sabato, marzo 31, 2007

MONDO

giornata così, che gli occhi si chiudono e neanche il cielo grigio riesce a farmi tornare il buonumore e la voglia di fare - sì, sono metereopatica al contrario, ma oggi non funziona. Allora posto qualche foto che mi è piaciuta, con dedica. le ho trovate tutte qui.
di alcune mi sono ricordata di segnare l'autore, di altre no. chi trova i mancanti, me li segnali.
per nessie, l'orsetto che non mi ricordo più di chi è, ma chiunque sia è un grande






















per achille, il bradipo















per l'amicae. e il chimico, a ricordare che la mancanza di scaffali non è il peggio:
per la fedelaureata, con i complimenti, gli hip hip e tutta questa specie di cose, una canoa di fiori














questa a tutti, per un sorriso:














questa invece è per Paolo Paci, che nel suo libro "Evitare le buche più dure", in cui demistifica ampiamente il mestiere di giornalista di viaggi, mi regala un notizina di quelle che piacciono a me: nella penisola del Sinis, in Sardegna, i fenicotteri erano chiamati "sa zente rubìa", il popolo rosa.










e, infine, la mia firma odierna:

venerdì, marzo 30, 2007

GRANDE IDEA


Con i vescovi della Cei e la loro "nota" - che nome innocuo, eh? - si sono incazzati un po' tutti, perfino i parlamentari cattolici e finora barcamenantisi che si sono sentiti giustamente vilipesi, dopo aver fatto tutto il possibile per tenere lontani i Pacs senza venir linciati dai loro stessi elettori. Chè, come tutti sanno, fra i cattolici le situazioni "irregolari" sono mica poche , a cominciare da Casini come dice qui .
Ma i vescovi hanno fatto incazzare perfino Fassino, che finalmente ha parlato. Epperò l'idea geniale, l'argomento che forse i vescovi possono capire, è merito della rivista Micromega.
Che ha lanciato due appelli distinti, uno per i laici e uno per i cattolici (entrambi abbondantemente già firmati da fior di personaggi, da don Vitaliano a Umberto Eco), perchè la quota dell'otto per mille sulla dichiarazione dei redditi non vada alla Chiesa cattolica ma "Chiesa Evangelica Valdese che le libertà e i diritti civili degli individui ha sempre rispettato e anzi promosso, e che si è impegnata ad utilizzare i proventi dell’otto per mille esclusivamente in opere di beneficenza e non a scopo di culto o di sostegno per i ministri e le opere della propria confessione religiosa."
Bingo! Io lo facevo già, da sempre, e non ci ho neanche la soddisfa di dire "tiè!", ma l'appello l'ho firmato lo stesso.

giovedì, marzo 29, 2007

NIU' BOX

Come vedete, il titolo è misterioso. perchè mi è venuto il dubbio che Laura sappia leggere: ma sono quasi certa che legga solo lo stampatello maiuscolo. In quel quasi è la mia speranza, perchè Laura sicuramente ascolta, per esempio. E oggi abbiamo fatto incautamente piani - senza far scorrere l'acqua nella vasca nè mettendo in azione un trapano - per andare a prendere il niùniùmec. Chè del niùmecnumerouno abbiamo riportato il cadavere, dissennato da Laura - era rimasto solo il guscio - con facce incredule dei commessi a piangerlo. Ma per fare ciò, e prendere il miùniùmec, ci siamo messi d'accordo con la Fnac. E così, quando siamo arrivati, tutte le casse della Fnac erano in tilt. Le cassiere erano felici quando potevano mandare uno all'Assistenza clienti, chè così sveltivano le chilometriche code. Salvo che all'Assistenza una delle addette era malata, così lì si formava una chilometrica coda. Abbiamo resistito, eroici, fingendo di non aver nulla a che fare con i problemi della Fnac. Abbiamo preso il nostro scatolo, abbiamo perfino superato indenni una prova bancomat e ci siamo illusi ancora una volta. Errore: arrivati a casa, il cancello automatico non si è aperto, nè con il telecomando nè con l'apposita chiavetta. Ci è andata bene che Laura nulla poteva contro il secondo cancello, fortunatamente manuale.
Prima di aprire lo scatolo del niùmec, però, mi munisco di occhialoni e baffi finti: sarà un po' buffo conciato così, il niùmec, ma chissà che a Laura un'aria da intellettuale scapestrato ci piaccia...

UMORISMO ASSOLUTAMENTE RUDIMENTALE

.... ma a volte fa bene


Love Boat
Caricato da mailofday

mercoledì, marzo 28, 2007

DA CONSULTARE...




....prima di ogni acquisto è il sito Zerorelativo , che è partito alla grande con scambi e baratti. Sì, c'è anche il peluche a forma di cuore, per forza, però c'è un cucina completa, uikend aggratis in cambio di lavori in campagna, mille robe tennologiche e stampi per fare le braccia e le gambe delle bambole. Ma sono solo quelli che mi vengono in mente, chè robba ce n'è per così. Compresa la triste storia del "casco della mia ex-ragazza, usato solo due volte". Si possono barattare anche prestazioni professionali - un enologo ha in corso trattative - e c'è l'indicazione del luogo da cui proviene l'offerta, così chi non vuole avere a che fare con le Poste sceglie quelli nei dintorni.

martedì, marzo 27, 2007

SEMPRE SULLA NOTIZIA


be', non voglio fare come il beppegrillo che dice le cose brutte e morta lì: oggi è girata fra i giornalisti una mail che invitava a firmare l'appello per la liberazione di Adjmal Nashkbandi e di Rahmatullah Hanefi, e c'era una lunga lista di nomi. Ci hanno solo messo un po' a organizzarsi... adesso aspettiamo che si svegli il governo.

BRAVI, RAGAZZI


Io, quando vedo le robe che fa Greenpeace mi vengono sempre i brividi, da quella sportivona che sono. e saranno anche esibizionisti, ma almeno sono finalizzati a buone cose. questa è una doppia azione, contro una centrale a carbone in Spagna e contro l'installazione di un nuovo reattore nucleare in Francia. Dieci giorni fa ci sono state in tutta la Francia manifestazioni contro un ulteriore sviluppo del nucleare (chi ne ha saputo qualcosa? eppure pare che abbiano partecipato in parecchi alle manìf), che sta fortemente premendo perchè siano installati questi nuovi reattori EPR, che vengono spacciati come "più sicuri". Trovate tutto qui, compresa la petizione da firmare per sostenere gli antinucleari francesi

NON SI PU0' NON RILANCIARE

Ecco, così ci piacciono i giornalisti, giustamente perfidi. Da Repubblica.it di martedì:



Corteo sulla sicurezza
fa cadere decine di moto


Altro che sicurezza: una decina di moto sono cadute per terra oggi in corso Venezia, a Milano, a causa della cera finita per terra durante la fiaccolata sulla sicurezza che si è svolta ieri sera nonostante l'intervento, fin dalla mattina, dei mezzi di pulizia dell'Amsa.

La cera si è attaccata al manto stradale ed è stata molto difficile da staccare nonostante i mezzi con getto d'acqua abbiano più volte ripassato la strada. Sono dovuti intervenire manualmente gli operatori ecologici e il tratto fra piazzale Oberdan e via Senato è stato più volte chiuso e poi vietato ai motociclisti.

Comunque non sembra che nessuno si sia fatto particolarmente male: diverse pattuglie di vigili urbani hanno comunque diretto manualmente il traffico e quando le due ruote sono state di nuovo autorizzate hanno fatto moderare la velocità a chi le guidava.

LAURA vs. MAC

C'era un tempo una leggenda, secondo la quale in casa nostra aleggiava L'Aura antitecnologica. Secondo il brother, che di compiùteri ne ha visti tanti e un pochino ne capisce, i nostri facevano cose mai concepite da nessun hard disk, i modem impazzivano, i programmi si ribellavano. C'erano anche morie di cellulari e insani trip verso cui partivano gli orologi, tesserini magnetici in cerca del Passaggio a Nordest, congegni di vario tipo impegnati in scioperi a singhiozzo. Ogni volta il brother allargava le braccia: "E' Laura..."
Poi, tutto si calmò e ne deducemmo che Laura era ospitata in Nessie, che concomitantemente aveva preso casa per conto suo. La moria chez Ness continuò, infatti: cellulari morti per l'incauta ingestione di un rimedio omeopatico, portacd sacrificati in riti cruenti o, nel migliore dei casi, macchine fotografiche che fuggivano liete verso un nuovo proprietario.
Ecco, che Laura ami Nessie non si può mettere in dubbio, ma avevamo sottovalutato le sue capacità: da qui non se n'è mai andata. Stava silente, avendo trovato un degno avversario nel Mac: che, bisogna ammettere, faceva cose un po' strane anche lui, ma pensavamo fosse la solita demenza senile che coglie i compiuteri prima degli umani. Ma forse è che il vecchio Mac a palla ci piace, a Laura: perchè lo stesso giorno che ne abbiamo comprato uno nuovo, dall'aspetto molto più ragionieristico, il bancomat ha fatto tutte le consuete operazioni, trascurando però di darci i soldi. "Mai successo", ci hanno detto, e avremmo dovuto capire. Ma noi, zucconi, abbiamo impostato il nuovo Mac e al suo cospetto, Laura si è espressa in tutta la sua malìa: l'ha mandato in tilt in maniera sottile, come uno che soffra di amnesia selettiva. Sospettiamo perfino che si sia abbassata ad allearsi con la ben nota radio clericalportasfiga, di cui l'ignaro KGgB portò a casa un volantino lo stesso giorno. Il volantino fu, la sera stessa, finemente sminuzzato nella rumenta, ma ormai Laura aveva assorbito la sua malefica putenza. Quattro giorni di dure battaglie telefoniche con il Dipartimento Avanzato dell'assistenza Mac non sono bastate a sfiancare Laura, e anche l'Assistenza alla fine ha fatto come il brother, ha telefonicamente allargato le braccia.
Ora spero che mi sostituiscano il Mac dichiarandolo "morto presunto", dato che rifiuta anche di re-installarsi, chè nessuno è riuscito capire non solo cos'ha, ma cosa potrebbe avere.
Io spero che a Laura quello che arriverà ci piaccia di più, e stipuli con lui un patto di non belligeranza: dovrò sacrificarci sopra una gallina o sgozzare un dvd?
Vi farò sapere. Anche se, a quanto pare, non è mai successo a nessuno e a nessuno mai più succederà. A meno che, naturalmente, Laura non decida di emigrare. Riempirò lo studio di cartoline della Silicon Valley, ma non ci spero granchè.

lunedì, marzo 26, 2007

INCAZZATO COME UNA BESTIA


Gino Strada, chi l'ha sentito parlare lo sa, non è proprio un uomo da mezze misure e questa volta credo che gli costi proprio molto esprimersi in maniera, diciamo così, diplomatica. Nell'intervista a Peacereporter
è visibile il suo sforzo per trattenersi: della grandiosa mobilitazione multimediatica a favore di Mastrogiacomo è rimasto solo uno stento rivoletto, ora che si tratta di chiedere la liberazione del liberatore. Nonchè dell'interprete, giornalista anche lui. Ma Rahmatullah Hanefi è il manager dell'ospedale di Emergency e solo grazie a lui, che ha svolto l'unica opera di contatto e mediazione che i talebani avessero accettato, un giornalista è tornato a casa. E sarei pronta a scommettere che Rahmatullah è anche più simpatico di Mastrogiacomo, ma questo non c'entra. il punto è che per l'ennesima volta la stampa prima di tutto dovrebbe vergognarsi: scorrete l'appello che Emergency ha lanciato per la liberazione di Rahmatullah, i giornalisti sono pochi e, per quel che ne
so, abbastanza oscuri. E allora va bene, io sarò una specie di illusa, ma credo che se la mobilitazione per Rahmatullah rimarrà limitata a quei non troppi che finora hanno firmato l'appello di Emergency dovremo vergognarci un po' tutti, un po' come ci si vergognava quando il cavbanana faceva le sue cazzate in giro per il mondo. chè, d'accordo, un po' ne faremmo tutti a meno di essere italiani, ma insomma è un po' difficile farsi una maglietta con la scritta: "io non sono di quelli che gli frega solo se il rapito è italiano."

domenica, marzo 25, 2007

EGGIA'

Cazzeggiando fra gli aforismi - be', in realtà lavoro - trovo una domanda di Virginia Woolf che, comunque la si giri, mi sembra possa entrare a far parte delle Dieci Domande Giuste:
"Perché le donne sono tanto più interessanti per gli uomini, che gli uomini per le donne?"

NON MALE...

sabato, marzo 24, 2007

SIAMO GIA' IN BOLIVIA

Ecco, non ci pensavo di scrivere un altro post sull'acqua, però ho trovato per caso un brano di "Io speriamo che me la cavo" e l'avrei messo perchè fa sorridere e, gesù a parte, ha una sua efficacia:
"Se Gesù non mandasse l'acqua, un guaio. Le piante si arrognerebbero, gli alberi mosci, la terra ha sete, gli animali morissero, io morissi."

Però il servizio di copertina di Diario di questa settimana riguarda esattamente la privatizzazione, già avvenuta in alcune zone del Lazio (come altrove, del resto, genova compresa) con la consueta formula del 51% che rimane pubblico.
Salvo che "il privato", una delle solite spa del settore, ha diritto di veto: il che, tradotto e sintetizzato, significa che si fa quello che vuole lui. E quello che ha voluto, in tre anni di gestione, sono cifre esosissime: 500 euro in tre mesi per una famiglia di 5 persone, 700 euro all'anno per una famiglia di tre, 1600 un'altra famiglia. I rincari sono arrivati a oltre il 300%, con l'aggravante che se il consumo d'acqua dei cittadini non è sufficiente a garantire un introito adeguato alla società privata, i Comuni devono metterci la differenza. E questo significa che se i cittadini sono saggi e risparmiano acqua, attraverso le tasse comunali - che da lì arrivano i soldi dei Comuni - pagano ciò che non hanno consumato.
La gente, per ora, in gran parte non sta pagando: attraverso un Comitato (fondato in loco da un tipo di Attac e molto frequentato) versa una cifra di "acconto" al Comune per il consumo dell'acqua, basandosi sulle vecchie tariffe non privatizzate. La società minaccia di togliere l'acqua a chi fa questo, ma in realtà se possa farlo o no è questione ancora controversa dal punto di vista legale, perchè l'acqua è una necessità primaria. Nel frattempo si scoprono illeciti fiscali, gestioni senza contratti nè avvisi agli utenti, un consiglio di amministrazione strapagato (indovinate chi c'è dentro, in fatto di partiti? esatto: la compagine dello scorso governo quasi al completo).
Insomma, non è che la privatizzazione dell'acqua vada avanti senza incontrare ostacoli, ma ciò non toglie che sia una sporca storia, destinata a diventare ancora più sporca quando si aggiungono illegalità di vario tipo, il che in italia non è precisamente eccezionale.
Ma questa storia dura da 3 anni e anche ora la sapranno solo i lettori di Diario. Peccato, perchè è un ottimo esempio di quello che può succedere anche qui, senza scomodare la Bolivia.
Firmate la legge popolare perchè l'acqua torni pubblica, neh?

venerdì, marzo 23, 2007

FACCIAMO A TURNO

Siccome il compìutero dell'amicae. è tornato, adesso è andato via il mio.
boys e girls dell'assistenza mac, nonchè il santo brother, ci sono impazziti su chè si connette solo a quello che vuole lui e non si capisce perchè. a blogger, comunque, no.
perciò ora scrivo dal mac del KGgB, che in teoria dovrebbe avere gli stessi disturbi del mio, essendo che si connette attraverso di lui, ma invece no. però qui si bloggera solo da safari, che non mi fa fare i colorini o le lettere più grandi, e neanche ci mette le figu. Insomma, non mi fa fare niente.
però dicono che se ho preso un virus sul mac - e l'ho portato, per di più, sul mac nuovo - finisco su tutte le riviste internazionali di informatica. è la volta che divento famosa, ma preferirei di no, neh?

giovedì, marzo 22, 2007

FOLLIA AL LAVORO



Chè stavo scrivendo la mia rubrica quindicinale per mentelocale.it e questa volta era sul riutilizzo - c'è una mostra alla Loggia, ma non ci sono ancora andata - e mi è venuta in mente questa matta qui, che avevo scovato una volta e che fa cose abbastanza folli. non tutte mi piacciono - la serie shit la trovo inutilmente provocatoria, p.es. - ma mi piace moltissimo il suo modo di mischiare l'utile con l'inutile, come nelle sciarpe coi piedi. Le altre due cose nelle foto sono magneti da frigo,
perciò sono arrivata a casa, ho recuperato un collant delle feste, l'ho opportunamente tagliato e ora le mie piante hanno una bella veste sberluscica. Sì, lo so, non sono cose fondamentali per l'umanità e forse neanche per il bilancio: ma mi diverto anche così, che volete farci?
e la demenzialità del sushi-spugna o della colazione di farfalle mi ispira moltissimo. Chè io ho sempre riutilizzato, per esubero di fantasia e carenza di organizzazione mentale - le maniglie dei pensili fatte coi bottoni, in un paio di case fa, erano nate dall'esserci dimenticati di comprarle insieme ai pensili stessi - e detesto lo spreco, di qualunque cosa. Così ho riutilizzato le carte veline della tintoria e dei pacchetti regalo, i flaconi dei detersivi, le maniche dei maglioni, oppure i vestiti e borse per farne cuscini e le lenzuola per farne strofinacci e costumi di carnevale. la mia ultima pensata sono i collant fantasia (smagliati ma conservati, diventerò maniacale, lo so) che diventano portavasi. E' un'idea un po' copiata, in verità: li ho visti al centro di giardinaggio, tubi di maglina elastica in cui infilare i vasi della piante d'appartamento: la misura più piccola costava 7 euro!

NIU MEC



eccolo, fa ciao con la manina anche se voi non potete vederlo. e sìssì, è qua, e lo sto usando grazie al brother che ci ha lavorato le sue due buone orette. niente ha potuto, neanche il brother, contro il malvagio router telecom, ma ne verremo a capo. spero, chè senno mi tocca comprare l'ufo airport, che però nel caso ci sentirei la musica anche da una stanza all'altra. adesso ci ho incorporate: la webcam - un po' uno spreco, per me che non amo le foto di me, figuriamoci se mi webcammo... ma non si sa mai; il programma per fare i fumetti - be', sì, se non torna linus me li faccio da me, ecco - e tutta una roba diyzqoq cosine inutili come il fuso orario del vermont più altre che non ho ancora visto ma, soprattutto, il mitico open office. che finalmente mi dice quanto ho scritto, con l'apposita funzione. chè in questo, e in poco altro, il buon mac è un po' carente. e finalmente il brother, dopo anni di (quasi) silenziosa disapprovazione dei programmi di scrittura che usavo, praticamente me l'ha fatto trovare di default, installandolo mentre parlavo con l'amicatriz. e bene ha fatto.

martedì, marzo 20, 2007

RIVOGLIAMO LINUS


Ho trovato Eritreo Cazzulati, il pensionato dei fumetti. Colui che va a fare gli auguri di natale ai condomini, ottenendo un bel vaffanculo dal pusher che ha buttato la roba nel cesso al suono imprevisto del campanello. insieme a un sacco di altri fumetti, sembra sparito dalla circolazione, in italia le strip continuano a essere poche e neglette. ma cazzulati l'ho trovato qui, nel sito di un museo che è anche reale, vicino a Bibbiena. Sul sito si può vedere qualche esempio per ogni autore, e sono tantissimi. Il che non ci conforta, dato che non troveremo mai le loro storie pubblicate: e la vecchia raccolta di Linus sta andando in disfacimento, ormai.

E QUINDI...


... mi sento anche in dovere di avvisare la fedecheride, che dopotutto ha davanti a sè ancora 1o lunghe serate prima della laurea, che la papera starnazza pure. però il riccio del gabbiano è più tenero, chè alle papere di farsi su a palla non gli riesce mica bene.
E sì, avrei anche cose più serie da dire, come questa "critica alla decrescita" che ho trovato qui e che dice che alla crescita folle bisognerebbe invece contrapporre la crescita del patrimonio comune. E' un concetto interessante, e forse non merita di venire citato insieme alla papera e al riccio. Ma è tardi, la mia giornata ha visto un po' di lavoro, un tè di biscotti e progetti con quasi mezza comune-ty, un progetto di lavoro per me che mi piace, nonchè la riuscita delle mie scorze d'arancia (bio, of course) candite che diventeranno un top dell'autoproduzione. ecco, non è che voglia spacciarla per una giornata sfiancante, ma appunto è ancora una Giornata Così. poi torno, neh?

MA IL COMPIUTERO ?

Stasera è un po' così, che ci sono i post ad personam. E questo è per l'amicae., che se le hanno ridato il compiutero deve ripigliarsi tra una storia di collocamento e l'altra: l'ho scelto perchè a me e all'amicae. ci piace l'ingegno, neh?


Mamma perfetta
Caricato da PGei

BENVENUTO !


Arriva Proteus nella comune-ty, lo trovate qui:
www.ebenezersinferru.blog.kataweb.it

Appena ho un attimo lo linko, ma intanto scelgo per salutarlo questo raffinatissimo kitsch, sicura che gli piacerà un sacco.

lunedì, marzo 19, 2007

GIORNATE 3


Ci sono momenti che sono un po' così, che tutto è quieto e nuovo, senza che ci sia contraddizione. momenti che finalmente capisci che non sempre è essenziale sbattersi e preoccuparsi e pensare e stare attenti, momenti che puoi prendere un pensiero bello o interessante e tenerlo lì, che fra tre giorni o fra tre mesi darà i suoi frutti. Momenti che i pensieri troppo grandi è giusto che stian lì ad aspettare, prima o poi qualcosa succederà, e ti concentri sul piccolo. Giorni che fai le cose da streghetta mentre l'uomo barbuto sua sponte decide che è ora di pulire i cencinquanta macinini da caffè & affini, giorni che il KGgB a un certo punto sbotta "ma cos'avete, oggi, voi due?", chè ci sente ridere e beccarci da quando si è svegliata. Giorni che torna il freddo, sere che mentre sono qui e scrivo sento di nuovo il rumore della mareggiata. Giorni che smetti di chiederti i perchè e sei solo contento dentro, giorni che non c'è tanto da raccontare chè ci cammini dentro piano piano, un po' sospeso, e senti che dall'altra parte ci puoi arrivare.

venerdì, marzo 16, 2007

PAPERA DEPERITA

Ma ci date da mangiare alla mia paperasiocca? chè bisogna cliccare su "more" per darle una succulenta fetta di pane tostato o un oggetto non meglio identificato (cosa mangiano le papere?). Insistete un po': essendo siocca continua ad andare in giro di qua e di là senza afferrare il cibo, ma prima o poi ci arriva. e mi si ingrassa.

STANNO LAVORANDO PER NOI


Proviamo a pagare la spesa con carta di credito, niente da fare. pazienza, c'è il bancomat. a tarda notte, vedo un sms sul cellulare: la carta risulta bloccata. L'uomo barbuto si sveglia, trova il mio messaggio - non sul cellulare, ma su un bigliettino in bagno, buon risveglio amore mio chè i casini escon fuori di notte come vampiri - e chiama la banca. Gli dicono che hanno provato a clonarla, l'uomo barbuto si ansia - e chi, no? Ma come possono aver "provato a clonarla" se non l'abbiamo più usata? E poi, abbiamo aderito all'opzione di sicurezza con cui ogni volta che paghiamo con la carta mi arriva un sms che dice: la tua carta ha pagato tot. E tutte le volte, tre minuti dopo aver pagato, io dico:" Oh to', un messaggio, chi sarà?". Ma sono disposta a sentirmi alzy ogni volta, in cambio di una sicurezza in più. E dunque?
Due ore dopo, risolto il mistero: alla carta sembrava sospetto il pagamento del melo e del biricoccolo, perchè fuori piazza. "Sa, è tutto automatizzato: se sembra sospetto, si blocca la carta". E allora, i sms cosa ci stanno a fare, se tanto decidono loro? E se io prenoto un hotel a Vilnius, pagando da qua, e quando arrivo a Vilnius scopro che non posso più pagare nient'altro? "Eh... sa, è tutto automatico. Hanno visto questo pagamento sospetto in meridione..." Il vivaio da cui abbiamo comprato le piante è a Peschiera Borromeo, a due passi da Linate: tutto automatico, meno la geografia.

PROFONDE RIFLESSIONI

A volte la vita


può andare così. Ma altre volte, magari subito dopo...



giovedì, marzo 15, 2007

INCONSCIO ATAVICO



Lo dico subito, a scanso di fraintendimenti: penso che, soprattutto oggi, i vegetariani abbiano molte ragioni per essere vegetariani. Tra quello che mangiano gli animali d'allevamento, le condizioni in cui vivono, la scarsità di risorse mondiali rispetto alla sovrappopolazione e l'inquinamento provocato dagli allevamenti, di ragioni per non mangiare carne ce n'è per così.
Però leggere che la contrapposizione carne-vegetali risale almeno all'impero romano, dà un curioso senso di dejà-vu. Greci e romani, infatti, esaltavano per ovvie ragione climatiche il consumo di vegetali, conditi con olio e accompagnati dal vino, e li contrapponevano alla "mancanza di civiltà" dei barbari. Che, vivendo in luoghi e modi dove la selvaggina era abbondante e le viti ben scarse, si nutrivano di carne e bevevano una densa cervogia.
Un pochino più in là nel tempo, fu il cristianesimo a far assurgere la dieta mediterranea - insita nell'area geografica e nell'accoglimento di valori romani - a modello di virtù, facendone addirittura uno dei cardini della dottrina: il pane e il vino, ma anche l'olio, sono centrali nella religione cristiana. E la "virtù" spirituale di questo tipo di dieta si affermò man mano che il cristianesimo si espandeva. E più si espandeva, più i monaci disboscavano terre per destinarle alla coltivazione dei cereali.
Man mano, terre incolte e foreste sparivano, e con esse l' "accesso libero" alla carne che aveva caratterizzato i secoli precedenti, in cui selvaggina e pesce erano di chi era capace di catturarli, senza distinzioni di ceto. La carne diventò quindi uno status-symbol, e a lungo i due modelli alimentari convissero: mischiandosi, ma rimanendo grosso modo caratteristici delle due aree geografiche di origine, il sud per i vegetali, il nord per la carne. Tutto ciò viene raccontato molto meglio di così ne "La fame e l'abbondanza" di Massimo Montanari.

Ed è facile pensare, anche se Montanari non lo dice, che quando fu il Nord del mondo ad affermare il proprio stile di vita, la carne già assurta a status-symbol l'ebbe facilmente vinta sulla relativa povertà di polente e zuppette: però ancora oggi il consumo di verdure è "virtuoso".
E allora a me, che mi diletto in questi pensieri inutili, piace pensare che quando un vegetariano è aggressivo con chi mangia carne, o un carnivoro dimostra quel tipo di incredulo disprezzo verso chi non ne mangia, a parlare non siano tanto le buone o cattive ragione ammantate di scientificità e di ragionevolezza, ma le robe ataviche che ci portiamo dentro. E credo che nella mia personale utopia ci stia che alla gente venga insegnato a riconoscerle un po', queste robe qui ataviche, e a capire che sono loro, spesso, a darci un senso di superiorità nei confronti del diverso-da-noi: chè capire da dove arriva qualcosa non sempre risolve, ma aiuta.

mercoledì, marzo 14, 2007

EHI!

Per fare compagnia a Rivoluzione Proletaria della Nessie, che ha provato a parlare con La Papera Siocca ma ha avuto qualche difficoltà a farle comprendere il concetto di plusvalore, ecco qui:


(n.b.: declino ogni responsabilità sul nick del caricante)

martedì, marzo 13, 2007

ANCH'IO, ANCH'IO


Chè un giorno di questi ho incontrato una quasi amica che non vedevo da tanto e alla classica domanda "cosa fai?" ho riposto "be', mi sono presa un periodo sabbatico per impostare i prossimi dieci anni della mia vita." e intanto che l'ho detto, ho pensato: " ah, ecco, cosa sto facendo". anche se me mi sembra di non fare niente e di perdermi in mille robe inutili, e una parte di vero c'è anche in questo, ma solo una parte che il resto è una crisi di crescita. che può fare anche un po' ridere, detto da me, e può confortare o sconfortare. Perchè le crisi di crescita non finiscono mai, a meno che uno non si abbandoni al binomio pantofoletv - chè già parto svantaggiata, non usando nè le une nè l'altra - e possono far male oppure no ma facili non sono mai. E, sarà la primavera, ma mi sembra che All'Improvviso la crisi di crescita sia scoppiata in tutta la comune-ty: e, se non disturba uno sguardo distaccato, devo dire che la cosa è un po' buffa e molto carina. Perchè, come già succede sugli argomenti o sui modi di vedere le stesse cose, questa comune-ty riesce davvero a essere un microcosmo piuttosto esauriente quanto a età, modi, problemi, soluzioni. C'è chi è un po' più avanti e chi ancora all'inizio, chi affronta le cose in maniera pragmatica e razionale e chi si abbandona alle tempeste, chi urla aiuto e chi fa propositi tosti, chi fa le inchieste e chi fa caos. E, come ho scritto nel commento all'amicae., credo che senza accorgecene questo "vivere collettivo" , sia pur parziale e anche questo in modi e quantità diversi, in qualche modo e in questo caso finisca per essere a sua volta un fattore di crescita e, al tempo stesso, di difficoltà. Perchè ognuno di noi, pur preso nei casinitentatividepressioniproblemi, si preoccupa anche un po' per gli altri e partecipa delle lorosceltedifficoltàproblemi e ciò, a volte, rischia di incasinare un pochino di più il tutto individuale. Io mi sono posta il problema, sulla nessie in particolare con cui ci sono altre complicanze di ruolo, se un po' più di distacco non sarebbe benefico, e mi sono accorta che però è un problema che non riguarda solo me (la mia parte, ok, è specifica, ma si intreccia anche quella con il resto), e che d'altronde, la quota di partecipazione alle vicende di nessie non è tanto diversa, se non nei modi, di quella che c'è fra gli altri e per gli altri. E una delle correnti sotterranee di questa crisi di crescenza, che penso possa valere un po' per tutti in misura diversa, sia il timore che le nostre/altrui scelte di vita (che appaiono irrevocabili anche se in verità, fidatevi, non lo sono mai) possano allontanarci dagli altri o cambiare in modo imprevedibile quello che a noi piace così. e questa, credo, è una tensione che si aggiunge alle altre.
E allora credo che poi in ogni caso ognuno la sua crisi se la gestisce da sè e che anche se tutta la comune-ty sembra che sia lì lì per affrontare la canna del gas, e magari c'è del casino su chi ci arriva prima, ciò sia molto bello. Perchè mettere in comune(-ty) i propri casinidubbidepressioni è già provare a vivere in modo diverso, e perchè l'affetto che si respira e si tocca in alcuni commenti è prezioso. E a me, che posto solo i riflessi delle riflessioni perchè spesso mi sembra che i miei problemi debbano parere avulsi a chi vive tappe diverse della vita (e poi non è così vero, chè la vita l'universo e tuttoquanto sempre gli stessi sono) e che mi pongo problemi di ruoli e di modi e di ingerenze, mi viene da dire che pur la peggio crisi individuale sa di poter contare sull'aiuto e sull'affetto degli altri, come è già successo a tutti e come succederà ancora, pur nelle modificazioni che il tempo e le scelte porteranno. non per essere stupidamente ottimista, che la vita sa essere cattiva a volte, ma perchè mi sembra che questo sia un dato da non sottovalutare.

L'UOMO E' CACCIATORE?

Come a volte accade, i proverbi più stupidi contengono più verità di quanto siamo portati a concedergliene (e il giorno che verremo a capo di quelli che l'amicae. ha messo sul calendario sarà un trionfo per la scienza, ma ciò non c'entra). Ho infatti finito la lettura del già citato "Perchè il sesso è divertente" di J.Diamond che, fra altre cose tutte interessanti, smitizza la "convenienza sociale" della divisione dei ruoli tradizionale, l'uomo che caccia e la donna che bada ai figli e alla magione. Basandosi su studi e ricerche accurate presso popolazioni di cacciatori-raccoglitori, Diamond dimostra che il cibo che l'uomo cacciatore procura non ha una grande rilevanza ai fini della nutrizione: semplificando molto tutto ciò che lui racconta, inseguire per giorni una grande preda, la cui carne viene spartita in gran parte sul posto con chiunque passi di lì, non è un gran contributo nè per la famiglia nè per la tribù. Un'uguale quantità di tempo potrebbe essere impiegata nella raccolta di cibo meno aleatorio - lo stesso che invece raccolgono e preparano le donne - massimizzando la resa. Diamond spazza via, con dimostrazioni, anche le obiezioni che il cibo procurato dai cacciatori sia più "nobile" dal punto di vista nutrizionale di quello a cui provvedono le donne, e che la caccia rafforzi legami sociali importanti. Al contrario, dimostra che l'attività della caccia è sostanzialmente legata a fini esibizionistici della virilità e che l'uomo cacciatore baratta la propria e altrui sicurezza alimentare con la speranza fondata di aumentare i propri geni in circolazione, dato che il suo fascino di guerriero si traduce in maggior facilità di movimento e di conquista. Ergo, quando si dice che l'uomo è cacciatore, accumunando donne e prede... be', ecco, le prede sono solo un pretesto.
Ma è difficile raccontare le cose come le racconta Diamond, che tra le altre cose è un premio Pulitzer ( e chi sono io per riassumerlo? ) per la saggistica, nonchè multiscienziato. Perchè lui riesce a farsi strada fra le teorie e le dimostrazioni, molte delle quali fanno strage dei luoghi comuni accettati, senza mai esprimere un giudizio di merito. Il che è difficile anche per gli scienziati, specialmente se l'oggetto delle ricerche sono le usanze umane. E quindi può arrivare, dopo essere passato per argomenti quali i possibili perchè della disponibilità sessuale
delle donne slegata dall'ovulazione e della menopausa femminile come fenomeno pressochè unico tra i mammiferi, al capitolo conclusivo in cui analizza le dimensioni del pene umano. Che sono straordinarie, rispetto a quelle di altri mammiferi: nell'orango, ad esempio, la lunghezza del pene eretto non raggiunge i 4 cm. E, immagino per prevenire risatine soddisfatte maschili, Diamond aggiunge subito che ciò gli dà la possibilità di fare tutto ciò che fanno gli umani, ma in più stando appesi agli alberi. Come si è evoluto, quindi, questo carattere anomalo? Dopo aver smontato argomentazioni più semplici, Diamond giunge alla conclusione che le dimensioni del pene maschile si sono evolute come "ornamentazione sessuale", esattamente come la coda del pavone. Gli studiosi di queste cose affermano che l'ornamentazione sessuale, presente in molte specie, ha un doppio scopo: attrarre le femmine e stabilire una dominanza fra maschi. Diamond ci dice che è ancora tutto da scoprire quale dei due motivi sia stato fondamentale nello sviluppo del pene umano, ma butta lì che le donne non sembrano particolarmente attratte dalle visioni di peni maschili, mentre ancora oggi sono gli stessi uomini a esserne curiosamente ossessionati: "quando più uomini si trovano a fare la doccia insieme, non mancano mai di fare confronti fra i rispettivi attributi". Insomma, pur ricordandosi che non ci sono ancora prove, i lettori, e soprattutto le lettrici, sono autorizzati a trarre da sè le conclusioni. E sembra proprio che quando d'ora in poi vorremo parlare di autoreferenza maschile, potremo farlo con maggior cognizione di causa.

lunedì, marzo 12, 2007

QUANDO L'INFORMAZIONE INFORMA

forse non dirò nulla di nuovo ai comunardy, che immagino conoscano già il sito, ma peacereporter merita che se ne parli almeno un pochino. i suoi molti articoli sono ottimi esempi di come si fa, si può ancora fare, informazione: prendendo spunto da notizie anche minime - spesso anche divertenti o curiose, come questa che racconta i riti di stregoneria nel calcio africano - narrate con estrema correttezza e sempre corredate da interviste, il sito riesce davvero a informarci sulle realtà diverse dalla nostra. O anche sugli aspetti dimenticati della nostra: lo sfruttamento coloniale degli immigrati al sud era stato denunciato da loro e da MSF prima che ne occupasse l'epresso, ad esempio. Senzatetto giapponesi e ambasciatori israeliani sadomaso "fanno notizia" allo stesso modo, accanto all'attenzione per i conflitti e ancor più per i segnali di pace, dandoci qualche chiave per capire meglio cosa succede nel mondo. Il che non guasta, ed è esattemente lo scopo che dovrebbe avere l'informazione, che in genere invece si limita a frastornarci e a far leva sulle emozioni piuttosto che stimolare la nostra capacità di ragionamento.
E poi ci sono le ricette, i libri, i film, le mostre... insomma, secondo me val la pena assai di metterlo tra i preferiti

UN OTTIMO SISTEMA DI GOVERNO


Presso alcune popolazioni della Sierra Leone, ci dice "Non è giusto mangiare tua zia" di Stephen Arnott, il re appena eletto veniva picchiato con bastoni nel giorno della sua incoronazione. Questo rituale prevedeva, evidentemente, vari gradi di violenza: tanto che uomini invisi alla comunità venivano eletti re in modo da poterli uccidere durante la bastonatura d'obbligo. In una regione del Congo, invece, la prassi era più netta: il nuovo re veniva ucciso nella notte successiva l'incoronazione. In questo modo, il trono era sempre vacante.
Deprecabile che queste usanze siano sparite con l'avanzare della civiltà occidentale, che dispone di ruoli altrettanto adatti ad essere gestiti in questo modo: per fare due soli esempi, il ministero dell'Interno, o il papato. pur senza arrivare ad eccessi tipici delle popolazioni non civilizzate come noi, basterebbe introdurre qualche deterrente che li renda perennemente vacanti.

sabato, marzo 10, 2007

TI MANGIO VIVO


In questoottomarzo che le donne della comune-ty hanno festeggiato del tutto a modo loro, con risvolti seri o bizzarri o entrambi, ci sta anche questa notizia che leggo proprio il giorno giusto.
Tratta di quel noto fenomeno secondo cui le femmine della mantide, ma anche di più specie di ragni, si sgranocchiano il maschio proprio sul più bello.
Jared Diamond, studioso serissimo che ha scritto un libro molto bello che si chiama "Armi acciao e malattie" in cui analizza le ragioni che hanno portato alla supremazia della "civilità occidentale", ha scritto anche uno smilzo libretto intitolato "Perchè il sesso è divertente". Non l'ho ancora finito, ma 'tanto vi racconto questa delle ragne cannibale, così come la spiega lui.
Il presupposto sono le leggi evolutive e gli imperativi della specie, secondo cui ogni maschio di ogni specie "ha interesse" a perpetuare i propri geni e molte specie (compresa quella umana) hanno escogitato sistemi ingegnosi per dare la certezza a un maschio che i geni saranno proprio i suoi e non quelli di un rivale.
Però i ragni sono animali asociali, ai limiti dell'autismo: e p
are dunque che per un ragno maschio sia estremamente difficile incontrare una femmina nel corso della sua vita. Perciò se per caso il ragno nel suo vagabondare incontra una femmina che oltretutto ci sta, non gli par vero di poter tramandare i suoi geni, chè la sopravvivenza della specie urla forte dentro di lui.
Non sappiamo se sa di andare incontro alla morte, ma nella postura dell'atto, una volta sicuro che la fecondazione stia avvenendo, è lui a porgere il capo alla boia con tutta la grazia di un nobile francese. Così facendo, è sicuro che lei non si distrarrà e non lo pianterà lì a metà, il che renderebbe inutile l'incontro. Entrambi, poi, sanno che la femmina potrebbe avere serie difficoltà a procurarsi proteine sufficienti a far nascere i piccoli, sempre per questo fatto che i ragni fanno tutto da soli e grama sa essere la vita. Ecco quindi che il maschio gliele fornisce direttamente, in modo da essere sicuro che i suoi geni avranno una possibilità più concreta di sopravvivenza. Se rimanesse vivo, infatti, non sarebbe affatto certo di incontrare un'altra femmina, quindi ai fini della specie conviene di più puntare su quell'unico Incontro Magico, facendo confluire su quello la maggior quantità di risorse possibile.

Ecco perciò che un tanto vituperato comportamento femminile - chè, si sa, sono insetti ma insomma nell'immaginario la mantide che si mangia il maschio non è poco antropoformizzata - è in realtà funzionale alla sopravvivenza dei geni della specie. E alla femmina tocca il ruolo della stronza. E lungi da me trarre conclusioni umane da questa notizia, ma questo Supremo Sacrificio del maschio, che va in realtà tutto a favore del suo egocentrismo, non apre ragionamenti curiosi?

giovedì, marzo 08, 2007

E BUON OTTOMARZO DAVVERO, INVECE


Arriva oggi, con la posta, il bollettino di Medici Senza Frontiere e dentro c'è, senza tanti commenti, un dato agghiacciante: in Africa 1 donna su 14 muore di parto.
Tradotto, vuol dire che ogni donna che stia per mettere al mondo un figlio deve contemplare come possibilità molto concreta quella di morire subito dopo averlo visto. La morte per parto in queste percentuali è dovuta, com'era anche da noi fino all'800, a motivi diversi di debolezza costituzionale (sottonutrizione) o livelli molto bassi di immunità (Aids, p.es.), ma ciò che si intende soprattutto come "morte per parto" è la setticemia, cioè un'infezione che si diffonde.
E, neanch'io lo sapevo prima di iniziare un libro che non sono riuscita a finire, la morte per parto è orribilmente dolorosa, lenta e umiliante. Si evita, come ormai si evita da noi, con le banali norme igieniche, e/o con gli antibiotici: nel "nostro mondo" le morti per parto diminuirono drasticamente quando si scoprì che
bastava che i medici si lavassero le mani con acqua e sapone prima di aiutare una donna a partorire. A scoprirlo fu un medico e quando lo disse fu osteggiato ovviamente da tutti i colleghi: il libro che non ho letto è la sua storia, morì con la consapevolezza di avere provocato la morte di un buon numero di donne prima di avere questa intuizione geniale.
Però anche solo per lavarsi le mani bisogna avere acqua e sapone, e sapere di doverlo fare. In Africa, oggi, spesso mancano tutte e tre i dati di base: mancano, come dice la Sonia Savioli, anche perchè noi possiamo avere, quando siamo incinte - come è facile vedere cercando un'immagine di gravidanza sul gugol - massaggi, integratori, accessori specifici, una mare di consulenze, di visite, di ecografie, di supporti. Che spesso ci lasciano più spiazzate di pria, ma tant'è sono lì.
Allora, Medici Senza Frontiere chiede un contributo anche contro queste assurde e atroci morti: e la notizia che può riguardare anche i comunardy in lotta col bilancio è che, p. es. si possono devolvere i punti coop.
Ma si può anche fare uno sforzo: MSF chiede 2 euro la settimana - 8 al mese, manco una pizza - che siano fissi, e loro sappiano di poterci contare, con domiciliazione bancaria Non dovreste neppure pagare la commissione sull'operazione, come troverete scritto nel link.
MSF, che in teoria si dichiara apolitica, ha in corso una petizione per fermare la causa di Novartis al governo indiano e una raccolta firme perchè l'informazione si occupi di più e meglio dei problemi del mondo.
Inoltre, e val la pena di far notare che è questa è una grandiosa Cosa di Sinistra, ha realizzato il primo farmaco no-profit e open-source: un trattamento antimalaria che dovrebbe costare un dollaro a persona, mezzo dollaro a bambino. E fotte di brutto le multinazionali. Val la pena di sostenerli, no?

E BUON OTTO MARZO!


con le Punitive Shoes. Repubblica.it ne pubblica una galleria - e fanno una più senso dell'altra - proprio oggi, sottolinenando che ne vanno pazze le Drag Queen , "ma non solo". Noi ci sembra di averla già sentita questa, dalle parti della Cina un bel po' di tempo fa. E adesso aspettiamo con ansia che la moda riscopra gli anelli per allungare il collo, i piattelli infilati nel labbro inferiore e via via tutta una serie di simpatiche usanze. così eccitanti e trasgressive, no? da brivido, anzi.

mercoledì, marzo 07, 2007

ZACCARIA?

Spero che il mio agente, che non cito per privacy, non se la prenda se massacro un suo pezzo molto bello uscito un po' di tempo fa sulle pagine locali di Repubblica: ne estrapolo infatti lo "stupidario da libreria" perchè anche la comune-ty possa avere un assaggio di queste perle di umana gnuranza. Eccole qui, quelle che mi sono piaciute di più:
Cliente: “Avete qualcosa sui Monty Python?” Commesso: “Deve chiedere al piano di sotto, settore guide turistiche, reparto alpinismo”.
“Dove posso trovare Il fu Matia Bazar di Luigi Pirandello?”;
“Avete Il ritratto di Doris Day di Oscar Wilde?”, con variante gastronomica: “Il risotto di Dorian Gray?” e cinematografica “Il ritratto di Dorian Gray di Orson Welles?”;
“Mi dà Le pistole di Cicerone per favore?”;
“Avete Così parlò Zaccaria di Friedrich Nietzsche?”;
“Vorrei il Manifesto del Partito Comunista” “Eccolo”, “Ma è un libro, io volevo un poster”;
“C’è Il rosso e il nero di un certo Stendbai?”
“Cerco Le palle di Malaparte”;
“Avete una cartina di Biella che devo andare alla fiera del martello pneumatico?”; studentessa: “Avete il Fedro di Platone?”, commesso: “Ti serve il testo greco?”, studentessa: “No, no, basta quello a fronte”;
“Vorrei la luna e i falò di Cesare Prandelli”;
“Siccome non lo avrete, potete farmi arrivare Centomila cubetti di ghiaccio di Giulio Bedeschi?”;
“Ho bisogno di un testo specifico sulla caccia al cinghiale”;
“Cerco un vecchio libro della Fallaci, Cincillà”; “Mi dà Alla ricerca del tempo perduto di Alain Prost?”;
Ultima, grandioso segno dei tempi: “C’è Sequestro un uomo di Primo Levi?”;

UNA RISPOSTA PER I BOICOTTATORI


Da Repubblica.it una notizia che risolve i dubbi esistenziali dei boicottatori boicottati, eccola:
"Insolita iniziativa di Emir Kusturica. Il celebre regista serbo lancerà una produzione di succhi di frutta biologici ispirati a celebri "rivoluzionari". Si chiameranno "Che Guevara", "Fidel Castro", "Josip Tito". (...) Drvengrad, la città fatta costruire dallo stesso Kusturica nel 2004 per il film "La vita è un miracolo", sarà il centro di produzione dei succhi di frutta." In verità pare che ci sarà anche un "Saddam Hussein" - si spera non di fragola - ma quello ce lo risparmiamo, neh? Ora bisogna solo convincere Stavros a importarli.

martedì, marzo 06, 2007

ABBIAMO TROPPE IDEE

e secondo me dovrebbero pagarci solo per questo, così potremmo metterle in atto e migliorare l'umanità. chè, insomma, a causa delle Difficoltà Della Vita, il cineforum al lunedì è subito saltato. Per vederci ci siamo visti, abbiamo mangiato e passato una bella serata, ma film niente, chè ormai era tardi. Così faremo un cineforum più ristretto uno di questo giorni, ma ci sono due opzioni per spostare quello vero al giovedì sera: so che a ness non piacerà molto, ma tendenzialmente appoggerei le mozioni, chè gli occhi stanchi dell'amicae. e del KGgb sono troppo commoventi perchè loro se li portino dietro tutta settimana.
Si vedrà.
Per l'intanto, dopo l'appello al chimico, uno al cinefilo. Che ho trovato su Jacopo Fo una lista di film da ridere e qualcuno mi ispira: se ce li ha, sarebbe carino a portarli o prestarli. se invece fanno schifo, altrettanto a dirmelo, così li casso.
Ecco:

AMORE ALL'ULTIMO MORSO
Regia di John Landis
Con: Anne Parillaud, Robert Loggia, Anthony La Paglia
Sesso e vampiri. Sembra il solito film ma John Landis rigira tutta la frittata. Geniale e romantico. Lei è di una bellezza imbarazzante.
BELLA, BIONDA E DICE SEMPRE DI SÌ
Regia di Jerry Rees
Con: Kim Basinger, Alec Baldwin, Robert Loggia
Mentre lui sta per risposarla per la quarta volta un amico gli chiede: «Perché risposi sempre lei?» Lui: «Mi aderisce». Quando lei si scoccia di vivere nell'alta società con lui e vuole andarsene, lui dice: «Cara, questa è l'alta società. Non ne esiste una più alta.»
COMMA 22
Regia di Mike Nichols
Con: Alan Arkin, Martin Balsam, Art Garfunkel
«Può essere escluso dalle missioni solo chi è pazzo. Ma chi chiede di essere escluso dalle missioni non è pazzo». Mitico, insieme a M.A.S.H. la presa per il culo dei miti guerrieri. Da trasmettere 24 ore su 24 quando si ricomincia a parlare di guerra.
E IO MI GIOCO LA BAMIBINA
Regia di Walter Bernstein
Con: Walter Matthau, Julie Andrews, Tony Curtis
Esilarante. Matthau, cattivissimo allibratore, si ritrova a dover badare a una bambina lasciata in pegno. Sotto ha un cuore d'oro. Julie Andrews è dolcissima.
ERASMO IL LENTIGGINOSO
Regia di Henry Koster
Con: James Stewart, Bill Mumy, Fabian e con la partecipazione straordinaria di Brigitte Bardot
Film morbidissimo sull'adolescenza e la matematica. Il ragazzino prodigio si innamora di B.B. Riuscirà a conoscerla calcolando chi vincerà le corse dei cavalli?
EROE PER CASO
Regia di Stephen Frears
Con: Dustin Hoffman, Geena Davis, Andy Garcia
Dustin Hoffman salva la Davis da un disastro aereo. Garcia si prende il merito e il suo cuore. Il vero eroe avrà ciò che gli spetta.
L'AEREO PIÙ PAZZO DEL MONDO
Regia di Jim Abrahams, David e Jerry Zucker
Con: Leslie Nielsen, Lloyd Bridges, Robert Hays
Una parodia da deliro dei film catastrofici. La hostess ha un rapporto orale con il pilota automatico. I passeggeri dell'aereo fanno la fila per schiaffeggiare una donna che ha una crisi isterica. L'aereo sta precipitando, le insegne luminose invitano alla calma: «NO PANIK! NO PANIK!» Poi anche la situazione precipita e le insegne luminose si rassegnano: «OK, PANIK!» Scoppia il panico.
1941 - ALLARME A HOLLYWOOD
Regia di Steven Spielberg
Con: Dan Aykroyd, John Belushi, Treat Williams
Scena iniziale. Una meraviglia bionda sulla spiaggia. È mattino, nebbia. Lei si toglie l'impermeabile e si butta in acqua nuda. Un sommergibile giapponese emerge. Lei resta attaccata al periscopio. I nippo vogliono attaccare Hollywood ma non riescono a trovarla. Decidono di reimmergersi. Nessuno vede la bionda nuda abbarbicata sul periscopio sopra di loro. L'ultimo muso giallo, chiudendo il portellone del sottomarino, alza gli occhi al cielo e vede il sedere di lei. Urla: «Hollywood!» ma è troppo tardi: il sottomarino sta inabissandosi. Lo pigliano per pazzo. Un capolavoro contro la guerra e sulla stupidità umana.
MIRACOLO SULL'8a STRADA
Regia di Matthew Robbins
Con: Hume Cronyn, Jessica Tandy, Frank McRae
I marziani sono buoni e piccolissimi. Insieme a un gruppo di inquilini di una vecchia casa contro speculatori edilizi criminali. Tenerissimo.
NON GUARDARMI, NON TI SENTO
Regia di Arthur Hiller
Con: Richard Pryor, Gene Wilder, Joan Severance
Un sordo e un cieco contro la criminalità organizzata. Un colosso della risata, gli manca solo un pelo di profondità per raggiungere il massimo. Lui entra in camera di lei, nuda, e la minaccia puntandole la pistola che tiene nella tasca dei calzoni, senza estrarla. Poi commenterà: «È la prima volta che minaccio una donna con un'erezione.»
SCAPPATELLA CON IL MORTO
Regia di Carl Reiner
Con: Kirstie Alley, Bill Pullman, Carrie Fisher
Senza saperlo va a letto col fratello del marito che muore d'infarto. Da sganasciarsi.
SCAPPO DALLA CITTÀ - La vita, l'amore e le vacche
Regia di Ron Underwood
Con: Billy Crystal, Daniel Stern, Bruno Kirby
Nonostante il titolo mediocre è trascinante. Si ride proprio.
TRE CONTRO TUTTI
Regia di John Sturges
Con: Frank Sinatra, Dean Martin, Peter Lawford
Esilarante commedia westem. Ovviamente in realtà i 3 sono 4. Anche i 3 moschettieri erano 4. Misteri della creazione.
LA CAPRA
Regia di Francis Veber
Con: Pierre Richard, Gérard DePardieu, Corynne Charbit
Italia-Francia-Messico, 1981
Il più grande sfigato del mondo viene mandato alla ricerca di una sfortunata cronica. La troverà dopo una valanga divertentissima di incidenti. Remake dal film francese con Paul Pichar che è molto più credibile nella parte ma il film non si trova in cassetta ( Alto, biondo e con una scarpa nera).
HO SPOSATO UNA STREGA
Regia di Renè Clair
Con: Veronica Lake, Fredric March, Susan Hayward
Veronica Lake è favolosa. Grandiosa storia di magia degli anni '40. Molto elegante, ottimista e anticonformista. Film così hanno demolito la cultura.
FUORI ORARIO
Regia di Martin Scorsese
Con: Griffin Dunne, Rosanna Arquette, Verna Bloom
Un introverso tecnico di computer finisce per sbaglio nel quartiere newyorkese di Soho e gliene capitano di tutti i colori. Humor nero molto particolare.

PROBLEMA PER IL CHIMICO


Ordunque, l'acido citrico va benissimo per le pulizie: non tappa lo spruzzino, fa una leggerissima schiumetta tanto per vedere dove sei già passato, pulisce in fretta e soprattutto inquina molto meno delle robe in commercio. L'unico neo è il costo: lo si usa sciolto in acqua in proporzione 1:10 e costa, da alvigini, eurazzi 4, 95 la confezione da 100 gr. Il che significa che uno spruzzino viene a costare più o meno come uno comprato alla coop, più o meno con la stessa resa. Che andrebbe anche bene, chè a parità di costo non si fa del male a nessuno, ma se ci fosse modo e luogo per comprarlo tutti insieme a un prezzo più basso sarebbe anche meglio. E allora mi sono detta: chi meglio del chimico può saperlo?

lunedì, marzo 05, 2007


arriva l'omino dell'acqua, il responsabile delle nostre bollette, e dopo aver visto il consumo dell'acqua calda chiede all'uomo barbuto se siamo una famiglia...? una famiglia... "normale", vuol dire. l'uomo barbuto intuisce e lo rassicura, sì, siamo in tre più sparsi, perchè? Perchè il consumo d'acqua calda è basso, bravi. Ora, sulla fredda risparmiamo in tutti i modi per motivi ideologici, ma non mi è mai venuto neppure in mente che si potesse sprecare a dismisura l'acqua calda. Eppure, l'omino dell'acqua dice "sapesse che consumi vedo, in giro..." : ma noi ci facciamo docce e perfino lussuriosi bagni, la nostra casa è mediamente pulita, non siamo così eroici da lavare piatti o mani con l'acqua fredda, neanche in quest'inverno finto. Così mi sto chiedendo come si fa a sprecare acqua calda: non puoi lavarci l'insalata nè bagnarci le piante, nè berla... mah. In ogni caso, sono sicura che questo non è spreco che riguarda la comune-ty. Però quell'acqua in generale forse di più: che come minimo, la malefica bottiglietta di plastica comprata nuova ogni volta è un'abitudine difficile da togliersi. Eppure:

il consumo d'acqua in bottiglia - cosiddetta "minerale", in genere molto meno sana
di quella del rubinetto, visto che si implastica e ha meno controlli anche all'origine - è ciò che consente e rende remunerativa la privatizzazione dell'acqua, che sta avanzando a passi veloci ovunque. Un'unica bottiglietta di plastica, tenuta in frigo e arraffata al mattino prima di uscire è più sana e più economica. E chi gli piace il frizzo è tornata la buonissima ed economica "acqua di Vichy", che in realtà si chiama Idrolitina, venduta in ecologissime bustine di carta riciclabile: si mette la bustina in una bottiglia di vetro col tappo, si aspettano due minuti ed ecco fatto.

Fiumi e nevai sono già a secco adesso, Legambiente ha lanciato l'allarme stamattina. Forse fa ancora in tempo a piovere, ma a nevicare mi sa di no. Risparmiate e riciclate tutta l'acqua che potete, e ditelo a chiunque: come minimo, avrete la soddisfazione di dire "te l'avevo detto" a chi vi darà del rompiballe. ma è una soddisfazione di cui, potendo, si fa a meno.

E aderite, appunto, alla campagna per l'acqua pubblica: c'è dentro anche il beppegrillo, ma pazienza. Il 10 marzo c'è la giornata nazionale per l'acqua, e dal 17 al 25 la settimana nazionale, dovrebbero anche esserci i banchetti di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare; chi paga le tasse può dare il 5x1000 alla campagna. Il referente genovese, vale la pena dirlo, è quella brava persona di Antonio Bruno.