
Una volta avevo scritto una cosa - be', se volete una definizione era un romanzo per ragazzi - che era poi tornata indietro da un paio di posti con le classiche letterine di rifiuto con cui non so più che autore si tappezzava la stanza. Ma a me piaceva abbastanza, perchè in quella cosa lì gli alberi parlavano e raccontavano se stessi e il mondo dal loro punto di vista di alberi: immagino sia esattamente per quello che me lo hanno rimandato indietro, ma continuo a pe

Che per me gli alberi, da tutta la vita, sono presenze vere, non accessorie: sono "gente". E poi ci sono, naturalmente, tutta una serie di metafore positive sugli alberi - e l'Amicaritrovata ne ha coniato una fantastica, con dentro una putenza come la sequoia - che non possono che farmi bene. Così ho pensato che in questo periodo, quando scrivere mi diventa magari difficile, potrei postare foto di alberi, mie o altrui.
E comincio con un involontario ma bel confronto della stessa Amicaritrovata: la prima è la foresta di bamboo a Sagano, Kioto, la seconda l'entroterra di Ponente.
Io ne ho qualcuno bellissimo da passarti :-)
RispondiEliminai pellerossa (o nativi americani?, queste espressioni politically correct, quanto sono ipocrite) dicono che gli alberi sorreggono il cielo, perché non ci cada sulla testa... ma gli alberi non servono solo a questo..: ti manderò la foto di un albero "accogliente"...
RispondiEliminama che belle che sono
RispondiEliminaGrazie per aver dato vita alle mie immagini con le tue parole, o grande Sequoia.
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