Per i miei Copertazzi non si può certo dire altrettanto: sono un lampante caso di montagna che va ai ritagli visto che non riesco a mandare i ritagli alla montagna. Insomma, il Copertazzo lo si fa tornare: come idea, come cuciture, come combinazione, come spazi... e ci si diverte a farlo proprio perchè si può procedere un po' (tanto) a caso, assemblando forme e guarnizioni secondo l'umore del momento e non secondo uno schema precostituito.
Mi avete chiesto notizie del mio strambo tricottare ed eccole: è tutto qui.
Ora che sono tornata a casa dalla clinica e attendo di vedere quanto sia stabile la situazione, il Copertazzo sarà un alleato di chi cerca di tenermi lontana da lavori più stancanti e impegnativi, quelli che in una casa ti attendono sempre al varco: forse così si riuscirà a ribaltare la classica situazione del tricotaggio, che da metodo per aspettare può diventare un mezzo per farsi aspettare.
5 commenti:
insomma, sei una tricotatrice, come dire? ti vedo intenta a tricotare...
:-)
saper fare qualcosa dà comunque soddisfazione
Bentornata, streghetta! Che Il tuo copertazzo sia caldo e avvolgente come l'abbraccio che ti mando :-)
Bentornata in questa giornata che molti ricorderemo
Un copertazzo avvolgente con il pensiero lo doniamo a lui che possiede tutto ma non un copertazzo così!!
Buon rientro a casa abbraccio
Bentornata, in tempo per festeggiare!
Grazie, amici.
@ Giuliano: Quanto al " saper fare" ... be' non è proprio il punto più importante, fondamentale é che mi diverta e mi rilassi. E la soddisfazione c'é lo stesso :-)
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