martedì, maggio 06, 2008

COINCIDENZE


Copincollo da qui:

Alberto Brasili e la sua fidanzata Lucia Corna furono aggrediti alle 22.30 di domenica 25 maggio 1975 in via Mascagni a Milano.
Cinque fascisti - Antonio Bega, Pietro Croce, Giorgio Nicolosi, Enrico Caruso e Giovanni Sciabicco - li avevano seguiti fin da piazza San Babila perchè erano vestiti da comunisti e avevano osato sfiorare un manifesto del Msi. L'agguato scattò di fronte alla sede provinciale dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia: "Li ho sentiti arrivare quando erano ormai alle nostre spalle - raccontò poi Lucia - e ho visto luccicare le lame dei coltelli. Uno dei cinque mi ha afferrata e ha cominciato a colpirmi mentre gli altri si accanivano su Alberto."
Raggiunto da cinque fendenti a organi vitali, Brasili spirò poco dopo il suo arrivo all'ospedale Fatebenefratelli con il cuore spaccato da una coltellata. E Corna, colpita due volte all'emitorace sinistro, sfuggì alla morte solo perché la lama aveva mancato il suo cuore di pochi centimetri.
"Il delitto - scrisse il Manifesto due giorni dopo - è tanto più impressionante in quanto ha chiaramente i connotati dell'azione terroristica. Alberto Brasili non era un compagno conosciuto, era un lavoratore studente che frequentava le scuole serali, l'ultimo anno dell'istituto tecnico industriale Settembrini, e il giorno lavorava per per una ditta di antifurti elettrici, la Adt. Faceva questa vita dall'età di 14 anni perché in famiglia c'era bisogno di soldi.
Brasili, dichiararono preside, professori e studenti del Settembrini, era sicuramente di sinistra e impegnato nelle lotte per il diritto allo studio. (...) Non per questo, però, era più conosciuto di altri, e poi di giovani come lui in quegli anni a Milano ce n'erano decine di migliaia. E allora, perché ucciderlo ?
"Non è - rispose Stefano Bonilli su il Manifesto del 27 maggio 75 - come alcuni giornali hanno tentato di accreditare, un errore di persona, è un delitto fascista che si lega perfettamente al clima che la destra sta preparando in Milano(...) Questa uccisione a freddo, apparentemente inspiegabile, - concluse il Manifesto - ha lo stesso impatto psicologico di un attentato dinamitardo".

E chi si stupisce e chi si indigna - e fa bene in entrambi i casi, intendiamoci - può dare un'occhiata al sito, giusto per deprimersi un po' nel vedere che non c'è niente di nuovo: la sfilza di morti ammazzati dai fascisti o dalla polizia, i cui omicidi sono rimasti impuniti e irrisolti, è lunghissima.

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