mercoledì, dicembre 28, 2011

COSA TI HA PORTATO BABBO NATALE?

Un leggìo fatto solo di un bastoncino e uno spago, due omini Maillard-clessidra che mi hanno fatto gioire assai anche solo perchè, come si dice, non me li aspettavo proprio.
E lo specchietto comprato  dai cinesi per guardare se gli orecchini che faccio per gli altri stanno dritti, e l'autobiografia dei Monty Python e i pennarelli colorati, pennini con l'inchiostro e la piuma e le cornicine colorate con dentro le foto di un matrimonio, come si fa in una famiglia senza "una specie di", ma mica c'è qualcuno che si sposa tutti gli anni, neh?. Un pop-up con la lucina per poterlo guardare al buio, dove fra il castello e la volpe c'è anche il gufo; e per completare gli animali, un mouse.  E una coperta bellissima, scozzese con le rose - non dalla stessa parte, ma molto inglisc ugualmente, e soprattutto lo sfondo delle rose è un bellissimo color prugna - contro il mio freddo perenne, ma quando neppure quella pare abbastanza, ecco intervenire il pile a salsiccia. Ma spero che non interverrà, a dire il vero.
Ah, che soddisfa la lista dei doni ricevuti, il mischiaggio delle cose piccole e di quelle grandi, delle idee demenziali (ma quelle più demenziali si tacciono prudentemente) e di quelle sagge. 
 
Un piacere da piccoli che è bello far rivivere ogni anno: io, ricordo, ho voluto per due anni di seguito la "cucina americana", cioè una cucina come ora abbiamo tutti, ma che allora strabiliava con i suoi pensili, il suo forno inserito, i suoi sportelli tutti attaccati. Nella cucina "vera", quella in cui mangiavamo tutti i giorni, c'erano ancora la credenza e il lavello di marmo, con la "macchina del gas" a quattro fuochi contro il muro e staccata dal resto. 
Finalmente arrivò per me, con la Befana dei parastatali - sì, lettori più giovani, andate a cercarvi la storia di quest'italietta fatta di gruppetti e gruppini, ognuno con i suoi privilegi, è divertente anche solo leggerne nomi e prerogative - la versione bambina della meraviglia ipermoderna, e io non sapevo cosa farne. Il mio amore per la cucina, nel senso di gastronomia, arrivò fino a mettere i chewing-gum - rigorosamente già masticati, come buttare via le "cicche", considerate genere di lusso pur nella versione già usata? - nei deliziosi cassettini mignon, con maniglina in proporzione, azzurri. E lì mi fermai.

Niente bucce, foglie, sassolini, biglietti o piccoli rami: tutto ciò che costituiva l'immaginario alimentare infantile mi era ignoto, e lo trascurai: come piccolissimi biscotti marziani, le mie palline di gomma indurivano nei cassetti miniaturizzati, quiete quiete.  
 

1 commento:

Aglaja ha detto...

Ma i tuoi sogni e i tuoi slanci di bimba non si sono persi né induriti in un cassettino dimenticato. Li mostri e li regali a noi blogghisti e a chi ha il privilegio di condividere la tua vita :-)
Ancora auguri e un abbraccio
A.