Non sto parlando più con nessuno.
Non sto scrivendo più a nessuno.
Non sto scrivendo più niente.
Non sono andata per saldi.
Non leggo niente di nuovo, rileggo per la terza volta solo i libri che fanno ridere.
Non mi dedico ai lavori domestici.
Non vado al mare, ma per questo sarebbe strano il contrario.
Non faccio più foto.
Non voglio più sapere niente del mondo.
(Anche se oggi, per il decimo anniversario dell'uccisione di Carlo, ero in piazza. Quei venti minuti.)
Non voglio più fare i ragionamenti che ho in testa.
Non ho più pazienza.
Non sto neanche piangendo.
Prendo i momenti di gioia e me li coccolo, ma scappano via presto.
Cazzo di anemia, prende anche il morale?
6 commenti:
che dire? niente. Si vede che a volte dev'essere così. Tieni duro...
grazie, dolce giuli. ci provo.
Il corpo ci ruba a noi stessi, talora. Ci parla. Lo ascoltiamo anche se non vogliamo.
E, spesso, quanto ci dice non ci piace. E cerchiamo di fare rumore, dentro e fuori, per non sentirlo. Inutilmente. Così ci arrendiamo e rimaniamo in ascolto. E ci perdiamo così, in una sorta di nebbione ovattato, un po' apatici, un po' ostili agli altri e a noi stessi.
Poi passa. Perché poi passa. Resto in ascolto anch'io. Di te :-)
A.
hai ragione, spero proprio che tu abbia ragione. ma quando è così è difficile immaginare che passi, la nebbia avvolge ogni cosa...e per fortuna ci sono gli amici a far balenare raggi di sole.
Solo per dirti che anch'io sono qui ad aspettarti, per puro egoismo: non posso rinunciare al piacere di leggere l'intelligenza. Abbracci.
ecco, a questo punto arrossisco, nonostante l'anemia. e spero che il tuo egoismo :-) possa essere presto premiato.
Posta un commento