giovedì, marzo 31, 2011

SVENDESI

Ho fatto a meno di vedere lo show del nanomalefico. Vedere (pochissimi) video sul web invece che in TV ti permette di scegliere: di solito scelgo niente del tutto, ma oggi mi sono guardata Franceschini (voto 8, se anche evita di accodarsi a chi agita lo spettro dello violenza sessuale è meglio, neh? ma se tutto fa, gli passiamo anche questa) e Bersani (voto 6, sbaglia tutte le conclusioni, gli ha mai detto nessuno che sono incomprensibili?). 

Però lo schifo di quel buffone che va a parlare di ville e casinò mentre la gente muore sui barconi, no, non lo posso reggere. E credo che ci faccia vergogna, a noi tutti, che lui pensi di poter condire via - come si dice dalle mie parti, il significato è intuitivo  - la gente di Lampedusa in questo modo, facendo baluginare ancora una volta dollarones, lussi, promesse di notorietà.
Quella stessa gente che, per quello che se ne sa quassù, fino a oggi era stata ammirevole, evitando di riversare su altri poveracci una rabbia che pure sarebbe stata giusta perchè, come disse una donna del sud all'epoca della rabbia indirizzata contro i rom "noi qua stiamo già una chiavica, se ci vengono pure loro..." . 
Eppure no, la gente di Lampedusa ha anche fatto un monumento ai migranti, una grande porta aperta sul mare, e li ha aiutati sfidando leggi inique: e forse anche per questo, il governo di malfattori che abbiamo li ha puniti lasciando che sull'isola la situazione diventasse esplosiva, per gli abitanti e i rifugiati. Ma non meritano comunque di essere insultati con promesse di soldi facili, di arricchimento servile. 

Se il nano può farlo e lo fa, è perchè questa sciagurata nazione è risultata troppo spesso pronta a vendersi, a lasciarsi attrarre dal gatto e la volpe che promettono monete sotto l'albero, senza porsi problemi morali, come la vergognosissima farsa della finta terremotata in Tv ha dimostrato. 
E questo è quello che va facendo, con metodo e determinazione, questo governo che ormai non finge neanche più la democrazia, se non nei suoi discorsi piagnoni e rivendicativi: sta svendendo tutto, coscientemente. Il disegno di fare dell'Italia esattamente la chiavica dell'Europa è sempre più chiaro: le centrali nucleari che gli altri dismettono, i trasporti ferroviari distrutti e vilipesi  quando gli altri li potenziano, la cultura azzerata, il turismo riportato a quando eravamo così poveri, così ignoranti, così pittoreschi, che gli altri venivano a vederci. 
I giochi sono quasi fatti, non ci vuole ancora molto per trasformare il Bel Paese nel paradiso di finanziare e multinazionali, i "nuovi agrari" del nuovo millennio, che come allora sostengono il fascismo. Un fascismo in linea coi tempi che, come succede nelle strade dei centri storici svenduti, tiene il nome dei vecchi e onesti negozi e ci mette dentro l'orpellume firmato.
Ma perchè c'era solo il popolo viola fuori Monetcitorio? Perchè nessuno ha lanciato una mobilitazione immediata? Perchè il Pd pensa che possa bastare, ridicolmente, la voce e la protesta di due suoi esponenti, invece di quelle delle migliaia che sarebbero disposti a farla sentire? Dove sono le Fabbriche di Sel, le genti di Rifonda, dove sono i democratici sinceri? Cosa possiamo fare?

Scusate lo sfogo: in una giornata in cui il mio animo potrebbe e dovrebbe essere sollevato per i fatti miei, i fatti di tutti mi disgustano e non riesco a non raccontarvi la mia rabbia, che comprende quella di ieri. Con i manifesti della Moratti ovunque in giro, a Milano, il suo sorriso falso come le loro promesse in un dispendio di soldi che balza agli occhi, con i mendicanti che non stanno fermi ma elemosinano mentre camminano e perfino loro sono aggressivi, con il venditore di incensi con cui due fanno prima gli amiconi e poi, tirando fuori un tesserino:"Facci vedere i documenti, bastardo". 
Con la voce monotona che nelle stazioni annuncia ritardi di venti, quaranta minuti in treni che partono trenta chilometri più in là, e treni "soppressi" , che tu debba andare a lavorare oppure a Zurigo, e lo sai solo all'ultimo momento.  Con le facce tese e le scarpe scalcagnate di immigrati tristi, in giro da soli nelle zone più brutte di brutti paesi. Con la paura che anche qui, nell' "oasi felice" come la definiscono tutti tranne gli stessi genovesi, stiano arrivando, siano già arrivati, a imporre questo schifo di modo di vivere, dove la paura è l'alleato fedele dei padroni.
 

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