domenica, marzo 04, 2007

CINEFORUM




A grande maggioranza, cioè di Tutti Quelli che C'Erano, è passata la Guida galattica per autostoppisti, tratto dall'omonimo, grandiosissimo libro.
Chi non ne sa peggio per lui che non sa cosa perde e dal film ricaverà solo una pallida idea - ma merita vederlo comunque - della genialità di Douglas Adams, il quale andava molto orgoglioso di avere come iniziali DNA. Tanto per dire com'era fuori. Lui è l'inventore della famosa espressione " ciaffo cazzuto" che forse qualche volta avete sentito usare da me e il brother: grande appassionato di informatica, Adams non per questo nutriva sacro timore nei confronti della materia, e ribattezzò così tutti quegli accessori che tediano la vita di chiunque abbia a che fare con apparecchiature elettriche ed elettroniche. Tutti quei cosi, insomma, che ti porti dietro sperando di poter usare il tuo computer ovunque sarai, salvo poi scoprire che il ciaffo cazzuto giusto è quello che manca.
Se fossimo a una casa del popolo, il cineforum potrebbe concludersi con lettura pubblica di brani scelti, chè qui tutta l'opera di DNA c'è, e magari dibattito.
Invece, 'sendo che è lunedì, ci acconteremo di:
*cena alle 8.30, amicae. rispettando l'orario: speriamo, chè il riso pilaf e il film li porta lei
*proseguimento di cena - mangiarini che il severo censore dei nostri consumi alimentari
(sempre l'amicae.) ha già cassato, ma pazienza - già davanti al film
*film
*se volete, ravattamento nello scatolone dei Libri A Perdere onde Portarveli Via.

GIORNATE 2


La seconda Giornata Memorabile è meno privata e meno opinabile. Anzi, lo è talmente di meno che mi dispiace per chi non c'era. Perchè Dario Fo, tutto alto e nero sullo sfondo rosso del Genovese, che recita tutta la Tigre, ruggendo e vibrando zampate all'aria, ecco, io non sono capace di descriverlo. Perchè si può far ricorso a un sacco di luoghi comuni pur veri, tipo che c'ha 81 anni e non ha perso un colpo nè una battuta, che è rimasto il velleitario di sempre e che menomale, oppure che, ovviamente, è un Grande. Ma niente può dare il senso di cosa credo sia stato per tutti noi, che affollavamo la sala per la maggior parte, vederlo ancora una volta lì, ancora una volta a recitare la storia del contadino che non si arrende. Chè per tutti - no, per fortuna non per tutti davvero, c'erano anche un tot di ragazzi, nonostante il sabato pomeriggio - c'è un'altra volta nel passato, alla sala chiamata o al teatro della gioventù. un'altra volta in cui nessuno, immagino nemmeno lui, si sognava che sarebbe diventato un premio nobel. e si può anche ridere su tutti i simboli borghesi, ma questo il suo effettaccio lo fa. e però lui è ancora lui, che alla sera sembra che a tenerlo su sia il cappottone imbottito che gli ha fatto comprare la Franca, ma se gli arriva davanti una persona quegli occhi azzurri così suoi guizzano di qua e di là, come se dentro al dariofo esterno ce ne fosse un altro, pronto a uscire quando l'interesse umano si risveglia.
E allora ci sono momenti che capisci che per fortuna sei lì, e ieri pomeriggio era uno di questi. Ce ne fu un altro 25 anni fa, a Roma, con Eduardo: ci capitammo quasi per caso, fu anche quello un monologo e mi ricordo ancora come fu diverso vederlo sul palco invece che in tv, con i suoi gesti misurati, il suoi silenzi, e anche di lui lo sguardo.
E la Tigre sarebbe bastata, per una GM. e invece no, chè la commemorazione di Lele, la sera, ha regalato altri momenti carini (e anche noiosi, sì, ma ci sta) come l'immagine dei bambini che corrono su per i vicoli a vedere i cartoni animati di Luzzati proiettati nella galleria della Ambra, che mi sta simpatica e che ha raccontato questa cosa con molta dolcezza. O un bel cartone animato di Lele, con i suoi omini di fiaba e di strada, che mi fa sembrare bella questa città che non ho mai amato, ma che devo ammettere si apra a poco a poco esattamente come la fa aprire Lele nei suoi disegni, una moltiplicazione progressiva di momenti e genti e storie e palazzi e quadri e dipinti. E il KGgB che viene presentata al premio Nobel dall'assessore di riferimento come "un caso umano, una ragazza di 16 anni che crede di vivere negli anni '60" e lui che la guarda attento e le dice "continua così" e le firma il libretto di ci ragiono e ci canto. poi, immobile, guizza lo sguardo su di me e mi chiede "in che relazione sei con questa ragazza?" e io sorrido e gli dico "è la mia figlia minore" e lui guarda una e l'altra e mi dice "si vede". e lo scambio di battute, banale com'è d'obbligo in questi casi, mi fa venire il magone perchè il mio papà assomigliava a dario fo, nei dentoni e nel guizzo d'occhi, e qualcosa nel modo in cui dario dice "si vede" mi ricorda proprio lui, e per un attimo è un po' come se fosse lui a guardare il KGgB, annuendo d'approvazione.
E poi, ancora, qualcosa da bere sulla piazza, guardando l'eclissi e fingendo di essere
cinici, e la luna che diventa rossa e due amici ritrovati con cui si ride, contenti di essere lì e che non ci si vede per anni ma poi non c'è un momento di silenzio. E poi l'amicae. con il chimico e una birretta ancora, e perfino ero sveglia alle 9.30 la mattina e alla una a prendere l'aperitivo con l'uomobarbuto, e allora una giornata così, con le piccole cose e le cose davvero Grandi... be', è una buona scorta contro un sacco di Giornate Straccio.

GIORNATE 1



Ci sono Giornate Straccio, e di quelle non merita parlare. Ogni tanto capitano - vuoi che sia il mio corpo a ribellarsi alle leggi che regolano la maggior parte degli organismi, vuoi che sia il morale a scivolare in qualche buco nero dove implode - e bisogna solo 'spettare che passino.
Ma ci sono Giornate Meritevoli, quelle che sai già mentre le vivi che di loro ti rimarrà il ricordo, o almeno una sensazione "... cos'era più? ah, sì, quella volta che... " da farti affiorare un sorriso anche dopo anni.
Questa settimana ha contato una Giornata Straccio - sfiga - epperò ben due Giornate Meritevoli. Che, a pensarci, è tantissimo: conosco persone che due non le mettono insieme in un anno.
La prima Giornata Meritevole a prima vista sembra tutta privata, e magari anche un po' opinabile. Vento freddo e cielo coperto, l'abbiamo beccato noi - io e l'uomo barbuto - l'unico giorno così di questo finto inverno, per dare avvio ai Grandi Lavori per l'Autoproduzione. Già, perchè il vivaio clorofilla ci aveva mandato, da un posto vicino alla Pace Fortissima, tutto il necessario per un giardino dell'eden. Anzi, un balcone dell'eden. Due lamponi, l'erba Luisa, le fragole, le piante dell'incenso, un biricoccolo e, certo, sì, anche un melo. nano, come l'albicocco che ha già tutte le gemme. Bisognava sistemare tutto ciò vicino all'alloro, ai due timi, al prezzemolo, la salvia, la menta, le fragole grandi e i vasi da fiore.
Ci siamo attrezzati: due maglioni, io anche il cappello da Pippo - con le orecchie, e la visiera - che era la passione del KGgB quando rea piccola. E vanghette e rastrellini, e vasi e terra. Abbiamo lavorato tutto il pomeriggio, un team affiatato che uno dice be', 26 anni servono pur a qualcosa ma poi mica è vero perchè anche in mille può non scattare mai questa cosa qui. Ma ci piaceva lavorare insieme e ci piaceva quel lavoro lì, con la tramontana che ci faceva volare la terra negli occhi a quello che stava sottovento, pirla anche lui però. e le mani intirizzite e tutto che prendeva forma e una ginnastica che altro che palestra: e alla fine c'è stato tutto ed è perfino un bel balcone, pieno di mille verdi diversi e del rossiccio dei rami da frutto, i ciclamini già spuntati e le azalee in boccio.
Che poi alla fine si scopre che tanto privata in fondo questa GM non è: chè senza pensarci abbiamo aggiunto almeno due alberi alla campagna "Piantiamo alberi per il pianeta" E adesso, anche se non ce lo diciamo, l'uomo barbuto ed io temiamo le gelate, dopo questa estate durata tutto inverno, chè se arrivano ci va in malora tutto il nostro lavoro. Però ne valeva la pena, sissì.

venerdì, marzo 02, 2007

PIACIUTA


Dislessici di tutto il mondo, utinevi!

giovedì, marzo 01, 2007

MI SEMPLIFICO LA VITA 1


A dispetto dell'immagine, che evoca fatiche per fortuna dimenticate, credo che tornare indietro un po' non ci farebbe male, e comincio dal bagno e dal lavello, appunto. dove si annida la chimica più strunza, quella che si fa credere indispensabile. Già da mai uso robe come ammorbidenti, brillantanti, ariepure e slucidanti, ma cionon flaconi, tubi e barattoli si riproducono con allegra facilità.
Allora, il primo passaggio è svuotare, eliminare: senza buttar via, chè son soldi e inquinamento agratis. Ma lo shampoo che dopo due minuti i capelli sono già unti va bene come bagnoschiuma, il latte detergente ciofeca è ottimo per lavare i maglioni di lana o i completini intimi che "se mi caricano sono in ordine" (per chi non lo sapesse, sto citando una massima dell'amicae. su come prepararsi alle manifestazioni), i sali del pediluvio che da anni giacciono in attesa che uno trovi il tempo di stare con i piedi a mollo vanno benissimo per togliere depositi calcarei e macchie dai sanitari. Provare per credere. E, in genere, chi vuol togliersi lo sfizio di vedere cosa fanno i prodotti ai nostri capelli e alla nostra pelle, usi qualche scarto per le pulizie di casa: una passata e, oplà, tutto bel sgrassato che ti chiedi come mai non ci siamo ancora mummificati.
Dopo il repulisti, che ci vorrà il suo tempo per completare, ecco la lista di ciò che potrà sostituire buona parte dei flaconi:
per le pulizie normali di bagno e cucina, acqua e: bicarbonato o acido citrico o aceto.
come dicono i detersivi bioallegri attenzione a non mischiare, o una cosa o l'altra: dai miei esperimenti, il bicarbonato ni, perchè tappa lo spruzzino, ora sto provando l'acido citrico che si compra in farmacia. come smacchiatore per il bucato, un pezzo di sapone di marsiglia e acqua ossigenata - un goccio - nei casi più tosti. poi da tanto tempo ho letto che se uno fa questa cosa anteguerra di mettere gli avanzi di normale saponetta in un barattolo e mischiarli con l'acqua, poi con un pennellino mette la broda sulle macchie e ha pure sparambiato del tutto. lo farò, anche perchè gli avanzi di sapone mi attappano sempre il lavabo.
come antitarme - ultimamente ho sottovalutato il problema e sono comparse, le vigliacche - foglie di alloro e di arancio seccate e spezzate e spezie ormai troppo invecchiate per la cucina, in ritagli di stoffa leggera legati con un filo di lana. la miscela è casalinga e non scientificamente provata - l'uso popolare vorrebbe la santoreggia
come antitarme, oltre naturalmente alla lavanda - ma funziona anche contro i pesciolini d'argento. almeno a scopo preventivo: se poi scaccia le tarme anche dopo che sono comparse, vi dirò quando lo saprò, ma credo di sì.
per il viso, il mio scrub a base di miele e farina d'avena può essere perfezionato (miele più fluido e fiocchi d'avena tritati invece della farina), ma dopo averlo usato mi pare che lasci il viso bello liscio e nutrito, quindi potrebbe valere la pena di.
per le maschere purificanti, una sola roba, l'argilla verde ventilata. direi che, al ritmo di una maschera la settimana, un pacco di argilla dura circa tre anni o forse più.
non si altera, basta metterla in un barattolo ben chiuso e mischiarne un pizzico all'acqua sul palmo della mano. in pochi istanti sembrerete uscite da x-files, dopo un po' peggio, ma funziona meglio delle altre maschere già pronte.
per avere profumo di buono, gli olii essenziali che costano ma ne basta una goccia, per il corpo olio di mandorla con qualche goccia di olio essenziale.
Per oggi basta, ma ce n'est q'un debut.

mercoledì, febbraio 28, 2007

LA MASSAIA RURALE


oggi faccio una cosa che non faccio mai, mi copio da me. o mi cito, o mi plagio, come volete. chè so che i comunardy rimasti i paraggi non ci hanno il tempo di saltabeccare per i links a leggersi la mia rubrica su mentelocale.it, quindi la posto come fosse original.
Perchè della massaia rurale da un po' volevo parlare, ch'è persona interessante: e, giusto per i miei lettori più inimi e più consoni, aggiungo come prefa che è una compagna tosta, e ci si chiacchiera proprio bene. e i suoi libri costano davvero poco. e che suo marito, invidia invidia, ha tenuto tutte le spillette dal '67 a oggi, così per ogni battaglia che ci troviamo a ri-fare c'ha il suo memento.
ma basta, chè la rubrica è già lunga, eccola qui sotto:

Questa volta parlo di un libro. Di un libro e di una scelta di vita. Di una scrittrice che si definisce "massaia rurale". O di una massaia rurale che scrive libri, se preferite. Ma no, non pensate subito a diari naif scritti sulle lenzuola di casa, anche se in verità il libro di cui sto per parlare è senza dubbio un diario e, a suo modo, anche naif.
Però la massaia rurale, che si chiama Sonia Savioli, fino a un po' di anni fa viveva a Milano, la metropoli per eccellenza, e faceva la fotografa per la Cgil. Ora vive a Radda in Chianti, coltiva l'orto, fa l'olio dei suoi olivi, e scrive.
L'ho incrociata per caso, sotto forma di libro naturalmente, chè già il concetto espresso nel titolo mi attirava: era un librettino azzurro intitolato "Slow life" . Un librettino smilzo che si legge tutto d'un fiato a dispetto del titolo, con molte belle riflessioni sul "vivere lento sereno e contento". Che è una bella cosa, una cosa che tutti vorremmo - in teoria: chè poi ci troviamo mille modi per non farlo, e altri ci sono imposti. Lì dentro trovai l'eco, la conferma e un senso non solo personale delle mie "pigrizie", del mio impuntarmi a volte perchè le cose siano fatte con calma e bene, dei miei tempi lunghi che spesso invece mi rimprovero.
Ma insomma, poi me ne dimenticai, come troppo spesso si fa. Sonia mi tornò in mente un po' di mesi dopo, mi sembrava - a giudicare da "Slow life" - la persona giusta per un progetto che avevo in cantiere. La rintracciai, ci fu una bella chiacchierata telefonica. Un po' di tempo dopo lei mi mandò uno dei suoi libri, "Campovento", insieme ad una lettera scritta a mano. Non solo per educazione, ma perchè Sonia non ha il computer, per scelta. E "Campovento" è un libro di Utopia, di quelli che non si scrivono più perchè la gente ha troppo paura di essere giudicata ingenua per scriverli, o è diventata troppo cinica e sfiduciata per leggerli. Dopo quello, e un'altra chiacchierata telefonica, mi comprai "Alla città nemica" . Purtroppo riempito di errori da parte di chi il computer ce l'ha e non lo sa usare bene (peccato, la casa editrice Malatempora dà davvero una cattiva prova di sè in questo caso), il libro porta come sottotitolo vezzoso e provocatorio "diario di una donna di campagna": però è anche rispondente al vero, perchè Sonia parla davvero della campagna.
Della "sua" campagna durante la terribile estate del 2003, quando anche la gente morì per il caldo, e figuratevi gli alberi e gli animali. Solo che noi cittadini agli alberi e agli animali ci pensiamo poco, e poco ci pensammo anche allora. Se pensavamo alla campagna era con desiderio o invidia, durante quel caldo terribile, ci pareva che là si stesse bene. Invece no: forse noi ci saremmo stati meglio che in città, sicuro, ma che la campagna stesse bene proprio no. E Sonia trasforma, nella sua pacata rabbia delle note quotidiane sulle fonti seccate e gli animali morti, la nostra ignoranza di cittadini in senso di colpa. Ci dice, senza mezzi termini, che se vogliamo continuare a non vedere e a non sapere siamo complici di questa rovina del mondo, delle rondini che non ci sono più nei nostri cieli, dell'afa alla raccolta delle olive che ancora pochi anni fa si faceva con la giacca a vento e le mani gelate.
Ci dice che oggi noi occidentali abbiamo scelto di essere tutti "padroni", vivendo nel lusso del superfluo grazie alla fatica e alla disperazione di altri sfruttati: quelli che non vediamo, ma che producono in condizioni di miseria ciò che noi consideriamo ormai "irrinunciabile".
Io non condivido tutte le tesi di Sonia - lei ed io ne parleremo al telefono, prima o poi, in un'altra chiacchierata - ma credo che questo libro sia un bel regalo che la massaia rurale fa a chi se la sente di leggerlo: senza alcun rispetto per le leggi del mercato, anche editoriale, Sonia scrive infatti per l'urgenza del dire. Mischia le riflessioni sullo stato del mondo a pezzi della sua vita, parte dalla propria esperienza per far capire a noi che viviamo in città come vanno veramente le cose, si lancia in appassionate denunce e momenti di autocritica, descrive con nostalgia e stupore la "piccola vita" della campagna, com'era e com'è, non risparmia il vituperio a nessuno: e così facendo riesce a colpire la nostra immaginazione impoverita come nessun libro più meditato e mediato potrebbe fare. Perchè l'urgenza del dire possa trasformarsi in urgenza del fare: senza terrorismi, senza bisogno di narrare le atrocità che pure sa esserci, senza indicarci una via precisa o le cinquanta cose da fare per salvare il mondo, Sonia riesce a metterci in crisi. E io, che in genere non sono favorevole ai messaggi allarmistici che, pur giustificati, rischiano di respingere ognuno nel proprio guscio, trovo che la scossa data in questo modo sia salutare.
Dopo averlo letto, forse ognuno di noi tornerà alla sua vita di surplus e obblighi autoimposti, ma solo pochi riusciranno ancora a vedere le cose con gli stessi occhi di prima. E gli altri, almeno qualcosa proveranno a cambiare.

VIVA IL PRINCIPE


sembra sempre tirato fuori di peso da un romanzo di wodehouse, quelli in cui tutti fanno gaffes mostruose con un candore esilarante. più probabilmente ha deciso che tanto re non lo divenetrà mai, e allora può togliersi almeno lo sfizio di dire ciò che pensa. Convinto sostenitore del biologico, ambientalista da sempre, questa volta ha sparato su McDonald's senza giri di parole, come racconta Repubblica. it:
"Al cospetto di scienziati e ricercatori dell'Imperial College London Diabetes Centre ad Abu Dhabi, che gli presentavano le nuove iniziative volte a migliorare gli standard alimentari del paese, Carlo ha risposto suggerendo la messa al bando della McDonald's. "Avete provato a vietare McDonald's? Sarebbe fondamentale", ha spiegato alla nutrizionista Nadine Tayara.Il reale inglese considera la grande catena di fast food una delle principali responsabili della pessima alimentazione dei più giovani, e vorrebbe vietarne l'accesso ai più piccoli. "
Be', speriamo che lo diventi re, prima o poi. se non altro per divertirsi a guardare le contorsioni dei suoi portavoce quando si tratta di rimediare.

martedì, febbraio 27, 2007

PETIT TOURS


So mica se sono ancora in tempo o se qualcuno vedrà il mio post solo al ritorno, ma mezza comune-ty è in preda a improvvisa frenesia da vagabondaggio, perciò

buon viaggio a chi viaggia! rilassatevi, divertitevi e tutta questa specie di cose.

MR. GUINNESS, I SUPPOSE



E' andata così, vi dirò. Che Bo-Frost fa la pasta sfoglia in odiosi rettangolini striminziti. Che un giorno ci servivano i lamponi per l'anatra coi lamponi - consigliabile, sissì, ma non davanti a casablanca, neh, nessie?
Che dove c'erano i lamponi, che erano perfino in offerta e infatti non ce n'erano più ma il misto bosco andava bene uguale, una bella confezione rettangolo tipo mezzo lenzuolo mi ha attratto, di pasta sfoglia naturalmente. Chè io quando faccio le torte salate possibilmente sono due o tre, così mi tolgo il pensiero per un po' e il forno sta acceso nei suoi 90 cm. per qualcosa che meriti.
E già mi immaginavo mille fogli grandi di pasta, chè il pacco era bello pesante e consistente.
Oggi volevo fare due torte, di mais e di piselli. più qualcos'altro che mi sarebbe venuto in mente strada facendo. Tiro fuori il pacchetto, apro: acc, sono due blocchi compatti di pasta. Mi dico che, scongelando appena, si divideranno in tanti fogli: prenderò quelli che mi servono e rimetterò il resto in freezer.
Continuano ad essere due blocchi compatti, due rettangoli di mezzo metro ciascuno, ancora da tirare.
Ma è una giornata di quelle mooolto produttive e non mi scoraggio, non tanto. Soprattutto perchè ormai la pasta è scongelata ben bene (me ne sono dimenticata). Perciò decido che farò
le due torte, più una di carne, più i salatini. più la torta di riso, che non richiede sfoglia, ma ce l'avevo già in mente.
Avvolgo la pasta nello strofinaccio umido e la lascio a scongelare per bene.
Mi metto a scrivere.
Acc, sono misteriosamente già le 8, forse è il caso che cominci. Il KGgb, che ha ripreso la scuola dopo la settimana bianca degli altri, mi toglie d'insieme. Adesso vuoi fare le torte? Finiremo per mangiare alle 10! Scazzo berve e intenso, raggiungiamo il compromesso che prepariamo i ripieni e tirerò la sfoglia dopo cena. Lei fa un po' di muso, ma poi le vien da ridere.
Intanto faccio il risotto, scongelo in padella gli spinaci formaggiati, metto a bagno l'uvetta, faccio tostare la carne per la torta di carne. Già, perchè il KGgB quella di mais e di piselli le ha cassate entrambe. Forse per vendetta, sì, ma capace che non le mangia davvero.
Dopo aver fatto tutto ciò, mi accorgo: che spinaci e carne basterebbero per un vol-au vent, e soprattutto che le uova in casa sono due. Nel frattempo ho fatto una montagna di risotto.
Il KGgB infierisce, rilevando senza pietà le altre distrazioni che accumulo nello stesso frattempo e oltre. Ci facciamo un sacco di ghigne alle mie spalle.
E quindi: metto le uova nella torta di riso, trito la carne insieme alle noci e trasformo il tutto in base da sugo congelabile (idea del KGgB, che tenta di arginare la mia disperata ridarella con proposte sensate) e abbandono gli spinaci al loro destino, per non parlar dell'uvetta.
Quando arriva l'uomo barbuto gli prospetto una seratina speciale: 140 mt di pasta sfoglia da trasformare in qualcosa di commestibile, senza uova nè prosciutto nè formaggi.
E l'uomo barbuto estrae un superstite pacchetto di wurstel dal frigo e dice facciamo i salatini.
Chè a me mi piacerebbe che lo fosse di meno, ma in questi casi santo subito, l'uomo barbuto.
Risultato: 1 crostata al sambuco; un grande tot di salatini al wurstel, carciofini, funghetti (finiti tutti e due, erano i fondi del barattolo), spinaci (ah-ah! ma le uvette no, non ci sono riuscita); un tot di fiches salate al kummel e ai semi di girasole, un altro tot di fiches non salate (be', dovevano essere dolci, ma non lo sono tanto) al miele e semi di papavero.
Quantità: tipo per dodici. o venti.
Quando abbiamo sentito dei passi sulle scale non avevamo dubbi che fosse il signor Guinness. Invece no, era solo il metronotte. Sarà per il mio prossimo colpo di genio.

lunedì, febbraio 26, 2007


Bene, dopo l'intervallo delle letture amene, ammetto senza remore che mi scoccia passare per più moderata del moderato di riferimento :-) e allora faccio parlare qualcun altro, chè almeno sono in buona compagnia.

Dal Libretto rosso:
"Lenin dice che l'analisi concreta delle condizioni concrete è "la sostanza stessa, l'anima vivente del marxismo". Mancando di spirito analitico, molti compagni non vogliono analizzare e studiare questioni complesse ripetutamente e a fondo, ma preferiscono trarre conclusioni semplicistiche o assolutamente affermative o assolutamente negative... D'ora in poi è necessario rimediare a questo stato caso di cose."
"Siamo marxisti e il marxismo ci insegna che nell'esame di un problema non dobbiamo partire da definizioni astratte, ma dai fatti oggettivi, e determinare, attraverso l'analisi di quei fatti, i nostri principi, i nostri principi guida, la nostra politica, i nostri metodi."
"L'idealismo e la metafisica sono le cose più comode del mondo, perchè si possono dire tutte le stupidaggini che si vuole senza basarle sulla realtà oggettiva e controllarle con la realtà. Al contrario, il materialismo e la dialettica richiedono sforzi; devono essere basati sulla realtà oggettiva e controllati con questa realtà. Se non si fanno degli sforzi, si rischia di scivolare nell'idealismo e nella metafisica."

Andava giù duro, il presidente.
ma, e va bene, un po' scherzo: perchè, a leggerle oggi, altre cose del Libretto Rosso sembrano tristemente amene e potevo citarle nell'altro post.
epperò, pur non essendo afflitta da sessantottismo perenne, credo che uno dei problemi di oggi - anche soggettivi, cioè vissuti male, con senso di scazzo e delusione e svacco - sia davvero una carenza di analisi.
e le parole del presidente mi confortano un po' in questo ruolo ingrato di sembrare di destra, quando ritengo che il primo dovere di un comunista sia quello di evitare il peggio, senza per questo arrendersi. Ma se qualcuno mi dimostra che l'italia può, in questo preciso momento storico, staccarsi dagli usa, dall'europa e dal vaticano - tut'insèma - io sarò felice di considerare prodi un nemico del popolo. chè non vedo l'ora di poter fare ancora un ta-tze-bao, anche uno solo, contro i "lacchè dell'imperialismo".

LETTURE DA CRISI (di governo)

C'erano un tempo le edizioni Bietti, che proclamavano sulla copertina della collana umoristica: "Se sei saggio ridi".
E perciò:


"8.2.1969
Io sottoscritto Pucci Garagnani, di persona
Faccio di mia mano questo Testamento perchè dopo la mia morte chi può dire?
La proprietà della mia casa e dei terreni e poi dei soldi o denari, che sono al credito ginevrino, lascio a mio fratello Adolfo e a mia cognata Pareddu Nesi Lina.
8.5.1969
Ho ripensato. Non lascio niente a mio fratello. Tutto a mia cognata Pareddu Nesi Lina,
8.9.1969
Forse è meglio che lasci un pensiero a mio fratello: i miei libri quasi nuovi, che non ho potuto leggere causa lavoro. Lui invece ha sempre lavorato poco o niente, forse legge almeno. Se non sa leggere, lascio a mia cognata Lina.
8.10.1969
Dimenticavo i buoni posta, che lascio a mia cognata Lina. Se non si trovano è perchè li ho incassati per intemperie di vita e per soddisfare i desideri di Lina, che Adolfo non ha accontentato mai, mentre io sì e lei anche a me, molto. Grazie, Lina.
Tuo per sempre
Pucci"

Il libro da cui questo testamento è tratto è "In piena facoltà..." di Salvatore de Matteis (Mondadori, 14 €), una raccolta di ultime volontà ormai rese pubbliche: c'è di tutto, dal testamento scritto sullo sgabello del '7oo alla preoccupazione che la prima moglie del vedovo, morta da tempo, possa avere qualcosa di dire anche nell'aldilà, dai misfatti confessati all'ultimo alle storie di famiglia pessime ed esilaranti. qualcuna anche no, solo triste - "... basta che va a vivere da sola e si gode la vita, non come me che non capisco che ho campato a fare." - a fare da giusto contrappunto.

"Filippine: Chi avesse preso una botta in testa riceveva immediatamente un colpo contrastante sul mento dal basso verso l'alto. Lo scopo del gesto era far tornare il cervello al proprio posto.
Oceania: Nelle Isole Marianne una donna che aveva scoperto che il proprio marito aveva una relazione adulterina, doveva indossare il cappello del marito e chiamare a raccolta le amiche. Armate di bastoni, sarebbero andate nei campi di lui per rovinare i raccolti, distruggere gli oggetti di sua proprietà e picchiarlo. Se invece era la donna ad avere una relazione, tutto ciò che poteva fare il marito era chiedere la separazione."

Meno bello, e penalizzato da una pessima traduzione, è "Non è giusto mangiare tua zia" di Stephen Arnott, in edizione carina di Armenia. Un po' inconsistente, raccoglie comunque usanze il cui unico denominatore è quello di essere curiose ai nostri occhi.

"Dopo aver mangiato aspettato un'ora prima di fare il bagno.
Per i genitori è vangelo, è una delle prime lezioni di pazienza impartite ai bambini e una gran bella stronzata. Lo sanno tutti che non dovreste nuotare per un'ora dopo aver mangiato o vi verranno crampi che metteranno a rischio la vostra vita rischiando di farvi affogare, no? In realtà non è così.
Dove sia nata questa leggenda metropolitana è un mistero, ma non c'è alcuna prova scientifica che lo dimostri (...)"

Ah, che soddisfa. dopo una vita passata a sentirmi criminale perchè ritenevo l'ora di pausa un'assoluta cazzata - tantopiù data la limitata passione familiare per il nuoto - ho avuto la mia rivincita ne "Il libro delle bugie", un lavoro collettivo in quella bella edizione Isbn con la copertina bianca e il taglio delle pagine rosso. Ci sono dentro: le bugie New Age, le bugie che si raccontano a se stessi, come riconoscere i bugiardi, le bugie che girano su come riconoscere i bugiardi, le bugie di hollywood e del rock che nella maggior parte dei casi non sono in grado di apprezzare, le formule-bugie che si usano nelle recensioni e nella pubblicità, storie di bugie e bugie storiche.
Fra
le storie di bugie mi piace moltissimo quella del gorilla - o forse scimpanzè, vado a memoria, ma insomma un primate dotato di una certa forza - a cui era stato insegnato con successo il linguaggio dei segni per comunicare con gli umani e che, durante una attacco di terribile nervoso, sradicò il lavandino della stanza in cui era. Quando gli umani arrivarono, il primate indicava disperatamente il gatto che era nella stanza con lui: "è stato lui, giuro!"
Fra quelle storiche merita di essere citata una lettera pubblicata sul Daily Mail nel 1924, alla vigilia delle elezioni inglesi. Era firmata da Zinoviev, allora a capo del Comintern sovietico, e incitava il Partito Comunista inglese ad intensificare la sua azione sovversiva, aggiungendo parole di stima e di affetto. Sembrò fatta apposta per alimentare la paura del comunismo e, com'è come non è, il primo governo laburista inglese uscì sconfitto dalle elezioni, nonostante sia i laburisti sia il governo sovietico avessero denunciato che la lettera era falsa. Solo negli anni sessanta, infatti, si riuscì a dimostrare che la lettera era stata scritta da un gruppo di immigrati russi che vivevano in Gran Bretagna.

No, ma... acc, che c'entra la politica adesso? E' una bella storia, tutto qui. Giuro, e senza evitare il vostro sguardo, tamburellare o mordermi le labbra.

giovedì, febbraio 22, 2007

ALTRO CHE SCHIZOIDI SI DIVENTA

i due cretini li abbiamo vituperati, al dalema ci abbiamo dato la sua bella responsabilità, i giochini ce li aspettiamo dietro l'angolo e ancora grazia se son giochini, il napolitano se fosse più sveglio ci piacerebbe di più (ma da tempo lo sappiamo che non è), e dar la colpa alla nessie è troppo facile. anche se è riuscita a mandarmi in palla il mac. e il cellulare. e... mannò, che poi se la prende, e una volta tanto non è davvero colpa sua. E l'amicae. dice che io adesso potrei dire "io l'avevo detto" ma io non mi ricordo mica perchè, quindi perdo anche questa occasione. Allora io provoco. Perchè gli schizopensieri ribollono.
Perchè adesso siam qui tutti preoccupati - e te credo - e fino a ieri eravamo tutti incazzati. chè le due cose non si escludono, certo - soprattutto dopo che vedo che il limite fissato per i compensi a sanremo è stato tolto: ma allora, governo-che-non-c'è-più, ma neanche questa soddisfa ci vuoi dare? Però vedo anche la prima di libero, e il troppo facile gioco che ha portato questa conclusione, quello di presentarci ancora più divisi di quello che siamo. il che è tutto dire. ma è stato fatto con la nostra complicità. con il nostro mugugno perpetuo. perchè se è vero che a curare la comunicazione di prodi c'è il tipo che mi hanno detto, allora è anche vero che forse non potevamo che mugugnare visto come arrivavano (prima ancora che "erano") le cose, ma.
Ma io penso che una forma di lealtà ci voglia: sì, lo so, è un concetto un po' scout - orrore! - ma in fondo ai pirati da burletta cosa gli rimproveriamo, se non la mancanza di lealtà? La stupidità, ovvio, ma quella poteva passare inosservata, anche se il buon cipolla diceva che lo stupido è quello che ti fa un danno senza guadagnarci niente. ma visto che questi due non sono proprio pischelli, possiamo pensare che qualcosa credano di guadagnarci. e allora, l'ipotesi cattiva è che si siano prestati a sporchi giochetti, ma l'ipotesi buona (!) è che si siano sentiti eroi.
Perchè interpretavano il "sentimento popolare", pur rischiando di prendersi una rassegna stampa sulla testa - concreta, non metaforica. Non gli è venuto il dubbio che se gente come Haidi Giuliani e Franca Rame votava sì loro potevano essere un po' più umili, no. Non gli è venuto il dubbio che a volte un po' di realismo - il mio vecchio cavallo di battaglia - ci vuole. Ma neanche a noi è venuto tanto il dubbio, finchè questo governo troppo simile alla destra ma che destra non era, minchia, non era, non è caduto. Allora io su vicenza ho oscillato, e ancora adesso penso che sia stata una bella manìf, piena di cose buone, credo giusta da fare: ma, e qui provoco, credo che dopo la manìf dovesse emergere con più forza il realismo. il realismo che, per esempio, guida le richieste dei vicentini e non l'Assoluto dei senza se e senza ma. chè poi se c'è qualche masoch che crede di doverlo incarnare, possiamo dare tutta la colpa a lui? O crediamo che un nuovo governo, un po' seppiato sul destro se va bene, in bianco e nero se va male, la base non la farà? o la farà nel pieno rispetto della popolazione?
e, provoco ancor più perchè uno dei due masoch è trotzkista e a me i trotzkisti possono anche essermi simpatici, a volte, ma mai ho pensato fossero geniacci politicamente parlando, a cominciare dal capostipite. e allora dico che quando molotov firmò il patto con ribbentrop non fece una bella cosa, no. anzi, talmente brutta che ce ne vergogniamo tutti e tendiamo a parlarne il meno possibile. che non si è mai capito se c'era dietro il tentativo di spartirsi il mondo o la mera difesa dagli altri che se lo volevano spartire. i compagni di allora ci rimasero malissimo: possiamo solo immaginare, e da lontano, quale angoscia fu, all'epoca. però senza quel patto non saremmo certo qui a discettare di sinistra o destra, chè la repubblica dei soviet sarebbe stata spazzata via subito, sfigata com'era. e invece si prese il tempo di armarsi e organizzarsi, e vinse.
L'ho detto, provocazione. non chiedo di sottoscrivere lo scellerato patto, e spero che mai (tipo dopodomani?) dovremo affrontare nelle nostre coscienze dilemmi così amari. ma credo che a volte la lealtà possa premiare, credo che si possano discutere mille punti senza per questo rinnegare la sostanza nè di un programma nè di un'intesa nè di un'idea.
credo, per esempio, che un comportamento altamente stimabile sia quello di franca rame, che si è messa lì a fare la campagna contro gli sprechi, che sui voti sulle questioni militari c'è stata malissimo e lo ha detto alla gente, che ha intelligentemente provato a spostare la discussione su un terreno più credibile, quello degli stanziamenti, e che alla fine ha votato sì con una mozione onorevole.
ma francarame, e come lei direi che almeno qualcun altro c'era in questo governo, è stata bellamente ignorata da tutti, così come, mi ripeto, sono stati ignorati i pur piccoli passi avanti fatti da questo governo.
A cui noi dovevamo fare da risonanza, pur senza smettere di criticarlo, di discutere, di chiedere, di proporre obiettivi credibili: invece abbiamo lasciato parlare il manifesto e repubblica, che in due modi opposti (spero) si candidano al ruolo di eminenza grigia della politica. come se quella rappresentanza, invece, la loro, la accettassimo senza neppure averla mai votata. abbiamo lasciato parlare solo la piazza, e si sa che negli slogan non è che le posizione sfumate possano emergere. ci siamo crogiolati nella nostra giusta rabbia, nel nostro giusto disprezzo per ciò che sembrava, che era, troppo uguale. abbiamo lasciato che emergesse più ruini di noi, e invece di moltiplicare le iniziative a favore dei pacs - e non solo le proteste - io credo che questo governo lo abbiamo fatto sentire debole, non solo sui numeri. e abbiamo fatto sentire forti quelli che coi numeri proprio non ci acchiappano, e neanche col resto. chè il dalema non lo difendo e sottoscrivo in pieno il gipunto, non c'era nessun bisogno di andare a casa tutti, ma a me questa storia mi sembra tanto la profezia che si autoavvera. e il commento di marco alla talpa mi è sembrato bello, nella sua amarezza, chè fustigarci noi per le mille colpe altrui, no. però, ecco, io credo che un pochino di responsabilità ce l'abbiamo, sì. perchè a volte nella vita capita di dover sostenere cose e persone con cui non si è del tutto d'accordo, e a volte farlo è semplicemente intelligente, anche a costo di rimetterci qualcosa. chè le coscienze belle bianche possiamo lasciarle agli angioletti, notoriamente roba da dc.

martedì, febbraio 20, 2007

CINEFORUM AL LUNEDI' ?????

Ecco, perchè no? 'Spettavo lo postasse la Nessie, chè l'idea è stata sua, ma lei è persa dietro viaggivolietalpe, così lo dico io.
Allora l'idea è che la Ness di lunedì già gravita più o meno sul levante - be', questa è l'idea di partenza: non vi stupirete mica che essendo della nessie abbia al centro la nessie, no? - epperò è vero che il lunedì è una serata poco trafficata, in genere. così si potrebbe che chiunque, della comune-ty & aggiunto, vuole approfittare dello straordinario schermo veri anni '90 qua presente, può. I films si possono portare o affittare o pescare dall'altrettanto straordinaria raccolta di commedie e classici sconosciuti anni' 30-'40-'50 presenti in loco. Ma qualcosina di più attuale c'è, anche.
Tipo che si cena alle 8 con robe veloci e per le 9 si è lì davanti, sul divano-già-letto.

Che poi il lunedì è la giornata ideale per il PortoSpuntino e per gli Scambi, chè magari il giro si allarga anche è ciò è bbuono. E fra i Grandiosi Benefit della location chez nous ci sarà anche lo Scatolo Dei LibriPortateliVia. Che sono quelli che non compro un'altra libreria apposta per loro, perciò se qualcuno ci ravatta dentro e me ne porta via un po', io sono solo contenta e facciamo una Serata Tutta Cultura.

LA CANDIDATA IN QUANTO TALE

qui ci sono solo un po' di elementi di riflessione, non tanto a difesa della candidata (che ovviamente non difendo nè sostengo, ma accetto, e c'è una bella differenza) quanto a partire dal suo progetto e da ciò che obietta l'amicae. ( se volete saperlo andatevelo a cercare fra i suoi ultimi post, che firefox non mi paste l'indirizzo).
Allora, a me Amsterdam non mi ci è piaciuta: nonostante i pareri contrari, a me è sembrata una città piratesca sui turisti, sonnacchiosa e incasinata al tempo stesso, che vive di fatto sui babbaloni che cercano il quartiere a luci rosse e i coffee-shop. e che sono soprattutto italiani. non sono stata nè nell'uno nè gli altri, ma ciò non toglie che li veda improbabili qui da noi, anche se ci fosse sindaco sanguineti. è un giudizio superficiale, lo so, mai mi sono documentata sulla provenienza del reddito degli amsterdamtesi, ma insomma non è che mi sembra un destino invidiabile. chè questa, come quella, non sarà mai una "piccola città" in cui è gradevole vivere proprio per quello: sarà pur sempre una grande città decaduta. e neanche mi sembra attraente poter godere, spero il più tardi possibile, di marciapiedi con il corrimano o corsie privilegiate per le sedie a rotelle: chè più vai avanti con l'età e più quello che vuoi vedere in giro, se non sei un vecchio dentro, sono facce giovani, bambini, movimento. vita, insomma. con qualche bel parco e qualche panchina, certo, ma se dalla panchina ti tocca guardare solo altri vecchi, meglio che stai a casa tua a vedere la tv. senza contare che una città che muore sarà una città che col cavolo può garantire beni e servizi, a nessuno.
Allora sarebbe bello tirarsi fuori. Dire che non vogliamo nè Rotterdam nè Venezia e trovare qualcuno che lo dica per noi, e che magari riesca a farlo e a lasciarcelo fare. Ma così non è, e allora provo a rispondere alle obiezioni dell'amicae. sulla circolazione delle merci, che l'amicae. precisa giustamente "sfrenata e nociva", a cui noi siamo contrari per principio, per buon senso e per sensibilità ambientale e umana.
Però il punto è che le merci, un tot di merci circolanti, sono diventate più o meno imprescindibili per tutti noi, anche i più convinti. Chè se non compriamo le fragole cilene o le margherite keniote - o quello che volete, mica lo so cosa fanno in cile e in kenia - però compriamo il merluzzo pescato nei mari nordici, le magliette prodotte in asia, il petrolio in mille forme che sappiamo da dove viene chè sottocasa non ce n'è, i truccosetti che chissà dove li fanno (un colpo basso, ma vale anche per me). Io mi ricordo quando "i dischi" non arrivavano: un sacco di successi di canzonettari europei degli anni '60 sono dovuti al fatto che le versioni originali viaggiavano fortunosamente su nastri geloso, portati a mano da qualche raro fortunato che già allora andava in giro per il mondo. Rinunceremmo così volentieri ai Cd, ai film, ai computer? Io credo di no, e credo anche che sarebbe sciocco farlo. E so che noi abbiamo tirato un grande sospiro di sollievo quando è arrivata l'Ikea, chè prima arredare una casa voleva dire svenarsi per i successivi dieci anni.
Allora, quello che è da limitare sono gli eccessi, gli sprechi, il soldo per il soldo e il bene materiale di pochi contro il benessere di tanti: e uno dei modi di rendere teoricamente più razionale il viaggio delle merci è farla viaggiare su rotaia. o su nave-rotaia. che inquina molto meno dell'areo-camion. Vero che nelle intenzioni di chi vuol fare corridoi, trafori, ponti non c'è tanto l'intenzione di inquinare meno quanto quella di guadagnare di più e più in fretta, facendo passare ogni sorta di cose. Ma forse, e dico forse perchè neppure io sono così sicura di tutto ciò nonostante mi sia letta un'ampia documentazione no-tav, boicottare fin dall'inizio un progetto di razionalizzazione che in parte, per quanto teoricamente, potrebbe soddisfare anche alcuni criteri nostri, non è la mossa più intelligente. Perchè, sempre stando alla teoria del programma, Genova comunque ne guadagnerebbe, sia togliendo i containers, sia per il traffico, sia per lo sviluppo del porto. Sto parlando in teoria, neh? E, continuando in teoria, allora forse bisognerebbe ributtare la palla alle Comunità Montane, che si beccherebbero i containers e il traffico: ma non è che sui monti liguri- piemontesi abbondino le iniziative, il lavoro, le presenze, la valorizzazione. Il massimo che sono riusciti a fare è l'outlet di serravalle, e non c'è bisogno che commenti, e per il resto c'è un abbandono, un'incuria che stringono il cuore. perchè la gente non vive dove non può lavorare. e anche gli agricoltori biologici hanno bisogno di sovvenzioni, di strutture per commercializzare i loro prodotti, di trasporti efficienti, sennò neanche loro ci vivono. perchè, alla fin fine, neanche noi ci inerpichiamo sulle belle stradine liguri per andare a comprare tutte le settimane l'insalata. e forse non sarebbe neppure intelligente farlo, una macchina inquinante per ogni famiglia in cerca di insalata non inquinata.
L'obiezione più che sensata di chi si oppone a questo tipo di progetti è che basterebbe potenziare le linee ferroviarie esistenti. Chi obietta agli obiettori dice: ma chi lo farà mai? non è un tipo di lavoro in cui si guadagnano soldi, quindi nessuno ce li mette. E siccome questo è per ora purtroppo vero, io non mi oppongo "per principio" al progetto di marta, finora: chè mi sembra giusto opporsi alle cose fatte senza criterio, alla devastazione di posti belli e curati e comunque già vivi e produttivi (non solo in termini umani, ma anche naturali), ma se mi bucano un roveto che frana e così facendo mi risparmiano dall'inquinamento km. di boschi e paesi lungo l'autostrada... ecco, non so. in svizzera, che non sono certo meno sfigati di noi quanto a montagne e posti impervi, l'hanno fatto: e quasi dappertutto arriva il treno, e su ci vanno le merci e le persone. e ci sono un sacco di posti dove non vedi nè uno svincolo nè un pilone perchè non c'è nè autostrada, nè superstrada nè quelle orride cose che sono i pezzetti di, quegli intrichi orrendi sopraelevati in mezzo alle strade provinciali, che a nulla servono. perchè poi ci opponiamo al corridoio, ma intanto i sindaci dei singoli paesi, magari anche con la migliore intenzione del mondo di rendere "più moderno" il paese stesso - chè di morire pian piano son stufi - dicono di sì a queste orride cose.
Allora io nel progetto di marta ci vedo comunque una buona intenzione: non la migliore, chè quando ci si confronta con l'economia attuale nessuno ne capisce molto e questa città con l'economia si deve confrontare, ma almeno una strada che potrebbe portarci fuori dalla morte lenta e triste. una strada a cui, in molti momenti, dovremo dire di no: per avere una valutazione ambientale corretta e globale, per sapere con precisione qual è il progetto e cosa comporta, per intervenire quando sarà il caso. Non "se": è ovvio che sarà un quando. Ma io credo che se Pericu avesse illustrato alla città il progetto di rivitalizzare il centro storico più in dettaglio, molti di noi sarebbero insorti perchè sarebbe sembrato uno stravolgimento: invece, pian piano (ma in fretta, per i tempi storici di questa città) una politica concreta di sostegno - limitato, ma c'è - ha riempito il centro storico di locali e di gente, senza poi stravolgerlo. chè morto era peggio, altrochè. Allora, come già dicevo, a me questa politica del no e basta mi sta dando un po'addosso: sia in positivo, perchè credo che se vogliamo cose diverse dovremmo cominciare a farle e a essere più creativi e più organizzati e più disponibili a farci il mazzo per crearle, sia in negativo, perchè proporre soluzioni ottime ma che nessuno sarà disposto a finanziare non porta molto avanti. Nella parole dell'amicae. su questa città ci vedo della rassegnazione, una "piccola misura" che non è quella che ci piace ma che sconfina (o rischia di farlo) nell'accontentarsi. e credo che non sia giusto, che sia l'altra faccia della disperazione strisciante che ti prende quando pensi "sono tutti uguali". quando il punto non è come sono "loro", ma cosa vogliamo noi e , soprattutto, cosa poniamo come obiettivo concreto, credibile, giusto ma anche realistico. perchè i princìpi, alla fin fine, si devono declinare in qualcosa di pratico, se si vuole che la vita della gente migliori.

lunedì, febbraio 19, 2007

LA CANDIDATA E DINTORNI

Confesso, gli schizopensieri stanno così di molto schizzando, oscillando di qua e di là, che il Penso che ha afflitto l'amicae. ha tenuto in scacco anche me per un po'. e mica neanch'io ne sono uscita - se così fosse, uau, potrei fare davvero l'ideologa e mi sarei risolta almeno gli schizopensieri sul lavoro. In pratica, il crinale schizoide si può ricondurre al dibattito interno fra la Visione Realistica e la Visione Utopistica, dove a me mi piacerebbe trovare una via di mezzo che sia semplicemente una Visione Che Si Può Fare.
Ma, insomma, non credo di essere l'unica cui piacerebbe, e lì si ritorna al vecchio discorso del momento storico che gli manca una visione d'insieme.
Dove il dibattito interno è diventato aspro, è stato su Vicenza: che ci avevo motivi miei per non andare alla manìf, ma anche la giudicavo - e in parte la giudico ancora - una battaglia molto poco realistica. Poi ho cominciato a patirci, chè se anche non era realistica era giusta, poi la scrittrice rurale che pure concordava con me mi ha detto nel telefono:" Certo che non si vince, ma si perde davvero solo quando si smette di lottare." Che detto così è una bellissima frase e un bellissimo principio, e ci ho patito ancora di più che da qualche parte ero arrivata anche di mio, a ciò. E fin lì, dunque, Utopia batte Realismo 1-0, anche senza contare che mi sarei divertita. E come andrà avanti questa battaglia, se andrà avanti - perchè da un certo punto in poi dovrà contare soprattutto sui vicentini e su quanto sapranno dimostrare e sostenere le loro ragioni, che però in questo caso, a differenza di quanto accade con IL Tav sono anche squisitamente politiche, per non dir filosofiche - è ancora tutto da vedere. Sospendo perciò gli schizopensieri al riguardo, che però in qualche modo c'entrano anche con la candidata.
Il punto fermo riguardo la candidata è che io esercito il mio diritto di voto comunque, ma questo lo si sapeva, anche sapendo io che poi mi dissocerò da almeno alcune delle cose che farà o non farà, ma tutto ciò l'ho già detto. Quello che non ho detto è che, a propòs anche di Vicenza, quello che continua a fastidiarmi è questa sensazione di insofferenza - a volte ai limiti, o oltre i limiti, dei problemi personali riversati sulla politica - che emerge da molte voci e molti commenti, come se davvero potessimo aspettarci di vincere tutte le battaglie, di vedere accolte tutte le cose "giuste" solo perchè oggi c'è prodi o domani la marta. e sennò, nisba, fate tutti schifo uguale.
Ecco, io credo che non si debba sottovalutare la differenza che comunque c'è fra la destra e la sinistra: chè perfino quando fanno le stesse cose le fanno in modo diverso. Amato ha soffiato sul fuoco del casino e della paura: il giorno dopo Vicenza, perfino rep.it (che pure aveva fatto la sua parte, di fatto sostenendone le tesi) gli ha fatto fare una figura di merda, dissociandosi (ipocritamente, ma) da quella strategia vecchia e perdente. mentre quella nostra vecchia conoscenza di pisanu ha ribadito, per fortuna a mo' di voce nel deserto, l'associazione fra manifestanti e nuove br. e non è la stessa cosa se lo dice da fuori, e fa la figura del gnègnè, o se lo dice, come faceva prima, da ministro dell'interno. non è la stessa cosa se all'indomani della manìf il governo fa un'apertura: del cavolo, ok, ma la fa. E qui il Realismo segna un punto nel mio conflitto personale: si lotta, si chiede e si rivendica, ma si mantiene anche il senso delle proporzioni. Chè il qualunquismo de "la politica fa schifo" io lo lascio volentieri agli altri, nè riconosco come politica solo i momenti di opposizione o le mie iniziative personali, chè questo mi sembra tra l'infantile e l'autistico: anche se, è chiaro, anche a me piacciono di più le manìf e gli scambi pane-biscotti della "politica" in senso più ampio e convenzionale. ma sono convinta che dimenticarci che esiste, lasciarla in mano del tutto agli altri, sia un bel meccanismo di rimozione. Che ha il suo fascino, lo ammetto.
Ma facciamo l'esempio del Pil: che se c'è una cosa che non ci credo, una cosa che mi sembra mendace e magari pure manipolabile, una cosa che solo vagamente so cos'è, è quella. Eppure, quando vedo la notizia è che il Pil è aumentato, io so cosa vuol dire nella pratica: significa che la gente ricomincerà a fare cose. il che tradotto, vorrà dire qualche posto di lavoro in più, e non necessariamente spregevole, chè uno dei settori in cui si sente di più l'aria che tira è quello della cultura (avete presente quanta gente ha messo a tacere, in un modo o nell'altro, il cavbanana?). posto di lavoro magari precario, ma magari un po' meno chè comunque tutti 'sti discorsi sul precariato chè invece prima si chiamava solo flessibilità e ci veniva predicato come regola di vita vincente, qualcosa fanno. Timida speranza, è vero, ma l'aria è già un po' cambiata.
Le liberalizzazioni... ovvio che non mi piacciano: ma se quella dell'energia elettrica sblocca finalmente il settore finora stagnantissimo dell'energia rinnovabile, non posso che esserne contenta. E i Dico saranno, sono, ipocriti e carenti: ma se fossi una/un convivente sarei contenta/o di vedermi riconosciuto qualche diritto al posto dello zero di prima - metti che il/la mio/a convivente muoia domani ... - e continuerei a lottare per averne altri. senza negare il valore di averne già qualcuno.
e, di straforo, dirò che la manìf di vicenza, a cui hanno partecipato un sacco di cattolici di cui non disprezzo affatto la vena pacifista, se è per ribadire la sovranità del nostro Stato mi piacerebbe si tenesse in piazza s. pietro. ma non mi racconto che sarebbe altrettanto affollata e, pur senza sposare la tesi che bisogna coccolare i cattolici più retrivi chè anzi la trovo una politica suicida e miope, ritengo che i Dico siano un passo avanti di chi, volente o nolente, deve tener conto di equilibri necessari. Che io non condivido, che non vorrei ci fossero, ma di cui non posso negare l'esistenza e la necessità. per ora, in questo momento e con questa storia e con queste prospettive (quali? appunto.)
Allora qui Realismo e Utopia sembrano un po' fare pari e patta, e forse un conclusione un po' meno schizoide vorrebbe che ognuno dei due stesse al suo posto: si può avere Meglio continuando a lottare per Il Meglio, senza negare nè l'uno nè l'altro. Il difficile è sapere come e quando farlo, ok, ok, lo so. Ma lasciare che l'Utopia prevalga del tutto e ci faccia assimilare ciò che è comunque Meglio a qualsiasi altro Peggio non mi sembra razionale, nè la strada migliore per individuare e provare a raggiungere Il Meglio.

PAUSA

E che ci avrei anche un sacco di cose da dire e da contare: prima di tutto che devo rispondere all'amicae. sulla candidata, chè dice cose interessanti - l'amicae., della candidata già sapete ormai tutto. poi che mi ha telefonato la scrittrice di utopie che si definisce "massaia rurale" che meriterà q. p. un post tutto per sè, e abbiamo passato più di un'ora al telefono mentre tout le monde era a vicenza. che però questa la dico subito perchè è carina, il suo marito della scrittrice rurale c'era andato con la spillina del '67, "Yankee go home", che l'ha tirata fuori (ce le ha ancora tutte, lui, invidia), l'ha guardata, ha scosso la testa mormorando "...40 anni..." e poi baldanzoso è partito con figlio a seguito. poi che abbiamo ordinato al vivaio clorofilla - plin plon pubblicità ricordatevelo se dovete comprare qualcosa tipo frutteto, ha millemilamele dimenticate dai più - un kumquat, due lamponi bianchi e un ciliegio nano, evvai con l'autoproduzione. che l'uomo barbuto ha già messo in cantiere il liquorizio, il digestivo 44 gatti e il liquore al caffè, son lì che maturano. e poi, e poi... cosette sparse qua e là, come la recensione del Libro delle Bugie o il giacimento di petrolio che ha prenotato l'Eni - fra poco dovrebbe avvenire la "spartizione" dice Unponteper.. - e che indovinate dov'è? A Nassirya, azzeccato. Un gran casinoso miscuglio, decisamente troppo per un post della domenica sera. Ma magari lo sgroviglierò pian piano nei prossimi giorni.

domenica, febbraio 18, 2007

BENE.



ma c'erano anche loro, mi dice rep.it. ok, sappiate che ci ho patito duecentomila volte.

venerdì, febbraio 16, 2007

INCROCIANDO LE DITA

chè prima del G8 ci facevamo grasse risate sul pirla che gli avevano fatto saltare la macchina e sulle perquise che alla domanda "avete niente da dichiarare?" qualcuno aveva risposto "an half bottle of wine". che, se i pischelli non lo sanno, era la prima lezione di qualsiasi libro di inglese, "at the custom house" e mai nessuno capiva perchè qualcuno dovesse portarsi mezza bottiglia di vino. ma dopo ci siamo sentiti un po' stupidi, di aver riso, chè non c'è più stato niente da ridere, nonnò.
Ma adesso è ancora prima, così posto la foto di questo
pericoloso estremista in azione, un grey-blok. sperando che faccia ancora sorridere lunedì.
e se il filmato su repubblica non l'avete visto, ecco qui http://tv.repubblica.it/multimedia/home/561078
non perdetelo, chè quest'elefante è tutti noi.

mercoledì, febbraio 14, 2007

FIRMATE E DIFFONDETE


Che la Siae sia l'unica cosa che funziona in italia lo sanno tutti i comune-tary, che come chiunque abbia a che fare con la cultura sono spesso da entrambe le parti della barricata.
Questa volta, però, la Siae ha davvero esagerato: se altrove intervengono le major per tutelare rockettari esposti al web, qui facciamo tutto da soli e tuteliamo gli "eredi Picasso" dall'onta di vedere un'opera del Grande trasformata in puzzle. "Via quella roba dal web!": e sarebbe - forse- comprensibile se a metterla on-line fosse stata una casa produttrice di videogames, o magari un sito porno. Mannò, è stato un insegnante: che, oltre a dover togliere tutte le riproduzioni d'arte dal suo sito senza fini di lucro (www.homolaicus. com) si è visto arrivare a casa una multa di quasi 5000 eurazzi.
Tutta la storia la trovate qui http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1858783 ed è abbastanza grottesca, oltre che preoccupante per tutti noi che attingiamo liberamente dal web, senza chiedere prima alla Siae "posso?" come, ci dicono, andrebbe fatto.
A seguito del fattaccio, è partita una petizione per chiedere si cambi la legge, che oltretutto risale a ben prima di internet e quindi non contempla il problema in modo specifico.
La petizione è qui: http://www.anitel.it/petizione/index.php. ha già raccolto un buon numero di firme, aggiungete la vostra.

martedì, febbraio 13, 2007

FETISH SCORRECT

La notizia è di per sè positiva, soprattutto se si tiene conto che Wal-Mart pare sia ormai una dei pochi sbocchi occupazionali per un sacco di zone rurali - non a caso, dal momento che viene assimilata a una specie di Attila del marketing. Ma vi invito a non perdervi la "prova a carico" dell'amministratore delegato: chè non si sa se è più assurda la poltrona, la foto, il fatto che sia considerata una prova, il fatto che possa succedere.


Alla Wal-Mart, colosso della grande distribuzione con 1.092 ipermercati in 6 paesi, il 60% dei dipendenti, 1 milione e ottocentomila, sono donne. Ma solo il 14% di queste ricopre cariche dirigenziali, il resto sarebbero perlopiu' operaie sottopagate e sessualmente discriminate. Una donna deve attendere in media otto anni per essere promossa a "vice manager", mentre per un uomo bastano due anni e mezzo.
La retribuzione media di una commessa e' di mille e 100 dollari annui inferiore a quella di un pari grado maschio.
Poi ci sono gli inviti a farsi belle per fare carriera e il continuo chiamarle "bambole".
Ora le Cenerentole si sono rotte e hanno intentato una causa collettiva contro la multinazionale, che promette di passare alla storia: cento rappresentanti di un milione e centomila donne che pare abbiano presentato ai giudici, che hanno autorizzato il processo, documenti e testimonianze inattaccabili, tra cui la foto di un amministratore delegato stravaccato su una poltrona a forma di scarpa da donna leopardata con tacchi a spillo.
La Wal-Mart e' stata fondata nel 1963 da Sam Walton in un paesino dell'Arkansas. La filosofia alla base del primo negozietto era quella di ridurre spese e margini di guadagno per poter vendere a un prezzo inferiore rispetto agli altri.
Col tempo, pero', le cose sono cambiate e oggi, sottopagando e discriminando i lavoratori, Wal-Mart ricava 11 miliardi di dollari di profitti netti su 315 miliardi di vendite.
(Fonte: Greenplanet, raccolta da Jacopo Fo)