sabato, novembre 08, 2008

GIA'.

Ci sono cose che capitano solo agli altri, e questa volta gli altri sono io.
Jodorowsky non ha funzionato: i topi continuano ad essere una presenza misteriosa, che forse c'è e forse non c'è, ma nel frattempo il Male che avrebbero dovuto incarnare e portarsi via si è palesato dentro di me, e questo è un fatto. Non lo nomino non perchè mi comporti con lui come con Voldemort, ma perchè non voglio essere trovata con quella chiave di ricerca, mi ci manca: e del resto, può anche darsi che praticamente tutti i miei lettori sappiano già la notizia, chè non mi va e non sarei capace di tenerla nascosta perciò stasera gli amici l'hanno già saputa più o meno in diretta.
Ciononostante, questo il post più difficile da quando ho aperto il blog, anche perchè non so bene cosa scrivere, oltre alla notizia pura e semplice. Dovrei metterci tutte quelle cose che fanno capire che ho uno spirito pugnace e un ottimismo a tutta prova, ma di ciò posso solo dire che spero mi vengano nei prossimi giorni, ora è troppo presto per qualsiasi reazione perche la niù è recentissima.
Forse, semplicemente, non sarei capace di scrivere altri post a prescindere da questa realtà, che indubbiamente cambierà la mia prospettiva nonchè, almeno in parte, anche la mia vita: meglio quindi, per gli aff.ssimi lettori, informare che c'è una sorta di spartiacque, un "prima" e un "dopo".
E approfittarne per un bieco ricatto morale, chè gli umani quando stanno male hanno bisogno di sentirsi al centro dell'attenzione: un'attenzione discreta, che immagino ci saranno volte in cui non sarò in grado di rispondere alle attenzioni altrui con il consueto grado di affetto e civiltà, ma quale attenzione discreta migliore di un commento sul blog? So che molti hanno remore a lasciarne, in assoluto, ma se potete superatele, le vostre remore: anche una frase stupida non è mai stupida, chè mi fa sentire di non esser sola. e questa credo sia la cosa più importante, adesso.

martedì, novembre 04, 2008

SUBLIMINALE



Sembra un banale reportage fotografico, ma è probabilmente una campagna di trenitalia per farvi pensare, o pendolari incontentabili, a quanto potreste stare peggio, neh?

lunedì, novembre 03, 2008

PICCOLE RESISTENZE



Non ho tempo nè testa per fare molto altro, però questo posso copincollarlo:

Aggiornamento da Giornalisti contro il razzismo (www.giornalismi.info/mediarom)


E' salito a 93 (più sedici promotori) il numero dei firmatari dell'appello-impegno "Mettiamo al bando la parola clandestino (e non solo quella)". L'obiettivo è spingere i media a un linguaggio più corretto ed obiettivo negli articoli riguardanti i migranti, il popolo rom, le minoranze.

Questa campagna è nata dall'iniziale appello
(maggio 2008) titolato "I media rispettino il popolo rom". Il "razzismo quotidiano" si sta diffondendo nella società e i grandi media fanno ben poco per contrastare questo fenomeno, spesso anzi lo alimentano.

Chi lavora nei media ne è consapevole? E' forse d'accordo?
O magari siamo che noi ci sbagliamo? In ogni caso è urgente discuterne. Sul sito sono disponibili nuovi materiali.

- Un articolo del giornalista israeliano Yonatan Mandel, pubblicato
sul settimanale Internazionale col titolo "Le parole per non dirlo". Mandel fa notare come i media israeliani adottino un linguaggio ad hoc per descrivere le azioni dell'esercito israeliano, in modo da proteggerne la reputazione. La condotta opposta viene seguita a proposito dei palestinesi. Il tutto, secondo Mandel, avviene "spontaneamente" http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1233.html

- Un articolo di John Foot, pubblicato su Internazionale, a proposito di un caso di "zingaro che ruba i bambini" a Catania. Sui giornali sono state pubblicate notizie false, ma rese "credibili" dalla nota leggenda (sulla quale si può leggere un libro appena uscito di Sabrina Tosi Cambini, La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007), editore Cisu 2008 http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1231.html

- Un intervento che spiega come gli allievi della scuola di giornalismo di Catania hanno smascherato la bufala. http://www.giornalismi.info/mediarom/articoli/art_1232.html

Il 27 novembre 2008 a Mantova parteciperemo al convegno "Perché un Osservatorio sulle discriminazioni? Problemi, soggetti e pratiche", con un intervento sul tema "Come le parole possono escludere: linguaggio e media". http://www.rintracciarti.org/edizione-2008/giovedi-27-novembre/

PER SOTTOSCRIVERE L'APPELLO
http://www.giornalismi.info/campagne/index.php?id=3&id_topic=10
Giornalisti contro il razzismo, novembre 2008

domenica, novembre 02, 2008

ESORCISMI LAICI


Ci sarebbe Jodorowsky.
Non il padre, il figlio che fa psicomagia, o comunque si chiami la cosa che fa.
Il KGgB, appena è da un parrucchiere o simili, si fionda a cercare la rivista su cui Jodorowsky jr. risponde ai lettori, prescrivendo cure suggestive per i problemi psicologici: banalizzando assai, egli prescrive cose tipo che se sei una persona molto rigida e strutturata, per un mese intero devi girare nudo - per casa o per strada, dipende da quanto è ispirato in quel momento Jodorowsky stesso, secondo me.

E quindi, senza voler sbeffeggiare nessuno, potrebbe essere lui l' orchestratore di una così perfetta proiezione del Male, dall'interno all'esterno.
Chè in contemporanea con l'intensificarsi di quei simpatici accertamenti (una parola che, usata in qualsiasi contesto - giudiziario, fiscale, medico ecc. - non è affatto neutra come sembra, ma apre le porte alle fantasie più angosciose) che dilettano la mia vita da un tre mesi o giù di lì, ecco comparire infatti I Topi.
Non uno, come pareva per comunque improbabile coincidenza - datpo il piano quarto - ma due. Finora.

Matato anche il secondo. Finora.
Ma egli ha scorazzato in giro, lasciando ampie tracce: in un lavacro molto più prosaico che simbolico, l'intera cucina è stata ripulita da me e dall'uomo barbuto, chè la colf, ricorderete, continua a non esserci. Eppur nonostante, anche ora viviamo asserragliati, chiusi ogni volta nelle stanze in cui siamo, con le finestre aperte solo se noi siamo dentro e tutta una serie di bizzarre manovre tese ad evitare paranoie peggiori, cioè il sospetto o la comparsa di nuovi topi.
Accertamenti, si potrebbero chiamare.
E con questo, se il mondo funzionasse secondo una psicomagologica, dovrei aver risolto tutti i miei problemi, dando loro baffi e coda per poi ucciderli.

E poi basta esser certi di averli uccisi tutti, neh?

giovedì, ottobre 30, 2008

UTILITY


Può darsi che ormai sia già arrivata a tutti, che sta girando su internet da qualche giorno. A me è arrivata per la prima volta dalla Talpa , ma dopo le aggressioni di oggi, con la versione raffinatamente mediatica della tesi degli opposti estremismi, forse val la pena di diffondere questa intervista a Kossiga il più possibile.
A noi ragazzi del '99 non fa notizia - che abbIano ucciso gli anni '70 a suon di manganelli e provocazioni non ci giunge nuovo, e neppure che l'ex presidente, allora ministro agli interni, si sia guadagnato la sua K appunto per quello di cui, dopo anni, ha il coraggio di vantarsi - ma a chi si chiede cosa sta succedendo, perchè i fascisti sono in piazza con slogan e spranghe, forse fa bene leggerla. Quindi, nel caso, fate un bel copincolla e mandatela
in giro.

INTERVISTA A COSSIGA
«Bisogna fermarli, anche il terrorismo partì dagli atenei» di ANDREA CANGINI - ROMA
PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
«Dipende, se ritiene d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo.
Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».
Quali fatti dovrebbero seguire?
«Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand`ero ministro dell`Interno».
Ossia?
«In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito...».
Gli universitari, invece?
«Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Dopo di che?
«Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri».
Nel senso che...

«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Anche i docenti?

«Soprattutto i docenti».
Presidente, il suo è un paradosso, no?
«Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».
E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere?«In Italia torna il fascismo», direbbero.

«Balle, questa è la ricetta democratica:spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».
Quale incendio?
«Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università.
E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».
E` dunque possibile che la storia si ripeta?
«Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo».
Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
«Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama...».

Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

martedì, ottobre 28, 2008

AUGURI, NESSIE!

Un giardino pieno di rose, fiorite e da fiorire.

e anche una piccola zonta, va'.
 

domenica, ottobre 26, 2008

A ZENA L'INQUINAMENTO VINTAGE


Il mio papà - sì, sempre lui - quando ero piccola mi portava a visitare le navi: immagino che per lui, emigrante lombardo, una nave vista da sopra fosse uno spettacolo degno di nota, e pazienza se spesso quelle visitabili erano militari. A me, d'altronde, piacevano un sacco le scalette di corda.

Così, quando mi è arrivato l'invito per visitare il rompighiaccio di Greenpeace, ormeggiato al Porto Antico durante questo scorso uikènd ho subito coinvolto il KGgB: "Ci andiamo, dài, ci andiamo?"
E lei, sempre carina e gentile, non mi ha deluso. Solo che il mio concetto del tempo è sempre stato un po' labile: per me in un pomeriggio dovrebbero starci le attività di quattro giorni. E del resto non trovavo più, fra le mail, l'invito che specificava luogo ed orari. Ma non importa, in qualche modo avremmo risolto.

Già: arrivate al Porto Antico con il buio siamo riuscite ad individuare la nave dopo una galoppata di quelle che fanno maledire Renzo Piano e, com'era abbastanza ovvio, abbiamo scoperto che l'orario per le visite scadeva due ore prima.

Ci siamo sedute su una panchina, a guardare da giù l'arcobaleno dipinto sulla fiancata (a poppa, a prua, a manca? chissà...): il suo fascino ce l'ha, l'Artic Sunrise, anche senza i ricordi infantili; e le genti che andavano avanti e indietro tra passerella e biciclette, i volontari di Greenpeace, ci sono sembrate belle.


Oggi, quelle persone lì hanno fatto una tripla azione a Genova, contro la centrale a carbone Enel sotto la Lanterna, in piano centro, in piena funzione inquinatrice fin dagli anni '20.
Qui trovate la galleria fotografica genovese, e qui sotto il video blog.


>Lo so, a Greenpeace e a questa iniziativa ho già dedicato tanti post: ma non è un caso. Appoggio ed approvo, e un po' magari mi gaserei anche, se potessi partecipare di più, il movimento delle scuole, fondamentale per riaffermare il valore della scuola pubblica. Non mi è dispiaciuta la manifestazione della sinistra, non mi fa schifo neanche quella di Uolteroni - anche se, groan, tutto quel bianco-rosso-verde in corteo dà addosso mica poco, neh?

Ma penso che la sinistra, rosa, rossa o arancionella che sia, stia davvero perdendo l'appuntamento con la Storia se non capisce e non fa sua l'importanza della battaglia ambientale.

Ieri, sotto la Lanterna, la sinistra avrebbe dovuto esserci, per sostenere le richieste di Greenpeace, che a sua volta sostiene la politica regionale - di "sinistra", finora, sia pur con virgolette - in favore dell'eolico.
E' roba minima, in confronto a ciò che si sta muovendo nel mondo intero contro la globalizzazione globale, dalle richieste e proposte in campo economico alle lotte durissime contro la privatizzazione dell'acqua: ma dai gesti minimi si potrebbe ricominciare a innescare un circolo virtuoso, io credo, andando a smuovere quelle che ormai appaiono posizioni cristalizzate che si muovono su piani diversi. Quando invece la lotta, come hanno capito benissimo i nostri avversari, è una sola.

giovedì, ottobre 23, 2008

GLI SQUALLORS


Be', certo, come non preoccuparsi, Pacefortissima, visto che l'ultima scuola in cui è entrata la polizia è stata la Diaz? Ma, per fortuna, oggi il cavabana si smentisce da sè: "Chi, io? mai detto, mai pensato." Un gioco vecchio, la cui forza sta nel non avere senso: come discutere una menzogna? Non si può, se ci pensate: non a caso innumerevoli giochini di logica si basano su strane popolazioni o individui che mentono sempre.
Perchè la menzogna alimenta se stessa e se ne strafotte della figura che fa,
l'importante è che serva a quel che deve servire, che qualcuno ci creda.
Il panorama è così squallido che anche il post su questo argomento si arena qui: alla democrazia difesa da La Russa e Alemanno non ci crediamo - sarà pensar male, ma viene il sospetto che il "diritto" di cui parlano lo rivendichino soprattutto per quei bravi guaglioni di destra che ultimamente hanno riscoperto la goduria dell'esserci, a spese altrui - e sprecare altre parole su Gelmini e i suoi riformini pare insensato.


Più bello, invece, far notare che non sono più solo quei pazzi degli ecologisti a sostenere che la riconversione energetica sulle fonti rinnovabili e i non sprechi fa bene anche all'economia, oltre che a noi tutti.
Da republikit, infatti:

"Secondo uno studio realizzato dall'Università di Berkeley, le politiche di efficienza energetica intraprese dalla California all'indomani dello shock petrolifero del 1977 nel giro di un trentennio hanno creato circa un milione e mezzo di nuovi posti di lavoro a fronte dei 25mila persi. (...) In California una politica attenta che ha imposto standard di efficienza per edifici ed elettrodomestici tra i più alti del mondo, il livello dei consumi elettrici pro capite nell'ultimo trentennio è rimasto stabile, mentre nel resto degli Stati Uniti aumentava del 50%. Si calcola invece che se il consumo unitario avesse seguito la crescita media nazionale, la California avrebbe avuto bisogno di 24 nuove centrali di media potenza (500 MW). Avendo la possibilità di spendere meno in energia - si legge nella ricerca - i consumatori hanno destinato questi soldi alla domanda di beni diversi (...)"

Il modello economico che ne consegue non è rivoluzionario e forse neppure quel che si dice alternativo: si limita, di fatto, a creare nuove possibilità di lavoro e di spesa in un mondo altrimenti intasato.
Non è il modello che ci piace di più, certo che no: ma è un modello che può piacere perfino ai politici. Almeno a quelli in buona fede, che si vanno invece convincendo che "ohiohioohi, ormai abbiamo bisogno di nuove centrali."

E, come è successo al muraglione sotto casa mia, che hanno sbancato di alberi e popolazione animale per poi lasciarlo nelle stesse identiche condizioni di prima, ma senza l' equilibrio che invece si era creato nel tempo (e sono ricresciuti arbusti, erbacce e rumenta, ma ci nidificano pappagalli invece che passeri, e gazze e piccioni invece che merli - e topi, chè forse prima c'erano civette a tenerli a bada), il rischio concreto che tutte le manovre per le nuove centrali prendano il via senza produrre alcunchè se non i soldi che girano per gli appalti, pare sfuggire a molti.

mercoledì, ottobre 22, 2008

MORTO

Se ne dà l'annuncio ufficialmente, ringraziando per la sentita partecipazione al post che ne parlava: il topo è morto. 
Al tranquillante non ci abbiamo pensato, no - ma temo che avrebbe avuto comunque un effetto Marilyn, chi sa i dosaggi per un topo??? - e perciò gli abbiamo messo il formaggio e una trappola. E' morto dopo un abbondante ultimo pasto, come da tradizione, di più non potevamo fare. 

martedì, ottobre 21, 2008

E OLTRETUTTO...


...tocca fare il tifo per Sarkozy e per quel già discutibile accordo - che prevede, pies, anche di aumentare la quota di biocarburanti, uno dei fattori della crisi alimentare e del rincaro dei prezzi del cibo - che va approvato in sede europea. Ma l'accordo contiene cose di buon senso e dall'altra parte ci sono, oltre a un tot di Stati sfigati della Ue, la prestagiacomo e il cavbanana, a piangersi addosso e a dire che noi ci abbiamo la crisi. E la prestagiacomo, che forse con i numeri piccolissimi delle pari opportunità poteva ancora cavarsela ma se si tratta di far due conti realistici no, ha la faccia marcia di sostenere che l'accordo non è stato discusso, mentre il cavbanana rivela il suo pensiero sulla visione del mondo dichiarando che "noi" non possiamo "fare i donchisciotte". Improvvisamente, la crisi finanziaria da cui l'Italia fino a ieri era pressochè risparmiata (grazie all'arretratezza dei suoi sistemi, anche se questo non lo diceva nessuno, e ben venga essere arretrati, di questi tempi) diventa pesantissima per l'industria italiana in particolare, che sostiene di non essere in grado di sostenere i costi per dimunire i rischi del cambiamento climatico. E questo in un Paese, come il nostro, che dove non è costa franosa è slavine e smottamenti, dove non è palude risanata è terra strappata al mare, dove non è siccità è alluvione e via di questo passo, in miliardi di contributi erogati per calamità "naturali" di ogni tipo: e ciò non solo per le caratteristiche fisiche dell' Italia, ma soprattutto per la politica di incuria e distruzione dei governi. Governi che, ribadiamolo per chi si confonde, sono stati democristiani per trent'anni- trenta. e ci sembravano già il peggio, e non erano.

In questo momento, l'ho già detto, gli attivisti di Greenpeace si stanno impegnando nella campagna contro il ritorno alle fonti energetiche non rinnovabili e fortemente inquinanti, come il carbone: fa piacere sapere che la loro azione in Sardegna è stata interrotta in seguito agli impegni presi dall'Assessore Regionale all'Ambiente, che ha dichiarato di voler allineare la Regione esattamente a quell'accordo UE osteggiato dal governo. Incrociamo le dita e segniamo questa vittoria vicino a quella ottenuta in Slovacchia, dove il Ministro dell'Ambiente ha richiesto la valutazione di impatto ambientale per la centrale nucleare - obsoleta e pericolosa - che vorrebbe costruire l'Enel: sempre quell'Enel lì, quella che ci dicono di comprare le azioni. Tanto, a noi checci frega dei slovacchi, siam mica donchisciotte...

IL TOPO STROPPIA


E così c'è anche il topo. Un topino di campagna, e il primo che dice "poverino" farà, se posso decidere io, la fine appunto del topo.
Perchè io, i topini sto a guardarli volentieri se sono dentro un cartone animato, ma anche se sono dentro un bosco, un fosso, un campo.
A casa mia, no.
Sono territoriale, lo ammetto, e magari sul balcone ci si poteva mettere d'accordo, è una specie di terra di nessuno: ma lui no, il cretino. Non so per certo da dove sia entrato, ma sicuro è scivolato via tenendosi raso sotto la mascherina del frigorifero, come un fante della Grande Guerra a filo delle trincee: lo so perchè ho trovato gran mucchietti di polvere annosa agli angoli, che già che c'era poteva almeno ripassare per bene e toglierne di più.
Così forse il frigo riprendeva a funzionare senza consumare una quantità di energia pari a quella del Kenia.
Perchè il frigo è in quelle condizioni lì, la lavatrice ha bisogno il colpo d'anca - chi si ricorda i flipper sa di cosa parlo - per chiudere il coperchio scardinato chè quando me lo dimentico lei non parte, il forno invece l'hanno appena aggiustato ma si è rotto di nuovo, si aspettano i soccorsi .

E' così: qui imperversa la Crisi del Settimo Anno che ormai si è trascinata nell'ottavo, altrimenti detta Crisi del Locatario: si presenta puntuale quando sta per scadere anche il rinnovo del contratto, come sta succedendo qui. E nell'incertezza - si va, si sta? - le robe muiono, i muri piangono, i topi ballano.
Perchè fosse necessario anche il topo, francamente non so: forse solo perchè io, in questo periodo così rassicurante riguardo la mia salute, possa dire: "Ah, finchè le sfighe son queste...!" e sentirmi enormemente confortata, giaggià.

venerdì, ottobre 17, 2008

OTTOBRE ROSSO?

Bello, eh, il volantino?
Finalmente, anche se temporaneamente, fuori dal mio universo privato di sfighe, torno a rendermi conto che l'universo pubblico quanto a sfighe sta quasi peggio di me.
Però mi guardo le gallerie di foto della protesta della scuola di republikit e mi piacciono: e che la protesta altrove sia un po' montata dai media o che sia invece genova ad essere un po' "molla" come piazza, l'insieme appare c0munque combattivo e convinto, tanto da far venire voglia di andare a Roma il 30.
Continuo a pensare che questo governo non si fermerà per le proteste, e che le proteste in troppi casi manchino di contenuti convincenti: ma sulla scuola piace sperare che possa essere diverso, che l'ignoranza e la strafottenza contenute in questa riforma peggiore di ogni altra siano bloccate.

Su altri versanti, invece, le cose sembrano andare molto peggio: il cosiddetto "premier" ha violato ogni regola di correttezza raccomandando di comprare azioni Enel, da lui indicate come "sicure".
E doveva ben saperlo, visto che in sede Ue ha rifiutato di aderire al piano per ridurre le emissioni, che prende tra l'altro l'incentivare l'utilizzo delle risorse rinnovabili: e quest'ultimo, si sa, ha il difetto di non prevedere grossi
appalti nè giri di soldi successivi, mentre il carbone e il nucleare sono lì, belli pronti a rimpinguare tasche.

La protesta, in questo caso, è affidata a
Greenpeace. che sta andando in giro per il Mediterraneo con le sue navi per denunciare la folle criminalità del ritorno al carbone come fonte energetica: la centrale di Civitavecchia, dove si è appena svolta l'azione di Greenpeace contro la sua recente conversione al carbone, immetterà nell'atmosfera una quantità di CO2 pari a quella di 2 milioni di SUV che percorressero 25milakm. annui.
Bell'idea, vero? Quando invece il settore delle energie rinnovabili è quello che in questo momento "tira", anche dal punto di vista economico, e produce ricchezza e creatività diffuse in quei Paesi in cui l'interesse pubblico è ancora un'espressione con un senso.
Greenpeace, comunque, ha lanciato una cyberazione, anche in vista in vista della Conferenza sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite che si terrà a Poznan in Polonia il prossimo dicembre.
Firmate, conviene a tutti.

domenica, ottobre 12, 2008

SEGNALAZIONE

Mi è arrivata per mail e io la giro alla Comune-ty, che già parlò di economia e della crisi attuale, ma ovviamente anche a chiunque voglia capire cosa sta succedendo ora, anche provando a guardare da un'angolazione diversa dal solito.

La finanziarizzazione dell'economia e la sua crisi AA.VV. 144 pp, Euro 12 Articoli di M. Husson, S. George, A. Baranes, M. Bersani, G. Cremaschi, D. Danna, S. Lucarelli, A. Santoro, E. Screpanti, V. Sodano, T. Vitale "L’odierna crisi dei muti subprime statunitensi, ma anche l’aumento dell’instabilità dell’economia mondiale negli anni Ottanta e Novanta, è il frutto del processo di finanziarizzazione dell’economia, caratterizzato da una rinnovata ed accresciuta importanza del capitale finanziario. Questo testo analizza le origini, lo sviluppo e le cause della finanziarizzazione, esaminandone gli effetti sul modello sociale europeo, sulle relazioni sociali delle comunità, sui beni pubblici e sulle disparità di genere. Per provare a costruire risposte orientate all’azione nei movimenti."

Il volume è in libreria da oggi, ma si può anche richiedere per mail a segreteria@attac.org. e o
rdinando 5 copie non si pagano le spese di spedizione. Io penso che chi ha voglia di approfondire davvero questi temi se l'abbia ad accatta', 'sto libro, chè così legge e rilegge e torna su quello che non ha capito e se lo studia ben bene e poi magari ci fa una divulgazia o un post ancor piuù ottimista.
Per chi non ce n'ha voglia di cacciare i dodici euri - chepperò, mica solo il Manifesto ci ha bisogno di fondi, neh? - sul
sito di Attac si possono leggere gli interventi, anche se forse non tutti, raccolti nel volume
.

venerdì, ottobre 10, 2008

LUNA PIENA E TASCHE VUOTE


C'è una luna da licantropi, stanotte, bellissima anche dalla mia finestra, dietro l'ombra scura dell'albero. Mi gira un po' la testa, forse il nuovo antidolorifico, forse il sonno arretrato, e non ho un motivo per scrivere questo post, se non che mi dispiace quando anche il mio blog rimane in arretrato, come il sonno. 
Tutta la comune-ty è impegnata e fors'anche gasata della ManiFesta, e io mi unisco alla divulgazia della notizia, che il popolo accorra in gran copia e sottoscriva ancor più. Ecco che un motivo per questo post è stato alfine trovato senza troppo sforzo: ed è perfino un motivo socialmente utile, to'.

martedì, ottobre 07, 2008

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C'è una foto del mio papà, una foto che finchè erano vivi lui e la mia mamma io non avevo mai visto, così come non avevo mai saputo che il motivo per cui mio nonno veniva prelevato e portato in prigione ogni volta che a Como "arrivava un qualche gerarca" come raccontava il mio papà, era che il nonno era noto come comunista. Questo me l'ha detto la mia mamma ben dopo che il mio papà era morto, la foto invece la teneva nascosta nel suo cassetto, immagino senza nessun motivo al mondo per tenerla nascosta. 
Ma la mia era una famiglia così, di quelle che poi ti accorgi che non hai mai saputo un sacco di cose, e a questo punto mai le saprai: ma il mio papà piuttosto che parlare di se stesso avrebbe fato scattare una botola sotto i suoi stessi piedi per scivolare via che neanche ti accorgevi che se n'era andato. 
Già parlava poco di tutto, ma di se stesso men che meno. Di lui è rimasto qualche dato sparso, appena qualche notizia: la guerra nel Genio, al Sestrière, l'internamento in Svizzera (dove? mah...), il caldo che faceva a Torino con la divisa invernale quando era venuto via dalle montagne, l'8 settembre, i polacchi che non gli erano simpatici (perchè? mah..)  Da lì, poi, sembrava che fosse arrivato direttamente alla vita con noi e, se raccontava qualche episodio del suo passato più recente, era solo perchè i protagonisti eravamo noi, non lui. 

Ma in quella foto trovata in fondo al cassetto il mio papà è ben lungi dall'essere il mio papà, è un ragazzo insieme ai suoi amici: uno degli altri è seduto su un cavallo a dondolo, un altro fa una mezza smorfia , altri due invece sono seri nei loro ampi cappotti, in testa il borsalino. Il mio papà ha un cappello chiaro che, più che sulle ventitrè, sta giusto in bilico sul limitare della sua fronte, altissima già prima che si stempiasse, e un gran sorriso da Dario Fo gli mangia l'altra metà faccia.  
Mio papà sembrava una persona serissima: in realtà era molto timido e l'essere serio era il suo modo di affrontare il mondo, salvo tradirsi con una battuta surreale o un guizzo ironico negli occhi. Però, ecco, mio papà che "fa il buffone", come nella foto, ben pochi l'avrebbero creduto possibile e  quei pochi erano i bambini: prima noi, i suoi figli, e poi, e ben di più, i nipoti. Si divertiva un sacco a passare per sciocco e svagato, si divertiva a far finta di dimenticarsi per l'ennesima volta il finale della storia, a dire una parola nel modo sbagliato perchè il bambino di turno potesse correggerlo, a fare smorfie  e citare le sue frasi preferite dei fumetti, strabuzzando gli occhi per fare "Yuk yuk" come Pippo.  
Noi bambini, figli e nipoti, l'abbiamo adorato tutti, credo. Noi figli, come figli, qualche problema con lui l'abbiamo poi  avuto: e io dato i miei problemi  a quando lui ha smesso di strabuzzare gli occhi, di fare yuk yuk o il verso della trighe. 
Sembrava che avesse smesso perchè eravamo cresciuti, sembrava logico pensare così: ma stasera, in cui dopo molto tempo mi è uscita di nuovo quell'irresistibile voglia di fare buffonate che è la stessa, direi, del mio papà e che ultimamente era sparita, penso che no, neanche lui aveva "smesso" con decisione cosciente e razionale. E' solo che nell'uomo che era in quegli anni non c'era più posto per il ragazzo con il cappello in bilico: e, se devo dire la verità, quegli anni me li ricordo, pur senza reali motivi di tristezza,  come immersi in una realtà di colpo ingrigita. 

venerdì, ottobre 03, 2008

VAL PIU' LA PRATICA...


E' un po' paradossale, giaggià, ma si tratta  che in questo periodo - che spero finisca asap o qupì, come preferite - devo razionarmi il tempo al computer. 
Perchè fatto sta che se ci sto troppo, i miei dolori misteriosi ("dono il mio corpo alla fantascienza" è l'epitaffio che ho scelto, ve l'ho già detto?) e sadici si fanno sentire ancor più. Oppure, volendo leggerla nell'altro modo, se sto in piedi e cammino e traffico, i dolori si fanno sentire meno. 
Succede anche, in questo istesso periodo, che lo swiftiano problema della servitù si è arenato sullo zero, perciò sto seguendo la politica dell'unire l'utile all' undilettevole, e mi faccio le robe da me. 
Che poi, certe cose non mi dispiace neppure e ciò un po' mi preoccupa: per esempio, avevo sempre pensato che stirare un lenzuolo fosse superiore alle mie forze e capacità e invece scopro che, se il KGgB mi aiuta a piegarlo, tric trac e ci si mette un attimo, giuro.  
Questo ve lo dico chè so che anche voi non ci avete mai provato.  

Ma, come al solito, tutto ciò è premessa per dire che il blog un po' ne risente, marcato stretto dalla concorrenza di un lavoro che va pur fatto e che si mangia il mio Tempo-Mac. 
Però ho trovato una bella ricetta, di quelle che fanno arricciare il naso a chiunque, e quindi mi affretto a postarla: è su un libretto pieno di cose più fattibili che si chiama "Io lo so fare" ed è edito da Terre di mezzo al modico costo di 2 euri. 

Convinta del mio dovere di essere avanguardia, come nel caso degli assorbenti naturali che fecero arricciare il naso già più di un anno fa e ora ne parlano tutti e c'erano anche in vendita a Fa'la cosa giusta pur se i nasi continuano ad arricciarsi, ecco, la ricetta che posto oggi è quella per il grandioso

Shampoo Hummus:
un bel cucchiaio di farina di ceci
200 ml di acqua tiepida
2 cucchiai di aceto
e una qualsiasi bottiglietta vuota
Con l'imbuto, mettere la farina di ceci nella bottiglia, poi aggiungere l'acqua e l'aceto e scuotere  bene il tutto. Usare come uno shampoo normale.

Qui sopra è la ricetta originale: se ci fosse qualcuno che vuole farla o'veramente, consiglierei di sostituire l'aceto con succo di limone - che è vero che l'odore dell'aceto poi se ne va, ma poi. E, non so, ma io mischierei prima di imbottigliare, no?

Ma, come dicevo, il librettino contiene cose utili e interessanti: ne riparlerò. So che non vedete l'ora.


domenica, settembre 28, 2008

COPIO RICOPIO



Ma è troppo carino - quel che una volta si diceva "in punta di penna" - questo pezzo, che metto anche per richiamare la vostra attenzione sull'appello di "Giornalisti contro il razzismo", sulle cui pagine potete trovarlo nel suo primo ricopio, chè il mio è il secondo:

"I rom che rubano tutto": a proposito di un articolo pubblicato dal quotidiano La Stampa

Un lungo articolo di cronaca che commenta un video girato di nascosto e che mostra due ragazzi che rubano. Il peso degli stereotipi e il legame con il clima di ostilità che circonda il popolo rom sembrano evidenti. Giuseppe Faso ha scritto una lettera al cronista e al giornale. Pubblichiamo tutto qui, convinti che sia necessario aprire una discussione seria sul comportamento dei media e sulla loro responsabilità
25 settembre 2008
Ecco il link all'articolo della Stampa, intitolato "Così i piccoli rom rubano tutto"

http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200809articoli/8165girata.asp

Ecco la lettera scritta da Giuseppe Faso, autore di un libro molto importante: Lessico del razzismo democratico. Le parole che escludono

Elia, 12 anni, sa che "tutto" - insieme a "nulla", "ogni", "sempre", "mai" e simili - è tra i segnali più sicuri di un discorso che esclude. "Sei sempre in ritardo", "non è mai accaduto che..", e simili espressioni servono principalmente e spesso a segnare una posizione negativa nell'interazione, aggredire l'interlocutore, evitare di confrontarsi con la specificità della situazione. Nel discorso civile, sono segni spesso di qualunquismo, più o meno consapevole, e l'adolescente, che sarebbe portato a usarne nei suoi conflitti di crescita, ha imparato a individuarli nei discorsi degli adulti - e a riconoscerne le retoriche a partire da quelle spie. Sulla "Stampa" di Torino, un cronista intitola trionfalmente: "Così i piccoli rom rubano tutto". Tutto? Tutto. Una scoperta sconvolgente e soprattutto ardita. Ribadita con orgoglio nella prima riga dell'articolo: "Ecco come i piccoli rom rubano senza che uno se ne accorga". Pare che con i tempi grami che si annunciano per la scomparsa delle intercettazioni telefoniche, qualche cronista si sia dato da fare per recuperare notizie altrimenti imprendibili. Che cosa c'è di meglio che le telecamere a circuito chiuso delle gioiellerie e dei McDonald's del centro di Torino? Un numero di appostamenti non chiarito (vedremo poi un possibile perché) porta a due "rivelazioni": due bambini rom che sono stati filmati mentre cercavano di trafugare, con lo stesso trucco secolare (un cartoncino in mano, dietro al quale nascondere un piccolo oggetto), uno (o due) cellulari e un portafoglio: non sappiamo se in un'ora o in un anno - su questo dato, che sarebbe assai interessante, tace il cronista che però non evita di registrare come il primo dei due ragazzini sia "con T-shirt nera «Armani jeans» e calzoni al ginocchio", un particolare ghiotto, a quanto pare, ancorchè non pertinente. Anche a me è accaduto di essere stato derubato, anni fa, e nel giro di poche ore: la mattina, un tomo voluminoso di concordanze della poesia italiana del Novecento - e il pomeriggio, un altrettanto voluminoso dizionario di latino, nuovo fiammante. Tutt'e due i furti sono avvenuti nello stesso luogo, una sala insegnanti del liceo dove lavoravo, sala poco frequentata da me che la chiamavo confidenzialmente "il pollaio" per via del presidio costante di alcuni colleghi chiacchieroni . Non ho pensato allora, e non lo penso ora, che quel luogo fosse poco sicuro, nonostante l'assoluta casualità dei furti subiti (con una certa allegria: in fondo non mi dispiace che qualcuno si interessi molto di libri, anche se in alcuni casi altrui): è accaduto in poche ore, ma potrei dire senza mentire che è accaduto in trentacinque anni di lavoro. Non posso concluderne che in un luogo così si rubi tutto, o sempre. Sarà per questo che non riesco a comprendere come il cronista torinese possa concludere che "così i piccoli rom rubano tutto". Diciamo che "così due piccoli rom hanno cercato di rubare un cellulare e un portafogli". E regaliamo una T-shirt Armani-jeans al cronista: come diceva Lacan nei suoi "Seminari", se compare una T-shirt non pertinente, in quell'immagine superflua è nascosto l'oggetto del desiderio.-

venerdì, settembre 26, 2008

FORSE TUTTI SANNO CHE...


Che io sia fuori dal mondo non è una novità per me nè una sorpresa per gli altri, e so che ciò dipende oltre che da me in quanto me, anche dal fatto che per scelta non vedo la televisione da circa trent'anni.
Chi mi conosce lo sa, ma lo spiego anche a qualche eventuale lettore ignoto: non vedo la tv significa proprio che non la vedo mai. Quando ho motivi, diciamo così, tristemente pratici per vederla, lo faccio: il G8 di Genova, l'11 settembre. A volte, rare volte, vengo chiamata ad entusiasmarmi su qualcosa: un tempo era lo Zecchino d'oro, oggi le Olimpiadi - e l'intervallo fra una e l'altra volta si è così allungato di buoni tre anni. E anche quando, per curiosità o gentilezza, cedo al piccolo schermo, dopo un po' me ne vado: credo di aver sviluppato un'intolleranza, ormai, come quelle alimentari.

Questa lunga
premessa è per chiedervi una cosa, o voi lettori che invece magari la guardate, la tv: c'è ironia, in queste parole che prendo dall'opuscolo che il Detersivo Dash manda in giro in spregio alla foresta amazzonica?
Leggete qui sotto e, vi prego, ditemi di sì.


Pare che ci sia, mi si dice nella pagina, una "sitcom dash" su due canali tv, che viene anche stampata in questo inutilissimo giornalino, un fotogramma dopo l'altro. A riprova
della crisi economica, un bravo attore come Paolo Ferrari, che grazie alla nontv ricordavo belloccio e giovane, si presta a rifare se stesso pur con capelli bianchi e nasone improvvisamente visibile. E fin qui pazienza.
Ma la sitcom (!) gioca astutamente su
questo passaggio di generazioni: c'è un tipo che fa Paolo Ferrari giovane - signora, mi prendo il suo dash - e la "mamma" snella ma non troppo, piacente ma non troppo, che spiega la vita alla fidanzata del figlio.
A Napoli, se vi chiedete perchè parla così nel seguente dialogo:
Fidanzata:" Ciro! Ma come stai bene in camicia. Come fate, signora? Io quando provo a fare il bucato ammoscio tutti i colori."
Madre:"Figlia mia, usa dash! Guarda, fa il bianco brillante e ai colori gli dà il sole. E poi, questo odore di pulito... DI DONNA DI CASA CHE TIENE ALLA FAMIGLIA!"
Vi prego, ditemi che ho sbagliato la direzione della macchina del tempo... Mannò, lo fanno solo per farci ridere, vero?


Più criptico, per noi casalinghe nonmodello, il seguente annuncio a metà della pagina: "Con Fairy via il grasso dalla plastica e parte la serata con gli amici."
Ho dovuto rileggerlo due volte, chè non coglievo il nesso. Ma c'era la scritta in piccolo a
rimarcare il concetto, vicino alla fotina del detersivo miracoloso che rimuove l'unto dai contenitori di plastica: "Il grasso sulla plastica non rovinerà più i tuoi momenti con gli amici. "

Si possono fare molti facili sarcasmi, e siete autorizzati a metterli nei commenti. Però io mi chiedo: qui il sospetto di ironia sembra fuori luogo e perciò, quale sarà mai la persona che può credere davvero che la serata con gli amici sia stata rovinata dal "grasso sulla plastica"? Ditemi che non esiste, che è tutta una finta dei pubblicitari, o voi che avete più dimestichezza con il Grande Video.
Ma anche così, mannaggia, non sarebbe una gran consolazione: chè, dài e dài va a finire che qualcuno ci casca, neh? a dare la colpa della sua asocialità allo svuncio sul tapper... e magari esce per strada, impazzito, e stermina un'intera famiglia col vaporetto.
Speriamo che sia la famiglia del mulino bianco.

mercoledì, settembre 24, 2008

NEBBIA IN VAL PADANA


C'è una cosa odiosa che fa il dolore fisico, ed è questo riempire la testa di ovatta, di sfilacci batuffolosi di pensieri, di echi di qualcosa che sembra vagamente di ricordare ma cos'era, più? Quando il dolore non è insopportabile, come succede a me in questo periodo, ma va semplicemente su e giù per la scala del tormento, si cerca di concentrare e suddividere razionalmente le energie. Oggi il lavoro, domani la posta, dopodomani magari i blog. E nel frattempo qualche lavoro domestico che tanto il nuovo aiuto mi ha tirato la bida e muovermi mi fa bene, però devo ricordarmi le telefonate da fare. Poi c'è il momento dell'ultimo scalino, e saltano le telefonate e i lavori che volevo fare in casa diventano la metà e tutto si incasina e si confonde. La nebbia aumenta, e sarebbe bello riuscire a farla uscire dalle orecchie e rincantucciarcisi dentro, da nascondere tutto e addormentarsi così, come dicono che si faccia sulla neve, senza neppure sentire freddo.

domenica, settembre 21, 2008

E VABBE'...


Mah, ecco, il mio mi sembra proprio cannato, ma il nome inglese della mia pianta, la Schiantadraghi, è bellissimo ed ha stretta attinenza con le streghe, perciò gli perdono la scarsa attendibilità sul carattere. Quindi lo segnalo, che per chi è in ufficio è sempre utile, e ne approfitto per una domanda: chi sa come si chiama la mia pianta in italiano?



I am a
Snapdragon


What Flower
Are You?



E se poi vi pare che questo post sia lievemente inconguo per me, e che si avvicini pericolosamente a toni e argomenti dei Bloggers della Cacchina del Mio Gatto, ebbene sì, effettivamente in questo momento io sono così:
Speriamo che prima o poi torno.