2011

A PIEDI NEL PARCO


 

 
Oggi ero qui, dove andavo da bambina. ma non mi ha ancora stufato.

giovedì, aprile 21, 2011

QUI E LA'


Oggi ero ero alla stazione a prendere l'Amicodelcuore e ne ho approfittato per scattare la foto che vedete. Poi ho anche portato alla veterinaria la pipì del gatto, ma quella non l'ho fotografata.

In compenso, vi posto tre foto di animali che trovo bellissimi: sono nuove scoperte, chi più chi meno. E non è bellissimo che in questo mondo dominato dall'idea che ormai sappiamo tutto, ci siano ancora sorprese così fantastiche?



lunedì, aprile 18, 2011

CI HO LA GIUSTIFICA

Eggià, perchè subito dopo il gatto scampato alla morte e il debutto del KGgB come ricercatore di storia orale, qui si sta preparando il Seder laico di Pesach - ancorchè atei, noi non siamo affatto contrari alle feste e ne contiamo un nutrito numero nel calendario familiare, provenienti da tradizioni diverse - e subito dopo il mio compleanno. Che, come forse ormai i cinque lettori sanno, è il 25 aprile, il che vuol dire che si festeggia doppiamente. 

Entrambe le feste - Pesach e 25 aprile - hanno lo stesso significato, quello di solennizzare un'avvenuta liberazione: dalla schiavitù d'Egitto in cui erano tenuti gli Ebrei la prima, dal nazifascismo la seconda.  Di solito non si sovrappongono come avviene (quasi) quest'anno, ma sarebbe anche bello andare a vedere se  queste date di liberazione riecheggiano motivi perfino più antichi, legati alla liberazione delle tenebre dell'inverno, o a quella della scarsità di risorse alimentari. 
Durante il Seder si tiene la porta di casa aperta perchè possa entrare il profeta Eliahu che, giungendo  straniero, possa partecipare degnamente, accolto come ospite, al banchetto: e mai come quest'anno spereremo che il gesto da simbolico possa al più presto diventare reale, per tutti. 

Quanto al mio compleanno,  di cui sono sempre stata - scioccamente, lo so, mica è merito mio, ma tant'è - molto orgogliosa,  dopo qualche anno in tono minore ora sto cercando di preparare degnamente i festeggiamenti all'aperto, da raggiungere dopo la manifestazione mattutina.  
Ci saranno grigliate - non per merito mio, ma di Anpi, Arci e Cgil - e altre cibarie, tante belle facce di sinistra in giro, magari perfino bandiere, e noi ci metteremo chitarre, canti e  giochi: almeno per  qualche ora, faremo finta che la nuttata sia già passata. 
Ma non del tutto, che volentieri ascolteremo i racconti di chi sarà appena tornato dal mare.

sabato, aprile 16, 2011

STORIA E STORIE

Ecco, sì, che dire? I miei buoni propositi hanno retto e tutto sommato continuano a reggere, ma ci è abbattuta sopra un'altra ondata di sfiga, cosicchè che diventa più difficile tener fede all'intenzione di darne conto quotidiano sul blog. Ma, vabbè, fidatevi. Stasera, per esempio ero qui, a questa bellissima cosa che credo si riesca a fare con pochi soldi grazie all'ingegno e all'impegno di chi crede ancora nella cultura (fra gli altri, il KGgB che si è inventata le mini-interviste in video sul tema "La Storia sono io" e sta raccogliendo testimonianze belle e strane).
Uscendo, dopo lo spettacolo di David Riondino - che sulla parte storica non era granchè, ma si riscattava pienamente nelle storielle surreali di tre pesci e nel poemetto- invettiva contro il nano malefico - ho scattato una solitaria foto, più che altro a mo' di testimonianza: è lo sportello in cui venivano deposti gli "Avvisi ai supremi sindicatori", cinque cittadini eletti ogni 4 anni con il compito di "sindacare" l'operato delle istituzioni, anche attraverso le denunce infilate appunto nella buca.
Eccone qualche esempio:
“1732. Un certo Giovinastro per nome Agostino Firpo sedusse Nicoletta Briasca, e vissero costoro per più giorni in Scandaloso Concubinato…”.
“1786. Ieri al Giuoco del Pallone vi fu gran pericolo di sconcerto, se non si proibiscono le scommesse sul gioco un giorno o l’altro si piangerà”.
Ce n'era anche per i nobili: “il Magnifico Carlo Spinola uso marciare in città e fuori con Lachè e bastone proibito” o la “Marchesa Serra che marcia per Genova in bussola preceduta da stafieri con bastoni di grossa canna d’India e pomi d’argento in peso di due libbre che sono capaci a rompere la testa a chi che sia
Il più carino, secondo me, è questo contro la Lippa, gioco che peraltro continuò a far furore fino ai primi decenni del '900:
“1785. Si è introdotto il gioco della Lippa nelle strade più frequentate della città, né badando ad alcun ceto delle persone, li giuocatori sull’incertezza del colpo vi tranno un legno coll’altro nell’aria, che impetuosamente suol colpire o le persone, o i vetri, o le lampade, e in uno stesso tempo o da chi vince o da chi perde, si scagliano urli di bestemmie con pubblico scandalo. Questo insulso giuoco, che appena potrebbe aver luogo in una aperta campagna lontana dalle case e dalla gente, fa stupore anco a’ forestieri che si permetta in una Metropoli così ben regolata come questa.

giovedì, aprile 14, 2011

GLI AGNELLI DI DIO


Io il Secolo XIX, il giornale che purtroppo segna questa città da sempre, non lo leggo mai. 
Non che gli altri giornali sì, ma il Secolo meno ancora, e meno di niente è proprio poco. 
Ma l'uomobarbuto mi aveva parlato, un paio di giorni fa, di una vergognosa montatura dello scontento e della paura verso gli immigrati, del tipo "ma lei è proprio sicuro di non avere paura, neanche un pochino di fastidio? ah, ecco, vede che a pensarci bene... " e ne escono due pagine di megaservizio sul Secolo. Io non le ho viste, quelle due pagine (le ho cercate, ma non le ho trovate) così magari mi sbaglio, ma non credo. 
Perchè non mi voglio illudere che lo scontento, e magari anche un po' di paura, non ci siano per niente: la propaganda nazionale fa di tutto per alimentarle, e comunque è ovvio che ci siano, in una certa percentuale. Se avessimo tutti, a priori, quella formazione mentale che consente di accogliere lo straniero come ospite, sia che arrivi con le valige di Louis Vuitton sia che arrivi con le ciabatte di gomma, il mondo sarebbe un posto molto migliore e il nanomalefico, tanto per dirne una, sarebbe già in galera. Così non è, lo so benissimo. E arrivo anche a capire che nello scontento ci siano anche ragioni obiettive e ragionamenti... sensati no, ma a volte comprensibili. 

Proprio per questo, credo che chi soffia sul fuoco, chi lo scontento lo giustifica in toto e lo amplifica, chi fa finta di non capire cosa sta facendo mentre c'è gente che muore in mare inseguendo la speranza di una vita migliore, dovrebbe vergognarsi. Ma vergognarsi a morte, sprofondare sotto la scrivania, avere incubi in cui sono i suoi figli a morire annegati, sentirsi dentro un rovello che dice "perchè io sì  e loro no?" tutte le volte che beve un bicchier d'acqua, che si compra un paio di jeans, che fa una vacanza. Nel Mediterraneo, magari . 
Forse è il caso che qualcuno gli spieghi - lentamente, neh? - che  i popoli che abbiamo l'impressione che arrivino a frotte a minacciare i nostri preziosi averi non solo sono gli stessi popoli a cui gli europei hanno portato via - con il semplice espediente di uccidere, tiranneggiare e rubare - ogni possibilità di concreta di diventare "ricchi" per conto loro, ma sono gli stessi che, in virtù di quella stessa povertà creata ad arte, oggi europei ed americani continuano a sfruttare. 
E perchè gli individui dovrebbero stare dalla parte di chi è sfruttato, se possono provare ad arrivare dalla parte di chi sfrutta? 

Purtroppo lo sfruttamento li attende anche qui. Ma, per chi riesce, un po' meno di quello che sarebbe a casa loro. "Io non ci posso tornare, a casa - mi ha detto Giuliana che arriva da un paese ex URSS - anche se mi piacerebbe, ho tanta nostalghia. Ma mia amica lavora in  supermercato: dodici ore al giorno, cento euro al mese. Compra da mangiare, sì, ma se vuole un paio di stivali... io volevo comprare, io andata a cercare: stivali là costano centoventi, centocinquanta euri, e sono brutti,  subito rotti."
Giuliana ha meno di trent'anni, è così strano che abbia voglia di potersi comprare un paio di stivali? E Maria? Maria dal Sudamerica, che ha avuto dodici figli e poi ha piantato il marito, ed è venuta in Italia con un altro uomo che le vuol bene, e lavora per mandare i soldi a casa. E quando ha visto casa mia, quella di prima, in cui stavamo in tre, ha detto sorridendo " Oh, che bella casa! Che bella casa per tanti bambini!"  Già.
Sono questi i pericolosi profughi, i clandestini criminali? O è Abdoul al semaforo, che quando ha saputo che stavo male ha pregato il suo dio per me? O la piccola nata da meno di una settimana, che ha un nome che senbra italiano ma è trilingue, come la sua famiglia: ucraino e albanese, però è in italiano che si parlano e che parleranno con lei.

Che vergogna, che vergogna. "Tutti sapevano, e non hanno fatto niente": questa la vergogna del popolo tedesco dopo il nazismo, dopo che il mondo seppe dei lager e dei forni crematori. E adesso? Non è uguale, no: la mostruosità del nazismo fa fatica a essere ugugliata, nonostante tutto. Fra poco è Pasqua, e questo cattolicissimo Paese ha scelto i suoi agnelli sacrificali, quelli che arrivando qui senza toccare nè cibo nè acqua per giorni fanno dimenticare i veri criminali, amnistiati da una legge truffa.
Ma come si può opporsi a questo schifo che sale, a questa disumanità che cresce, a questa mancanza di elementare pietà? Io non lo so. La Nessie, che un modo l'aveva trovato, è stata boicottata dal destino e di loro due a Lampedusa ne è arrivato uno solo, che è comunque meglio di nessuno. 
Ma questo non può il essere il modo di tutti, non può essere l'unico modo. 

Possibile che non ci sia la maniera di far sentire che c'è un'altra Italia, oltre a quella di questi stronzi che parlano di sparare sulla gente? La Sindaco di questa città ha fatto un intervento indignato e abbastanza coraggioso: verrà criticata anche per questo? E, soprattutto, verrà lasciata sola?
Sono domande che faccio a tutti, e soprattutto a chi vive qui: come possiamo farci sentire? Boicottiamo il Secolo? Lo tempestiamo nella sua pagina di FB? Ci facciamo sentire anche dagli /sugli altri giornali cittadini? Appoggiamo pubblicamente l'intervento della Marta e gli insediamenti previsti per i profughi? Tormentiamo - in senso lecito e verbale, ovviamente - privatamente i giornalisti del Secolo che conosciamo e che non conosciamo - perchè si oppongano a questo demente modo di vendere copie? O cos'altro?

 Siamo stanchi, lo so, e non si vede la fine del tunnel. Ma chi arriva sulle carrette del mare è più stanco di noi.


domenica, aprile 10, 2011

UNA TRANQUILLA SERATA DI SINISTRA


Abbiamo posteggiato davanti alla sezione del PD e, incredibile a dirsi, ne usciva gente da una riunione. Ci si conosceva, ovviamente, e si è subito intavolato un bello scambio di convenevoli itinerante, chi si rallegrava per il boom di tesseramenti dell'A.N.P.I. e chi per la manifestazione "quella delle donne, diciamo", chi deprecava  la mancanza di un soggetto politico che raccolga e convogli la protesta e chi per delicatezza non faceva notare che, insomma, quel soggetto poltico potrebbe e dovrebbe essere proprio il PD, neh? Avremo fatto un cento metri, forse duecento: ed ecco che dai convenevoli si era già passati a un dibattito, educato ma bel vivace, su Togliatti e il compromesso storico. E, com'è buona norma delle sinistra e degli ebrei, ad andare avanti avremmo scoperto che su quattro persone, quattro erano le tesi sostenute. Per fortuna, eravamo arrivati al Circolo Fratello Maggiore del Circolo dell'Anima, e là ci siamo accomodati sulle ultime battute dell'iniziativa sul Referendum dell'Acqua Pubblica, facendo poi scorta di apposite spilline, di volantini e di una bandiera da utilizzare nel prossimo futuro. La cena di sottoscrzione ci ha visto commentare la Grande Festona di Sinistra che si tiene in quel di Piadena, dove alcuni dei commesali erano appena stati, e poi ognuno ha tirato fuori le sue robe da barattare. Lo scambio era libero, il baratto generale: ma con una tipa molto simpatica abbiamo contrattato strenuamente non so più cosa, che sennò ci si diverte meno. Da lì al Circolo dell'Anima, dove si festeggiavano compleanni e si suonava. Un luogo comune sulla gente di sinistra vuole che siano tutti seriosi e "incapaci di divertirsi": io mi sono fatta un sacco di ghigne, in una serata così, senza bisogno di sentirmi idiota e senza svegliarmi con i postumi - nonostante i vinelli dei circoli, che sono niente male.  Ed, essendo che l'autoironia di solito non ci manca, mi diverto anche a ripensarci e a raccontarvelo.

venerdì, aprile 08, 2011

RUMENTATOUR

la Rocca di notte ha presenze vegetali un po' fatate
Non ve li ho fotografati, no. Siamo usciti nella notte con quei dès chili di carta - altri cinque o sei chili erano già nel baule della macchina, ma abbiamo finto di dimenticarcene - il coperchio rotto di un cestina di vimini, il fedele leggidvd comprato a diciannoveenovanta e durato dieci anni (il che la dice lunga sulla nostra passione cinematografica) e, giusto per completare il tour, un sacchettino di vestiti che non si possono barattare o regalare ma che la Caritas, magari, cosa farne lo sa.  Ah, be', naturalmente non mancava la spazzatura propriamente detta, appunto la "rumenta" in genovese. 
Sul balconcino degli orrori sono rimasti ancora la secchiella dei vetri e il sacchetto delle plastiche, che dentro ci vanno anche le lattine, mentre il tetrapack e la
la bellissima compostiera riciclata degli orti sinergici di Terra!
stoffa di fibre naturali vanno nella carta. Dentro l'armadio, appesi alla porta, ci sono poi il sacchettino delle pile e quello dei medicinali scaduti, e finalmente domani potrò portare i turaccioli di sughero allo Zenzero che li raccoglie per farne isolante termico. 
E mi piange il cuore ora che mangio un sacco di verdura, che gli scarti tocca buttarli invece di fare un buon compost (sì, lo so che si può fare anche sul balcone, ma uno è il balcone mio e ci stiamo o noi o il compost): anche se, ammettiamolo, il riciclaggio è un lavoro, un lavoro un po' demente che fa venire in mente quelle prove delle fiabe... avete presente "entro domattina dovrai aver separato tutto il miglio dal grano, altrimenti ti taglierò la testa!" 

Noi no, non c'è nessuno che ci taglia la testa, però rischiamo di perderla lo stesso, insieme a tutto il resto. E quindi si va, pronti per il rumetatour. E' un ottima scusa per guardare la luna che si fa l'eclissi da sola, disegnando uno spicchio preciso contro un cerchio nero.

martedì, aprile 05, 2011

BRUM BRUM



Caldo, già troppo. Dice che l'ozono se n'è andato di nuovo, stiamo attenti con gli spray e i frighi, neh?, che dice che è ancora colpa loro. O forse chissà. E tanto che stan lì a discutere se c'entrasse mica anche il cambiamento del clima, nessuno deve chiedere un permesso a nessuno per tagliare un albero o per sfrondare tragicamente quelli che ci sono, non fosse mai che un ramo finisce che riga una macchina.
Ma stamattina, pur con il caldo già troppo, c'era qui sulla Rocca un bella aria di primavera, quel venticello che di colpo è fresco invece che freddo, un piacere sentirselo giocare addosso. E nel mio buonumore - ero stata alla Merceria della Befana e all'Immensa Drogheria,  la vecchia peonia è tutta in fiore, è tornata l'Upupa, il merlo sifula tutto il giorno senza monotonia e c'era tutto un profumo di erba appena tagliata - ho fotografato, nell'atrio del palazzo, l'unico parco macchine
che mi piace. 
L'abbiamo difeso dagli strali dell'amministratore, che invocava non so quale concetto di decoro per impedire che tricicli e passeggini venissero lasciati lì, vietato perfino l'angolo nascosto. Mentre nessuno, ovviamente, si sogna di protestare per le auto vere che punteggiano i vialetti, così belli se fossero sgombri.
Quando ho trovato qui, seguendo la segnalazione,  questa foto  stavo giusto pensando ciò e così l'ho subito saccheggiata. 
 Ma un furto tira l'altro, anche perchè sono davvero notevoli: ve ne giro qualcuna, ma ne aggiungo anche una mia (solo la foto, però), in tema.



 
 

I NUOVI DEI

 A proposito di dei, il non più lettore anonimo Tommi mi  consiglia una new entry dell'Olimpo, di cui avevo già sentito parlare ma che non conoscevo in tutte le sue precise teorizzazioni (o forse dovrei dire rivelazioni, trattandosi di materia di fede, chissà).  
Siccome vi so pigri per seguire un link, vi copincollo le basi della teologia, e vi consiglio a mia volta di andare su Wiki a sapere il resto, perchè merita.
Questo Mostro di Spaghetti Volante è in effetti un dio molto simpatico, e la vicinanza del lungomare con le facoltà scientifiche potrebbe agevolare il dovuto culto, giaggià. Mi scoccia un po' rinunciare a un dio bel nuovo, ma forse non riuscirei a essere arguta e fantasiosa quanto Henderson, il "profeta" del Pastafarianesimo - così si chiama la religione del FSM (Flying Spaghetti Monster) - o, comunque, non dopo che l'ha già fatto lui, quindi forse tanto vale.
Però, però...devo ammettere che mi attirava anche il Culto del cargo , potenzialmente dotato anche di un'iconografia piuttosto facile visto che si tratta di adorare i carichi di beni che possono giungere dal mare o dal cielo, mediante navi, aerei e paracadute.  
Ci starebbe bene anche l'Adorazione dell'Iceberg, da condursi ballando e fumando ultimi sigari mentre continuiamo a inabissarci, ma sinceramente non fa tanto ridere.


 Da Wikipedia:
Il Pastafarianesimo possiede i propri comandamenti (condimenti), dettati dal Mostro di Spaghetti Volante al Capitano Pirata Mosey durante il vagare di quest'ultimo sul Monte Sugo. Noti come gli otto “IO PREFERIREI DAVVERO CHE TU EVITASSI”, vennero poi denominati "comandamenti" dal Capitano e "condimenti" dai pirati della sua ciurma. In realtà, sembrerebbe che i comandamenti fossero in origine dieci ma, nel fare ritorno dal monte, il Capitano Mosey perse due tavole. Quest'evento parrebbe essere alla base della debole moralità dei Pastafariani.
 Gli Otto "Io Preferirei Davvero Che Tu Evitassi"
(Maiuscole e censura come da testo originale)

Io preferirei davvero che tu evitassi di comportarti come un asino bigotto "più-santo-di te" quando descrivi la mia spaghettosa bontà. Se qualcuno non crede in Me, pace, nessun problema! Dico davvero, non sono mica così vanitoso. E poi non stiamo parlando di loro, quindi non cambiare argomento!

Io preferirei davvero che tu evitassi di usare la Mia esistenza come motivo per opprimere, sottomettere, punire, sventrare, e/o, lo sai, essere meschino con gli altri. Io non richiedo sacrifici, e la purezza è adatta all'acqua potabile, non alle persone.

Io preferirei davvero che tu evitassi di giudicare le persone per come appaiono, o per come si vestono, o per come camminano, o, comunque, di giocare sporco, va bene? Ah, e ficcati questo nella tua testa dura: donna = persona. Uomo = persona. Tizio noioso = Tizio noioso. Nessuno è meglio di un altro, a meno che non stiamo parlando di moda e, mi spiace, ma ho dato questo dono alle donne e a qualche uomo che capisce la differenza fra magenta e fucsia.

Io preferirei davvero che tu evitassi di assumere comportamenti che offendano te stesso, o il tuo partner consenziente, maggiorenne e mentalmente maturo. Per chiunque avesse qualcosa da obiettare, penso che l’espressione corretta sia "Andate a farvi f******", a meno che tale espressione non sia ritenuta troppo offensiva. Nel qual caso possono spegnere La TV e andare a farsi una passeggiata, tanto per cambiare.

Io preferirei davvero che tu evitassi di sfidare, a stomaco vuoto, le idee odiose, bigotte e misogine degli altri. Mangia, e solo dopo prenditela con gli s******.

Io preferirei davvero che tu evitassi di erigere chiese/templi/moschee/santuari multimilionari in onore della mia spaghettosa bontà, perché tali soldi potrebbero essere meglio spesi per (fai la tua scelta):
Sconfiggere la povertà
Curare le malattie
Vivere in pace, amare con passione, e ridurre il prezzo delle pay-Tv. Posso anche essere un essere onnisciente dai carboidrati complessi, ma apprezzo le cose semplici della vita. Dovrei saperlo, No? Io SONO il Creatore!

Io preferirei davvero che tu evitassi di andare in giro raccontando alla gente che ti ho parlato. Non sei mica così importante. Finiscila! E poi ti ho detto di amare il tuo prossimo, mi capisci o no?

Io preferirei davvero che tu evitassi di fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te se sei uno che apprezza, ehm, cose che fanno largo uso di pelle/lubrificanti/Las Vegas. Se anche l'altra persona le apprezza (purché si rispetti il quarto punto), allora dateci dentro, fatevi foto, e, per l'amor di Mike, indossate un preservativo! In tutta onestà, è un pezzo di gomma. Se non avessi voluto che fosse piacevole farlo, avrei aggiunto delle spine, o qualcos'altro.

lunedì, aprile 04, 2011

AVE E.T.

Altro giro altro regalo, anche oggi abbiamo scoperto viuzze nascoste, creuze, fiorellini rari e tarassaco, filo e spinato e portoni murati. C'è una barca dentro un improbabile e trascurato giardino pieno di sole, c'è la scritta "bice puttana, però in fondo ti amo ancora", c'è la casa tagliata a metà con il tubo di scarico che passa sopra la creuza, c'è il grande cancello da villa inglese e il citofono di quello che forse non è molto simpatico visto sì che gliel'hanno spalmato di vernice rossa, c'è la sorpresa di capire dove si è finiti dopo mezz'oretta di cammino fra muri ed edera - in linea d'aria vicinissimi, ovvio.
Se vi noio ditemelo, o miei silenti lettori, ma io questa cosa del camminare devo dirvelo di nuovo, che mi stupisce ogni volta: andare in giro con i piedi e con gli occhi  è come quando Alice esce dalla porticina ed, ecco, c'è un mondo tutto diverso. Un mondo senza fretta, pieno di storie che si possono inventare per poi dimenticarle subito dopo - qui c'era una finestra, o era un portoncino? e bice sarà sposata, ormai. con un altro, già - pieno di colori di sole e non di vernici (adesso, poi, che la primavera fa sfoggio...), in cui se c'è un ronzio è quello di un bombo e non di un motore. 

Ma anche dove le strade sono strade con le loro inevitabili auto accanto e i passeggini e i joggers e i pattini e i cani, dio quanti cani ormai e che obbrobrio quelli che se li portano in braccio... ecco, anche lì l'umanità offre sorprese. Ve l'avevo anticipato, le foto notevoli di oggi sono quelle di ieri: e ci vorrebbero gli studi antopologici del KGgB per spiegare come la "devozione popolare" abbia ancora biosgno di nicchie, e statuine e fiori e lumini.
Perchè le nicchie - due, ne ho contate, ma chissà se ce ne sono altre, nascoste - sono fra le pietre del muro sul
lungomare e le statuette sono di plastica e il lumino dura 30gg. (così c'è scritto), ma la rosa rossa era fresca e circondata da un verdissimo tralcio d'edera. E vien da chiedersi perchè, in questo già abbastanza deludente terzo millennio, ci sia qualcuno che ha il bisogno di crearsi un altarino supplementare, tutto suo, senza neanche prendersi la briga di inventarsi anche il dio da metterci dentro. Non sarebbe più carino, più creativo?
Così ho pensato che però potrei farlo io - volete venire? Pensavo di metterci un bel Marx - di cartoncino, che di plastica non è facile trovarlo -  ma forse è meglio, appunto, un bel dio nuovo di zecca. Un alieno di plastilina, un mostro di viti riciclate, un essere surreale di fili e lucine... sissì, l'idea mi piace. Chi vuol venire a sistemarlo? Mandatemi un sms, sarebbe bella una spedizione collettiva a tarda notte, no?

domenica, aprile 03, 2011

PRIMAVERA VERAMENTE

 
Va bene, lo so, mi sento un po' in colpa. Anche se condivido il pezzo di Castellina, non ci sono andata, alla manifestazione per la pace: non sono mai stata, nè lo sono tuttora, una pacifista "senza se e senza ma", ma molto più banalmente quello che mi ha bloccato è questo mal di gola fastidioso. 
Me lo trascino  da un po' e finchè ce la faccio mi dico che quello è il giorno in cui me ne starò buona buona, quieta quieta, così forse mi passerà. Verso sera, però, non resisto più alla primavera che chiama, con i suoi merli che mi fischiettano dal giardino, ed esco lo stesso. 
Così questo, insieme al mojito preso òbordelamér, è il bottino  di oggi, e vi prego di notare il messaggo sui sassi: auguri, Sara e Martina! Ma la parte migliore, con annessa idea interattiva, ve la posto domani. Non mancate, neh?

venerdì, aprile 01, 2011

CARI SALUTI

Sole e mare forse non sono la cura migliore contro gli stati influenzali, ma oggi era giornata da stare con i piedi a mollo sulla sabbia e poi addormentarsi al sole. Infatti.