sabato, febbraio 28, 2009

TOLGO UNA VITINA QUI, UNA LI',,,,


Ottavio batte, e di brutto, la Nessie.
E noi facciamo il tifo per Ottavio - e anche un po' per la Nessie, del resto - senza nessuna esitazione. Vai così, Ottavio, colpisci nella notte!

Non fa piacere pensarlo (in) quanto ci fa piacere mangiarlo, ma il polpo pare che sia uno degli animali più intelligenti. Nella foto (reuters, tratta da republikit) c'è un esemplare che apre una bottiglia, ma in libertà il polpo si costruisce la sua tana con i sassini e se ne porta anche qualcuno dentro: se arriva gente con i denti aguzzi che se lo vuole pappare, i sassi diventano efficaci scudi, manovrati dai tentacoli. Putroppo per lui, la sua intelligenza non lo protegge dalla cattura, che anzi è piuttosto facile, nè gli serve a molto altro: pare infatti che non ci sia "trasmissione di sapere e di esperienza" fra una generazione e l'altra (non ricordo più se a causa di una vita troppo breve o per un altro motivo) e così ad ogni singola intelligenza di polpo tocca far tutto da sè, come se ogni cosa fosse sempre nuova. E la specie, nel suo complesso, rimane dov'è. Non è un dato terribilmente ricco di implicazioni e di morali?

mercoledì, febbraio 25, 2009

ROBA CHE GIRA


Mi è arrivato per mail. Non sarebbe da blog, che è lungo assai, ma ila Calamity un par di giorni si riposa e il tempo per leggerlo, anche a rate, ve lo lascia. Io stessa non so bene cosa ne penso: la domanda fondamentale mi pare che sia: ma chi può fare tutto ciò? Tuttavia, alcune cose sono carine oltre che giuste e mi pare che riprendere la proposta e meditarci un po' su sia sensato, se no altro perchp indica alcuni "altro modi" per fare le cose. E perchè, anche, si inserisce senza troppa fatica nel dibbbatito col brother.




Questo articolo è stato pubblicato su il manifesto il 13 febbraio.
Le disgrazie non vengono mai sole, lo sappiamo. Ad aprile scorso la
vittoria di Berlusconi e la completa sconfitta delle forze politiche
di sinistra. A settembre la crisi finanziaria che apre la più grave
recessione mondiale da
settant'anni. Proprio quando più è necessaria una politica capace di
governare la crisi, i vertici delle piccole formazioni di sinistra --
nel frattempo divise in ogni possibile frazione -- prospettano di
presentarsi alle elezioni europee di giugno con tre o quattro liste
diverse, sicure di non superare la soglia di sbarramento al 4% imposta
dal governo e da Veltroni.
Se i partiti non pensano a "saltare un giro", come ha proposto il
direttore del manifesto Gabriele Polo, certo ad astenersi ci
penseranno gli elettori di una sinistra che nella società resta viva e
vegeta, ma non trova un'espressione politica degna di questo nome,
mentre altri cederanno alle sirene populiste di Antonio Di Pietro o
Beppe Grillo. Una via d'uscita, con un passo indietro dei partiti, è
stata proposta sul manifesto, prima da Giorgio Parisi, il 22
novembre 2008, poi con la proposta di Rina Gagliardi del primo
febbraio scorso. Proviamone la fattibilità, allora.
Che cosa c'è oggi di sinistra in Italia? Milioni di persone si sono
date da fare da aprile in poi.
Gli studenti sono entrati in agitazione come mai da decenni, il
sindacato ha organizzato decine di scioperi e le cento manifestazioni
della Cgil, abbiamo avuto i cortei per la pace in Medio Oriente
durante il massacro di Gaza, mille
iniziative antirazziste contro le nostre barbarie quotidiane verso gli
immigrati, le idee del Forum sociale mondiale di Belem e migliaia di
piccole campagne locali. Tutto questo non si è ancora tradotto in un
protagonismo politico e le
esperienze migliori, come l'iniziativa per una Sinistra unita e
plurale promossa dal gruppo fiorentino intorno a Paul Ginsborg, non
hanno fatto la strada necessaria. Eppure, è sempre dalla democrazia
come partecipazione che dobbiamo partire.
Se l'obiettivo è far vivere una sinistra -- sociale e solidale,
ambientalista e pacifista, plurale e unitaria -- e portarne la voce a
Parlamento europeo (e magari negli enti locali), diventa essenziale
definirne le forme e i contenuti.
Paradossalmente, sui contenuti il lavoro è più facile: il tracollo del
neoliberismo e la nuova presidenza Obama aprono l'opportunità per
politiche contro le diseguaglianze e per i diritti dei lavoratori e
delle persone, contro la
speculazione finanziaria e per uno sviluppo sostenibile e di qualità
come risposta alla crisi, contro le guerre e per riduzioni delle armi
e della spesa militare. E' soprattutto sulle nuove forme di una
politica che sappia esprimere le energie del paese che occorrono idee
nuove. Ne proponiamo dieci, che possono tracciare la strada da oggi
alle elezioni europee -- e magari avviare un più lungo percorso di
ricomposizione della sinistra. Le abbiamo
riprese dalle migliori tradizioni del movimento operaio, dai Verdi
all'inizio della loro storia, dalle pratiche più avanzate di
democrazia in giro per il mondo.


1. I partiti saltano un giro e si presenta una lista della buona
politica, con al centro i diritti, la pace, l'ambiente, il lavoro,
un'altra idea di sviluppo, la questione di genere. A governare
quest'esperienza si scelgono sei "saggi" (che non si candidano), tre
uomini e tre donne, che non siano politici di professione e con
importanti esperienze di lavoro nei movimenti, nel sindacato, nella
cultura (lo fecero i Verdi per le prime candidature negli anni '80).


2. Associazioni, movimenti, sindacati, comitati locali, giornali come
il manifesto, reti e voci della società civile che vi aderiscono
diventano i "garanti" di questa lista, in accordo con i partiti che
rinunciano a presentarsi con i loro simboli alle elezioni europee. Si
stabilisce un "patto di consultazione" tra gli eletti e i movimenti
per concordare in modo permanente politiche e iniziative.


3. Da questo mondo emergono le candidature alle elezioni. C'è
incompatibilità tra candidature e cariche di partito (una tradizione
degli albori del movimento operaio) e c'è un limite massimo di due
mandati tra parlamento europeo, nazionale, consigli regionali. In
questo modo si evita che la politica sia un lavoro a vita.


4. Si organizzano le primarie per la scelta dei candidati e per
definire i contenuti del
programma politico. Una consultazione di massa sulla politica, una
pratica di democrazia diretta
che ha dato buoni frutti perfino nell'Unione.


5. Le liste dovranno avere lo stesso numero di uomini e di donne,
presentati in ordine alfabetico. E' una lezione da imparare dal
femminismo: riconoscere la dimensione di genere della politica e
favorire la partecipazione di tutti e di tutte.


6. I candidati si presentano nel collegio dove risiedono o svolgono
abitualmente la loro attività. Questo valorizza la dimensione
comunitaria e locale, il rapporto della politica con il suo
insediamento sociale.


7. Gli eletti avranno una retribuzione massima complessiva di 100mila
euro lordi. La quota eccedente viene versata nei fondi della lista. Il
rinnovamento della politica parte anche dalla sobrietà dei protagonisti.


8. La metà dei fondi della lista (finanziamento pubblico e quota delle
retribuzioni degli eletti) viene destinata a un "Fondo per la politica
diffusa" che sostiene le iniziative di movimenti, comitati, etc. E'
quello che facevano i Verdi
all'inizio della loro storia, utilizzando i soldi per progetti di
natura ambientale.


9. I meccanismi di decisione all'interno della lista e nel "patto di
consultazione" utilizzano forme di democrazia deliberativa, il metodo
del consenso, il sorteggio di rappresentanti ove necessario, evitando
la formazione di correnti e il voto a maggioranza.


10. Tra le attività della lista c'è l'organizzazione di una
piattaforma web di e-democracy, utilizzata per informare i
cittadini, dare conto dell'attività politica e legislativa, effettuare
consultazioni con i propri elettori, praticare nuove forme di
partecipazione politica, dare visibilità ad esperienze locali. Le
opportunità di democrazia offerte dalla rete devono essere utilizzate.


Rimaniamo convinti che la rappresentanza sociale non debba sostituirsi
a quella politica e che il principio guida debba essere quello della
"pari dignità" delle diverse forme della politica (partiti, movimenti,
associazioni, etc.),
ciascuna con la sua specificità. Ma, in questo momento di emergenza --
con partiti sempre più frammentati e autoreferenziali, incapaci di
autoriformarsi -- ci sembra necessaria una scossa, una forte
discontinuità.
Queste dieci regole non rappresentato certo un progetto politico
complessivo -- altri sono i momenti per discuterne -- ma scegliere
questa strada, da qui alle elezioni europee, rappresenterebbe una
svolta, darebbe il segnale
che la sinistra è capace di provare a cambiare la politica e il suo
modo di essere. E anche di avere successo alle elezioni.

martedì, febbraio 24, 2009

E QUESTA E' STORIA, NEH?

Devo ammetterlo, la Calamity Farm è affetta da manie di protagonismo e si sta mangiando buona parte del mio blog, nonostante i dibbbattiti della/nella Comune-ty. E anche se sto leggendo un bellissimo libro di cui merita parlare, se mi giungono echi di discussioni nella sinistra cui sarebbe bello almeno accennare, se ci sono iniziative di diverso tipo - dalla prima azione di guerrilla gardening a Genova all'ultima campagna di Greenpaeace - che sarebbe carino riprendere qui, se ci sono doni virtuali che attendono di essere postati, tutte queste cose rimangono per ora fra le intenzioni.
Perchè, tocca ammettere anche ciò, il mio tempo è in questo periodo un po' a spizzichi e bottoni, come dice mia suocera, e il mio morale anche: meno male, quindi, che la Calamity si impadronisce della scena.


Sempre più ambiziosamente, grazie alla collaborazione di KGgB e dell'uomobarbuto, oggi la Calamity Farm interpreta un episodio storico - come si vede dalle foto d'epoca - in ben due scene: l'assassinio di Umberto I da parte di Gaetano Bresci.
Nella prima scena, lo sparo dell'anarchico interrompe la sfilata, nella seconda Bresci va dal carabiniere Baggio autodenunciandosi come regicida.

Sarà lo stesso carabiniere a salvarlo dal linciaggio della folla, ma Bresci morirà poi in carcere in "circostanze misteriose".
Si ringrazia per la partecipazione i figuranti della Kasparov Band.

lunedì, febbraio 23, 2009

QUIZZINO DEL LUNEDI'


Senza premi - è troppo facile - solo per divertirsi ad indovinare prima di aprire i commenti.

venerdì, febbraio 20, 2009

N'ARTRO DIBBATTITO, AHO' !


Arrivo buona ultima, pare, ma questo post merita una segnalazia come si deve.
Intanto perchè è del brother, che non solo è tornato a scrivere ma ha anche riempito di macchioline colorate il suo blog.
E poi perchè, lasciate che lo sottolinei, imposta una bella discussione "alta".
Forse un po' liceale, da un certo punto di vista - quel bel discutere di massimi sistemi per il gusto di farlo - ma che ha il pregio di impostare in modo divergente ( ovvio) i Grandi Problemi del momento attuale. PapaRazzi e Uòlter, per capirci.

Che è un po' sempre guelfi e ghibellini, Leone e Federico (oddio, non ditemi che volete i nomi veri, chi se li ricorda più?), lo Stato confessionale e lo Stato laico. Che è dal Medioevo che noi sfigati ci tocca di menarcelo in questo modo, mentre greci, franciosi e ispanici, per non parlar dei nordici, tutto sommato se ne possono ampiamente fregare. Noi no - e neanche uno che proponga che, tanto per cambiare, si provi a far leggi secondo il parere di San Marino.

Ma il brother essendo il brother, quando va in treno da pendolare mica pensa "ah, come sarebbe buffo se noi dovessimo sentire San Marino prima di fare le leggi sul nascere e il morire", ma imposta invece tutta una bella cosa sui linguaggi e i tempi, contrapponendo il tempo presente usato dalle teocrazie ("la vita è sacra") al tempo futuro usato dalle democrazie, dalla politica. E fa l'esempio di Obama, che a parlare di futuro meglio di lui ultimamente non ci è riuscito nessuno: così che noi siamo tornati a invidiare un po' gli merrigani, che è vero che gli è toccato Bush padre e figlio e l'odio universale ma adesso guarda un po' lì.

Epperò, in sostanza, il brother mi par che dica: se contrapponiamo a un linguaggio presente un altro linguaggio presente ("il posto di lavoro non si tocca", ma l'esempio è mio) non si riesce neppure a parlarsi, meglio sarebbe trovare un'alternativa che parli al futuro.
Ehi, carino, grazie, viene da dirgli di primo acchito, chè ci avevamo pensato anche noi ma il problema è come.
E poi, ecco, anche a un secondo giro il pensiero mantiene una sua banalità - non ti offendere, brother, di cose banali spesso si ha bisogno assai - ma vien da pensarci meglio, a cosa vuol dire: perchè quelle che oggi sembrano posizioni irrigidite e obsolete (quando e dove ci sono ancora, non certo chez uòlter) fino a non molti anni fa rappresentavano esattamente il futuro. La speranza.
E allora, forse, si torna al nodo principale di contraddizione fra religione e laicità, la speranza su questa terra o la speranza nell'aldilà. Ed è quando la speranza su questa terra sembra a molti non solo credibile ("In Russia l'hanno fatto!" 1918), ma anche fiera ("La Resistenza l'abbiamo fatta noi!", 1946) ed etica ("Noi comunisti siamo per una spartizione equa", 1950) che riesce a conquistare anche buona parte di chi colloca la propria speranza nell'aldilà o, forse ancor più, di chi può fare a meno di una speranza ultraterrena perchè si riconosce in una più concreta.

Quello che manca al mondo, oggi, è esattamente una speranza globale: oggi che sappiamo che i problemi più gravi non sono quelli che rigurdano un singolo Stato o una singola zona, ma sono quelli che riguardano tutti, uno per l'altro, ecco che ci manca una soluzione altrettanto globale. E forse ci manca anche un'interpretazione aggiornata - e qui la contrapposizione dei linguaggi effettivamente può giocare il suo ruolo negativo - che tenga conto della passata esperienza e dei suoi limiti, senza demonizzarla ma senza riproporla acriticamente.

Obama, nel suo pragmatismo e nel suo essere iùessei (il che vuol dire che ogni riferimento a marx è praticamente escluso in partenza, nel bene e nel male) ha indicato una speranza molto terraterra, eppure fin qui demonizzata e boicottata: quello che ha detto - e si ha da vedere ancora se e come riuscirà a farlo - è "salviamo la Terra e dall'inversione di tendenza tiriamoci fuori un po' di benessere per tutti. Magari un po' meno che in passato, ma per un po' più di gente, della nostra gente. E anche di quell'altra, en passant."

A ben vedere è una speranza piccola e anche un po' confusa, e siam qui tutti ad aspettare per vedere come se la cava con l'Afghanistan, ma ha funzionato. Ha funzionato, diciamo la verità, anche perchè a noi di belloccio e (apparentemente) simpa ci è capitato un cretino come Rutelli, e a loro invece Obama, che cretino non è affatto.

Ma, partescherzi che poi tanto scherzi non sono se è vero che il carisma conta pur qualcosa, ha funzionato "nonostante": è vero, Obama ha indicato alcune linee-guida, primo fra tutti l'impegno sull'energia "pulita" che è il problema più pressante, e ha avuto l'intelligenza di farlo assolvendo contemporaneamente gli americani dal loro spreco quotidiano. Che dovrà cambiare - il famoso richiamo alla responsabilità - ma che intanto non ti deve far vergognare a te, singolo che finora hai vissuto e sbagliato come tutti: anzi, proviamo a fare in modo che non si debba rinunciare a più di tanto senza per questo inimicarci il resto del mondo, che ne dite?
Ecco, questa è una bellissima proposta e un bellissimo modo di metter le cose: ma è inutile negare che ad Obama manchi, come a tutti, una teoria organica che si possa applicare al prossimo futuro.
Finora, infatti, non ce l'ha nessuno, non c'è un Marx e men che meno un Lenin, che ci dicano come sarà possibile conciliare interessi ormai così tanto contrapposti e salvare un pianeta ormai così tanto compromesso. Il che non significa che non ci sia nessuno che ci sta provando, anzi: ma finora le voci sono tante e si coprono l'una con l'altra.
Però, e in questo il brother ha ragione, sono voci che parlano al futuro: che dicono "si può fare" e anche "si può provare", che non si schierano con l'esistente ma con il possibile. Solo che tutto ciò viene spesso tacciato di ascientificità ( e perchè, poi, se base della scienza è lo sperimentare?) e chiamato, ancora troppo spesso, Utopia - quando va bene - o Rottura di coglioni - quando l'interlocutore è più esplicito.
Eppure, e questo è il succo del mio contributo al dibattito, il linguaggio al futuro può venire fuori solo da questo, solo da una visione che
un futuro lo contempli, che dia le coordinate per renderlo ancora possibile agli umani e non, forse, a sparse bande di mutanti radioattivi e imbeceriti.
Poi, è chiaro, le discussioni sul come, il quando e il perchè si sprecheranno e si ripeteranno le mille divisioni etcetc: ma pensare che possa esistere una Democrazia applicata, necessaria come sostiene giustamente il brother, senza che ci sia una credibilità nel parlare di Futuro - proprio nel senso del tempo cronologico - è mancare il bersaglio.
Giorgio Bocca, che a propòs di rigidità mentali non scherza mica, ha sostenuto in un qualche suo pezzo che la prospettiva della catastrofe ecologica è usata come babau, un po' come quando dicono "l'azienda è in crsi, se fate sciopero la costringete a chiudere". Purtroppo, non credo che Bocca abbia ragione in assoluto - basta guardarsi in giro, basta avere un po' di occhi e memoria, anche poca - ma credo che effettivamente le notizie sui rischi che corre il pianeta riescano a demotivare molta gente dall'impegnarsi in alcunchè di collettivo. A che pro? è una domanda non furba ma comprensibile.
Costruire un'alternativa allora può passare solo di lì, dal riappropriarci degli elementi base, la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco, senza lasciare che una banda di predoni continui a portarceli via di sotto il naso per poi rivendercene solo una parte, e a caro prezzo. Convincendoci, per di più, che lo fa per il nostro bene: mentre noi stentiamo a tirar la fine del mese e un gruppo sempre più ristretto di persone ha in mano tutta la ricchezza del mondo - e non è un modo di dire.

Ci siamo abituati a considerare quelle in cui viviamo "democrazie", senza metterne più di tanto in discussione forme, modi e soprattutto sostanze, tanto che si può impunemente parlare di "esportare la democrazia" con l'aiuto di missili e bombe, senza rilevare la contraddizione macroscopica. Ma forse, chissà, in un domani - in cui io, nonostante tutto, credo: chè questo è mica il primo periodo buio dell'umanità, neh? - il nostro sistema parlamentare e rappresentativo apparirà vagamente ridicolo, assurdo da concepire, perchè nel frattempo se ne sarà trovato uno migliore.
Probabilmente mischiando, e sperimentando, qualcuna o tutte di quelle soluzioni, proposte, tentativi e innovazioni che oggi appaiono ridicole e assurde da concepire.



giovedì, febbraio 19, 2009

NESSUNO E' PERFETTO

Nonnò, non è una giustificazione per uòlter.
Delusa dalla politica, la Calamity si rifugia ancora una volta nei miti hollywoodiani. Pregasi notare Il Piccolo Ukulele.

mercoledì, febbraio 18, 2009

ADIEU


e grazie di tutto, neh?


se volete i particolari
, cliccate sulla foto, ma attenzione: si sconsiglia la visione alle persone sensibili.

ciò detto, mi tocca di fare pubblicità al gruppo su Facciabuco, "Amici della Calamity Farm" - ma non l'ho fondato io, sappiatelo - perchè mi si chiede l'indirizzo:
http://www.facebook.com/group.php?gid=44977004222&ref=ts
Iscrivetevi in massa e facciamo concorrenza al beppegrillo, daài.


martedì, febbraio 17, 2009

BE'....


Va bene, c'è stata solo una reazione (azzeccata) alla Calamity di ieri: magari i miei fansoni si sono disamorati tutti di colpo, magari il riferimento era troppo ristretto alle discussioni di questi giorni della comune-ty, sissì. Però, nel dubbio che a qualcuno interessi capire meglio chi era il personaggio in questione, eccolo qui.



E ne approfitto per postare un'altra interpretazione della Calamity riservata a pochi, e per la precisione a quelli che hanno visto "Pat Garret e Billy the kid". La Calamity si è voluta cimentare nella scena finale e si è affidata al simbolismo, come nel peggior teatro sperimentale: ma perdonateli, essi non sempre sanno quello che fanno.

domenica, febbraio 15, 2009

E, INFINE


Scusatemi tutti se a) intervengo ancora su questo argomento b)non vado indietro a rileggermi il dibattito in tutte le sue fasi.
Sarà perciò possibile che a) annoi qualcuno b) dimentichi qualcosa, ma appunto perdonatemi a monte.


Che ci ho da fare un paio di considerazioni, tipo a), b) e c) che sono già tre, ma fors'anche diventeranno quattro. E poi basta, giurin giurella.

A) la Talpa c'ha ragione, io non casso nessuno che non sia a) un nemico di classe b) un comprovato figlio di, ma tanto. Nella mia vita ho odiato una sola persona, figuriamoci se posso scatenarmi contro la Talpa, che il massimo che fa - e, devo dire, con me in termini più che accettabili e spesso di gentil pensieri - è mandare qualche mail ed esagerare nella lunghezza dei commenti.

Anche non fosse così, mi pare un assoluto controsenso stare su internetto e poi dire a qualcuno "sparisci": ed è un bel po' che il problema di frequentarsi in altro modo non si pone neppure, da nessuna delle due parti, no?

D'altro canto, credo che il brother abbia, nei commenti, fatto del suo meglio per spiegare alla Talpa il significato di "mollaci" e che questi invece insista nel non capirlo, attirandosi vieppiù sbuffi o peggio. Ma, per quanto la pedanteria e la puntigliosità urtino anche me, devo dire che essere processati pubblicamente a distanza di mesi dai fatti con un pretesto del tutto gratuito, non contribuisce a migliorare il carattere e l'appeal di nessuno.


B) la Questione Etica, ammesso che di questo si tratti, mi pare molto ben riassunta
dal brother che accenna anche a quello che a me sembra un punto importante: e cioè che nel caso specifico motore dell'indignazione sembra essere più l'antipatia che l'etica. Mi sembra infatti che noi tutti si trascurino casi analoghi presenti nei dintorni della comune-ty (o fors'anche al suo interno) in cui nessuno si è sognato di indignarsi allo stesso modo. Attenzione, ho detto analoghi e non uguali, e ammetto che le differenze contino: ma mi pare brutto e strumentale che si passi dalla reazione positiva per alcuni allo scandalo più feroce per altri. Ecchecazzo, un po' di misura e di equità...

C) La Compagna fa mille considerazioni interessanti e intelligenti, che dimostrano quanto poco fosse sprovveduta: o meglio, quanto lo siamo tutte/i in determinati casi, indipendentemente dai sei mesi prima o i sei mesi dopo i diciott'anni. Ammette, com'è abbastanza ovvio, che la "garanzia" della Comune-ty abbia influito, in positivo, sulla storia così tanto in questione oggi.
Ma non è questo il punto: il punto è se la Talpa se ne sia "approfittato". Se, come dice l'amicae., se ne sia servito per "intortare" la Compagna: io credo che questo sia un ragionamento che, fatto a posteriori e a freddo, serve solo a sminuire l'intelligenza della Compagna più ancora che l'etica della Talpa, e che contraddice in pieno mille discorsi di rivendicazione fenmninile/sta della propria sessualità etc etc che non credo di dover riassumere qui.
Da quando la minorità anagrafica conta così tanto in questo senso? Scusate se ribollo, ma appartengo a quella fortunata generazione per cui amore e sesso contavano in sè e, una volta superata la soglia della pedofilia, non esisteva scandalo. Nè rotule spezzate. Non che sia facile, neppure per me, attenersi sempre a questo principio: ma credo che sia sano ricordarselo.

E, comunque, credo che se ci si pone il problema di non intortare i più giovani fra noi, si debba porselo in modo globale: che spesso le fate madrine corrono il rischio di condizionare la vita altrui ben di più dei Barbablù, come insegnano le fiabe con le loro scarpette perse all'ora che vuole la madrina, mentre Barbablù fa una brutta fine senza bisogno di interventi esterni, basta una tipa un po' più furba.

D) perchè mi sto rompendo le balle perfino io che scrivo, e quindi mi immagino voi. Ma perchè la cosa più importante mi pare questa: la discussione sulla comune-ty, sui suoi valori, sulla sua labile ma precisa appartenza e il suo comportamento, è divergentemente geniale, com'è ovvio, e potrebbe continuare ben oltre il casus belli.
E ci voleva, prova ne sia il brother stanato che ha fatto così piacere a tutti noi leggere, finalmente.

Ma, mi chiedo: a proposito di valori, siamo sicuri che tirar fuori dal cappello, a freddo e senza provocazione, un "nemico" contro cui coalizzarsi, sia una bella cosa?
Io sono sicura di no, e anche per questo mi sono dissociata con decisione, e l'avrei fatto anche se il mio giudizio nei confronti dell'operato della Talpa (o della sua simpatia, o del suo cane, o del suo calzino) fosse ben più feroce di quello che è.

Io non ci sto, a dimostrare che siamo uniti "contro"; anche se il contro è contro così così, o con i distinguo o con il se fossi. Il capro espiatorio, per quanti torti possa avere, non mi piace come figura, meno che meno se io sto dall'altra parte.
E le caccabombe, amicae., possono essere divertenti, provocatorie, azzeccate, forse perfino giustificabili: ma, come dice il loro nome, difficile poi evitarne gli schizzi.


Certo, magari ideologizzo troppo, e d'altronde concordo con tutti che è è ormai l'ora di chiudere questo peregrino dibattito: ma secondo me dovremmo pensarci, non credete? Che è così facile scivolare dalla parte sbagliata, di questi tempi..
.

ORSU', PRENDIAMOLA IN RIDERE, NEH?


Chè la Calamity-comunety Farm ci ha avuto il suo bel da fare, in questi giorni: è ripiombato improvvisamente, dalla più famosa fattoria MacKenzie, un ospite non universalmente amato.
Finora noto come altro abitante della stessa fattoria, in questa occasione ha ricordato di più - e non del tutto per colpa sua - il personaggio che vedete nella foto.

Di più non dico, anche se qualcosa di serio lo aggiungo in un altro post: questo, lo ricordo a tutti protagonista compreso, spero riesca solo a far ridere.


ehi, se non lo riconoscete domani posto la sua foto originale. ma credo che sì, vero, con quegli occhiali...

giovedì, febbraio 12, 2009

UNA VITTORIA DEL PROLETARIATO

l'unica - mi suggeriscono - di questi tempi. Ma non di poco conto, nonnò: ad aggiudicarsi il Primo ed Unico Premio della Calamity Farm in veste mitologica è infatti il gipunto, l'unico partecipante a non aver fatto le scuole alte, come le chiama lui stesso. Con la collaborazione, è vero, dell'amicae., a dimostrazione di due cose: una è che l'intellettuale, come insegna il marxismo-leninismo, ha da essere di supporto al giusto ruolo di guida affidato al proletariato in quanto classe (terza B?); la seconda è che le tesi di Nash, che si possono anche esprimere con "l'unione fa la forza" e quindi ricondurre anch'esse al marxismo, funzionano.

Insomma, alè ohoh alè ohoh,
il gipunto e l' amicae. li hanno azzeccati tutti e tredici. Con un ardito ripensamento del gipunto, che all'ultimo ha scelto la figura mitologica giusta
invece di quella sbagliata. A loro andrà l'ambito gioco tascabile "Maiali", con cui potranno sfidarsi tra loro o sfidare altri fortunati mortali in qualsiasi momento della loro esistenza, purchè sia un momento dotato di tasche.

Di seguito al post originale, quello che ha bandito il concorso, troverete tutti i commenti, nell'ordine in cui sono stati ricevuti: vi consiglio di leggerli che sono ghignosi e interessanti. Alcuni anche misteriosi: perchè la gallina dietro lo steccato è nettuno? non lo sapremo mai, temo.


E dato sì che mi sono divertita un casino (ma senza l'aiuto della razionalità del KGgB non sarei mai riuscita a districare il delirio dei vostri commenti) vi meritate almeno un po' di nominesciòns, come promesso.


La prima va ovviamente al primo: che, come anticipato ieri, si è svegliato prestissimo per produrre un ordinato elenco di nomi. Costui è un misterioso Mario l. , che ci è molto simpatico per il suo autoironico understatement: purtroppo, anche con la correzione a posteriori, il suo punteggio è risultato 10, ma qui si spera che continui a seguirci e a commentare anche altri tipi di post.


Un punto di più ha fatto l'Uomo-kiwi, ma la nominescòn se la becca per aver scovato - e proposto come soluzione - tale Ampelo, echiccaz'è?
Anche il gipunto in verità nomina un Alfito, ancor più ignoto, ma ne prende le distanze e si capisce che l'ha cercato su wikipedia per confondere le acque.

Lanessie e la Gia hanno fatto anche loro undici: della seconda si segnala l'aver pensato ad Asclepio (o Esculapio, dio dei medici) e il suo serpente, un'ipotesi suggestiva per lo stecchino- saetta che ci piacerebbe aver pensato noi. Lanessie, invece, si merita un sorriso per aver messo tutti i nomi sulla ruota di Bari: che detta così forse non è una gran battuta, ma è una delle non poche ghigne che mi sono fatta leggendovi.

Per la Fede, cui bisogna dare atto della sfida all'ostracismo aziendale, credo, c'è una nominesciòn proposta dal KGgB "alla donna che ne ha cannati di più": ma con contributi decisamente originali, come Lacoonte e "Diana ma senza luna", oltre alla già citata gallina dietro dietro lo steccato.

A Stakanov va la palma della partecipazione più ricca di suspence: un solo nome per ogni commento, senza contare correzioni e smentite a sè stesso. Alla faccia della lombarditudine, che esce ampiamente sconfitta (da due parti, che anca chinchinscì... neh?) da questa singolar tenzone, evviva.

Sissìssì, signori, appena possibile la Calamity produrrà un altro quizzone, non fosse altro che per dare un dispiacere a brunetta.

e grazie a tutti voi, egregi (che, come mi insegna il KGgB viene dal latino "ex-grege" o giù di lì e significa "fuori dal gregge": e chi più di voi e dei Monty Python? )


Ed ecco l'elenco giusto, se non avete la pazienza di ricavarlo dai commenti:
Narciso con lo stagno di prammatica
Venere che nasce dalla spuma del mare
Aracne, sopra il ditale che simboleggia la tela, e sotto il ragno
Bacco, con l'uva e due botti
Demetra, dea della fertilità, con il fusillo ricavato dal grano
Marte, con scudo e lancia già di San Rospo: ma guerriero era e guerriero è anche qui.
Mercurio, protettore anche dei viaggiatori, con la valigia. è in alto perchè ha le ali ai piedi
Giano bifronte: Castore e Polluce non avrebbero ragione di darsi le spalle. e, come ha notato l'uomo-kiwi, nelle spieghe era detto che la coppia era una sola
Dedalo e Icaro, appunto
Zeus: provate voi a fare una saetta con uno stecchino...
Vulcano o Efesto, nel suo cratere pieno di roba bruciacchiata; e i lettori attenti potevano avere un suggerimento qui
Eros o Cupido, con tanto di cuoricino
Crono, of course.

ONLY FOR COMUNE-TY 2 (o 3, o 4, chissà)


Ecco, mi sento chiamata in causa.
Lo so che dovrei starmene fuori, ma non mi piace avvallare anche solo con il silenzio cose che non penso.
E qui è stata tirata in ballo la Comune-ty tutta, con un attacco a un blogger che io non mi sento di condividere.
Anche se all'epoca dei fatti, lo confesso, non ero tanto lontana dalla posizione che l'amicae. esprime oggi - con una scelta dei tempi che trovo totalmente incomprensibile, peraltro, ma forse questo l'è minga impurtant - e anche se qualche scrupolo o dubbio l'ho avuto anch'io: chè se l'istinto di protezione scatta all'età dell'amicae., tanto più scatta alla mia, e in qualche modo allora pareva di aver fatto cosa discutibile.
Perchè la Comune-ty, ci sembrava, era una specie di passaporto, di garanzia: e, all'epoca dei fatti - allora, lo ripeto - fra noi ci fu qualcuno, e io fra quelli, a cui sembrò che della "garanzia" si fosse in qualche modo abusato.
Poi, e qui parlo solo per me, il parere di altri della Comune-ty mi fece pensare che, dopotutto, era l'sitinto di protezione ad essere mal riposto, e quindi il problema mal posto.
Che si faceva un torto alla Compagna ancorchè minorenne nel considerarla una sorta di preda inerme e che, dopotutto, se di sbaglio si fosse trattato, di sbagli a quell'età ne abbiamo fatti tutti e a tutti siamo tutti sopravvissuti. Il passare del tempo mi convinse vieppiù che questa era l'unica posizione sensata: non ci furono drammi oltre la norma (e forse non ci furono affatto, non so) e non mi permetto mai, per principio, di giudicare robe quali l'eleganza, lo stile e l'opportunità di una storia, ben sapendo che i criteri sono quanto mai soggettivi. E, in ogni caso, ne sapevo e ne so troppo poco, per scelta e per distanza dagli interessati.
Fin qui l'antefatto, che narro perchè l'amicae. non possa pensarmi a mo' di banderuola: ci fu un pensiero, una riflessione e un cambiamento di pensiero.
Ergo, oggi non mi sento per nulla di sottoscrivere una "voglia di allontanamento" della Talpa dalla Comune-ty: sosterrei questa posizione solo se fosse la Compagna a chiederlo, ma non mi pare sia questo il caso.
D'altro canto, essendo la Comune-ty un concetto molto forte nei fatti ma labile nella sua definizione, noto che per alcuni la Talpa è ancora "nella" Comune-ty e per altri nei dintorni; così come noto che persone di cui si sono perse le tracce ormai da mesi, e altre per le quali l'assenza è databile in anni, continuano a figurare a pieno titolo dentro la Comune-ty. E questa, che sembra una nota a margine, mi pare invece che connoti e dimostri come non si possa - nè d'altra parte si voglia - allontanare qualcuno da un qualcosa che trae buona parte della sua esistenza proprio dall'essere fluido e magmatico.

Detto ciò, il motivo che mi spinge a scrivere questo post non è il desidero di schierarmi (sto cercando accuratamente di evitarlo, si capisce?), è che me questo modo di usare lo spazio dei blog mi pare davvero brutto. Forse sono io a non capire, ma nel commento iniziale della Talpa non vedo nulla che potesse sembrare così perniciosamente letale: anzi, se ho capito bene quello che voleva dire (la chiarezza non è la tua virtù principale, Talpa) sono d'accordo con il commento istesso.
Che del resto figura su milioni di magliette del Che, quel "bisogna essere duri senza mai perdere la tenerezza": e si può imputare alla Talpa il non aver capito che lanessie diceva la stessa cosa, o anche un vizio di sfiducia sia nei confronti altrui che nei propri che lo porta ad essere spesso eccessivamente didattico, per non dir pedante.
Ma tutto ciò, a mio parere, non giustifica la reazione dell'amicae., che oltretutto coinvolge terze persone senza che ve ne sia necessità alcuna ( e se invece mi sbaglio e la necessità sembrava all'amicae. che ci fosse, tanto più grave è sbatterla fra i commenti a un post che non c'entra nulla).

Io non credo alla politica del "buttar fuori tutto", sempre e comunque: credo che spesso faccia bene a noi stessi e agli altri dimenticarci una buona parte dei rancori, sia che li abbiamo coltivati a torto o a ragione: perchè vigliare perchè un'ingiustizia, uno sbaglio, un danno non si ripetano (e parlo in generale, senza riferimenti al caso specifico, ma comunque) non è la stessa cosa che sbattere in faccia agli altri i sassolini di cui si sono resi colpevoli a nostro insindacabile giudizio.
Si può sopravvivere con qualche sassolino nella scarpa e anzi a volte si vive anche meglio: perchè la concordia, intelligente e critica, è meglio della discordia, e scusate se non è un pensiero originale.
Però è un pensiero vero: chi mi conosce sa che non sono una di quelle persone che cercano di andare d'accordo con tutti, e anche questo post lo dimostra, ma allo stesso modo cerco di non litigare con nessuno, così come cerco di trovare ciò che di buono una persona può portare a me e alla mia piccola collettività, o a quella più grande. Qui il discorso si farebbe lungo e complesso, nè io voglio pormi a modello.

Ma credo che la tolleranza che chiediamo agli "altri" - chiesa, forzaitalioti, omofobi e compagnia bella - dobbiamo anche imparare a metterla in pratica nella nostra vita. Perchè le persone non sono mai tutte belle o tutte brutte, nè si comportano in modo sempre giusto o sempre sbagliato: Dario Fo ha rischiato di essere un repubblichino e ne è sfuggito per caso, non per coscienza politica. E alla Franca Rame credo ne abbia fatte passare di belle: però è Dario Fo, e nessuno credo che potrebbe sostenere che per queste cose non si meritava il nobel, o che sia meno compagno o meno bravo. E perchè, più banalmente e quotidianamente, se diventiamo noi stessi la cruna dell'ago da cui deve passare il mondo, il nostro mondo rischierà di essere ben piccolo e povero, alla fine.
La maestra nessie ha gestito bene la situazione, mettendo fine a un litigio che non doveva neppure iniziare, almeno lì dov'era, e non voglio certo riaprire nè litigio nè polemica: ma credo che l'amicae. sappia e possa fare ben di meglio con la sua testa e la sua tastiera - per esempio il suo blog, di cui si sente la mancanza - che togliersi sassolini.

mercoledì, febbraio 11, 2009

SUSPENCE


Fioccano nomi di dei e dintorni. Stamattina, al risveglio (mio, ma quasi all'alba, quasi) c'era già una bella lista con tutti i particolari ad opera di un extra-comunetario, cosa che riempie di gioia e d'orgoglio, al giorno d'oggi: chè  blog e quizzi sono aperti a tutti, da queste parti, sissì. 
E, peraltro, il commento alla lista era "per la prima volta da dieci anni la maturità classica mi serve a qualcosa" e anche ciò mi riempie d'orgoglio, chè non è da tutti inventare una funzione per la maturità classica.

Nella giornata si sono poi aggiunte numerosissime partecipazioni: alcune a rate, altre d'impulso, qualcuna in cooperazione. 
Senza bisogno che lo dicessi, i partecipanti hanno capito che ci si può correggere, si possono aggiungere risposte, si può svarionare a piacere. E sono arrivate interpretazioni davvero interessanti ancorchè sbagliate, alcune ignote ai più e a me sicuramente. Ci sono state richieste di favoreggiamenti ma nessun - ahimè - tentativo di corruzione: e quindi io e il KGgB abbiamo resistito strenuamente, non cedendo neppure al ricatto ("dimmi chi è quella con la pasta o non uscirai più da quel bagno") . 

E se finora mantengo il più rigoroso anonimato per tutti i partecipanti, non prendetevela: sappiate che ci saranno alcune nominations - dopo e non prima, siamo mica a hollywood - a mo' di consolazione. 

C'è ancora  tempo fino a mezzanotte, orsù. E, se la mia distrazione per una volta è stata quieta, sappiate che qua o là, nelle foto o nei testi, gli elementi per l' interpretazione corretta ci sono tutti, e anche dove sarebbe possibile trovare due figure mitologiche ugualmente valide si scopre che in fondo non è così. Credo, almeno. 

martedì, febbraio 10, 2009

DOPPIO TREDICI


Ed eccolo qua, il quizzone. Io non avrei dato neanche la chiave, che così mi sembra troppo facile, ma il KGgB - che ha genialmente collaborato alla realizzazione - ha insistito. Quindiperciò: si va sulla mitologia sia greca che romana - la Calamity Farm non bada a spese - e vince chi indovina più personaggi. Chi li indovina tutti fa 13, e le risposte/commenti saranno postati tutti insieme venerdì 13, così non ci potranno essere ricopioni e piccionaie: si possono mandare più risposte (tipo se all'ultimo ti viene in mente chi è il settimo nano) ma in caso di parità vince chi ha mandato per primo più nomi.
Attenzione: i nomi sono 14, ma c'è un gruppo di due che conta come un nome solo: siete avvisati, non che poi mi fate tutte le polemiche, neh?
Il premio è uno solo, questa volta, ed è assolutamente favoloso: la versione tascabile del gioco "Maiali", assolutamente necessaria per non trovarsi mai sprovvisti di spunti ludici. E non pensate male, stupidotti, è un gioco del tutto morigerato.
Le foto sono una di insieme e le altre di particolari: cosa volete di più?



PRIVATO SU, POLITICO SOTTO I TACCHI


Ecco, sì, dài, va meglio. Cioè non va peggio, e questa è già un'ottima notizia. 
E poi stasera ero lì ad aspettare in un posto che la tivvù accesa riesce a rendere ancor più triste e ho visto - ricordatevi, io sono totalmente ignara di tivvù - che nella stessa trasmissione si è passati dalla discussione del caso di Eluana (e meno male che lei non c'è più, ormai) a Carole Alt che impara a ballare, cinque minuti di chiacchiere che più vuote si rischiava il risucchio. 
E ho pensato che io mi sento un po' a disagio a parlare di cose frivole o dare spazio alla Calamity quando nel mentre ci stanno scippando i princìpi fondamentali di sotto il naso, ma a quanto pare questi scrupoli non usano più. 
O forse vengon buoni quando si può usarli per revocare le proteste che già faticosamente si era riusciti a mettere insieme, come fa uòlter lo svampito: che sempre di più - l'ho già detto? se sì, perdonatemi, è impossibile pensare qualcosa di diverso - fa di tutto per rispondere alla magistrale definizione che Carlo M. Cipolla diede dello stupido: "uno che ti fa un danno senza guadagnarci niente."
In ogni caso, che i fansoni della Calamity farm si tranquillizzino: è in preparazione il quizzone, che arriverà prestissimo. Sempre meglio del tango di Carole Alt.

domenica, febbraio 08, 2009

SCHIAFFEGGIA ANCHE TU


Ma ci pensate? C'è un Paese che oggi, mentre noi siamo alle prese con chi è capace di dire una frase come "potrebbe anche generare un figlio" (e quindi? vuol dire che se invece fosse un uomo tutto il discorso cadrebbe?) per stravolgere Costituzione e democrazia, mentre agli appelli contro il razzismo un ministro risponde che bisogna essere "cattivi" con i clandestini, mentre noi ci svegliamo la mattina già schifati, insomma, c'è un Paese che può dedicare i suoi pensieri ai 50 anni della Barbie. No, non è la Svizzera, una volta tanto, è il Principato di Monaco: che sarà anche un Paese da operetta, ma che invidia.

Comunque, spero che abbiate già firmato tutti l'appello di Libertà e Giustizia , chè come dice Umberto Eco, c'è qualcuno che ha bisogno di uno schiaffone per fermarsi: affrettiamoci a darglielo, incrociando le dita dell'altra mano.

venerdì, febbraio 06, 2009

IO TI DO' UNA COSA ATTE'


Un po' meglio. Non del tutto, ma un po' meglio. 
La festa del baratto ha contribuito a mandare via un po' di tristezze, con il suo ricco bottino: uno scaldacollo (se non sapete cos'è, come non lo sapevo io, vi dirò che è un incrocio fra un collier e una sciarpa, ciapa lì), una videocassetta di Dario Fo ("Ma Dario Fo quello vero?" si è sentito chiedere l'uomo barbuto), una spazzola per capelli ancora nel suo cellophane, un regalo di natale che ora di natale mi dimenticherò sicuro e altre cosine. L'oggetto più invidiato era una tastiera molle da computer, ma c'era anche un bel mouse che si è conquistato la ness, mentre la Ragazza Fuori Moda si è appropriata del nostro sanguinolento orecchio di plastica e il zio esotico ha preso una penna coi capelli. 

Ma voi che non ci siete venuti non fatevi idee sbagliate, chè oltre alle cose assurde c'erano anche molte cose carine e utili, come la schiumarola gialla che è andata ad arricchire la dotazione domestica di Vico Dolcezza. E poi, tempo di raggiungere la mnacchina e l'universo ci è caduto sulla testa sotto forma di monsone grandinoso, così mi sono divertita a guidare nel frastuono di bonghi della pioggia sulla lamiera, e a passare sulle piste meno battute sollevando alti spruzzi.
E poi, naturalmente, non è tutto qui, ma l'importante è riuscire di nuovo a vedere qualche lucina là in fondo, e tirare avanti.  

mercoledì, febbraio 04, 2009

URLA E BIANCHEGGIA IL MAR

non so se biancheggi, ma urlare urla, lo sento dal mio studio in questa serata grondante di pioggia e di angosce e di pensieri cupi. 
Uno di quei momenti in cui si vorrebbe avere il tasto "avanti veloce": chè "indietro" no, non lo si vuole nè lo si può pensare - eppure. 
Ma almeno poter saltare i momenti così, quelli in cui, come disse una persona saggia, "l'immaginazione è sempre peggio della realtà". 
Sapendo che la realtà, dal canto suo, mica scherza.

martedì, febbraio 03, 2009

INCONTROVERTIBILE


Quando arriva lanessie, la Calamity Farm si esalta tutto di colpo e scopre la sua inedita vena politica.
Un po' ricopioni, a dire il vero, chè quel "Bush ciucciamentine" del primo striscione ci pare di averlo già visto da qualche parte, e il Circolo Jack Lemmon chi c'era se lo ricorda.
Ma quella sparuta rappresentanza, laggiù in fondo, è un fedele ritratto di altre sinistre, a quanto pare. E, del resto, anche alla Calamity gli organizzatori della manìf sostengono che i partecipanti sono tre milioni, mentre per la questura sono diecimila.
Noi a chi diamo ragione? La foto non può mentire, la Calamity ha senza dubbio ragione.

domenica, febbraio 01, 2009

EXTRA: BACKSTAGE


non se ne voleva parlare, per pudore e discrezione.  che non si dicesse, ad esempio, che andiamo in cerca di pubblicità - ma vi siete iscritti tutti al gruppo Amici della Calamity Farm su Facciabuco? ops, scusate.
Insomma, doveva rimanere un fatto quasi privato, ma il commento del gipunto ci costringe a disvelare l'orribile retroscena di S.Rospo e il Drago. 

Che già tutto era pronto e il rospetto immobile, compreso nella sua grandiosa interpretazione: un pezzo di comune-ty attendeva di vederlo vivo-live, in un'anteprima informale e tuttavia accuratissima e sofferta. 
Quand'ecco, com'è come non è, lo sgomento si fa strada: non c'è più il rospetto, niente più lancia nè albero, nemmeno lo scudo è rimasto sul terreno qual segno di eroica battaglia. 
Solo il serpe giace ancora lì, immoto e indifferente, e un terribile messaggio sotto forma di post-it ci informa dell'avvenuto rapimento: "Se volete rivedere il rospetto - dice il messaggio - portate una borsa di magnetini all'indirizzo che vi verrà indicato." Firmato "Anonima anarchica" (sic). 
Urgh, un vile ricatto!!!! 
Pur nella costernazione e nella parzialità dei suoi membri, la comune-ty reagì unanime: giammai!
La decisione si esplicò nella creazione di uno slogan, solo leggermente plagiato: "Si muore sul lavoro, si muore al proprio posto, che ce ne frega a noi se ci ammazzate il rospo."
Lo slogan fu scandito, del tutto casualmente, in concomitanza con il ritorno dell'amicae. - che era andata a prendere la cugina, ma il fatto è irrilevante ai fini della suspence. forse non della suspence della cugina, che dopo questo impatto ammutolì, ma questo è un altro extra.
E qui si giunge al punto nebuloso della storia: ci si sarebbe aspettati un'orecchia di rospo o addirittura un rospetto piegato in un bagagliaio, e invece no. Egli, il rapito, se ne stava in posizione poco comoda e tuttavia ben vivo a  poca distanza dal luogo del rapimento e fu liberato dall'eroica Pacefortissima sulla scorta, evidentemente, di una preziosa soffiata. 
Non ci furono blitz nè spargimenti di sangre, e qualche dubbio sull'effettivo ruolo del rospetto rimane. 
Quando fu trovato, ancora dotato di scudo e di notevole aplomb, pronunciò una sola frase, già celebre in passato:"Scusate, abitualmente vesto Marzotto." e si rimise al lavoro senza dar segni di cedimento, come già rilevato dal gipunto.

Eroe o connivente? Non lo sapremo mai, ma in fondo, che importa? Si la vida es sueno eccetera eccetera.

CAMPANILISTA DELLA DOMENICA


Così si è sentito apostrofare il rospetto dagli altri abitanti di Calamity Farm, che hanno patito l'essere esclusi da questa dotta ricostruzione storica, realizzata su ispirazione e con il contributo del KGgB.
Ma bisogna ammettere che è venuta bene: S.Rospo e il Drago in singolar tenzone non sfigura di fronte a progetti più ambiziosi, e lasciamo ai cinefili citare esempi di ricostruzioni meno riuscite di questa, che non mancano no. Chi è il nerd che ha subito detto "Troy"?